DISPICCARE v.

0.1 despicade, despicado, despicare, despicato, despichai, dispicca, dispiccate, dispiccato, dispicchi, dispicò.

0.2 DEI s.v. dispiccare (lat. mediev. dispicare 'staccare').

0.3 Rainaldo e Lesengr. (Oxford), XIII ex. (ven.): 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Convivio, 1304-7.

In testi sett.: Rainaldo e Lesengr. (Oxford), XIII ex. (ven.); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Staccare da un sostegno (anche pron.). 1.1 Togliere dalla propria sede, estrarre. 1.2 Allontanarsi, staccarsi da qno. 1.3 Avere origine, derivare.

0.8 Fabio Romanini 28.11.2005.

1 Staccare da un sostegno (anche pron.).

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 28, pag. 444.1: in essa cotale morte non è dolore né alcuna acerbitate, ma sì come uno pomo maturo leggiermente e sanza violenza si dispicca dal suo ramo, così la nostra anima sanza doglia si parte dal corpo ov'ella è stata.

[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 23, pag. 114.32: [28] Hii laron eran vivi e perçò hi prevei çèn a pregar Pylato che quel dì hi corpi fossan despichai e che hi no romagnissan in croxe oltra vesp[r]o...

[3] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), III, cap. 6, pag. 106.3: el figliuolo [[impiccato]] del peregrino fue dispiccato dalle forche...

[4] Esopo ven., XIV, cap. 50, pag. 48.29: quando lo cavaliero fo asecurà dala dona, elo tornà ala guarda e trovà che lo laron era despicato e portato via.

1.1 Togliere dalla propria sede, estrarre.

[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1388-89] 1.138: Così facendo verrà calamita / veracemente, se in parlar non erro, / non dico a trager ferro, / ma [a] despicare il core, / per grande amore, - a tutte humane gienti, / vivendo lieti e morendo contenti.

1.2 Allontanarsi, staccarsi da qno.

[1] Rainaldo e Lesengr. (Oxford), XIII ex. (ven.), 792, pag. 841: E li cani sì se tornàno, / driti a la cavra sì se 'n vano; / e Raynaldo se dispicò / a plue tosto ch'el pò, / e in lo bosco sì se n'andò...

1.3 Avere origine, derivare.

[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 4, 55-63, pag. 96, col. 2.16: E cussíe appellavano l'omo per nome de quel pianeto, al quale era li soi appetiti et atti naturali asumigliavano, credendo, et simpliciter confitendo, esser le anime de quilli de lasú decise e despicade...

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 4, pag. 82.2: credendo, e semplicemente confessando essere l'anime di là su da quell[i] [cieli] descese e dispiccate...

1.3.1 Fig. Far venir fuori, far derivare.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 15.66, vol. 2, pag. 252: Ed elli a me: «Però che tu rificchi / la mente pur a le cose terrene, / di vera luce tenebre dispicchi.

[u.r. 20.03.2008]