DOTTO (1) agg./s.m.

0.1 ddotta, docta, docti, docto, doctu, doti, doto, dotta, dotte, dotti, dottissima, dottissime, dottissimi, dottissimo, dotto, dòtto.

0.2 DELI 2 s.v. dotto (lat. doctum).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Bondie Dietaiuti, XIII sm. (fior.); Distr. Troia, XIII ex. (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.).

In testi sett.: Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.); Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.); Amore di Gesù, XIV in. (ver.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Saggio (in quanto possiede o ha acquisito conoscenza). Capace di fare qsa con abilità, esperto (in quanto possiede o ha acquisito esperienza pratica). 1.1 Che agisce al meglio grazie alla propria conoscenza. 1.2 Che mostra anche nell'aspetto esteriore l'equilibrio dovuto alla saggezza. 1.3 Che conosce, che sa. 1.4 [Detto del cavallo:] che è stato domato. 1.5 Frutto di erudizione. Pieno di dottrina. 1.6 Estens. Formato da persone dotte. 1.7 Sost. 1.8 Non dotto: ignorante, persona ignorante.

0.8 Francesca Faleri 29.12.2005.

1 Saggio (in quanto possiede o ha acquisito conoscenza). Capace di fare qsa con abilità, esperto (in quanto possiede o ha acquisito esperienza pratica).

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 21, pag. 86.18: Et imperciò ti dissi: che de' chieder consiglio a savi huomini et dotti...

[2] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 25, pag. 304.19: ché in chanpo di bataglia e forte e grave à messi tutti noi Nostro Signore, ove d'onni parte siemo asagliti de forti nemici e dotti, e dove fuggire ni ascondere no à mistieri...

[3] Bondie Dietaiuti, XIII sm. (fior.), Canz. 1.46, pag. 114: E como se' 'nsegnato, / dotto e di ric[c]o ingegno!

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 62.31, pag. 253: S'egli è Cristo non me iova, ch'esso vencerà la prova: / non so guerra che me mova, sì par dotto ed ammastrato.

[5] Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.), 114, pag. 851: Alora se levòe miser Magarotto / d'i Magarotti, ch'è savio e dotto, / e disse...

[6] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 157.16: Sengniori, noi dovemo sapere che lgli Troyani sono chavallerosa giente e dotta...

[7] Amore di Gesù, XIV in. (ver.), 306, pag. 55: k' el [n' è] nesun da Levant al Ponento / ke sia sì doto nè sì sapiento...

[8] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 191.16: e, se la dotta e saggia sua compagnia non l'avesse amonito che quelle anime incorporee volavano, sotto vana imagine di forma, averebbe fatto assalto in loro, e in vano avrebbe percosso l'ombre col ferro.

[9] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 36.106, pag. 309: E a zascun de lor dirai 'sto motto: / che quello è poco dotto / medico, posto in basso intendimento, / che prende el fer, se pò sanar l'inguento.

[10] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 2, pag. 56.28: Et intre l'altre grande virtute soy era multo docta e magistrata indelle vii arte liberale...

[11] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 108, pag. 227.14: et ijo ò veduto cavalli e(ss)ere peiorati p(er) l'appo(n)it(i)o(n)e d(e) lu ferro sop(ra) le iunture f(ac)ta da quilli ch(e) n(on) sonu docti.

[12] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 137.13: In quisto tempo fo uno chiamato Mercurio, el quale fo nepote del dicto Athalante et fo homo docto et amagistrato in multissimi arti.

- [Con specif. l'ambito pratico o teorico in cui si è acquisita esperienza o conoscenza].

[13] Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.), 158, pag. 161, col. 1: De ço no sia in ti rancura, / che nui semo sì savi de scritura / e sì doti in la rason, / che, se 'l torto fose d' nui, / bein saveremo nui sì far / ch'ê 'l pleido averé' vadagnar».

[14] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 467, pag. 342: Le retene ày piliate, / et fece via ennascosta, / da la Prudentia docta / de saviu scaltrimentu.

[15] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 545.16: E però el dicto Carlo di tucto suo hoste scielse V.c cavalieri electi e docti in facti d' armi...

[16] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 17, pag. 316.2: Fue Aragne femmina sottilissima, e dottissima ne l'arte del tessere...

[17] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 3, vol. 1, pag. 22.34: commu homu doctu et insignatu di li expusiciuni de li aguri...

[18] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 249.9: Li arcieri e lli fanti de Pellestrina dotti de guerra per moite fiate descretamente avevano connutta la preda...

1.1 Che agisce al meglio grazie alla propria conoscenza.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 10: A Dio dèi essere devoto et savio, in te medesmo p(ro)vido, in altrui cauto; in examinare lo co(n)siglio discreto, in isschifarlo rigido, in pigliarlo docto, (et) co(n)sta(n)te in ritenerlo, (et) lieve in mutarlo.

1.2 Che mostra anche nell'aspetto esteriore l'equilibrio dovuto alla saggezza.

[1] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 5, cap. 6.38, pag. 125: Donne amorose, gioiose e piacienti, / Dotte e gientili e di comune etate...

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 380.11, pag. 233: Andava per la via molto honesto, / alquanto clino en segno de humeltate, / maturo, docto, benigno e modesto...

1.3 Che conosce, che sa.

[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 10.169, pag. 110: te 'nvio a la sua corte, mia Acusa; / per fà' llo conto (s'altro ïn me cusa, / se ·m parta!) c'ora ï· ·l vero 'gl'è dotto.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 22.69, vol. 2, pag. 377: Facesti come quei che va di notte, / che porta il lume dietro e sé non giova, / ma dopo sé fa le persone dotte...

1.4 [Detto del cavallo:] che è stato domato.

[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 334.20: Ma né il maestro cavalcatore regge il cavallo, il quale novellamente hae sentite le redine, con iguali freni di quelli con ch'egli regge il dotto e domato cavallo...

1.5 Frutto di erudizione. Pieno di dottrina.

[1] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, 4, pag. 87, col. 1.8: questa dottrina si manifesta non con parole dottissime d' una scienzia, ma in dimostrazione di spirito...

1.6 Estens. Formato da persone dotte.

[1] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), D. 186.6, pag. 922: L' un è che ragionando con Sordello / e con molt' altri della dotta lima, / non fe' motto ad Onesto, di ben cima, / ch' era presso ad Arnaldo Daniello.

1.7 Sost.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 31.30, pag. 80: Onni lingua, onni schiatta, e onni gente / conferman lui, destrutte altre credenze; / e non sol nescienti omin selvaggi, / ma li più molto e maggi / dei filosofi tutti e altri dotti.

[2] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 11, cap. 5, par. 6, pag. 219.22: Al dotto s' appartiene tanto cercare certezza di pruova, quanto la natura della cosa riceve...

[3] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 7, par. 17, vol. 1, pag. 134.25: Set de kistu sunu disputacioni diversi et opinioni varii dintra li docti.

[4] Gl Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Prol. cap. 4, vol. 1, pag. 5.8: Daniel nella fine della sacratissima visione disse, i giusti risplendere come stelle, e gli intelligenti, cioè dotti, come firmamento.

1.8 Non dotto: ignorante, persona ignorante.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 11, cap. 7, par. 8, pag. 227.19: E niuna cosa è sì leggiere, com' è lo 'ngannare per involvimento di lingua lo vile popolo e la non dotta moltitudine, la quale di ciò che meno intende più si maraviglia.

[2] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 276.18: Ma ampoi è piccola la moltitudine delle amaestrate donzelle; un'altra moltitudine di non dotte n'è, ma vogliono essere savie.

[3] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 75.8: prima dimandi d'essere amato e tu stesso te ripruovi poi non degno d'essere amato, quando, siccome non dotto, dimandi d'essere amaestrato nella dottrina d'amore.

[4] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 23, pag. 290.21: E oltre a questo, universale cosa è la morte. Il che Salomone, nel suo Eclesiastes, testimonia dicendo: «Muore il dotto parimente e 'l non dotto

- Ben dotto, mal dotto.

[5] Torrigiano (ed. Catenazzi), XIII sm. (fior.), V 492.11, pag. 272: E guarda pur che più non mi sia a grado / perché fosse cansato lo to vento, / ma se quest'hai ancor, nom se' ben dotto, / ché l'amor ciascun' ora cresce un grado...

[6] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 18, pag. 726.23: mareggiando con mal dotta mano semplicetto s' andava.

[7] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 3, pag. 375.4: a me non pare che nessuno ne possa essere bene dotto, se la pruova di ciò sua maestra non fosse.