0.1 equabele, equabile.
0.2 LEI s.v. aequabilis.
0.3 Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.): 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Convivio, 1304-7.
In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).
0.6 N Doc. esaustiva.
0.7 1 (Che può ritenersi) di pari grado per forza e intensità, della medesima essenza.
0.8 Elena Artale 27.01.2006.
1 (Che può ritenersi) di pari grado per forza e intensità, della medesima essenza.
[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 85.6, pag. 343: O sine grato nobele, sommerso en ammirabele, / non pòi salire equabele d'amore adoguagliato.
[2] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 8, pag. 202.10: ma le [[passioni]] connaturali, lo principio delle quali è [nel]la natura del passionato, tutto che molto per buona consuetudine si facciano lievi, del tutto non se ne vanno, [[...]] però che la consuetudine non è equabile alla natura, nella quale è lo principio di quelle.