SIGNORAGGIO s.m.

0.1 segnoraço, segnoraggio, segnoragio, segnorazo, sengnoraggio, signoraggi, signoraggio, signoragio, singnioragio.

0.2 Da signore.

0.3 Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.).

In testi sett.: Memoriali bologn., 1279-1300, (1294).

In testi mediani e merid.: Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.).

0.5 Locuz. e fras. avere il signoraggio 1.7; avere in signoraggio 1.3; avere signoraggio 1.6, 1.7; essere in signoraggio 1.4; fare signoraggio 1.1; mettere in signoraggio 1.5; mettersi a signoraggio 1.2; rendere in signoraggio 1.5; ritenere in signoraggio 1.3; sottomettersi in signoraggio 1.2; tenere in signoraggio 1.3; tenere signoraggio 1.6.

0.6 N Per un'att. in un doc. lat. tosc. dell'inizio del sec. XII cfr. GDT, p. 607.

0.7 1 Facoltà di imporre le proprie decisioni ad altri, potere; [in partic.:] il potere esercitato dalla persona amata o dall'amore stesso sulla persona innamorata. 1.1 Locuz. verb. Fare signoraggio: esercitare il proprio potere. 1.2 Locuz. verb. Mettersi a, sottomettersi in signoraggio: assoggettarsi al potere altrui. 1.3 Locuz. verb. Avere, ritenere, tenere in signoraggio: avere in proprio potere. 1.4 Locuz. verb. Essere in signoraggio di: essere in potere di. 1.5 Locuz. verb. Mettere, rendere in signoraggio di: assoggettare al potere di. 1.6 Locuz. verb. Avere signoraggio in, tenere signoraggio di: avere in proprio potere. 1.7 Locuz. verb. Avere (il) signoraggio di: avere facoltà di. 2 Condizione sociale che permette di esercitare un certo potere. 2.1 La carica politica che consente il massimo potere in un comune. 2.2 Condizione della nave che porta il comandante a bordo. 3 Territorio sottoposto al potere di un feudatario.

0.8 Francesco Sestito 08.02.2006.

1 Facoltà di imporre le proprie decisioni ad altri, potere; [in partic.:] il potere esercitato dalla persona amata o dall'amore stesso sulla persona innamorata.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), D[ubbie] 3.14, pag. 400: In ciò à natura l'amor veramente [[...]]: / cui ello prende grave pena sente / e gran tormento c'à su' signoraggio.

[2] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 20, pag. 89.34: Onda se nu no pensema de farlo morire, el convertirà tuto 'l povolo; onda nu perderemo nostro segnoraço e firemo tenuti a niente.

1.1 Locuz. verb. Fare signoraggio: esercitare il proprio potere.

[1] Rinaldo d'Aquino (ed. Contini), XIII pm. (tosc.), 42, pag. 113: Chi fa del suo servire dipartire / quello ch'assai c'è stato / senza malfare, mal fa signoraggio.

1.2 Locuz. verb. Mettersi a, sottomettersi in signoraggio: assoggettarsi al potere altrui.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 23.14: elli erano liberi e franchi naturalmente e non si voleano mettere a signoraggio...

[2] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 9.8, pag. 61: Como m'à prezo, lasso!, in cor fermessa! / E la chiaressa - di ciò è senbiansa / ch'eo mi somizi intero in signoraggio...

1.3 Locuz. verb. Avere, ritenere, tenere in signoraggio: avere in proprio potere.

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), son. 12.4, pag. 85: Per fino amore lo fiore del fiore avragio / perch'a l'usagio ch'agio sì convene, / del gran dolzore sentore al core ched agio / in segnoragio sagio mi ritiene.

[2] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 1.87, pag. 40: Ma di' non metto l'amore 'n obria, / però c'à 'n sengnoraggio / me e lo mio coraggio.

[3] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 57.13, pag. 135: Amor ringrazo, che 'n suo segnoraggio / mi tene, e voi, madonn', ha in potestate.

1.4 Locuz. verb. Essere in signoraggio di: essere in potere di.

[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 95.10, pag. 244: Fa' cotanto di cui m'à' preso: to'-la! / Di guisa ch'ella sia in tuo sengnorag[g]io.

1.5 Locuz. verb. Mettere, rendere in signoraggio di: assoggettare al potere di.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 21.8, pag. 47: ma vista tal presento, / che lei a cert'ò miso / come 'n suo segnoraggio meo desire.

[2] Monte Andrea (ed. Contini), XIII sm. (fior.), son. 5.8, pag. 466: la mia dritta lumera qual è, quella / che guida in terra me e 'l mi' corag[g]io? / Voi, gentile ed amorosa pulzella, / di cui m'ha mess'Amore in segnorag[g]io...

[3] Tomaso da Faenza (ed. Zaccagnini 1935), XIII sm. (tosc./faent.), 5.58, pag. 103: Po' che 'n speranza di mercede rendo / ne lo suo segnoraggio / umilemente core e corpo e vita, / tutto valore en ella canoscendo, / saoi che salute avraggio / e del meo male per merzede aita...

1.6 Locuz. verb. Avere signoraggio in, tenere signoraggio di: avere in proprio potere.

[1] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 57.2, pag. 602: Sì come carda el core e come sprona / nei fianchi Amor, de qual tèn signoraggio, / e come senza freno onne vïaggio / cavalca a quella 'nsegna che i par bona, / non porria mai pensare altra persona, / che qual pagato n'aggia alcun passaggio...

[2] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 49.166, pag. 110: e disse verso Cristo: «In tie e' ò gram segnoraço, / ben te posso scampare e darte gram dalmaço».

1.7 Locuz. verb. Avere (il) signoraggio di: avere facoltà di.

[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 34.27, pag. 156: Di voi, son come chi guardiano è d'oro; / ma, di tocarlo, nonn à sengnorag[g]io: / di cotal guisa siete 'mio' tesoro!

[2] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 525, pag. 36: Respuse sancto Iohannj: «Io no·lla portaragio, / tu, mastro, portaràila, cha ne ày lo signoragio».

2 Condizione sociale che permette di esercitare un certo potere.

[1] Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.), 3.9, pag. 162: Omo ch'è posto in alto signoragio / e in riccheze abunda, tosto scende, / credendo fermo stare in signoria.

[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 161.2, pag. 227: O voi detti segnor, ditemi dove / avete segnoraggio o pur franchezza; / ch'invenir nol so già, ma prusor prove / a lo contrar di voi mi dan fermezza / che già non v'obedisce uno tra nove, / la cui ubidienza èvi vaghezza...

[3] Memoriali bologn., 1279-1300, (1294) 44.25, pag. 83: con la soa fresca cera, / mostrandome amorosa, / compres'ha lo meo core - in soa bailia; / e mazo ho segnorazo / e plu rico me teglio / che s'eo avesse lo regno, / ché m'ha dignato servo...

[4] Prov. pseudoiacop. Aggiunte, XIV pm. (umbr.), 296, pag. 58: e non se pense: - En corte buono adiutorio agio -, / ché passa singnioragio sopr'omne conpatragio.

2.1 La carica politica che consente il massimo potere in un comune.

[1] A. Pucci, Due rime, p. 1343 (fior.), 1.150, pag. 56: Oh lasso! come mi parve selvaggio / Il dì ch'io rifiutai il signoraggio / Di quel Comun, che più di me fu saggio / A racquistare.

2.2 Condizione della nave che porta il comandante a bordo.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 18, pag. 409.22: Imprima la reina Cleopatra con sessanta velocissime navi fuggio. E Antonio, rimosso dalla nave la 'nsegna del segnoraggio, seguitò la moglie che fuggia. || Cfr. Orosio, Hist., VI, 19, 11: «Antonius quoque detracto insigni praetoriae navis fugientem secutus uxorem est».

3 Territorio sottoposto al potere di un feudatario.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 10, vol. 1, pag. 425.5: Come il re Carlo ebbe sconfitto e morto Manfredi, la sua gente furono tutti ricchi delle spoglie del campo, e maggioremente de' signoraggi e de' baronaggi che teneano i baroni di Manfredi...

[2] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 8, pag. 71.12: E quando quel barone e capitano giunse al Gran Cane, udite che 'l signore ebe le novelle, gli fece grandi doni e diegli un grande signoraggio...

[u.r. 20.04.2010]