SVENTURA s.f.

0.1 isventura, sventura, sventure.

0.2 Da ventura (DELI 2 s.v. sventura).

0.3 Tomaso da Faenza (ed. Zaccagnini), XIII sm. (tosc./faent.): 1.

0.4 In testi tosc.: Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); Dante, Commedia, a. 1321; Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.).

0.5 Locuz. e fras. per sventura 1.1.1; per sventura di 1.1.1; ria sventura 1.1.

0.7 1 Causa a cui si riconducono eventi avversi non motivabili razionalmente. 1.1 Evento avverso non motivabile razionalmente. 2 Condizione di grave sofferenza. 3 Condizione sfavorevole (di un luogo).

0.8 Francesco Sestito 09.03.2006.

1 Causa a cui si riconducono eventi avversi non motivabili razionalmente.

[1] Tomaso da Faenza (ed. Zaccagnini), XIII sm. (tosc./faent.), 8.2, pag. 235: La tua scienza, s'è, com sol, distretta, / ser Mula per cui sol te fe' sventura, / volse trar sotto de propia natura, / non considerando che raxon ciò vieta...

[2] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 6.5, pag. 124: Deh quant'è suta la sventura mia / poi ch'i' fu' servo di cotal segnore, / ché ciò ch'i' faccio mi torn'al peggiore / ver' quella che 'l me' core ha 'n ubrìa.

[3] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 1, ott. 54.2, pag. 40: Ed or foss'io pur venuto al porto / al qual la mia sventura ora mi mena!

[4] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 380.29: Ristrignendosi i comperatori alle bigoncie del grano, ben più che l'uno terzo non ne poterono avere, con grande lamento tornando a casa, bestemmiando la sventura loro...

[5] Fazio degli Uberti, Rime pol., c. 1335-p. 1355 (tosc.), 6.57, pag. 35: Ma, lassa!, ora mi struggo a dirti i mali / onde son nati de la mia sventura, / ben che m'è cosa dura / pensar di quello e dir di questo stato.

1.1 Evento avverso non motivabile razionalmente.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 92, pag. 275.29: Dunque tanto podere hanno le sventure, e' danni, e' soperchi contr'a vertù, quant'hanno i nuvoli contra 'l sole.

[2] A. Pucci, Due rime, p. 1343 (fior.), 1.21, pag. 53: D'altre sventure, ch'i' ò avute assai, / Lasso, per dir come 'n fine arivai...

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 267.11, pag. 336: Per voi conven ch'io arda, e 'n voi respire, / ch'i' pur fui vostro; et se di voi son privo, / via men d'ogni sventura altra mi dole.

- Ria sventura.

[4] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 8.1226, pag. 201: In giovinezza si vede l'uom casto [[...]] E pazïenza nella ria sventura...

1.1.1 Locuz. avv. Per sventura; locuz. prep. Per sventura di.

[1] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 18.8, pag. 651: Non sai tu, frate, quant'io son distretto / di quel signore cui servir m'agenzo, / e pròvonde la pena di Lorenzo / per mia sventura e per lo tuo difetto?

[2] Boccaccio, Ninfale, 1344/48 (?), st. 84.3, pag. 241: Dïana, le piú volte, va con esse / con le saette e l'arco micidiale, / e se per tua sventura s'avvedesse / che tu le seguitassi, con lo strale / morte ti donerebbe...

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IV, 1, pag. 269.27: Ghismonda, che per isventura quel dì fatto aveva venir Guiscardo, lasciate le sue damigelle nel giardino, pianamente se ne entrò nella camera...

1.1.2 Evento avverso prodottosi indipendentemente dalle intenzioni delle persone coinvolte.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 48, pag. 108.8: io non credetti ucciderlo: questa è stata una sventura, e non malizia.

2 Condizione di grave sofferenza.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 26, pag. 130.8: E se volemo vedere de l'austeritade di questa sentenzia, sì 'l potremmo vedere per due vie, per le quali potremo vedere il sommo male, la pessima sventura di quelli che muoiono in peccato mortale...

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 71, pag. 172.25: a' nighittosi, e pigri, la fatica è in luogo di tormenti, al dilicato pare l'affaticarsi in vertù, che sia isventura, all'ozioso lo studiare è tormento.

3 Condizione sfavorevole (di un luogo).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 14.38, vol. 2, pag. 231: vertù così per nimica si fuga / da tutti come biscia, o per sventura / del luogo, o per mal uso che li fruga...

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 14, pag. 243.22: Dice, o per sventura del luogo male disposto per costellazione, o vero per lo malo uso delle genti.

[u.r. 22.11.2019]