CORNO (1) s.m.

0.1 chorna, chorne, chorni, chorno, corn, corna, corne, corni, corno, cornu, cuorni, cuorno.

0.2 Lat. cornu (DELI 2 s.v. corno).

0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Doc. prat., 1275; Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Stat. sen., 1301-1303; Zucchero, Santà , 1310 (fior.); Ingiurie lucch., 1330-84, [1360]; Stat. lucch., 1362.

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Memoriali bologn., 1279-1300, (1282); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.); Ingiurie recan., 1351-96, [1357]; Destr. de Troya, XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Anche s.f. (corna).

Nota i plur. neutri corna e corne, accanto a corni.

Il sing. corna s.f. può derivare da un'errata interpretazione del plur. sett. le corne.

Locuz. e fras. a suono di corno 5; ad uno suono di corno 5; al suono dei corni 5; al suono del corno 5; alzare il corno 1.6; alzare le corna 1.6, 1.6.2; avere le corna 1.7; dare del corno 4.7.3; dichinare le corna della superbia 1.6.1; fare corna a 1.7; fiaccare le corna a 1.6.1; fornire delle corna 1.7; inchinare le corna 1.6.1; mettere fuori le corna 1.6, 1.6.2.1; piantare le corna a 1.7; piantare le corna sotto il cappello 1.7.1; pietra corno Ammone 7; pigliare le corna 1.6.2; porre due corna sotto il cappello 1.7.1; porre le corna a 1.7; porre le corna sopra il cappello 1.7.1; prendere corna 1.6; rompere le corna di 1.6.1; senza corno né campana 5.2.1; suonare il corno d'Orlando 5.1.

0.7 1 Sporgenza ossea cava o piena, di forma varia (a cono, ritorta, ramificata) e più o meno lunga e incurvata, gen. simmetrica ad un'altra uguale, che cresce sul capo di alcuni mammiferi ungulati. 1.1 [Di animali mitologici, di esseri mostruosi o sovrannaturali, di alcune divinità pagane, del demonio]. 1.2 Estens. La materia di cui è costituita la detta sporgenza ossea. 1.3 Estens. Tessuto corneo. [In partic., rif. al piede del cavallo:] lo stesso che zoccolo. 1.4 [Rif. alle costellazioni dell'Ariete, del Capricorno o del Toro]. 1.5 Motivo ornamentale o figura araldica che riproduce la detta sporgenza. 1.6 Fig. [Simbolo di temerarietà e di superbia]. Fras. Alzare, mettere fuori le corna, prendere corna: prendere baldanza; insuperbire. 1.7 Fig. [Simbolo dell'oltraggio dell'adulterio]. Fras. Fare, piantare, porre (le) corna a qno; fornire delle corna qno: lo stesso che tradire. 2 Recipiente di forma conica (per bere, per contenere unguenti o olio), spesso ricavato dal corno di animale. 2.1 Recipiente costituito da un corno animale, forato in entrambe le estremità, con funzione di imbuto. 3 Escrescenza carnosa sul capo di alcuni serpenti e delle lumache. 4 Qualsiasi cosa che abbia forma approssimativamente conica, più o meno ritorta; punta, estremità di qsa che abbia tale forma; ciascuno dei due lati (o la loro parte finale) di qsa che abbia forma falcata. 4.1 [Milit.] [Di un esercito o di una flotta schierati in battaglia:] lo stesso che ala. 4.2 [Astr.] La costellazione dell'Orsa minore (forse con allusione allo strumento a fiato di cui al signif. 5). 4.3 [Vet.] [Masc.] Callosità dura, dalla punta elevata, che si produce a seguito di contusione o lesione sul dorso del cavallo. 4.4 [Mar.] Punta estrema dell'antenna di una nave e, meton., l'antenna stessa. 4.5 Sommità di un'altura. 4.6 [Rif. ad un territorio che si protende sul mare o ad un golfo, per indicarne le zone estreme]. 4.7 Estens. Lato, parte in gen. (di un territorio, di una città, di una costruzione). 5 [Mus.] Strumento a fiato di tessuto osseo o di metallo, costituito da un tubo ricurvo e con l'imboccatura all'estremità più stretta (suonato per dare segnali di battaglia, di caccia, o per un annuncio ufficiale). Locuz. avv. A, ad uno, al suono del, di corno, dei corni. 5.1 Fras. Suonare il corno d'Orlando: gridare aiuto (ma invano). 5.2 Estens. Il suono prodotto da tale strumento. 6 Diramazione da un corpo principale. [In partic., rif. ad un corso d'acqua:] ramo di un delta; braccio di mare. 6.1 [Anat.] Ciascuna delle due cavità in cui si dirama l'utero dei mammiferi, tuba di Falloppio. 6.2 [Di una croce:] lo stesso che braccio. 6.3 Fig. [Nell'espressione i corni di Pitagora:] ciascuno dei due rami della lettera ipsilon. 7[Min.] Locuz. nom. Pietra corno Ammone: pietra fossile, ammonite. 8 Fig. [Nel linguaggio biblico di origine ebraica, simbolo di potenza]. 9 [Derivante da errore di trad. o da fraintendimento dell'originale].

0.8 Elena Artale 07.04.2006.

1 Sporgenza ossea cava o piena, di forma varia (a cono, ritorta, ramificata) e più o meno lunga e incurvata, gen. simmetrica ad un'altra uguale, che cresce sul capo di alcuni mammiferi ungulati.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 623, pag. 549: Tal hom va ben seguro, q'elo vien alaçato, / e tal cre' altri enganar, q'elo vien enganato, / sì como lo mouto qe vien per le corne trainato / e va corendo al loco là o' el vien scortegato.

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 3, cap. 2, pag. 154.13: E trovamo e·lli animali molta diversità oposita: ché trovamo tali animali èssare armati, e avere li denti denanti de sopra, e non avere le corna...

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 1, pag. 128.31: la natura à dato a le bestie istrumenti, per li quali ellino si possono difèndare contra a coloro che lor vogliono malfare, sì come corna ai buoi ed ai cervi...

[4] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, pag. 87.4: de li quali xxviiij interrogationi se fanno: primo, perké l'omo non à corna come alcuni a(n)i(m)ali...

[5] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 82, pag. 93.24: De le suoie [[scil. del bue]] corna veramente inmollate e dirissate diversi vaselli e uzati se ne fanno: ciò sono arcora, lucerne, pettini.

[6] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 184.6: In quel tempo Eustachio, el qual fo so nome plaido, maistro dela cavalaria de Traian imperador, al qual don fina a tanto che 'l fosse a chazare, intra le corne da un cervo li aparse Cristo in croxe...

[7] Stat. pis., 1302, cap. 41, pag. 971.20: Et che non gitteroe nè gittar faroe in carraia de la mia botthega, o altrove, alcuno osso o corno, sotto pena di denari xii per catuna volta.

[8] Stat. sen., 1301-1303, cap. 19, pag. 17.18: La soma de le corna bufaline, IJ soldi kabella; et passagio XIJ denari. La soma de le corna del bue, XVIIJ denari kabella; et passagio VIIJ denari. La soma de le corna del becco, XIJ denari kabella...

[9] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 171.24: Rinoceron, zo è l'unicorn, è una bestia crudelixema, e ha un corn grandixem in meza la front long per IIII braza, e fort e sì agud, che zo ch'el fer, el fora; zo dis Ysidor.

[10] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 49, pag. 67.15: Quivi àe tutte salvagine e assai; e èvi montoni salvatich[i] asai e grandi, e ànno lunghe le corne VJ spanne, e almeno IIIJ o IIJ...

[11] Doc. orviet.-umbr.merid., 1312, pag. 26.11: Per ciascuna soma de corni, Cinque s.

[12] Boccaccio, Caccia di Diana, c. 1334, c. 7.11, pag. 25: ed il primo animal ch'elle scontraro / un leocorno fu, non miga vile. / I cani arditamente il seguitaro / guardando sé dal suo aguto corno, / al cui ferir non aveva riparo.

[13] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 5, pag. 90.13: Et intandu Entellu, richipendu li duni, misi lu so pugnu dirictu in menzu li corna di killu vitellu et falu cadiri in terra...

[14] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 189.2: Mentre lo manicare se faceva, senza li aitri buffoni moiti, fu uno vestuto de cuoro de vove. Le corna in capo avea. Vove pareva.

[15] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 1, par. 28, comp. 4.10, pag. 72: Quivi la bella Europa una zoyetta / de fiori pone sopra le sue corna / e quello lingie ley, onde ella lieta / sopra 'l dosso li monta...

- Femm.

[16] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 172.30: E dis Pliniy che in India è bove habiant una sola corna, et è oculà de macule blanche e ha solide le ongle, sì com'ha ie cavay.

[17] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 172.32: Et è in India axeng chi ha una corna, sì com' dis Aristotel, et ha quel corn entre tute doe le orecle, e tut l'altr corp è simel a l'asen salvadeg, ma no è bestia de granda ferità né de granda scotizanza.

- [Prov.] Dio dà ogni bene, ma non il toro per le corna.

[18] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 5, pag. 301.5: Et però si dice in proverbio: Domenedio dà ognie bene, ma non lo toro per le corna. || Cfr. Albertano, De amore, III, 4: «Dat Deus omne bonum, sed non per cornua taurum», e v. Walther, 4976.

[19] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. III, cap. 4: [6] Et in del prove(r)bio si dice: Dio dà ongna bene ma no(n) li tori p(er) le corna... || Cfr. Albertano, De amore, III, 4, cit. in 1 [15].

- [Prov.] Chi ha corna non si scorna: 'chi sa difendersi, non subisce la prepotenza altrui'. || (Ageno, Sacchetti, Rime, p. 75).

[20] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 64.168, pag. 59: Chi ha corna / non si scorna; / tal inforna / che non sforna; / mal s'adorna il baratto, / che è disfatto, / per un punto...

1.1 [Di animali mitologici, di esseri mostruosi o sovrannaturali, di alcune divinità pagane, del demonio].

[1] Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.), 228, pag. 111: Poi ne verà una bestia tan forte, / de sua statura serà cum unu grande munte, / entorno 'l kavo avrà-la multe corni, / ke serà longi, forti e multe grossi...

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 457, pag. 116: I han lo grogn tirao, la lengua sanguanente, / [[...]] Le corne aguz com lesne, dond i van smanïando, / Li ding com foss de verro fò del so grogn mostrando...

[3] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 65, pag. 188.10: Dell'unicorno voglio dire, il quale è bestia fiera, ed ha il corpo simigliante al cavallo, ed ha li piedi del leofante e coda di cervio, e la sua boce è fieramente ispaventevole, e nel mezzo della sua testa si ha un corno di maraviglioso splendore, ch'è lungo ben quattro piedi.

[4] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. I, pag. 234.2: Spesse volte Amore, il cui colore è porporino, premeo li piegati corni di Bacco colli teneri bracci posti...

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 19.110, vol. 1, pag. 325: Di voi pastor s'accorse il Vangelista, / quando colei che siede sopra l'acque / puttaneggiar coi regi a lui fu vista; / quella che con le sette teste nacque, / e da le diece corna ebbe argomento, / fin che virtute al suo marito piacque.

[6] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 207, pag. 167.14: Né neun uomo che armato no fosse non usava a la bestia apresare, ch'el'avea tre corna in mezzo la fronte sì agute che neun'arme che ne fosse fedita no si potea difendere. -

[7] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 26, pag. 756.2: Bacco, a tutto il mondo notissimo per le ricevute vittorie in India, mi fu padre: questi, celebrantesi in Tebe, amantissima terra la sua deità, i suoi sacrificii, venne a' templi suoi, e quivi, [[...]] s'adornò dell'usate corna...

[8] Fazio degli Uberti, Rime pol., c. 1335-p. 1355 (tosc.), [p. 1343] 3.36, pag. 28: L'Apocalisse afferma, in ciò che dice, / che una bestia sarà con dieci corna / e sì di teste adorna, / che sette al busto suo ne vedra' pendere...

[9] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 9, pag. 90.26: E uscito dell'acqua, cavalcando trovò gente ch'avieno un corno nella fronte e uccisero assai de' suoi...

- [In partic., di una divinità fluviale].

[10] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Degianira, pag. 87.4: in prima, quando, per forza d'arme combattendo, me conquistasti da Acheloo, il quale piangendo raccolse le sue corna nelle tempestose onde, e nella fangosa acqua attuffò le tagliate tempie.

1.2 Estens. La materia di cui è costituita la detta sporgenza ossea.

[1] Stat. sen., Addizioni p. 1303, pag. 62.1: Balestra di corno a piè, soldi IJ l'uno. Balestri di corno a due piei, soldi V l'uno.

[2] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 40.14: e alzata a modo di Diana ingannerebbe altrui, e potrebbe essere creduta Diana, se questa no avesse l'arco di corno, e quella non l'avesse d'oro: e pur così ingannava altrui.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 4, vol. 1, pag. 171.30: 4. ma Fabriciu plù largamenti l'appi ca issu volssi que la sua patella avissi unu pidicellu di cornu qui la sustinissi.

[4] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 193, pag. 717.6: o sse iscrolli col forte braccio l'ampio dardo, il fiero braccio fa volgere verso sé il mio viso, o se tu tieni lo spiedo del corno coll' ampio ferro, alla perfine cioe che tu fai diletta a' nostri occhi.

[5] Stat. pis., 1322-51, cap. 122, pag. 564.20: qualumque delli negotiatori lo quale va sopra mare in alcuna nave u vero legno che ae in henticha valere di lire trecento di denari, u vero più, porti secho in tutto lo viaggio, et di fuora abbi secho uno balestro di corno bene fornito...

- [Nella mitologia classica, rif. alla porta dei sogni veritieri, che conduce agli inferi].

[6] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 6, pag. 309.7: Sono due le porti de' sogni: l'una si dice ch'è di corno, per la quale si dà leggiere uscimento all'ombre: l'altra d'avorio, la qual manda alli dii di sopra.

1.2.1 [Di cervo (o anche di capra, toro, vacca o bue), adoperata in polvere o in suffumigio per le sue proprietà officinali e per tenere lontani animali velenosi].

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 2, cap. 4, pag. 128.33: E per guardare e conservare i denti in sanitade fate questa polvere: pre[n]dete un'oncia di corno di cierbio arso, e seme di tamerici, ciperi, rose...

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 37, pag. 44.8: Se vuogli scacciare i serpenti, ed ogni animale venenoso, togli galbano, e corno di cervio, barbe di silio, ed unghie di capra, e sfumicale in su la bragia.

[3] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 68, pag. 324.2: La rasura del corno del toro, con acqua, bevuto, et messo nela natura dela femina, ristringe incontanente lo fruxo del sangue dela mestrua.

[4] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 68, pag. 324.22: La cenere delo corno dela vacca, mescolato con aceto, se n'ungerai con esso alcuna morsura, sarae curata incontanente, sença alcuno contrario.

[5] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 64.18: a difendere da quelli [[animali velenosi]] et speçialmente serpenti et rane, bisognia che i luoghi ne' quali voi habiterete s'affumichino con corno di cerbio, overo unghia di capra, overo capelli d'uomo, overo galbano.

[6] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 31.14: Lo 'mpiastro fato di folie di pescho e di folglie di porri pesti e mescholato chon asceto e posto in su lo stomacho; lo seme del chavolo, beuto, tutti gli ucide [[scil. i bachi]]. La limatura del chorno del cerbio.

[7] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Bestiario, cap. 43, pag. 460.19: El corno, el qualle ven aministrò in medesina, la più parte sì è el corno del cervo e de la cavra. E ven brusè, e ven aministrè a restre(n)çere le çençive e a confermare li dente.

[8] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 1, pag. 3.5: [2] Item la limatura di lu cornu di lu chervu, datu a biviri cum vinu, non fa aviri may lindini non pidochi.

[9] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 116, pag. 245.12: Et se la ca(r)ne appareran(ne) cu llisio(n)e da fore d(e) lu core, la pulve d(e) la rasura d(e) lu co(r)nu d(e) lu cervio voi d(e) bove, (con) sapone antico aco(n)so...

1.3 Estens. Tessuto corneo. [In partic., rif. al piede del cavallo:] lo stesso che zoccolo.

[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 87.24: Allora li diti si congiungono, e lega cinque unghie la lieve unghia cresce con continuo corno...

[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 8, vol. 2, pag. 153.4: levò in alto colle penne nate ne' loro corpi; e porse loro le lunghe alie per le loro braccia; e fece loro le bocche di corno; e, volte in uccelle, le mandò per l'aria. Di Teseo e d'Acheloo. || Cfr. Ov., Met. VIII, 546: «Corneaque ora facit versasque per aera mittit».

[3] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. I, pag. 487.22: E[n] li molli prati la femena, çoè [vaca], muçe ella al toro, e la femena inisse al cavallo che ha el pè de corno...

[4] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 124, pag. 252.14: Onne abe ch(e) la sania della lesion(e) i(n)t(er)clusa i(n)t(ra) l'ung(n)a et la ca(r)ne viva, ch(e) (con)ciossciacosa ch(e) n(on) agia via né exim(en)to, falgi la via i(n)t(ra) l'ung(n)a et la ca(r)ne viva, cioè sup(ra) lu pede ru(m)pe(n)te lu co(r)no... || Ma cfr. Lorenzo Rusio, De cura equor., CXXVI: «videlicet supra pedem rumpens carnem».

1.4 [Rif. alle costellazioni dell'Ariete, del Capricorno o del Toro].

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 7, pag. 12.7: E li savi féciaro menzione de li animali del cielo e de le loro membra, li quali so' composti de stelle, [[...]] e pósaro e disero che Sartan era doe stelle lucide poste e·lle corna d'ariete...

[2] Zucchero, Sfera, 1313-14 (fior.), cap. III, 2, pag. 126.3: «Lo risprendente Tauro apre l'anno coi corni aurati», ciò vuole dire che, quando il sole è in Tauro che Tauro nasce la matina cosmico...

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 27.68, vol. 3, pag. 450: Sì come di vapor gelati fiocca / in giuso l'aere nostro, quando 'l corno / de la capra del ciel col sol si tocca...

[4] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 48.25: La quarta [[stella]] è quella che segue questa, ed è in mezço del nascimento del corno.

[5] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 50.14, pag. 595: Ond' io lui prego che 'ndetro le mande / e per pietà partir mio male affrette, / prima che capra col corno lui gette.

[6] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Cupidinis I.4, pag. 179: Al tempo che rinova i mie' sospiri / Per la dolce memoria di quel giorno / Che fu principio a sì lunghi martiri, / Già il sole al Toro l'uno e l'altro corno / Scaldava...

1.5 Motivo ornamentale o figura araldica che riproduce la detta sporgenza.

[1] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 205, pag. 354.2: E llo ree sì disse sì com'egli portava un'arme, la quale iera cosie fatta, ch'iera lo campo ... e ssono li corni vermigli...

[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 15, vol. 3, pag. 237.2: gli baroni ti derono tanto quanto tu potessi atorneare co' buoi sotto posti all'arato, da oriente insino a occidente; e disegnaro nell'uscia inorate le corna che rapresentassono la maravigliosa forma...

[3] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 168.2, pag. 169: Fiorenza mia, poi che disfatt'hai / le cerbiatte corna / de la superba e crudel famiglia, / festa dé<i> far più che facessi mai...

1.6 Fig. [Simbolo di temerarietà e di superbia]. Fras. Alzare, mettere fuori le corna, prendere corna: prendere baldanza; insuperbire.

[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. I, pag. 234.9: Allora viene il riso, allora il povero prende corna, allora si parte il dolore e 'l pensiero, e la crespa della fronte allora se ne va.

[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 28, pag. 586.15: Tu [[scil. la superbia]] ti credi con le corna toccare le stelle, e, parlando aspro, col muovere impetuoso, rigidamente operando cacci avanti a te i men possenti...

[3] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Temporis, 121, pag. 270: Or, perchè humana gloria à tante corna, / Non è mirabil cosa, s'a fiaccarle / Alquanto oltra l' usança si soggiorna.

[4] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 1, conclusione, pag. 242.9: Ma molto maggiore è il vederci, non altrimenti che uomini usciti di sé - [[...]] contro a colui per la cui benignità e per li cui doni viviamo e in più robusta età pervegnamo, come muovere ci possiamo, metendo le corna fuori...

[5] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 138.10, pag. 193: Fondata in casta et humil povertate, / contra' tuoi fondatori alzi le corna, / putta sfacciata: et dove ài posto spene?

[6] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 9.18, pag. 58: Ma qual che de recever voi se scorna, / né vole audire le vostre parole / pur alçando in superbia le sue corna...

- Fras. Alzare il corno.

[7] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Sal 74, vol. 5, pag. 356.6: [5] Dissi alli iniqui: non vogliate operare iniquamente; e alli peccanti: non vogliate alzare il corno.

1.6.1 Fras. Inchinare le corna, dichinare le corna (della superbia): abbassare la cresta.

[1] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3, cap. 35, pag. 213.10: fu loro risposto per parte della Signoria da messer Betto Brunelleschi, «che mai per niuno signore i Fiorentini inchinarono le corna».

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 69, vol. 1, pag. 130.14: Il conte, ch'avea provato i rimprocci de' soldati e il pericolo che co· lloro correa, dichinava le corna della sua superbia, e aconciavasi alla detta concordia.

- Fras. Fiaccare, rompere le corna a, di qno: lo stesso che umiliare.

[3] f Gregorio IX volg., 1300 c.: Tramisse [la Chiesa] lui nel regno, per rompere le corna del detto superbo nemico. || GDLI s.v. corno.

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 27.3, pag. 35: Il successor di Karlo, che la chioma / co la corona del suo antiquo adorna, / prese à già l'arme per fiacchar le corna / a Babilonia, et chi da lei si noma...

1.6.2 [Con valenza pos., per indicare coraggio e vigore]. Fras. Alzare, pigliare le corna: prendere coraggio.

[1] Braccio Bracci (ed. Sarteschi), 1375-78 (tosc.), 2.73, pag. 38: De' miglior ch'io conosca / con te cantando andrai per l'universo, / canzon, le sue virtù a verso a verso, / po', fatto il tuo viaggio, a lui ritorna / e di' ch'alzi le corna / a pregar quel ch'è sopra ogni possanza...

[2] Bibbia (08), XIV-XV (tosc.), Am 6, vol. 8, pag. 203.13: [14] I quali vi rallegrate a niente, e dite: or non pigliammo noi colla nostra fortezza le corna?

1.6.2.1 Fras. Mettere fuori le corna: prender piede, diffondersi (di un evento).

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. X, par. 50, pag. 524.6: Ed essendo questa pestilenzia per tutta Italia distesa, divenne nella nostra città potentissima; e per la uccisione stata fatta d'un nobile cavaliere chiamato messer Bondelmonte, mise maravigliosamente le corna fuori...

1.7 Fig. [Simbolo dell'oltraggio dell'adulterio]. Fras. Fare, piantare, porre (le) corna a qno; fornire delle corna qno: lo stesso che tradire.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 208, pag. 531: E de la emperatrice questo ensteso ve dico, / ke se fe' un cavalier borgoignon per amico / e poi fuçì com elo: questo vero ve dico, / q'ela plantà le corne a l' emperer Ferico.

[2] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 221, pag. 532: [Le] [d]one à solaço far corne a lo marito; / [d]e questa orda befa spesora me 'nde rito.

[3] Memoriali bologn., 1279-1300, (1282) 2.33, pag. 7: Et oimè lassa, trista, deceduta! / ch'a tutta gente lo fai mostrar a dito / e de le corne l'hai sí ben fornito / ch'una gallëa ne sereb'armata.

[4] Comm. Arte Am. (B, Laur. XLI 36), XIV td. (fior.), ch. 61, pag. 826.9: e dice che quivi s'ordinavano molti avoltèri, e però si pongono le corna a' poveri per li doni a li quali le loro mogli consentono; vaga è la femina di guadagnarli.

[5] Ingiurie lucch., 1330-84, 179 [1360], pag. 54.16: Tu se' pappaculo di mogliata (e) co(r)na a collo (e) p(er) lo culo di mogliata tu ài le gr(ati)e in Corte p(er)ò che tu ne se' rofiano...

[6] Ingiurie lucch., 1330-84, 185 [1361), pag. 56.3: Traditore cornuto, va' vergognati che ài la don(n)a putana che ti pone le corna.

[7] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VII, 5, pag. 469.37: ché io giuro a Dio, se voglia me ne venisse di porti le corna, se tu avessi cento occhi come tu n'hai due, mi darebbe il cuore di fare i piacer miei in guisa che tu non te ne avvedresti.»

- Fras. Avere le corna: essere vittima di adulterio.

[8] Ingiurie recan., 1351-96, [1357], pag. 485.27: 2 Sozzo tradetore, tu ne menti per la gola; ma tu àgi tante corna, che non se romperìa con niuno bastone de fero [...].

1.7.1 [Rif. ad un'autorità temporale o a Cristo:] fras. Piantare, porre due, le corna sopra, sotto il cappello (a qno).

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 204, pag. 531: La raina de França con Rigo Curt Mantelo, / per questo mondo sonase qual ela fe' çambelo: / a cui qe fose laido, a liei fo bon e belo, / q'ela plantà le corne al re soto 'l capelo.

[2] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 219, pag. 532: [A l'][emp]erer de Grecia, c'om dis Bambacoradi, / [la] [empera]trice feceli molti mali mercadi: / [Soto 'l capel] li pose doi corni sì ramadi, / [per] [Fran]ça e per Grecia ben son resonadi.

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 1, pag. 187.16: Così adunque Masetto vecchio, padre e ricco, [[...]] donde con una scure in collo partito s'era se ne tornò, affermando che così trattava Cristo chi gli poneva le corna sopra 'l cappello.

2 Recipiente di forma conica (per bere, per contenere unguenti o olio), spesso ricavato dal corno di animale.

[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 21, pag. 180.1: Lo 'mperadore giunse e chieseli bere; e 'l poltrone rispuose: «Con che ti dare' io bere? A questo nappo non porrai tu bocca! Se tu hai corno del vino, ti do io volentieri».

[2] ? Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 30, pag. 67.24: e comu illu andava, ascontrauli lu demoniu in specie de medicu, e portava in manu unu cornu et unu trìpidu. Sanctu Benedictu lu adimandau: 'Uve vay?' Killu respuse: 'Eu vau a medichinare li monachi'.

[3] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 43, pag. 159.20: Monsignore, a me non pare ragione che le nostre dame siano arse per gli corni incantati, fatti e formati per distruggere alcuna dama a grande torto e a falsitade.

[4] ? San Brendano ven., XIV, pag. 58.21: E quela casa, in la qual eli stava, ela iera quasio inbrigada intorno li paredi de vasieli apicadi, li qual iera de diverse nature de metali, sì como de freni e de corni adornadi d'arzento intorno.

[5] Bibbia (03), XIV-XV (tosc.), 1 Re 16, vol. 3, pag. 86.4: [1] E disse il Signore a Samuel: [[...]] Empi il corno tuo d'olio, e vieni; ch'io ti manderò ad Isai di Betleem, però che nelli suoi figliuoli io hoe provveduto a me re.

- [In partic.:] la cornucopia.

[6] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 2, 2.7, pag. 50: Tante ricchezze spanda col pien corno / La dea Copia e la larga mano / Iscarsa non ritragga in alcun giorno...

2.1 Recipiente costituito da un corno animale, forato in entrambe le estremità, con funzione di imbuto.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 4, cap. 24, pag. 166.14: E poi fa una molsa in brodo grasso, e vino, e con un corno gli li metti giù per le fauci della gola in corpo...

[2] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 11, pag. 583.42: e kista bivanda li micti in bucca, ki la agluta cun unu cornu di boi, e tegna la testa alta in tali guisa ki li vaa beni in corpu...

3 Escrescenza carnosa sul capo di alcuni serpenti e delle lumache.

[1] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 1, pag. 36.16: È alcuna generatione di serpenti che ànno grandi corna et queste corna son facte come carne di sopra. Or, che fa questo serpente? Quando elli àe fame, et elli si sotterra tutto in della rena, tanto che non apparisceno se non le corna.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 25.132, vol. 1, pag. 432: Quel che giacëa, il muso innanzi caccia, / e li orecchi ritira per la testa / come face le corna la lumaccia...

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. II (i), par. 120, pag. 123.8: e così temere quelle [[scil. cose]] che nuocere non possono, come sarebbe che l'uomo temesse una lepre o il volato d'una quaglia o le corna d'una lumaca, è atto di vilissimo uomo, timido e rimesso.

- [In partic., posto sulla mensa come antidoto ai veleni:] corno di serpente.

[4] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 67.4, pag. 29: Coltella v'ha con cornadi serpente, / che sson contravelen maraviglissime, / ché sudan, se v'appare, immantenente...

[5] Gl Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 56.19: consilglo voi ke facciate sempre stare in vostra mensa alcuno corno di serpente, lo quale èe appellato volgarmente Lingua di serpente, perciò che, se ' presenti cibi o beveraggi sono velenosi, quel cotale corno diventa humido.

4 Qualsiasi cosa che abbia forma approssimativamente conica, più o meno ritorta; punta, estremità di qsa che abbia tale forma; ciascuno dei due lati (o la loro parte finale) di qsa che abbia forma falcata.

[1] ? Doc. prat., 1275, pag. 533.16: Pace pi(n)çocharo p(er) C chorni da chavichia p(er) la trabacha, s. iiij (e) d. vj. Lib. iij (e) s. vj (e) d. vj. Uscita.

[2] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 53.4: Di questo peccato non sono chete le grandi donne, e le donzelle [[...]], onde peccano molte fiate gravemente, e spezialmente quelle che fanno sì grande corna, o di lor capelli, o delli altrui, ch'elle sembrano troppo bene folle femmine.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 26.85, vol. 1, pag. 445: Lo maggior corno de la fiamma antica / cominciò a crollarsi mormorando, / pur come quella cui vento affatica...

[4] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 115, pag. 113.12: questo capello cornuto, cioè la mitra, significa che ttu ài in capo: e' significa confesione [[...]]. E sa' tu perch'egl'à due corna? Per ciò ch'egl'à due membri in cofesione: il primo membro si è ripentezia, e l'altro si è sodisfazione.

[5] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 84.9: Udito ch'ebbe lo peccato della amica sua, e sì come l'animo si sboglientava della superba ira, prese l'arme usate, e tese l'arco piegato da' corni, e passoe quel petto, cotante volte congiunto col suo petto, con lancia non fuggita.

[6] Ventura Monachi (ed. Mabellini), a. 1348 (fior.), Io vedo ben, 9, pag. 104: Ma che fe' a far denanzi al viso un corno / De carne molle che se chiama naso / Supra lo schifo et al girar d'intorno...

[7] Comm. Arte Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 444, pag. 601.24: Cioè dal rocco che ha due corna.

[8] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 41, pag. 50.20: seghe picciole, e vanghe, e ronconi per governare le siepi, e le spine: sarchielli semplici, e sarchielli con due corna con manichi iv'entro: asce per rastrelli. || Cfr. Palladio, Op. Agr., I, 42, 3: «sarculos vel simplices vel bicornes».

[9] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, Accessus, par. 66, pag. 15.25: La forma di questo inferno, [[...]] discrive l'autore essere a guisa di un corno il quale diritto fosse, e di questo fermarsi la punta in sul centro della terra e la bocca di sopra venire vicina alla superfice della terra...

[10] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 22, 115-129, pag. 536.29: cioè lo corno del timone del carro, cioè la punta ch'è dal giugo, inanti lo quale è risplendente...

[11] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 103.2, pag. 98: Vanno gli augelli intorno al nuovo gufo, / e ciascun vola a dar ne le sue corna; / partesi il tristo e subito ritorna. || Cfr. Ageno, Sacchetti, Rime, p. 126: «Il gufo reale ha due lunghi ciuffi di penne o cornetti sopra gli occhi».

- [In partic.:] le estremità della luna a falce.

[12] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 41, pag. 185.3: la chiara, e lieta ritonditade, serenità e buono tempo a coloro che navicano promette, la quale porta nel volto, spezialmente, quando averà il quarto, se sarà lucente, ed i corni suoi non saranno turbati, o vero sarà piena d'omori tenebrosi.

[13] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 2, cap. 45, vol. 1, pag. 359.15: ma al terzo dì, quando ella [[scil. la luna]] esce di quello segnale, è alquanto dilungata da lui [[scil. il sole]], ed egli la guarda di costa, ed allora appare alla nostra veduta con due corna.

[14] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 5, cap. 11, pag. 166.23: La luna nel suo levare avea intraviluppate le corna d'aire oscuro; poi doventò palida e si ficcò in una nuvila.

[15] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 83.5: et in qualla parte se sia lo Sol, tal de soto qual de sovra, la Luna sì li è per meço e mostrallo cum le corne vollte in l'alltra parte.

[16] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 4.6: Niuno sole dava ancora lume al mondo; e la luna non riparava i nuovi corni crescendo.

- [Con signif. osceno, rif. al membro maschile].

[17] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 113, pag. 702.6: onde sogiugne che «prieme», cioè 'strigne ', «co le tenere mani», de le giovani, «i piegati corni di Bacco», cioè che la giovane tal volta, calda di vino, pigliava el membro dell'uomo...

[18] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 7, pag. 125.29: Il che poi che ella ebbe sentito, non avendo mai davanti saputo con che corno gli uomini cozzano, [[...]] senza attendere d'essere a così dolci notti invitata, spesse volte se stessa invitava non con le parole, ché non si sapea fare intendere, ma co' fatti.

- [Rif. alla costellazione dello scorpione].

[19] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 4, pag. 227.11: Nella figura di Libra ae VIIJ stelle, e VIIIJ di fuori da la figura. [[...]] E chiamansi la prima e la terça zebenay alacrab, che vuol dire 'li due corni del scorpione'.

4.1 [Milit.] [Di un esercito o di una flotta schierati in battaglia:] lo stesso che ala.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 23, pag. 339.6: Sertorio poscia con Pompeio combattuto, dieci migliaia de' suoi cavalieri uccise; e dall'altro corno della battaglia, vincendo Pompeio, altrettanti poco meno ne perdeo egli.

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 20, pag. 28.12: Erano appo gli antichi tra' pedoni certi che si chiamavano Ferentarj, cioè genti scariche di ferro, i quali ne' corni spezialmente della schiera s'allogavano...

[3] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 64, vol. 1, pag. 221.13: e i Romani ch'erano meno de' nemici, e però s'avvidero più chiaramente di loro danno, si sarebbero rinculati, se non fosse la profittabile menzogna del consolo che venne gridando, che i nemici dall'altro corno della battaglia si fuggivano.

[4] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 9, cap. 25, pag. 421.29: Con venti navi rostrate sè e Lucio Scipione dal destro corno, dal sinistro con altrettante navi rostrate C. Lelio prefetto della armata con M. Porzio Catone, il quale allora era questore, all'onerarie futuro presidio...

4.2 [Astr.] La costellazione dell'Orsa minore (forse con allusione allo strumento a fiato di cui al signif. 5). || Cfr. ED s.v. corno [1].

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 13.10, vol. 3, pag. 206: imagini la bocca di quel corno / che si comincia in punta de lo stelo / a cui la prima rota va dintorno...

[2] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 13, 1-21, pag. 389.2: la bocca di quel corno; cioè l'altre sette stelle dell'Orsa minore, che [[...]] stanno le dette sette stelle a modo d'uno corno, sicchè allato al perno è la prima, poi due, l'una dopo l'altra in filo, involta poco, come volge lo corno; poi due e due allato l'una a l'altra per buono spazio in mezzo; sicchè paiano la bocca grande del corno unde esce lo suono, e la prima pare che sia la bocca piccola dove si pone la bocca di colui che suona lo corno...

[3] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 31, 25-42, pag. 813.12: Questa fu figliuola di Licaone re d'Acardia, e fu amante di Iove e di lui ebbe figliuolo chiamato Arcade, e fu de la città Parrasi, e fu convertita nell'Orsa maggiore che è lo carro, e lo figliuolo ne l'Orsa minore che è lo corno...

4.3 [Vet.] [Masc.] Callosità dura, dalla punta elevata, che si produce a seguito di contusione o lesione sul dorso del cavallo.

[1] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 21, pag. 590.6: Di lu mali di lu cornu. Cap. XXI. Naxi una altra infirmitati supra lu dossu di lu cavallu ki alcuni fiati rumpi e mortifica parti di lu coyru in fini a ll'ossu. Multi fiati cava lu dossu in fini a ll'ossu, e multi fiati, pir tropu grandi e spressa copressiuni di sella aveni, oi pir alcunu carricu postu supra lu dossu disconzamenti: la quali lesiuni è vulgaramenti cornu chamata.

[2] F Piero de' Crescenzi volg., XIV (fior.), L. 9, cap. 27: sopor'al dosso del cavallo si fa una lesione ch'alcuna volta rompe alchuna parte del cuoio del dosso et alcuna volta cava infino all'ossa, la quale adviene per tropo gravamento della sella o d'altro peso; la quale lesione dalle più persone è appellato corno. || Crescenzi, [p. 286].

[3] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 80, pag. 200.12: LXXX. Lo corno ène una i(n)fermità in dello dosso dellu c. alcuna fiata rumpe(n)te et mortificante lu coro dillo dosso et cavante de sucta lu loco usq(ue) all'osso multi fiate; et advene p(er) opp(re)ssion(e) della sella voi de sup(er)chio i(n)carco, cha allora la carne si admancha et lu coro co la carne se invisca voi se aduna; et p(er) questa passione cornu se chiama, cha à la forma rotunda ad modo de cornu voi illo se dice cornu, ca com(en)çase i(n) lateça et stendese i(n) acuto...

4.4 [Mar.] Punta estrema dell'antenna di una nave e, meton., l'antenna stessa.

[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 11, vol. 3, pag. 27.1: Ceis co' suoi erano usciti de' porti; e 'l piccolo vento avea mosso le navi: lo navicatore volse dal lato gli pendenti remi, e allogò gli corni nell'alto àlbore...

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 3, pag. 96.14: E perfetti e compiuti li voti per ordine, senza dimoranza volliamo le corna delle velate antenne, e le case dei Greci e le terre sospette abbandoniamo.

4.5 Sommità di un'altura.

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 22, pag. 417.14: 104. Spesse fiate ragioniam ec. Cioè di monte Parnaso, che hae le due corna, dove li poeti s'andavano a coronare di mirto o di lauro...

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 9.10, pag. 278: Il Tanai, che nasce de le corna / di Rifeo, per la Sizia profonda / passa a la Tana, ma più dì soggiorna.

[3] Gl Chiose falso Boccaccio, Par., 1375 (fior.), c. 1, pag. 520.17: Questo monte sì avea due chorna, cioè due cholli, nell'uno era il tempio d'Appollo e questa cima di monte si chiamava Cirra...

4.5.1 Estens. Lo stesso che altura.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 22.47, pag. 246: io dico quando fu sì grande il pluvio, / che bestial sacrifizio, incenso o mirra, / valse che il mare e ciascun altro fluvio / non soperchiasse Licabetto e Cirra, / onde per tema sopra questo corno / Deucalion fuggio con la sua Pirra.

[2] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Is 5, vol. 6, pag. 398.11: [1] Io canterò al mio diletto il canto del mio parente della sua vigna. La vigna è fatta al mio diletto nel corno al figliuolo dell'olio.

4.6 [Rif. ad un territorio che si protende sul mare o ad un golfo, per indicarne le zone estreme].

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 18, pag. 410.1: Ed egli guernite due corna d'Egitto, cioè Pelusio e Parettonio, apparecchiò, e rifece oste e di genti e di navi.

[2] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 3, pag. 27.25: Appresso v'è lo regno di Puglia, ov'è la città di Taranto, su nel sinistro corno d'Italia; e sappiate che in Puglia v'è otto arcivescovi e trentasei vescovi.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 8.61, vol. 3, pag. 126: Quella sinistra riva che si lava / di Rodano poi ch'è misto con Sorga, / per suo segnore a tempo m'aspettava, / e quel corno d'Ausonia che s'imborga / di Bari e di Gaeta e di Catona...

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 7, cap. 70, vol. 1, pag. 365.10: E a' Genovesi donò il Paglialoco molto tesoro, e diede per loro stanza la terra che ssi chiama Pera, la quale è presso di Gostantinopoli in sul corno del golfo...

[5] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 1.73, pag. 185: Così volgemmo a la punta del corno / che guarda la Cicilia, dov'è Reggio, / cercando la Calavra poi d'intorno.

4.7 Estens. Lato, parte in gen. (di un territorio, di una città, di una costruzione).

[1] ? Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 131, vol. 1, pag. 280.6: Egli si è bene pieno di tutti guai, però ch'ella è quasi tutta disfatta, e per terra abattuta; è posta al corno del mare di Galilee...

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 2, cap. 9, vol. 1, pag. 75.16: tornando uno oste de' Romani de la Magna, perch'avea il loro consolo chiamato Persus dimorato al conquisto più tempo che non diceva il dicreto de' Romani, si furono isbanditi e divietati che non tornassono a Roma, sicché rimasono in quello luogo ove è l'uno corno della città di Perugia...

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 4, cap. 2, vol. 1, pag. 148.16: E dalla porta di Santa Maria seguieno le mura infino al castello Altrafonte, ch'era in sul corno della città sopra il fiume d'Arno...

[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 21.84, pag. 398: Sol rena e acqua ci parea d'intorno: / e 'n questo modo camminammo tanto, / che in Etiopia entrammo da quel corno.

4.7.1 Assol. Angolo estremo.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 5, vol. 2, pag. 48.32: venendu so filyu qui sedia in lu cornu et avia unu locu commu scrivanu qui era plù vili ca non convinia a so statu, non pocti sufferiri di vidirlu sediri sutta di sì...

[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 5, cap. 3, pag. 14.2: In questo mezzo i pubblicani facevano instanzia a Casca, acciò che essi quel giorno togliessino al concilio: di che il popolo gridava, e per avventura Casca nel corno de' tribunali sedeva prima, al quale insiememente e paura e vergogna l' animo rivolgeva.

4.7.2 [In partic.:] ciascuno dei lati dell'altare.

[1] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 60.35: Et anco: «Dio nostro Singnore noi alluminò. Ordinate lodi sollempne infine al corno del'altare».

[2] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 29.21, pag. 65: Destossi in prima la nostra inperitia / per una voce che venne eccitando / l'otio nostro nefando / da' corni de l'altar che d'oro tene, / con dolce oratïone...

[3] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 177, Consacraz. chiesa, vol. 3, pag. 1594.17: Onde dice il decreto: "I colpevoli di sangue difende la Chiesa, acciò che non perdano la vita e le membra". E per ciò fuggìo Joab nel Tabernacolo e prese il corno de l'altare.

4.7.3 [Detto di un mare, di un lago:] fras. Dare del corno: toccare come confine, lambire (un territorio) (?).

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 9.6, pag. 27: conoscer puoi ch'i' son dal mezzogiorno / passato a le Meotide palude, / e come l'Ocean gira Asia intorno / da le tre parti e a cui il mar Perso, / l'Indio, il Rosso e 'l Caspio dàn del corno...

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 12.48, pag. 288: Norvegia lascio e a Isolandia torno; / prendo il cammino, a seguir la mia tema, / dove il lago di Scarse dà del corno.

5 [Mus.] Strumento a fiato di tessuto osseo o di metallo, costituito da un tubo ricurvo e con l'imboccatura all'estremità più stretta (suonato per dare segnali di battaglia, di caccia, o per un annuncio ufficiale). Locuz. avv. A, ad uno, al suono del, di corno, dei corni.

[1] Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.), 110, pag. 108: zunta serà la çente de ogna regïone, / facto lo rengo en medio pra' Nerone, / cornarà li corni e ssonarà le tube, / facto serà silenciu, on'omo avrà tremore.

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 8, pag. 100.1: A suono di trombetta tutti i vegghiamenti si commettono, e finite le ore, a suono di corno se ne vanno a dormire.

[3] Fiore, XIII u.q. (fior.), 32.10, pag. 66: Que' non finava né notte né giorno / A suon di corno gridar: «Guarda, guarda!»...

[4] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 59, pag. 104.26: E li cavalieri disserono: «Depardio, al matino al suono del corno sì sarete fuori delo castello co vostra dama».

[5] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 116, pag. 376, col. 1: Tucte genti cantavano / ad altu et poy sonavano / tromme et corni et bucine / ch'erano senza fine...

[6] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 21.11: e Nettuno, lasciata la sua arme, mitiga l'acque; e chiamoe lo guidatore che stava sopra il mare, e che avea tinti li omeri di naturale colore, e comandogli che soffiasse col sonante corno, e che partisse l'acque dolci dal mare.

[7] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 7, pag. 137.8: et prindendu lu cornu, spasi per killi boski una crudilissima vuchi, per la quali tuctu lu boscu trimau, et li pagurusi matri, stringendusi li figli a lu pectu, currianu da qua et da là.

[8] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 16, pag. 78.26: gli salterion lo dexecordo laudi cytare organ cembali corni trombe nachare tympani zaramele sinfonie dianne e ogne moho artificial e delectevel de tuta la musica ghe mostrò de usar al so' loxo in la caxa soa d'oracion...

[9] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 33, pag. 129.22: E quando l'ebbe abattuto, tantosto sença demoro lo mena a suo padilglione e fa comandare che sia bene guardato e bene servito e tantosto torna al campo e suona suo corno che Carlo mande a luie giostra...

[10] Stat. lucch., 1362, cap. 34, pag. 102.29: E che neuna persona, [[...]] in della cittade di Lucha, borghi o sobborghi, possa o debbia, quando si mena alcuna donna o femina a marito, pulcella o vedova, o innanti o poi per tre die, fare alcun romore, o sonare bacini o campanelle o taule o alcuna maniera di metallo, o corna sonare...

[11] Laude cortonesi, XIV (tosc.), 54.17, vol. 1, pag. 399: Fiero raunate intorno / l'anime a' quatro venti; / ad uno suono di corno / sarano resurgenti.

[12] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Appendice, cacc. 1.12, pag. 359: Al suon de' corni e de la gran tempesta / d'una vallea uscì la villanella: / - Aì, aì, aì!

[13] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 4, pag. 73.25: Et a suono de cuorno fuoro in compagna de lo re Laumedonta septimilia huomini a ccavallo...

[14] Sacchetti, Solian mangiar, XIV sm. (fior.), 29, pag. 5: e sempre a ssuon di corno / pigliando lepri e altri salvag[g]iumi, / chi vòle e puote invita poi [a mangiare] / gli amici suoi, e ffa il convito addorno...

- [In partic., ricavato da una zanna d'elefante:] corno d'olifante.

[15] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 37, pag. 112.33: Lo re Laumedon fece sonare a tanto uno corno d'olifante, alto e chiaro, che tutto lo campo ne risonava intorno lui, per sua gente rachogliare.

[16] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 71, pag. 255.25: E riposato che lo re fue uno poco, egli si pone a bocca uno corno d'aulifante e sì lo suona per grande pezza, acciò che sua compagnia lo ritrovasse e venisse a lui.

- Suonare il corno, i corni a raccolta.

[17] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 88, terz. 50, vol. 4, pag. 149: S'e' ne portò danar, dir nol saprei; / ma credo, che a raccolta sonò il corno.

[18] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 181.112, pag. 197: Sonati sono i corni / d'ogni parte a ricolta; / la stagion è rivolta; / se tornerà non so, ma, credo, tardi.

- [In contesto fig.].

[19] Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.), 135, pag. 119: In Cipri a' greci, et anglar mi ritorno / che de la fede sollezzan cho nnoi: / pria che la sete sia suone lo corno.

5.1 Fras. Suonare il corno d'Orlando: gridare aiuto (ma invano).

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 108, vol. 2, pag. 450.16: conte, tu sonerai il corno d'Orlando, e in tuo aiuto e favore non trarranno cinque di quelli di Milano in uno anno».

5.2 Estens. Il suono prodotto da tale strumento.

[1] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 8, pag. 41.7: E come è usato di fare a le guardie cenno con fumi, o con campane, o con corni, così e guardiani de la torre feciero due fiammelle per Dante e per Virgilio che passavano...

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 8, vol. 2, pag. 533.29: E ciò fatto, furono menati messer Ugo, e 'l Baldotto suo prete, e Sime di Radinghe presi con grandi grida e molti corni dinanzi a la reina, ch'era ad Eriforte...

- [In contesto fig.].

[3] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 219.13, pag. 260: e, se perdono si domanda, i' sono / que' che 'l domando, perché tromba o corno / tra la dolce viola è duro trono.

5.2.1 Fras. Senza corno né campana: senza preavviso.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 43.56, pag. 256: E questi santi omi cernui / tuti a un termen sum vegnui / d'ogni parte sì loitanna / senza corno ni campanna / ni letera chi mandâ sea...

6 Diramazione da un corpo principale. [In partic., rif. ad un corso d'acqua:] ramo di un delta; braccio di mare. || Per l'uso in relazione ai fiumi influisce la rappresentazione iconografica delle divinità fluviali (per cui cfr. 1.1).

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 74.22: E quello fiume de Archilao de Thesalia avea doi corna, fecenne uno fiume.

[2] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 5, vol. 1, pag. 216.26: Egli è uno braccio di mare in mezzo tra Ciane e Aretusa da Pisa, lo quale racchiuso si congiunge con istrette corna.

[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), Suppl. L. 9, vol. 4, pag. 13.1: o Isi, che onori e campi de' Paretoni, e Maerotichi, e 'l Faro, e 'l Nilo diviso in sette corna; io ti priego che tu mi dia aiuto, e che tu mitichi la nostra paura.

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 8, pag. 282.17: Eufrates già andava più mollemente coll'onde, e i Morini uomini nei confini della terra, e Reno con due corna, e i feroci Daci, e Araxe disdegnato per lo ponte.

- Estens. Lo stesso che corso (di un fiume).

[5] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 14.88, pag. 295: Pur tra' German, come il Ren drizza il corno / in verso il mar, trovammo più contadi, / li quai trapasso, ché a essi non torno.

6.1 [Anat.] Ciascuna delle due cavità in cui si dirama l'utero dei mammiferi, tuba di Falloppio.

[1] F Almansore volg. (ed. Piro), XIV in. (fior.), L. 1, cap. 27: E à ancora [[scil. la matrice]] due additamenti, cioè due agiungnimenti, i quali son chiamati sue corna. || Piro, Almansore, p. 95.

6.2 [Di una croce:] lo stesso che braccio.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 18.34, vol. 3, pag. 296: Però mira ne' corni de la croce: / quello ch'io nomerò, lì farà l'atto / che fa in nube il suo foco veloce».

[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 4, vol. 2, pag. 168.1: E però Abacuc profeta profetando della sua passione, poi che ebbe detto: Cornua in manibus ejus, per le quali corna intende la croce...

[3] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 18, 27-51, pag. 519.5: Però mira; cioè tu, Dante, nei corni de la croce; cioè ne le braccia: imperò che quine finge che stiano li beati, che quine si rappresentano...

[4] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 51, Passione G. Cristo, vol. 2, pag. 449.11: Di queste quattro maniere di virtù sono ornati quattro corna de la croce...

6.3 Fig. [Nell'espressione i corni di Pitagora:] ciascuno dei due rami della lettera ipsilon.

[1] Arrighetto (ed. Bonaventura), XIV (tosc.), pag. 187.2: O tu, guarda di seguitare li corni di Pittagora sanza fatica; niuno puote andare alla virtù pella destra via; e l'altra forca è agievole via dell'inferno...

7 [Min.] Locuz. nom. Pietra corno Ammone: pietra fossile, ammonite.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 17.80, pag. 387: Così tra questa gente non si cela / la pietra corno Ammon, la qual risprende / in color d'oro, senza alcuna tela.

8 Fig. [Nel linguaggio biblico di origine ebraica, simbolo di potenza].

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 21.32: Ciò sono quattro corna, che oniscono lo paese di Dio, e 'l paese che Dio mostròe a Zaccaria profeta.

[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 25, vol. 1, pag. 204.18: Io ti amerò, Messere, fortezza mia: Dio firmamento mio, e rifugio mio, e liberator mio: protettor mio, e corno della mia salute, e rilevator mio.

[3] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Prol. cap. 7, vol. 1, pag. 12.29: hae coperto li cieli della sua gloria, e la terra è piena della sua laude; il suo splendore sarà come luce; li corni in le sue mani; quivi è ascosa la sua fortezza.

[4] Bibbia (03), XIV-XV (tosc.), 3 Re 22, vol. 3, pag. 442.4: [11] E Sedecia figliuolo di Canaana si avea fatto corni di ferro, e disse: questo dice Iddio: con questi ventolerai Siria, tanto che tu la deserti.

9 [Derivante da errore di trad. o da fraintendimento dell'originale].

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 6, vol. 1, pag. 46.3: Que, arssu qui fu lu tempu di li Salij, nulla cosa se nci truvau integra si non lu cornu di Romulu... || Cfr. Val. Max., I, 8, 11: «nihil in eo praeter lituum Romuli integrum repertum est» (il bastone sacerdotale uncinato alla sommità).

[u.r. 16.03.2023; doc. parzialm. aggiorn.]