DIFFIDARE v.

0.1 diffida, diffidando, diffidandoci, diffidandosi, diffidano, diffidare, diffidarono, diffidarsi, diffidasse, diffidassero, diffidata, diffidate, diffidategli, diffidati, diffidato, diffidava, diffidi, diffiditi, diffido, difidau.

0.2 DELI 2 s.v. diffidare (da fidare). || Ma cfr. 0.5.

0.3 Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.): 3.

0.4 In testi tosc.: Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.); Novellino, XIII u.v. (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.).

In testi sett.: Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.5 Si tengono separate le due voci diffidare e disfidare, nonostante la semantica sia indivisibile in antico, per una possibile differenza di etimo da fidare oppure lat. diffidere con metaplasmo.

0.7 1 Non aver fiducia (in se stessi, nell'aiuto di qno o nell'utilità di qsa). 1.1 Perdere la speranza (in qsa, che avvenga o si realizzi qsa). 1.2 [Relig.] Pron. Non credere nell'aiuto divino; non aver fede. 1.3 Privare di speranza. 1.4 Privare di affidabilità (morale), sconsigliare. 2 Rifiutare e disprezzare. 2.1 Rigettare qno come fellone. 3 [Dir.] Intimare a qno di compiere una det. azione o di astenersi da un det. comportamento sotto pena di un provvedimento; notificare di un provvedimento giudiziario. 4 Sfidare a duello, ad un combattimento.

0.8 Rossella Mosti 31.03.2006.

1 Non aver fiducia (in se stessi, nell'aiuto di qno o nell'utilità di qsa).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 3.22, vol. 2, pag. 39: e 'l mio conforto: «Perché pur diffidi?», / a dir mi cominciò tutto rivolto; / «non credi tu me teco e ch'io ti guidi?

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 18.10, vol. 3, pag. 294: e qual io allor vidi / ne li occhi santi amor, qui l'abbandono: / non perch'io pur del mio parlar diffidi, / ma per la mente che non può redire / sovra sé tanto, s'altri non la guidi.

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 3, pag. 75.14: Questo Pollidoro con grande pondo d'oro per tempo a dietro aveva mandato lo infelice Priamo furtivamente a nutrire a re di Tracia, conciosia cosa che già si diffidasse dell'armi di Troja, e vedesse la città essere cinta dall'assedio.

- Assol. Avere un atteggiamento sospettoso.

[4] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 4 ott. 157.5, pag. 152: - Oh me, - disse Criseida - tu m'uccidi, / ed oltre al creder tuo malinconia / troppa mi dai, e veggio non ti fidi / quant'io credea nella promessa mia. / Deh, ben mio dolce, perché sì diffidi? / Perché a te di te to' la balia? / Chi crederia che uomo in arme forte, / un aspettar dieci dì non comporte?

1.1 Perdere la speranza (in qsa, che avvenga o si realizzi qsa).

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 33.26: Agamenon vide ke li troiani venceano e revocao la vactalgia e adunao lo consilio e disse ke nnon se diffidassero de la die ke devea venire, ka Troia devea essere destructa.

[2] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 3, pag. 48.6: Kistu Pollidoru fu figlu legitimu di lu re Priamu et so patri lu avia mandatu cum una grandi quantitati di auru a lu re di Tracia, lu quali avia nomu Pollinestor et mandauchilu quandu si difidau di plui non cumbactiri cum li Grechi.

1.2 [Relig.] Pron. Non credere nell'aiuto divino; non aver fede.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 2, pag. 197.22: Tutto lo mondo può tenere a disdegno el tuo tardamento. Dove è la prodezza che tu suoli avere? Diffiditi tu de li Dii, che tu non sappi loro grado de le vittorie che ài avute?

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 25, proemio, pag. 541.9: Seguitasi di quelle cose che sono contrarie alla speranza, che sono diffidarsi di Dio, o vero disperarsi, e confidarsi nelle creature...

1.3 Privare di speranza.

[1] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 4, cap. 43, pag. 297.13: ma apparecchiati, chè tu non ci starai molto tempo. - Il qual essendo già dalli medici diffidato, incontanente guarì, e disse alli frati questa apparizione...

1.4 Privare di affidabilità (morale), sconsigliare.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 25, pag. 424.11: Oh quanti falli rifrena esto pudore! quante disoneste cose e dimande fa tacere! quante disoneste cupiditati raffrena! quante male tentazioni non pur nella pudica persona diffida, ma eziandio in quello che la guarda! quante laide parole ritiene!

2 Rifiutare e disprezzare.

[1] Simone Fidati, Lett., a. 1348 (tosc.), pag. 516.14: l'oratione mentale sanza compagno fatta nel chiostro dell'anima, dove solo Dio n'è uditore con anima humiliata et aviliata et anullata, dinanzi alli piedi di Dio nel non veduto senso, con spirito piangoso, occhio lacrimoso, con profondi sospiri, diffidata di tutti i suoi beni, respirata solamente nella bontà etterna...

[2] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Appendice, ball. 13.2, pag. 349: Dona, se 'l cor m'aperzi, / ché l'anima diffidi? / Amor, perché m'alcidi?

2.1 Rigettare qno come fellone.

[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 65a, pag. 277.18: et inanzi darei me medesima al fuoco, ch'io unisse così nobile re com'è monsignor lo re Marco. Onde io ti diffido di tutta mia forza, siccome disleale cavaliere, sanza niun'altro rispetto».

3 [Dir.] Intimare a qno di compiere una det. azione o di astenersi da un det. comportamento sotto pena di un provvedimento; notificare di un provvedimento giudiziario.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 21 (82), pag. 245.22: (E) i(n)p(er)çò diffido li latrone, falsatore e l'autra mala çente, (com)mandando che illi i(n) questa cità (e) i(n) lo (con)tà da mo i(n)anço no se laseno trovare.

[2] Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.), pag. 64.31: noi ma[n]deremo da parte di mess. lore di Raona una lettera al re C[arlo], siccome la terra di Cicilia fue data da papa Nicola al re di Raona, che incontanente debbia sgomborare la terra sua; se non, sì 'l manda diffidando; e se la lascia, Dio con bene...

[3] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 19, pag. 159.17: Laonde papa Bonifazio il fe' richiedere in parentado, perché non aveva Charlo moglie. Charlo non volendo fare parentado co llui, papa Bonifazio isdegniato sì ssi pensò e sì llo fecie diffidare e perdere il vichariato di Toschana e il sanato di Roma.

4 Sfidare a duello, ad un combattimento.

[1] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 18, pag. 38.3: E dunqua none fae bisongno parlamento intra noi due». Ed allora sì si diffidano e diciegli T.: «Cavaliere, guardati da mee ch'io ti disfido dela persona».

[2] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 48, pag. 81.3: E T.: «Cavalieri, guardatevi da mee ch'io vi diffido». E li cavalieri quando inteserono ch'ierano diffidati ed appellati ala battaglia, sì volsero le teste deli loro distrieri inverso T. e T. bassa la lancia e viene a ffedire l'uno deli cavalieri.

[u.r. 15.12.2017]