0.1 eh.
0.2 Voce onom.; DEI s.v. eh rimanda al lat. eh.
0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 1.2.
0.4 In testi tosc.: Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.); Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.).
In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.).
N Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 Suono della voce emesso per esprimere rammarico o rassegnazione. 1.1 Espressione di dispetto, impazienza. 1.2 Espressione di rimprovero o ammonizione. 1.3 [All'inizio di un'allocuzione:] espressione per richiamare l'attenzione di chi si desidera rimproverare, ammonire o avvertire. 1.4 Espressione con cui si manifesta all'interlocutore di non avere inteso le sue parole o l'andamento degli eventi.
0.8 Zeno Verlato 23.02.2006.
1 Suono della voce emesso per esprimere rammarico o rassegnazione.
[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 31.93, pag. 82: E se mal parvo om sente / tra grandi e molti ben, con può pagare? / Eh, no alma eternale / paga ben temporale, / né ben finito non finita voglia!
[2] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), son. 12.15, pag. 133: Morte ne sarian tutte l'anim', e[h], / del mondo, se lor fosse questo concorso!
[3] Novellino, XIII u.v. (fior.), 68, pag. 284.3: Un giorno venne a llui un giovane con una nuova domanda, dicendo così: «Eh, maestro: i' ho veduto cosa che molto mi dispiace all'animo mio...
1.1 Espressione di dispetto, impazienza.
[1] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 13, pag. 92, col. 22.3: Eh quanto si possono e servi di Christo a Dio duramente lamentare, che non si degnò di vocargli in così beatissimo tempo, come fu quello nel quale egli mandò el suo primogenito in carne humana nel mondo con l' humana natura a conversare!
1.2 Espressione di rimprovero o ammonizione.
[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 377, pag. 539: Eh Dieu, com' mal servir fa l' om a la persona / qe çamai no lo ama se no quando li dona!
[2] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 836, pag. 359.44: eh per Dio non date sì ingiusta sentenza, come questa è...
1.3 [All'inizio di un'allocuzione:] espressione per richiamare l'attenzione di chi si desidera rimproverare, ammonire o avvertire.
[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 47, pag. 231.6: Parlò e disse: «Eh, messer, per cortesia: acconciate li fatti vostri e non isconciate li altrui».
[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 10, vol. 1, pag. 138.7: egli li chiamò per nome ad uno ad uno, e biasimolli duramente: «Eh [compagni], diss'egli, per la virtù degli Dii, che avete pensato di fare?...
[3] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 97, pag. 380.14: E Tristano vedendo gli due cavalieri entrare tanto privatamente, sì salta avanti, dicendo: - Eh cavalieri, come non appellate voi davanti che voi intriate?...
[4] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1378/81] 33, pag. 435.13: E perciò parlate apertamente e no sofisticamente, sì che i catolici vi posano rispondere: «Eh, no favellate dopio!».
[5] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. 2, pag. 231.15: Eh matto, pártiti, e piagni in perpetuo, e in perpetuo sta' nascosto.
- [Anche reduplicato].
[6] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 101, pag. 398.22: Eh eh come, Tristano, non vedete voi che questo èe Lancialotto con cui voi combattete?
1.4 Espressione con cui si manifesta all'interlocutore di non avere inteso le sue parole o l'andamento degli eventi.
[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VII, 1, pag. 449.5: La donna, che molto meglio di lui udito l'avea, fece vista di svegliarsi, e disse: «Come di'? eh?» «Dico» disse Gianni «ch'e' pare che l'uscio nostro sia tocco.»
[u.r. 06.03.2023; doc. parzialm. aggiorn.]