ERBETTA s.f.

0.1 erbecte, erbeta, erbetta, erbette, herbeta, herbette.

0.2 Da erba.

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.

0.4 In testi tosc.: Novellino, XIII u.v. (fior.); Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

0.7 1 Erba fresca e tenera (con connotazione vezzeggiativa). 1.1 Estens. Distesa d'erba, prato. 2 Plur. Erbe odorose adoperate per insaporire le vivande; vegetali commestibili, erbaggio.

0.8 Elena Artale 16.03.2006.

1 Erba fresca e tenera (con connotazione vezzeggiativa).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio rose cum viola, 27, pag. 78: Eo sont la flor premera ke pairo sor l'erbeta, / No è flor gratïoso sover la vïoleta».

[2] Novellino, XIII u.v. (fior.), 61, pag. 260.5: Li ambasciadori andaro là dove Socrate abitava, molto di lungi da Roma, per opporre le loro ragioni dinanzi da lui. Giunsero alla casa sua, la quale era non di gran vista; trovaro lui che cogliea erbette.

[3] Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.), 7.8, pag. 411: e faccia mille rami e fiumicelli, / ferendo per giardini e praticelli / e rifrescando la minuta erbetta.

[4] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 26, pag. 162.19: Ma poi che Febo si venne appressando al Monton frisseo, e la terra incominciò a spogliarsi le triste vestige del verno, e a rivestirsi di verdi e fresche erbette e di varie maniere di fiori...

[5] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 11, pag. 361.23: Qui pongono l'alto giovano fra belle erbette: quale da mano virginea intagliato fiore della bella viola, overo del languente iacinto...

[6] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 1, 121-129, pag. 29.5: il mio Maestro; cioè Virgilio, puose; in su l'erbetta, come fu ditto...

- [In contesto metaf.].

[7] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 27, 124-142, pag. 580, col. 2.2: Vedi l'erbeta: çoè, 'gl'atti virtuusi li quai fono via a quilla; e perçò contempia e adora fino che la otignirai'.

1.1 Estens. Distesa d'erba, prato.

[1] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 8, pag. 25.23: abbassando il castellano il terribile colpo per ferire Lancilotto, allora Lancilotto, per ricuprirsi, alza et attraversa sua spada, et colse in fra 'l bracciale e 'l guanto al castellano, sicchè la mano et la spada mandò in sull'erbetta.

[2] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), IV, ott. 8.4, pag. 57: Ride Costanza e a le donne dice: / - Certo le vecchie mal fanno vendetta; / parmi che ' loro amanti a le pendice / vadan caggendo in su la fresca erbetta.

[3] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 3, par. 13, comp. 42.77, pag. 121: Correndo Thisbe, per caso adivenne / che 'l suo mantello cadde ne l'erbetta, / et ella per gran fretta / lasciò star lo mantello e fugì via.

2 Plur. Erbe odorose adoperate per insaporire le vivande; vegetali commestibili, erbaggio.

[1] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Ilarione, cap. 2, pag. 160.7: E in tutto questo tempo ogne dì si faceva fare una scodelletta di farinata liquida con alquante erbette cotte e peste mescolate con essa, e questo era suo cibo e suo bere...

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 4, pag. 226.6: La madre de l'uno vendea erbette, e 'l padre de l'altro vendea coltellini, come quasi le lettere di tutti li dottori il dicono. || Cfr. Val. Max., III, 4, ext. 2: «alterius matrem holera, alterius patrem cultellos venditasse omnium paene doctorum litterae locuntur».

[3] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 30, pag. 152.25: La costui fame, se forse alcuna volta lo stimola, li còlti pomi nelle fedelissime selve raccolti la scacciano, e le nuove erbette, di loro propria volontà fuori della terra uscite sopra li piccoli monti, ancora gli ministrano saporosi cibi.

- Erbette forti.

[4] A. Pucci, Rime (ed. Corsi), a. 1388 (fior.), 46.145, pag. 876: Di quaresima poi agli e cipolle / e pastinache sonvi e non piú carne, / sí come a Santa Chiesa piacque e volle, / erbette forti da frittelle farne, / fave con ceci e ogni altra civaia, / che di quel tempo s'usa di mangiarne.

[u.r. 20.03.2007]