MODERNO agg./s.m.

0.1 moderna, moderne, moderni, moderno, modernu, mudernu.

0.2 DELI 2 s.v. moderno (lat. tardo modernum).

0.3 Dante, Convivio, 1304-7: 2.

0.4 In testi tosc.: Dante, Convivio, 1304-7; Stat. fior., 1334; Comm. Arte Am. (A), XIV pm. (pis.).

In testi sett.: Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.); Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. per antico e per moderno 1.4.1.

0.6 N L'occ. di moderni in Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.) è in lat.

0.7 1 Che appartiene o si riferisce al tempo presente o al passato immediatamente prossimo. 1.1 Uso moderno. 1.2 [In contrapposizione ad antico]. 1.3 Tempi moderni, tempo moderno, età moderna: il periodo cui appartiene il sogg. parlante o scrivente. 1.4 [Con valore cumulativo:] antico e moderno. 2 Sost. plur. Coloro che vivono e operano nel tempo presente.

0.8 Pietro G. Beltrami 12.05.2006.

1 Che appartiene o si riferisce al tempo presente o al passato immediatamente prossimo.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 16.33, vol. 3, pag. 260: con voce più dolce e soave, / ma non con questa moderna favella...

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 28, 88-102, pag. 599, col. 1.6: com'è dicto, tal logo in lo stado de l'inocenzia era partí dai moderni atti e costumi, e però 'l demostra sovra omne impressione elementale.

[3] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 11, pag. 75, col. 22.8: Se io trovassi creatura alcuna la quale fusse di sensata ragione vestita perfectamente virtuosa, in croce con Christo crocifissa, senza niuna altra prerogatione, contenta di sua povertade, di lei farei quasi uno mio Dio: tanto mi sono li sancti moderni sospecti.

[4] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 26, proemio, pag. 478.23: e commenda il nuovo stilo de' trovatori moderni.

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 8, vol. 2, pag. 56.13: furtiza virtuusa; volciru muriri di duluri apressu di li loru filloli; et zò avimu exemplu mudernu di misèri Antonula...

[6] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 2, cap. 6, vol. 1, pag. 72.18: assai avemo detto sopra il nostro fiume d'Arno, per trarre d'ignoranza e fare avisati i presenti moderni viventi di nostra città, e gli strani che sono e saranno.

1.1 Uso moderno.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 26.113, vol. 2, pag. 453: «Li dolci detti vostri, / che, quanto durerà l'uso moderno, / faranno cari ancora i loro incostri».

[2] Tommaso di Giunta, Conc. Am., XIV pm. (tosc.), prosa 7, pag. 25.3: Secondo che ragione mostra, l'uso moderno si divide in due parti: la prima parte si è l'essere rozzo et poco usante; la seconda parte si è amare.

[3] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 5, parr. 2-7, pag. 134.6: Onde, li marigali se debbonno compillare con parole vulgare e grosse ma lo sòno, osia lo canto, deli dicti marigali, secondo l'uso moderno, dée essere belletissimo.

1.2 [In contrapposizione ad antico].

[1] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 5, pag. 107.15: tra' quali d'alquanti antichi e moderni per exempro degli altri nelle seguenti chiose procedendo si conta.

[2] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 27, pag. 145.14: non dubito che qualunque forestiere [[...]] non giudicasse noi non donne moderne, ma di quelle antiche magnifiche essere al mondo tornate...

[3] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 20.3, pag. 310: Da Parigi partiti, com'io dico, / ragionando m'andava la mia scorta / or del tempo moderno, or de l'antico.

[4] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Cupidinis III.12, pag. 209: Mentre io volgeva gli occhi in ogni parte / S' i' ne vedesse alcun di chiara fama, / O per antiche, o per moderne carte...

1.3 Tempi moderni, tempo moderno, età moderna: il periodo cui appartiene il sogg. parlante o scrivente.

[1] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 25, pag. 109.7: ma eu vollu recuntare li miraculi li quali foru facti pir alcuni patri sancti, in kisti tempi moderni, intra Ytalia».

[2] Comm. Arte Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 384, pag. 596.6: Mostra l'autore le cagione per le quale a llui piace la moderna età .

[3] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 22, pag. 103.10: et chi Missina non era cussì grandi terra, nè cussì populata comu esti hora, lu tempu modernu.

[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, Proemio, pag. 5.2: Nelle quali novelle piacevoli e aspri casi d'amore e altri fortunati avvenimenti si vederanno così ne' modernitempi avvenuti come negli antichi...

[5] Stat. fior., 1374, pag. 66.24: come al tempo moderno laudabilmente è consueto...

1.4 [Con valore cumulativo:] antico e moderno.

[1] Stat. fior., 1334, L. III, prol., pag. 325.8: Infrascritti sono ordinamenti che parlano sopra i fatti dell'Opere di san Giovanni, e di san Miniato predetti, e dello spedale overo magione di santo Jacopo a santo Eusebio, retti e governati sotto l'antica e moderna difensione e ferma guardia della lodevole Arte e Università de' Consoli e de' mercatanti dell'Arte di Calimala della città di Firenze.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 44, vol. 3, pag. 400.20: e per tanti benefici fatti per lo Comune e popolo di Firenze, antichi e moderni, non volere esere udite niuna loro ragione...

[3] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), Proemio, pag. 3.5: e raccogliere tutte quelle novelle, le quali, e antiche e moderne, di diverse maniere sono state per li tempi...

1.4.1 Locuz. avv. Per antico e per moderno.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 158, pag. 381.19: come sempre e per antico e per moderno s' è veduto nel mondo.

2 Sost. plur. Coloro che vivono e operano nel tempo presente.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 15, pag. 356.4: per che tale quale fu lo primo generante, cioè Adamo, conviene essere tutta l'umana generazione, ché da lui alli moderni non si puote trovare per quella ragione alcuna transmutanza.

[2] Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.), pag. 112.5: Adonca vui moderni non seguì le voie desolute de color che solo per cadar defende soa tinçon, mo voiè creder a queli che li suo fati guida con raxon e fermeça.

[3] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 347, pag. 387.16: E segondo la sentencia de li moderni, grani cinque basta.

[u.r. 23.04.2007]