DOPPIEZZA s.f.

0.1 dopiezza, doppiezza.

0.2 Da doppio.

0.3 Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.); S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 L'essere costituito da due facce o due strati (di cui uno solo è manifesto). Fig. [Con valore neg.:] carattere o comportamento di chi agisce o parla diversamente da come pensa, intende o sente.

0.8 Elisa Guadagnini 14.04.2006.

1 L'essere costituito da due facce o due strati (di cui uno solo è manifesto). Fig. [Con valore neg.:] carattere o comportamento di chi agisce o parla diversamente da come pensa, intende o sente.

[1] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 25, pag. 307.16: Vuole dunque il nostro Signore che le nostre operazioni sieno semplici, ciò è non doppie. [[...]] questo vocabulo simplex, secondo i gramatici, tanto è a dire quanto sine plica, ciò è sanza dopiezza.

[2] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 93, pag. 183.12: Cosí a mano a mano seguitano le foglie, le quali sonno le parole che escono della bocca in vitoperio di me e del sangue dell'unigenito mio Figliuolo e in danno del prossimo suo. [[...]] Queste sonno le foglie macchiate della miserabile colpa, perché 'l cuore, unde sonno procedute, non era schietto, ma molto maculato di doppiezza e di molta miseria.

[3] Torini, Rime, 1342/98 (fior.), [a. 1398] 7.6, pag. 367: Fammi maturo sanza gravitate, / e fammi agevol sanza levitate, / verace sanza doppiezza o malizia...