DUPLICARE v.

0.1 dopiecare, dopiecata, dopiecate, doplica, doplicata, doplicate, doplicato, dopligà , doppicata, dopplica, dopplicare, dopplicata, dopplicati, dopplicato, dupicata, duplica, duplicando, duplicano, duplicar, duplicare, duplicasse, duplicasti, duplicata, duplicate, duplicati, duplicato, duplichi, dupplicano, dupplicata, dupplicate, dupplicati, dupplicato.

0.2 DELI 2 s.v. duplice (lat. duplicare).

0.3 Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.); Zucchero, Sfera, 1313-14 (fior.); Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.); Stat. pis., XIV pm.

In testi sett.: Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.).

0.7 1 Diventare pari a due volte una det. quantità o dimensione. Estens. Aumentare ingentemente di quantità o dimensione (anche fig., con rif. all'intensità di un sentimento o di una caratteristica morale). 1.1 Rendere qsa due volte maggiore (per dimensione o quantità). Estens. Rendere sensibilmente maggiore (anche fig. in forza o intensità). 1.2 [Mat.] Moltiplicare per due. 1.3 Ripiegare su se stesso (un oggetto flessibile, rendendolo di uno spessore pari a due volte quello normale). [Con rif. ad una persona:] ripiegare o contrarre (dal dolore, nelle membra). 2 Trascrivere fedelmente (un doc. scritto) su un altro supporto grafico. 2.1 Ripetere (un elemento del discorso). 3 Costituire (una det. entità) unendo o sommando due elementi inizialmente o comunemente distinti.

0.8 Elisa Guadagnini 05.05.2006.

1 Diventare pari a due volte una det. quantità o dimensione. Estens. Aumentare ingentemente di quantità o dimensione (anche fig., con rif. all'intensità di un sentimento o di una caratteristica morale).

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 39.4, pag. 141: Madonna, lungiamente ag[g]io portato / amore in core, e no· ll'ho discoverto / per tema non vi fosse a dispiacere; / e ciascun giorno m'è più doplicato, / riguardando lo vostro viso aperto / che passa ogne altro viso di piacere...

[2] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 170, pag. 231.1: E se noi sofferiamo ch'ellino così ci dampneggino, molto male ne potrebbe avenire, perciò che tutte lor gente non ci pregiano niente da oggi innanzi, e lor forza ne sarebbe doppicata.

[3] Stat. pis., XIV pm., pag. 28.18: Li quali perdoni sono dati dall' infrascritti prelati, cioè Vescovi e Arcivescovi e Legati, li brivileggi delli quali sono apo le Compagnie di Pisa; e non sono dupplicati li loro perdoni più d' una volta per uno brivileggio.

[4] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 17.14, pag. 562: E voi che foste e sète in questa etate, / e ve aprendeste e tenete 'l migliore, / seguite, prego, el cammin de valore; / sì che se veggia montar vostro onore, / tenendo cara la chiara onestate, / la qual fa duplicar vostra beltate.

1.1 Rendere qsa due volte maggiore (per dimensione o quantità). Estens. Rendere sensibilmente maggiore (anche fig. in forza o intensità).

[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 8, pag. 276.16: Le madri per la paura dupplicano i voti, e il timore s'appressa al pericolo, e già appare maggiore imagine di morte.

[2] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 72, par. 1, vol. 2, pag. 125.4: S'alcuno entrerà la casa d'alcuno [[...]] per violentia [[...]] con arme, en cento libre, se sença arme, en cinquanta libre de denare per ciascuna fiada sia punito. E se sirà de nocte, la pena se degga dopiecare...

[3] Arte Am. Ovid. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), L. 2, pag. 434.7: Io poeta aparecchio grandi cose, per le quali l'amore possa andare discorrendo per l'ampio mondo; e llieve ène a duplicare l'ale a Cupido, per le quali elli vola, e malagevole ène di quelle ponere modo.

[4] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. IV, cap. 19, pag. 648.20: le comesse pene peccuniarie sianno duplicate e le altre pene ad arbitrio del zudese siano agravate, permanendo et durando in suo stato le altre pene ordenate in le dicti casi et in ciaschuno d'essi per le constitucione papale.

[5] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 285, pag. 306.34: Sapi che in le confeciom in luogo de cinamomo se pò metere cassia lignea, duplicando el pexo per un pexo de cinamomo.

[6] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 5, cap. 19, pag. 47.5: ed egli per li campi andando alquanti de' volontari ne chiamò, e, presso che duplicato l'esercito, pervenne ne' Lucani...

1.1.1 Fig. Colmare qno (di benefici) portandolo ad uno stato sensibilmente migliore del passato, risarcire ampiamente.

[1] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, osservazioni, pag. 311.9: E qui si fecie la revelazione del sognio di Giuseppo, onde il percosso dalle tribulazioni fu doplicato in ristoramenti, perchè fu sofferente e paziente.

1.2 [Mat.] Moltiplicare per due.

[1] Zucchero, Sfera, 1313-14 (fior.), cap. II, 10, pag. 121.20: con cioe sia cosa che la grande declinazione del sole sia secondo Tolomeo 23 gradi e 51 minuti ed altretanto sia l'arco ch'è fra 'l cerchio artico infino al polo del mondo, se questo numero duplicato, che ffa 47 gradi e 42 minuti, si trag[g]a di 90 el rimanente sarae 42 gradi e 18 minuti...

[2] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 28, 88-96, pag. 746.26: Più che 'l doppiar delli scacchi s'immilla; cioè cresce in più migliaia che non cresce lo numero de lo scacchieri, ponendo per ogni luogo di scacco uno numero duplicato per rispetto delle predette, cioè del precedente...

1.3 Ripiegare su se stesso (un oggetto flessibile, rendendolo di uno spessore pari a due volte quello normale). [Con rif. ad una persona:] ripiegare o contrarre (dal dolore, nelle membra).

[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 11, pag. 383.7: A costui l'asta pinta per li lati omeri trema, e oltrepassando duplica l'omo per lo dolore.

2 Trascrivere fedelmente (un doc. scritto) su un altro supporto grafico.

[1] Stat. perug., 1342, L. 2, cap. 56, par. 4, vol. 1, pag. 438.9: El quale livero se degga duplicare, sì che uno sia sempre en l'armario del comuno de Peroscia piubecato con tutte le solennetade, le quale scrittura piubeca rechiede de ragione, e l'altro livero degga apo 'l notario remanere.

2.1 Ripetere (un elemento del discorso).

[1] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 7, 1-2, pag. 200.36: terzo chiama Satan in aiuto, per impedire Dante: e duplica Satan per dimostrare che in fretta lo chiamasse, quasi dicesse: Oh! oh! Satan, Satan.

3 Costituire (una det. entità) unendo o sommando due elementi inizialmente o comunemente distinti.

[1] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 26, 76-87, pag. 628.3: e rimase poi la potenzia di trasmutare lo sesso in quella acqua per li prieghi di Ermofrodito, che fe al padre et a la madre; cioè a Mercurio e Venere, sicchè chiunqua v'intrava, o maschio o femina che fusse, n'essiva duplicato nel sesso, cioè maschio e femina...

[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 11, pag. 211.24: e a Sinuessa nato un fanciullo di dubbioso sesso intra maschio e femmina, i quali il volgo chiama Androginos, come nel più delle cose è più agevole il greco sermone a duplicare le parole...