ERRARE v.

0.1 aramo, arante, aranti, arrante, arranti, arriate, contra-li-erranti, era, erando, eràno, erant, erante, eranti, erar, erare, erari, erasse, erassi, erasti, erate, erato, erava, eravano, eriate, erorono, erra, errade, errai, erraita, errammo, erran, errando, errandu, errano, errante, erranti, errantj, erranu, errao, errar, errare, errari, erraro, errâro, errarono, errasse, errasseno, errassero, errassi, errassono, erraste, errasti, errata, errate, errati, errato, erratu, errava, erravano, errerà , errerae, errerebbe, errerebber, errerebono, erreremmo, erri, erriamo, erriate, errino, erro, errò, erroe, erròe, erronno, errono, errorono, herra, irranti, 'ranti.

0.2 DELI 2 s.v. errare (lat. errare).

0.3 Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.): 3 (integrazione congetturale); Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.): 2.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); Stat. sen., c. 1331; Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.); Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.); Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Lucidario ver., XIV.

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.); Poes. an. urbin., XIII; Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. perug., 1342; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Destr. de Troya, XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. errare fuori di sé 1.2; senza errare 3.

0.7 1 Muoversi continuamente senza una direzione e una meta det., vagare. 1.1 Estens. [Detto di un corpo celeste:] compiere il proprio moto incessante. 1.2 Deviare (da un tragitto det.) e vagare senza una direzione e una meta, smarrirsi (anche fig., con valore moralmente neg.) (anche trans.). 1.3 Estens. Occupare (uno spazio det.) percorrendolo o ricorrendovi continuativamente (anche fig.). 2 [Con rif. spec. agli effetti del turbamento amoroso:] trovarsi in uno stato di confusione mentale, di smarrimento; essere preda di una forte afflizione. 3 Non valutare correttamente la realtà o una sua manifestazione det. (specif. considerare vero il falso o viceversa). 3.1 [Con rif. al distacco dei sensi o della mente dalla realtà:] percepire immagini distorte della realtà o oggetti privi di consistenza fisica (anche sost.). 3.2 Avere delle opinioni o un comportamento non conformi al loro oggetto o alla loro intenzione, distaccarsi da una norma condivisa (nelle proprie opinioni o nel proprio comportamento) (anche trans.). 3.3 Risultare non coincidente con la realtà, distaccarsi da quanto è osservabile.

0.8 Elisa Guadagnini 17.03.2006.

1 Muoversi continuamente senza una direzione e una meta det., vagare.

[1] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 111.15ö: Ulixes, poi ke Troia fo destructa, errao ne lo mare e vennesenne ad lo monte de Corcelli in Ytalia et demorao kello per alcuno tempo.

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 24, pag. 344.11: E tutti gli altri che della detta battaglia camparo, qua e là errando, per molti dogi de' Romani fuoro attritati e ispenti.

[3] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 143.20: quel grande porco salvatico ch'erra per li nostri campi, io lo voglio fedire.

[4] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 3, pag. 51.22: Undi per III iorni et nocti continui in grandi obscuritati andammu erranti per lu mari...

[5] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 42, pag. 154.12: una femena mantecata andava, abiando a lo tuto perduo ô seno, tuto dì errando e vagando per le selve...

[6] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 180.26: Et li cani, li quali naturalmente cercano la compagnia delli homini, con lagrimusi ululati, pianti et clamuri sì como li lupi anavano erando per le selve et lochi diserti.

- Sost.

[7] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 29, pag. 761.30: E dopo molto essere nell'onde vagati, nelle sacratissime rocche di Palatino, sopra l'onde del piacevole Tevero, fermammo il lungo errare...

1.1 Estens. [Detto di un corpo celeste:] compiere il proprio moto incessante.

[1] Sette arti liberali di Seneca volg., a. 1325? (fior.), pag. XXVIII.11: [[colui che si gloria della scienzia delle cose del Cielo]] sa in qual luogo la fredda stella di Saturno si riposi; in quanti segni del Cielo, e in quanti cerchi Mercurio erri.

1.2 Deviare (da un tragitto det.) e vagare senza una direzione e una meta, smarrirsi (anche fig., con valore moralmente neg.) (anche trans.).

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. I, cap. 6: grande loda è a colui ch'è rosto porg[er]e la mano, (et) a colui che erra mostrare la via, col'affamato partire lo pane...

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 23, pag. 136.26: [[cammelli]] è una generazione d'animali acconcia ad andare per la rena, ed a sostenere sete, e dicesi che senza errore mena altrui per la via ove s'erra quando molte vie si trovano...

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 33.19, pag. 118: O amor enfedele, errato de la via, / non repute peccato nulla cosa che sia; / vai semenando erruri de pessima resìa: / tal falsa compagnia onn'om deia mucciare.

[4] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 14, pag. 133.2: li Pittagorici dissero che 'l Sole alcuna fiata errò nella sua via e, passando per altre parti non convenienti allo suo fervore, arse lo luogo per lo quale passò...

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 41.15, pag. 250: Jesu Cristo à prometuo / a lo vicario ch'El à dao / a lo so povero sagrao / dever eser semper so scuo. / Che, se fosse scarcizao / lo cavo ch'El à cernuo, / nostro camim sereiva errao / e lo mondo confunduo.

[6] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 37, pag. 82.12: filosofia [[...]] è vera franchezza, alla quale si va sanza fallo per una via diritta, sanza potere errare, e però va' securamente.

[7] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 127, S. Adriano, vol. 3, pag. 1136.17: Onde venite, o dove andate?" E que' risposero: "Noi vegnamo di Niccodemia, e andiamo in Costantinopoli". E quelli disse a loro: "Voi avete errata la via; tenete a mano manca per andare più diritto".

[8] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 24, pag. 2: [[dolze Mare pia]] via / tu sei de zaschadun fedel che era...

- Sost.

[9] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 1, pag. 4.23: 13. Ma po' ec. Infino a qui narrato è il suo errare per li vizj.

- Fras. Errare fuori di sé: trovarsi in uno stato in cui non si è presenti a se stessi, avere momentaneamente perduto la lucidità.

[10] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 35, pag. 794.3: A me pareva essere disposto a seguirla, quando contrario accidente e subito mi percosse, e me, di me fuori errante, in me rivocò con dolore...

1.3 Estens. Occupare (uno spazio det.) percorrendolo o ricorrendovi continuativamente (anche fig.).

[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 27.10, pag. 145: Anche ha cotale vertute l'Amore, / che in cui e' degna di voler errare, / fosse colui ch'anche fosse 'l piggiore, / di reio in buono in una 'l fa tornare / e mai non pensa che d'avere onore...

[2] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Ermione, pag. 77.21: Ohimè lassa! Questa disavventura erra nelli dì della nostra generazione; imperocchè tutte le donne, discese della schiatta di Tantalo, pare che sieno disposte ad essere rapite.

2 [Con rif. spec. agli effetti del turbamento amoroso:] trovarsi in uno stato di confusione mentale, di smarrimento; essere preda di una forte afflizione.

[1] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 7.29, pag. 112: Lo meo cor non è con mico, / ched eo tut[t]o lo v'ò dato / e ne son rimaso in pene; / di sospiri mi notrico, / membrando da voi so errato / ed io so perché m'avene...

[2] Pucciandone Martelli (ed. Avalle), XIII sm. (pis.), 32, pag. 149: Ben doveriano erranti / andar li buoni, poiké 'n discaunoscença / tornato è Amore, ke fu lor mantenença.

[3] Dante, Rime, a. 1321, 31.3, pag. 107: Parole mie che per lo mondo siete, / voi che nasceste poi ch'io cominciai / a dir per quella donna in cui errai: / «Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete»...

[4] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 1, vol. 2, pag. 136.17: Et Iesus li dissi: - Fimina, perkì plangi? Cui cherchi? - Et Maria, cridendu ki Cristu fussi ortolanu, sì li dissi: - Si tu piglasti lu corpu, dimmi undi lu mictisti, et eu lu piglirò. - Parlau Maria comu persuna ki per disiu et per dogla parla errandu...

- Trans. Gettare in uno stato di stordimento, confondere.

[5] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 49.58, pag. 211: La fantasia non so come m'errava, / e mentre avea sognato, mi credeva / non sogno avesse e così estimava.

3 Non valutare correttamente la realtà o una sua manifestazione det. (specif. considerare vero il falso o viceversa).

[1] ? Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 3.12, pag. 592: Ben me noia [[...]] om q'ogna causa narra [et erra]...

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 102.3: In questa parte dice Tulio che Ermagoras dicea che lla controversia del genere avea quattro parti sotto sé, ciò sono deliberativo, demostrativo, iudiciale e negoziale; della qual cosa Tulio lo riprende in tutte guise, e mostra molte ragioni come Ermagoras errava malamente...

[3] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 25, pag. 27: [VII] Onne cosa à ssoa gratia, ky lo sape non erra: / Quello fa l'acu all'omini ke li non fa la serra...

[4] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. D. 15.8, pag. 401: Audit'ho dire che mante persone / credon veracemente al distinato, / per ch'io rinuovo mia intenzïone / di ciò ch'a lo prencipio fue formato; / ch'ïo non trovo incontro a la ragione / perché lo detto lor non sia aprovato; / a me medesmo nat'è una cagione, / ch'io so per certo ch'io non sono erato...

[5] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 11, pag. 109.4: La fede stae nello 'ntendimento. Unde, quando l'omo erra in intelligentia, in tale modo puote essere che erra in fede, et così pecca.

[6] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 1, pag. 130.6: ma omnj altra pirsuna ki non è ben firma in la cridenza xristiana [[...]] divinu cridiri zo ki killi di-chinu di li cosi jnvisibili, quandu li pirsuni cridinu ki in loru fussi lu Spiritu sanctu, lu quali non li purria fari errari nì jn dictu nì in factu...

[7] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 7, vol. 1, pag. 189.10: Et issa, alosingandu ad Ephestio [a la mannera di li Persi], lu quali era plù bellu et di furma et di grandizza, salutaulu cridendussi qui issu fussi Alexandru. Da poy issa, apercependussi que issa avia erratu, incircava paroli commu issa se putissi escusari.

[8] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 44, vol. 2, pag. 73.34: Sopra questa materia delle stelle, e delle pianete molti errano, ponendo, che elle siano cagione di certi avvenimenti, e di certe fortune, secondo che l' uomo nasce a certi punti, e costellazioni.

[9] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 9, cap. 15, vol. 2, pag. 311.28: Dopo questo errore riviene un altro, se ne' prossimani Comizii Papirio Cursore con Q. Aulio Cerretano fu fatto consolo alla terza volta, perchè s'era bene portato in quella guerra a Luceria; o se questi fu L. Papirio Mugillano, e fu errato nel soprannome.

[10] Lett. bologn., XIV pm., pag. 54.2: Per molte tribulatione e tentationi çe convene andare in vita eterna». Aprii bene le orechie e nota ch' el dice che là conve' andare per tribulationi. Or, s' el te convene andare per tribulatiuni, come dunqua semo nui sì mati e sì sochi che per le consolationi çe credemo là suso andare? Certo molti semo errati.

[11] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 825, pag. 187: Non credete che l'oste foxe de voluntate / De tucta questa terra, perché non poco errate; / Ca la fece lo conte con alcuno, sacciate; / Chi li volea contradire, diceali: «Crucifigate!»

[12] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 189, pag. 196.32: Multi homini errano che crede che lo hermodatilo sea una raìxe de una herba che fi portà de Affrica, la qualle fi chiamà lagia salvèga, perché molte vertù ha questa lagia che no ha lo hermodatillo.

- Sost.

[13] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 24.5, pag. 98: Tu sei 'l grande Ascolan che 'l mondo allumi [[...]] Tu che parlando il cieco errar consumi, / Che le cose in vulgare hai in disdegno, / Ora per me, che dubitando vegno, / Pregoti che rivolghi i tuoi volumi.

- [In formule del tipo se non erro, se qsa o qno non erra (per lo più zeppe), per significare forte probabilità o certezza].

[14] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 43.1, pag. 20: Inn Arcaddïa nasce, s'i' nonn erro, / una di quelle pietre, Abesto a nome.

[15] Boccaccio, Caccia di Diana, c. 1334, c. 10.19, pag. 30: Ma, se la mia memoria non erra, / Catrina Sighinolfi alla campagna / si volse rimaner, pigliando terra...

[16] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), IV, ott. 38.3, pag. 64: Duo parti de le vecchie son per terra, / svenate, sbudellate e smozzicate, / e de la terza, se 'l mio dir non erra, / eran piú che le mezze innaverate...

[17] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 19.77, pag. 309: Filippo pestifer nomare udio / lo quinto apresso e, s'io non sono errato, / superbo fu, malizioso e rio.

- Parlare errando, errante.

[18] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 196.1, pag. 131: S'eo parlo errando nel tratar d'amore, / non vi meraveglati, donne mie...

[19] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 180.9, pag. 122: Ben conosco ch'eo parlo troppo erante / contra tal donna, tristo lo mio core, / ma perdonatelmi, ch'i' sono amante...

- Locuz. avv. Senza errare: in verità, proprio.

[20] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 9, terz. 43, vol. 1, pag. 103: Alonne avea nome sanza errare / colui, che 'l vinse, del Gran Can fratello, / mille dugencinquantasei, mi pare.

3.1 [Con rif. al distacco dei sensi o della mente dalla realtà:] percepire immagini distorte della realtà o oggetti privi di consistenza fisica (anche sost.).

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 23 parr. 1-16, pag. 95.7: ne lo incominciamento de lo errare che fece la mia fantasia, apparvero a me certi visi di donne scapigliate...

3.2 Avere delle opinioni o un comportamento non conformi al loro oggetto o alla loro intenzione, distaccarsi da una norma condivisa (nelle proprie opinioni o nel proprio comportamento) (anche trans.).

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 9, pag. 208.16: erra chi recieve 'l beneficio più volontieri, che non rende.

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 18, pag. 227.11: la virtude non dea errare, e dea adoparare quella cosa la quale è lo mellio...

[3] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, inc.: [1] Con ciò sia cosa che in dire et im parlare molti errino et non è alcuno che la lingua sua piename(n)te possa domare [[...]] imperò io, Albertano, breve doctrina sopra dire et tacere, [[...]] a te Stefano [[...]] òe curato di ma(n)dare.

[4] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 8, pag. 98.29: E la detta opera tutti i centurioni dieci braccia la misurano in alto, sicchè se meno fosse cavato, o vero errato per alcuna pigrezza, questa cosa i tribuni cercano andando d'intorno, ed in prima chi bontadosi sono non si partono, che tutte le cose siano ben fatte.

[5] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 1, 23.33, vol. 1, pag. 291: Per ogni cosa ch'erra / lo servidor, il signor non si turbi...

[6] Libro giallo, 1336-40 (fior.), pag. 248.6: Questa ragione fu troppo scritta innanzi, ch'errò parechie charte, e però è dannata a spina pescie.

[7] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 225, pag. 32: Da la Scrivia presso lì, Tratonna / per più de voluntà è stà in guerra / sì che Pontecoron per le' non sonna, / e le castelle del grande Monferra / sum guerriate et haben desconzo / sì com' le altre ch'in questo pur erra.

[8] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 34, pag. 82.25: - Che volete voi? - Vegnamo a cenare con messer Francesco. - Dice Ferrantino: - Voi avete errato l'uscio; qui non sta né messer Francesco, né messer Tedesco. -

[9] Comm. Favole Walterius, XIV ex. (ven.), 22.10, pag. 20: tropo ardir può erare.

[10] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 49, pag. 172.24: L'enfirmitate le quale se fa da errore de la natura so(n)no q(ue)lle le quale p(er)vene q(ua)n la natura e(r)ra i(n) la format(i)o(n)e dellu filgio, çoè q(ua)n nase lu cavallu colle gambe corte, voi con l'ongne corte dinançi, voi deretro, voi in altra, voi i(n) una et ambedue p(ar)te, voi q(ua)n lu m(em)bro no(n) à luco naturale.

- [In espressioni come che non erra (e sim.), per significarne la perfezione di una virtù (spec. emanata da Dio)].

[11] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 92.8, pag. 39: Cesare, intalentato di battaglia, / parlamentò e disse ai suoi: «[[...]] prendiam vistamente la guerra: / la soverana vertù che non erra / si tien con noi, e li Dii sov[e]rani».

[12] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 8.6, pag. 23: quella giustitia che giammai non erra / dentro ad un fiume di sangue gli [[scil. tiranni stati grandi rubatori]] [a]fferra / che sempre bolle in bolliti bollori.

[13] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 19, terz. 26, vol. 1, pag. 216: e poi volendo a Tunisi passare, / siccome piacque a Dio, che mai non erra, / si cominciò a corrompere, e turbare / l' aria per modo tra 'l popol Cristiano, / ch' ad uno ad un cominciaro a cascare.

[14] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 31.6, pag. 74: Se le vertù celeste favoreggia, / pò l'huom securo star, ben che da terra / s'apresti insidie o manifesta guerra; / et se la ragion alma segnoreggia / le passion', sì ch'el senso coreggia / quel verace iudicio che non erra, / l'animo sta constante et non se atterra, / ben che fortuna grave aprexar veggia.

3.2.1 [Con rif. alla fede pagana o eretica].

[1] Barlaam e Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.), cap. 19, pag. 293.45: In lui e(st) tanto di bene che non è nulla cosa al mondo che -l possa contare; e quelli e(st) dio delli altri dei, e quelli est sensa cominciamento e serà sensa fine. [17] E tucti quelli che adorano altro dio errano malamente.

[2] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 286, pag. 378, col. 2: 'Par che sti' 'n errore, / par che agi congregata / questa gente qui adunata, / et faila tucta errare / coll'idoli adorare. / E tu medemme èy erratu / se l'idolu ài adoratu...

[3] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 4, pag. 664.9: per tutti coloro che errano dalla vera fede, che Dio doni loro lume di verità e riduchigli alla fede, che si possino salvare.

[4] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 7, par. 1, vol. 1, pag. 39.5: E i reteche contra la fede catoleca errante, se no aparechiate seronno a la fede retornare, de la citade e del contado cacceremo e tucte ei loro biene al comuno de Peroscia piubecherimo.

[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 10, pag. 118.4: In quilla ydola era uno spirito dimoniaco, lo quale nce trasio per corrompere la intentione de li huomini e lla lloro fallace credenza, li quali erravano cossì preiudicialemente che credevano che tanto quella ydola, quanto le altre che erano per l'altre terre de lo mundo, in quillo tiempo, fossero Diey...

3.2.2 [In contesti di argomento morale:] peccare.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Laudes de Virgine Maria, 195, pag. 218: Nu lezem d'un pirrata, d'un barrüé de mar, / Lo qual robava 'l nave e feva omiunca mal, / E tut zo k'el errasse entro peccao mortal, / Grand ben volea a la matre del Rex celestïal.

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 71, pag. 113.25: E anche è tenuto l'un uomo a l'altro a [[...]] gastigarlo [[...]] quando e' vede ch'elli erra in commettere o fare alcun peccato.

[3] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 25, pag. 306.22: Homo di vertù errato e approvato longamente en visio, è come errato in fede, ché visio vertù li senbra...

[4] Poes. an. urbin., XIII, 42.55, pag. 626: Guardane, bella, / da la mano fella / ke à lo Nemico, / ke ppur n'appella, / acçenna e favella / e ffas[s]ene amico, / si ttu, polçella, / non fai tal medella / ke fug[g]a l'Inico; / tanto sa dire / ke faria cadere / alcuno 'n errança. / Errar è cosa / k'a tte, flesca rosa, / dé molto splacere...

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 46.7, pag. 268: Monto me par utel cossa / tener sì la mente jossa / che no ge possa aproximar, / ni far demora ni intrar / alcuna cogitation / vanna, ni tentacion, / chi fan falir e fan errar / e lo bon cor prevaricar.

[6] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 122.10, pag. 491: Tuto lo mundo è malvaxe: / che grandi, mezan e fanti / ardem de vicii tanti / como chi fosse in fornaxe. / Conturbao ogni cor jaxe, / quaxi tuti son eranti.

[7] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 53, pag. 378: mostra come la spada infernal taglia. / Et questo mostra per voler partire / non pur lui da peccato et da far male, / ma farne a li auditor crescer disire: / sí che 'l buon viver nostro naturale / non erri, et se pur erra, che si saccia / et pentere et doler, quando ci vale.

[8] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De la santa castitade, vol. 1, pag. 210.22: Ma niente me(m) se lo p(re)ve o lo to chieregao è fazo e bruto e paccaor, ello no noxe a quello chi se co(n)segia no ma' in tanto che ello lo porea far errar.

[9] Lucidario ver., XIV, III, pag. 219.19: E però questo maledicto Anticristo lo demonio lo farà nascero a despecto de Deo e per faro erraro tuto lo segolo e recare la gente ala lor voluntà e per faro renegaro la fe' christiana e 'l santo baptismo...

- Sost.

[10] Legg. sacre Mgl.II.IV.56, 1373 (fior.), Legg. di S. Giovanni, pag. 35.1: o giovani disensati e pieni d'errare e d'avarizia e di ponpa di mondo, io vi dico novelle...

3.3 Risultare non coincidente con la realtà, distaccarsi da quanto è osservabile.

[1] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 2, pag. 15.10: E nota qui che da Cristo in qua sono errati presso a undici dì e mezzo, e così per lunghezza di tempo verrà che gennaio non fia di verno per questo errore..

[u.r. 14.12.2017]