ÈSULE s.m./agg.

0.1 essule, esule, exul, exule, exulo; f: esuli.

0.2 DELI 2 s.v. esule (lat.exsulem).

0.3 Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.); Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).

0.5 Locuz. e fras. fare esule 1.1.

0.6 N L'es. delle Prediche di Giordano da Pisa, cit. a partire da Crusca (4), passato a TB e GDLI, è prob. un falso del Redi: cfr. Volpi, Le falsificazioni, pp. 88-90; 119.

0.7 1 Chi è in esilio. 1.1 Locuz. verb. Fare esule: esiliare. 2 Agg. Separato contro la propria volontà.

0.8 Rossella Gasparrini 01.06.2006.

1 Chi è in esilio.

[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 10, 121-132, pag. 246, col. 2.5: Questi fo Boetio, lo quale ne filosofò molto contra fortuna e mondano descorso, sí come apare nel so libro 'De Consolatione', lo quale el compose siand'ello exulo de Roma...

[2] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 6, 34-42, pag. 173.33: e con autorità del consiglio fu esposto Tarquinio et iudicato esule con tutta la sua stirpe, e Tullia donna del re fuggitte di Roma.

[3] f Giordano da Pisa, Prediche (Redi): Coloro, che sono esuli dalle loro patrie, desiderano di tornarvi. || Crusca (4) s.v. esule.

1.1 Locuz. verb. Fare esule: mandare in esilio.

[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 12, 1-15, pag. 212, col. 1.9: Çoè che pensava a quello ch'Oderixe gli avea decto in fine del precedente Cap., che sería facto exule de Fiorença.

[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 17, 46-57, pag. 389, col. 1.10: Or vole dire ad simili messer Caçaguida: 'sí come Ippolito se partí d'Atene perché non volse observare le seducioni della soa madregna, e murío e po' resuscitò, cussí D., perché non vorrai consentire alli baratteri del to Comune, serai fatto exulo de Fiorença ...

1.1.1 Fig. Farsi esule e sbandito (dal regno di Dio).

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 9, pag. 145.16: Conciosiecosachè chi mortalmente pecca, si fa essule e sbandito della celestiale patria, alla quale cancellato dello sbandimento s' entra per questa porta.

2 Agg. Separato contro la propria volontà.

[1] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 98.6, pag. 174: Questo benigno lume, che m'è dentro, / Dal cor lontan si trova esule e fisso, / Per rinnovar al mondo il crocefisso / Nel regno per cui star di fuor spesso entro.

[u.r. 06.11.2015]