APPIGLIO s.m.

0.1 apiglio, apilglio, appiglu, appillo.

0.2 Da appigliare.

0.3 Poes. an. urbin., XIII: 1.

0.4 In testi tosc.: Monte Andrea (ed. Menichetti), XIII sm. (fior.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII.

In testi sic.: Poes. an. sic., 1354 (?).

0.5 Locuz. e fras. fare appiglio 1.2; fare appiglio di 1.1; fare un buon appiglio 1.1.

0.6 N Att. in testi esclusivamente poetici.

Doc. esaustiva.

0.7 1 Ciò a cui ci si attacca saldamente. Fig. Punto di appoggio o di riferimento: ciò che fornisce un aiuto, persona che dà un sostegno morale. 1.1 Fras. Fare appiglio di (qsa): aggrapparsi, fare assegnamento su (qsa). [Con sfumatura ironica:] fras. Fare un buon appiglio. 1.2 Fras. Fare appiglio: far presa; colpire.

0.8 Rossella Mosti 28.06.2006.

1 Ciò a cui ci si attacca saldamente. Fig. Punto di appoggio o di riferimento: ciò che fornisce un aiuto, persona che dà un sostegno morale.

[1] Poes. an. urbin., XIII, 9.37, pag. 556: «Mamma, èsto Iovanni, ked io te lasso per fillo; / ne le so mano te mecto, ke tte dia aiuto e cconsillo, / k'io non çe veio altro appillo / k'io te, mamma, credesse ke tte gesse sì sostentanno».

[2] Poes. an. sic., 1354 (?), 144, pag. 28: Mancandu ancor tu Quillu ki tuttu poti fari, / non trovi nullu appiglu dundi poczi stari.

1.1 Fras. Fare appiglio di (qsa): aggrapparsi, fare assegnamento su (qsa). [Con sfumatura ironica:] fras. Fare un buon appiglio.

[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 41.10, pag. 171: c'Amor m'à preso nel tutto a consumare, / e dentro, ne lo cor tenmi l'artilglio, / ed e' mi guida, cad io nonn ò che fare, / di me, solo quant'è un levar di cilglio! / Àmi condotto, iloco, mè' Dimembrare / voria vedere, o far di Morte apilglio.

[2] Schiatta Pallavillani, XIII sm. (fior.), 41a.8, pag. 171: perch'io ti veg[g]io così smemorare / ispessamente, me ne maravilglio; / [poi] molte volte ti veg[g]io pensare, / dico infra me: quelgli à cor di con[i]lglio! / Pertanto non ne se' da blasimare, / ché tu ài fatto certo um buono apilglio.

1.2 Fras. Fare appiglio: far presa; colpire.

[1] Monte Andrea (ed. Menichetti), XIII sm. (fior.), son. 104b.5, pag. 328: Questo saria, amico, il mio consiglio: / inver' l'amore star pur da la larga. / Non vo' ti facc[i]a di ciò maraviglio, / però che le sue pene a doppio varga; / di tutte l'altre fa mag[g]iore apiglio, / sol per un bene cento mal' ti larga...