DIVEDERE v.

0.1 diveder, divedere, divedes.

0.2 Da vedere.

0.3 Novellino, XIII u.v. (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Novellino, XIII u.v. (fior.); Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.).

In testi sett.: Esercizi cividal., XIV sm.

0.5 Locuz e fras. dare a divedere 1.

0.7 1 Locuz. verb. Dare a divedere: mostrare chiaramente. 2 Lo stesso che vedere.

0.8 Rossella Gasparrini 19.06.2006.

1 Locuz. verb. Dare a divedere: mostrare chiaramente.

[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 21, pag. 180.21: Allora lo 'mperadore lo si trasse di sotto (ché sotto l'avea), per dare a divedere ch'elli era suto in persona.

[2] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 60.4, pag. 178: Credenza sia, ma sì 'l sappia chi vuole, / ch'i' ho donat'una cos'a Becchina, / che s'io non l'ho staser'o domattina, / daroll'a diveder che me ne duole.

[3] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 41, pag. 190.1: Sicchè ben diè a divedere quanto egli amasse la povertà.

- [Con uso ironico].

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 223 rubr., pag. 577.26: Lo conte Joanni da Barbiano fa al marchese che tiene Ferrara uno grande inganno, ovvero trattato doppio, promettendogli d' uccidere il marchese Azzo da Esti che gli facea guerra, e dandogli a divedere che l' ha morto, riceve da lui castella e denari.

2 Lo stesso che vedere.

[1] Esercizi cividal., XIV sm., 17, pag. 101.16: Achesto raço, graso e grando, com tu non divedes uyan uno altro, la savares tu smenbrà denant un signó y[n] sum un taglì, usat d'aver di divyarsis inbandisons in un past? || Cfr. la traduz. lat.: «Istam anatem, pinguem et magnam, qualem et quantam tu non vidisti hoc anno unam aliam...»

[u.r. 31.10.2008]