DISPERATO agg./s.m.

0.1 desperad, desperada, desperade, desperadha, desperadhi, desperadi, desperado, desperae, desperai, desperao, desperata, desperate, desperati, desperato, desperatu, despirado, disperata, disperate, disperati, disperato, dispiratu, dissperato.

0.2 V. disperare.

0.3 Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.): 2.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Quindici segni, 1270-90 (pis.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.).

In testi sett.: Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); San Brendano ven., XIV; Poes. an. bologn., XIII; Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.); Gloss. lat.-eugub., XIV sm.

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. alla disperata 1.6, 3.2, 4; per disperata 1.6, 1.6.1.

0.7 1 Che non si aspetta niente di buono dalla propria condizione attuale. 1.1 Che non lascia presagire niente di buono (un'entità inanimata). 1.2 [Relig.] Privo di fiducia nella misericordia divina. 1.3 Che ritiene la sconfitta ormai inevitabile. 1.4 Che non si può aspettare di guarire (un malato). 1.5 Che non può aspettarsi di ottenere qsa. 1.6 Locuz. avv. Alla disperata, per disperata: non aspettandosi più niente di buono dalla propria condizione attuale (tipicamente, introduce un repentino cambiamento nell'attività del soggetto). 2 In condizioni di grave sofferenza. 2.1 [Nella poesia amorosa, con rif. alla sofferenza dell'amante.] 2.2 Che lascia comprendere una grave sofferenza (una manifestazione umana). 2.3 Che comporta una grave sofferenza. 3 Privo di rettitudine morale; malvagio. 3.1 Caratterizzato da mancanza di rettitudine morale (un atto). 3.2 Locuz. avv. Alla disperata: senza alcun freno morale. 4 Locuz. avv. Alla disperata: con estrema intensità e fervore. 5 Sost. Chi è incaricato di eseguire le condanne, boia.

0.8 Francesco Sestito 11.07.2006.

1 Che non si aspetta niente di buono dalla propria condizione attuale.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Laudes de Virgine Maria, 60, pag. 213: Ella è consolatris de tug li tribulai, / Ella è speranza grande de quii k'en desperai.

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 1, vol. 2, pag. 7.28: e con quisti gran servicij lu Senatu ressilu in speranza, quillu, qui ananti era commu murtificatu et desperatu.

[3] Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), pt. 2, 22, pag. 44.6: Fortuna se misse in mar aspra e crudel, sì che la nave era çà plù de meça plena d'aqua e li marineri desperadi no savea zò che li devese far.

[4] San Brendano ven., XIV, pag. 168.12: Io vegando che questo non me podeva zovar, sì como desperado per grameza e per dolor, conpriè una soga e apichème a uno alboro...

- [Con esplicitazione della circostanza].

[5] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 34, pag. 158.14: Videndu killu riccu dapnatu ki era dispiratu de lu aiutu sou, ancora prigau ad Habrama...

- Sost..

[6] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Rationes quare Virgo tenetur diligere peccatores, 97, pag. 235: «Eo voi ke tu me appendi, ke 'l viver me desplax». / Illora l'olcellato respos al desperao: / «Met la correza in collo se tu voi ess aiao, / E 'l nom dra matre 'd Criste no fia pur anomadho [[...]]».

[7] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 7.10, pag. 669: S'io so' senza mercé da te fuggito, / e con glie desperate a star me mande / fuor de speranzia, do' trovare aìto?

[8] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 415, pag. 97: Poiché tornaro in Aquila como li adolorati, / magenarono de fare como li desperati / Che a rreseco se mettono per essere desertati, / Se delli loro inimici pou essere vennicati.

1.1 Che non lascia presagire niente di buono (un'entità inanimata).

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 40, pag. 510.18: Mascezel sappiendo infino da Teodosio, quanto valesse l'orazione dell'uomo per la fede di Cristo nelle cose disperate, acciò che potesse avere la misericordia di Dio, n'andò nell'isola di Capria...

[2] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 20, pag. 255.13: Non vi piaccia la vostra infermitate, ché malatìa che piace è disperata.

[3] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 343, pag. 337: Ma duy canfguni ionselu, Tristitia e Remorsu, / e despera 'l de adiutu: / issu co[n] sua malitia 'n un desperatu fossu / sì l'ày factu cadutu.

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 12, pag. 54.10: chi oge et intende quelle soe parolle e mete-lle in ovra semeglia al savio homo chi fondò la soa casa et habitança su la ferma prea, e vegne la gran pinna del fiume e lo canal corrente, trà gli gran venti e òre desperae, piove le grande aque e tute 'ste cose vegnan a dar buto contra questa caxa e no la fèn caçer...

1.2 [Relig.] Privo di fiducia nella misericordia divina.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Rationes quare Virgo tenetur diligere peccatores, 49, pag. 234: Ella ha za aiao da morte mult homni desperai, / Li quai in corp e in anima seraven dexbregai...

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 75, pag. 117.24: Perché prima mi vivea di buona fede semplicemente, e a le dette cose non pensava; ma or che veggio quello che far mi conviene, vivo com'uomo disperato, e non credo potere avere il regno di Cielo...

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 41.40, pag. 146: O peccatrice engrata, retorna al tuo Segnore; / non esser desperata, ca per te mor d'amore...

[4] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 11, pag. 83.9: Tre sono le spezie della penitenzia, e della confessione: alcuna crudele, e disperata, come fu in Caino, e in Giuda, li quali la loro colpa confessarono, ma pur poi disperaro...

- Sost..

[5] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Rationes quare Virgo tenetur diligere peccatores, 47, pag. 233: Ai desperai medhesmi, ke pur morir se cren, / Da malamort li scampa, sí k'i faran po ben.

1.2.1 [Relig.] Che non può più sperare di salvarsi l'anima; dannato.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 45, pag. 528.23: E che guadagno hae il pagano, in mezzo de' cristiani contra la fede indurato, se uno poco di tempo hae godimento, e quando egli muore ne va disperato?

[2] Poes. an. tosc., XIV (2), 19.9, pag. 325: misimi a disperar per mia follia. / Son disperato e nell'onferno giac[c]io / in fuoco e in fiamma come falso e reo, / sì del mio fatto non vi date impaccio...

- Sost.

[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 247.17: quando l'anima d'alcuno disperato, o che sè uccide, perviene allo Inferno, Minos, che giudica le peccata, la manda alla VII foce, cioè al VII circulo...

1.3 Che ritiene la sconfitta ormai inevitabile.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 6, pag. 285.1: Unde essendo disperati in non potersi difendere da' Romani chiusero la cittade, e tutta l'arsero in prima, e poi si uccisero tutti o per ferro, o per fuoco, o per veleno...

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 4, cap. 4, pag. 136.22: Quando Cesare vidde ciò, comandò a sua gente che neuno ferisse. «Signori, disse Cesare, elli sono disperati: noi li avaremo senza colpo ferire [[...]]».

[3] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 27, pag. 232.34: lo planto era grandissimo chi se faceva intre li citadini de Troya, li quali oramay dicevano cha erano desperati in tutto, perzò che tutti li figlyoli de lo re Priamo [[...]] erano stati muorti alle vattagly.

1.4 Che non si può aspettare di guarire (un malato).

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 3, pag. 7.15: tanto è ita innanzi la mia malizia, che m'hanno lasciato li medici per disperato, e dicono che non posso campare.

1.5 Che non può aspettarsi di ottenere qsa.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 15, pag. 362.6: E contra costoro Aristotile parla nel primo dell'Etica, dicendo quelli essere insufficienti uditori della morale filosofia. Costoro sempre come bestie in grossezza vivono, d'ogni dottrina disperati.

1.6 Locuz. avv. Alla disperata, per disperata: non aspettandosi più niente di buono dalla propria condizione attuale (tipicamente, introduce un repentino cambiamento nell'attività del soggetto).

[1] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 45, pag. 79.21: Non sono queste le 'mpromesse che mi facesti, o Pallante, che mi dicesti che non ti gitteresti alla disperata tra li ferri...

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 2, pag. 343.1: Gostanza ama Martuccio Comito, la quale, udendo che morto era, per disperata sola si mette in una barca, la quale dal vento fu trasportata a Susa...

[3] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 18, pag. 179.12: Sì che, dottando lo re Dyomede et avendo in sé grande paura e no nde potendo fare altro, puro con alcuna constantia quase a la desperata, ben che illo fosse feruto, possese puro ad invadire lo sagittario...

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 31, pag. 70.28: Dice l'uno, quasi alla disperata: - Andiamo, Dio ci aiuti.

1.6.1 Locuz. avv. Per disperata: affidandosi al corso casuale degli eventi; alla ventura.

[1] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 163, vol. 2, pag. 42.8: Ma la fortuna niente rabonacciava; e non potendo resistere alla fortuna, sì lasciamo andare la galea per disperata, chè niuno rimedio non c'era per noi, se non di racomandarci a Dio.

2 In condizioni di grave sofferenza.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 308, pag. 572: La femena fa l'om envrïar como 'l vino, / fa-l desperad e nesio e fa-l tornar plui fino.

[2] Quindici segni, 1270-90 (pis.), 235, pag. 257, col. 1: Lo decimo giorno serà grave, / ché socto lo cielo nullo non ave / che sì sia fiero e disperato / che allor non sia isgomentato, / che non tremi di paura...

[3] Poes. an. bologn., XIII, 40, pag. 10: Chi a vuy torna cum lagreme, l'anima desperata, / da vuy parte cum gaudio, cum çoia consolata.

[4] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 628, pag. 39: Thomasso comenzò ad plangere como homo desperatu; / revolse li occhi ad celu, e lassù abe guardatu...

- Sost.

[5] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 5.58, pag. 58: Lo disperato pon l'autor che cada / in nella selva diventando pruno, / e 'l giocatore per la caccia vada.

- Meton. [Con attribuzione al dolore stesso].

[6] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 33.5, vol. 1, pag. 561: Tu vuo' ch'io rinovelli / disperato dolor che 'l cor mi preme / già pur pensando, pria ch'io ne favelli.

[7] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 13, pag. 23.12: Tu mi comandi, o reina, ch'io rinnovelli disperato dolore che 'l cuore mi preme...

2.1 [Nella poesia amorosa, con rif. alla sofferenza dell'amante].

[1] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 24.5, pag. 515: Ancora ch'io sia stato / sanza merzé trovare / da la mia donna fina, / cui lungiamente avuto agio in disire, / no nde son disperato...

[2] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 71.12, pag. 616: Ond'io vedendo che sì come el tempo / t'è più cressuto, così simelmente, / e più, crudelitate è maggiurmente, / lo core desperato me consente / a voler morte...

- Meton. [Con attribuzione al dolore stesso].

[3] Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.), 34.13, pag. 539: quest'ho tormento disperato e fero, / che strugg'e dole e 'ncende ed amareggia.

2.2 Che lascia comprendere una grave sofferenza (una manifestazione umana).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 1.115, vol. 1, pag. 18: e trarrotti di qui per loco etterno; / ove udirai le disperate strida, / vedrai li antichi spiriti dolenti, / ch'a la seconda morte ciascun grida...

[2] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 8.11, pag. 23: Di mai uscirne tucti son diffidi / così del sangue lor, degno martyro, / con disperati et altissimi stridi...

[3] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 35 [Antonio da Ferrara].86, pag. 75: Va', disperata rima e tristo verso, / canson nova di pianto...

2.3 Che comporta una grave sofferenza.

[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 149.8, pag. 205: Che fanno meco omai questi sospiri / che nascean di dolore, / et mostravan di fore / la mia angosciosa et desperata vita?

3 Privo di rettitudine morale; malvagio.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 527, pag. 581: Con l'om scoteço e fole, desperad, sença fe, / non usar: tost verave li soi mal sovra te.

[2] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 24, pag. 194.7: non è nullo peccatore sì desperato che non serva a dDio in alcuna cosa, che da molti mali s'astiene, sì perché tutti li mali fare non potrebbe...

[3] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 170, pag. 260.20: E chi è bevitore di vino non è ricevuto a testimonianza per l'ebrietà; ed ancora chi va per mare dicono ch'è disperato.

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 16.165, pag. 186: O Zué fauzi e desperai, / donde me vén tanta ruina, / pregove che voi ociai, / con lo fijor, questa meschina!

[5] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 26, pag. 227.25: Era questo Francesco omo desperato. Avea odio insanabile a prelati, recordannose che ià fu male trattato dallo legato antico, missore Bettrannio dello Poietto, cardinale de Uostia, como de sopra ditto ène.

- Sost.

[6] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1337, pag. 71: Qé tanti è li desperadhi, / Feloni e falsi renegadi, / Qe tut ig boni poria desfar, / Ocire e prendre e ligar.

- Meton. [Con attribuzione al male stesso].

[7] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 15, pag. 97.21: sarebe troppo disperato male e sconcia cosa se sì savia e sì bella donna portasse tante pene e pericoli.

3.1 Caratterizzato da mancanza di rettitudine morale (un atto).

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 137.14: Perciò ch'ella fece così disperato maleficio et avea pensato di fare cotanta crudelitade, sì fue al postutto convenevole che lli suoi propii figliuoli ne le dessero pena e non altri.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 65, vol. 4, pag. 243.7: Lo settimo luogo si è, quando il parlatore sì dice, che suo avversario per sua possanza e per sua ricchezza ha fatto una crudele cosa, e sì disperata, come ch'ella è a udire.

3.2 Locuz. avv. Alla disperata: senza alcun freno morale.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 7, cap. 51, vol. 2, pag. 73.15: Messer Filippo [[...]] cavalcò all'uscita di gennaio del detto anno insino presso a Parigi a III leghe, ardendo ville, casali e manieri in grande quantità, e uccidendo e predando bene alla disperata...

4 Locuz. avv. Alla disperata: con estrema intensità e fervore.

[1] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 20, pag. 80.24: Piacciavi di fare alla disperata più che mai con ogni mortificazione; mai non aveste tanto di Dio, date buono esemplo di voi di parole e di fatti...

5 Sost. Chi è incaricato di eseguire le condanne, boia.

[1] Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 92.11: Hic lictor, ris id est lo desperato et lo soteratore dei morti.

[u.r. 09.09.2011]