DIVENIRE v.

0.1 devê, devegna, devegnamo, devegnan, devegnanno, devegnano, devegne, devegnem, devegnerà , devegnine, devegnir, devegnirà , devegnire, devegnis, devegnise, devegno, devegnù, devegnua, devegnuda, devegnudo, devegnui, devegnuo, devei, deveigna, devem, devèm, devém, deven, devèn, devén, devenan, devende, devene, devenem, devenen, deveneno, deveneranno, deveneren, devenesse, devenga, devengano, devenì', devenia, deveniano, devenili, devenimmo, devenir, devenirà , devenire, deveniro, devenise, deveniss, deveniss', devenisse, devenissero, deveniti, deveniva, devenn, devenne, devennem, devenner, devenni, devennon, devèno, devenrà , devenù, devenudo, devenue, devenuta, devenute, devenuti, devenuto, devenutu, deverave, deveria, deverrà , deverrai, deverranno, deverravan, deverrieno, devien, deviene, deviens, devignerave, devignire, devignudo, devinesse, devirà , deviranne, devirano, devirò, devirrà , devvenesse, divegn', divegna, divegnam, divegnamo, divegnano, divegnate, divegnendo, divegni, divegni', divegniamo, divegniano, divegniate, divegno, divegnon, divegnono, diven, divèn, divene, divenendo, divenene, divenerne, divenero, divenga, divengano, divengha, divenghi, divengho, divenghono, divengna, divengnamo, divengnendo, divengni, divengo, divengon, divengono, divenia, divenìa, divenía, diveniano, divenimmo, divenimo, diveninu, divenio, divenir, divenire, divenirne, divenisse, divenisser, divenissero, divenissi, divenissimo, divenissono, diveniste, divenisti, divenite, divenitte, diveniva, divenivan, divenivano, divenn', divenne, divenneno, divenner, divennero, divenni, divennimo, divenniono, divennon, divennono, divennoro, divenuta, divenutane, divenute, divenuti, divenuto, divenutone, diverà , diveràe, diveranno, diveratti, diverebbe, diverrà , diverrae, diverrai, diverralli, diverranno, diverràtene, diverrebbe, diverrei, diverrete, diverria, diverrò, diverroe, diverròe, divien, diviene, divienesi, divieni, divienne, divienno, diviennone, divignir, divignudo, divinire, divinissero, divinni, divirave, dovegna, dovene, dovengono, doveni, dovenia, dovenir, dovenire, dovenivano, dovenne, dovennero, dovenone, dovenuto, doverrà , doviene, dovinni.

0.2 Lat. devenire (DELI 2 s.v. divenire).

0.3 Doc. cors., XII: 2.

0.4 In testi tosc., toscanizzati e corsi: Doc. cors., XII; Tomaso di Sasso (ed. Contini), XIII pm. (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Stat. sen., 1298; Lett. pist., 1320-22; Stat. sang., 1334; Stat. collig., 1345.

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Caducità , XIII (ver.); Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Doc. venez., 1309; Gualpertino da Coderta, XIV in. (trevis.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.); Doc. udin., 1354; Doc. ver., 1355; Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Poes. an. savon., XIV.

In testi mediani e merid.: Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.); St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Manfredino, a. 1328 (perug.); Doc. orviet., 1334; Stat. perug., 1342; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Lett. napol., 1356; Destr. de Troya, XIV (napol.); Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.).

0.5 Locuz. e fras. divenire alla notizia di 3.1; divenire alle mani di 1.2; divenire in mano di 1.2; divenire meno 2.1.

0.7 1 Giungere (ad un luogo det.) durante o al termine di uno spostamento a partire da una det. posizione nello spazio (anche in contesti fig.). 1.1 Fig. Giungere ad un det. esito (stato, condizione, situazione; in partic. al termine di un mutamento, spec. graduale). 1.2 [Dir.] Divenire a, in qno; fras. Divenire alle mani di, in mano di qno: passare sotto il possesso di qno. 2 Arrivare ad essere (in un modo det.) al termine di un processo di trasformazione (che comporta una sensibile modifica dell'aspetto o della sostanza iniziale). 2.1 Fras. Divenire meno: cessare di esistere. 3 Conseguire (da qsa cui si è legati da una relazione di causa), avere origine. 3.1 Essere (in un modo det.) in conseguenza o per effetto di det. circostanze, risultare. 4 Prodursi (di un evento), accadere (anche impers.).

0.8 Elisa Guadagnini 22.05.2006.

1 Giungere (ad un luogo det.) durante o al termine di uno spostamento a partire da una det. posi-zione nello spazio (anche in contesti fig.).

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 67, vol. 3, pag. 459.2: dicono più persone, che ventura è vocola o cieca, e ch'ella sempre diviene errando, e non vedente...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 14.76, vol. 1, pag. 233: Tacendo divenimmo là 've spiccia / fuor de la selva un picciol fiumicello...

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 114.7: Dido ed il troiano Duce divengono a una medesima spelonca...

[4] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 816, pag. 52: Eva dal serpe el veneno sostene, / ma poi per molte zenerazione / per ti de fin a mi, mare, devene.

[5] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 119.13, pag. 142: Dirizza il mio cammin, fammi possente / di divenir ancor dal destro lato / del tuo Figliuol, fra la beata gente.

1.1 Fig. Giungere ad un det. esito (stato, condizione, situazione; in partic. al termine di un mutamento, spec. graduale).

[1] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1656, pag. 80: La grand soperbia qe tu porte / Porai cognoser a la morte [[...]] Tu avrai lo to aver lassao / A tal qe no te n'avrà grao. / Li toi t'à tuti delenquir / Et a nïent ài devegnir.

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 36.14: Et nota che distrutti sono coloro che soleano essere in alto stato et in ricchezza e poi divennero in tanta miseria che vanno mendicando.

[3] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 2138, pag. 68: Quel homo sí è mato ke tropo s'asegura / In avere grande richeçe e stare in aventura / Ke i' ó veçuo ventura e grande rikeça / Ki én devenue a grande baseça...

[4] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 8, pag. 206.16: E fòro tali savi che [[...]] pósaro che quando lo planeta era sotto terra significava la morte, e quando venea de sotto terra e salia sù ed era sopra terra significava la vita, e devenire da la morte a la vita; e 'n quello mezzo dea èssare magiure operazione.

[5] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 5, pag. 68.3: Se la creatura non vuole obbedire al creatore sopra tutte le cose, ella non vuole essere creatura, ma vuole essere creatore, la qual cosa non può essere: unde non è creatura, né creatore. Addunque sarebbe nulla et diverrebbe ad nulla.

[6] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 1820, pag. 97: Mo d'una cossa, signor nostro, / Se mara-veiemo del senno vostro, / Como as possudo soferire / A tal baseça devegnire / A dir che vu guardè l'altrú blave, / Formenti, vingne, sorgi e fave, / Vuy, che ieri flor e desederio / De Roma e de tuto lo inperio.

[7] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 99, par. 1, vol. 2, pag. 152.8: Quignunque corromperà vergene, overo femmena religiosa carnalmente conoscierà contra sua volontà, del monesterio overo deglie parente, sia punito en doiecento libre de denare. E de quiste cose concordia fare non se possa: salvo se culuie el quale currumperà non averà moglie e la corrupta marito non averà, ke possa a pace devenire en concordia sença pena.

[8] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 164, pag. 26: E la cità dapresso, ch'è Novara, / partita ha tenuta mala via, / per que devenne ala sorte amara.

[9] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De eodem, vol. 1, pag. 175.25: l'atra partia si è che ella fa l'omo a veraxe p(er)fectiò devenir...

[10] f Zanobi da Strada, Moralia S. Greg. volg., a. 1361: Gli amici, i quali erano venuti per consolare, lo cominciarono a riprendere: e divenendo in parole di contenzione, perdono la cagione della pietà, per la quale essi erano venuti. || GDLI s.v. divenire.

[11] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 161.3: Et da poi ad questo lo dicto Nabucodonosor per le soe peccata devenne in grande pazia...

- Divenire di male in peggio.

[12] Andrea da Grosseto (ed. Segre-Marti), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 1, pag. 205.14: voglio a te, figliolo mio Iovanni [[...]] mostrarti alcuna dottrina e ammaiestramento, per lo quale [[...]] tu li [[scil. agli uomini]] possi dare consiglio e acconsolamento [[...]] acciò che non possano di male in peggio divenire.

- [Senza l'esplicitazione della nuova condizione del sogg.].

[13] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 14, pag. 179.3: O reina dele cità, corte de dirictura, scola di sapiensia, specchio de vita e forma di costumi, li cui figliuoli erano regi regniando inn ogni terra o erano sovra degli altri, che devenutase' ?

[14] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 569, pag. 584.30: E quando ella ebbe tutto ciò fatto, sì come la storia ne racontia, nullo non seppe poi che la dama divenne né che se ne fusse...

1.1.1 Giungere ad accogliere (una risoluzione, un comportamento o un'opinione det.) al termine di un dibattimento o di un progressivo mutamento di posizione.

[1] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 452.26: E fatto fine al suo parlare, molti di loro dicono di no, ma e più approvano di sì; ma nella fine esaminato el consiglio, a questo divennero, che vegnente la notte e coricato il lume della luna si debia andare con armata mano nel tempio, e ciò che possano mettano in preda.

1.1.2 Giungere ad uno stato lontano da quello iniziale, in conseguenza di un radicale mutamento (e specif. di un peggioramento).

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 22 parr. 1-8, pag. 88.15: Vedi questi che non pare esso, tal è divenuto!».

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 51.49, pag. 204: «Aguardace, Segnore, co sim morte e abbattute! / Oi lasse a noi dolente, a che sim devenute! / Peio simo tenute che vizia reprobata».

1.2 [Dir.] Divenire a, in qno; fras. Divenire alle mani di, in mano di qno: passare sotto il possesso di qno.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 188.21: Poi che lla forza del comune è divenuta alle mani della minuta gente et in podere del populo grasso, noi nobili, noi potenti a cui si convengono li onori, siemo divenuti vile populo sanza onore e sanza grazia e sanza autoritade».

[2] Doc. venez., 1309, pag. 62.3: et s'elo avegnisse che anenti lo te(n)po de questi anni dexe che se (con)ten de suso che avesse algun figlo o figla sì marenal co' natural che tuto questo che ò ordenato debia devegnir in essi, in li dicti fiioli e figle...

[3] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 79 rubr., vol. 1, pag. 96.27: Che le pecunie et cose tutte del comune di Siena et che si ricolgono per lo comune, devengano a le mani del camarlèngo et IIIJ.

[4] Stat. fior., 1310/13, cap. 59, pag. 47.18: statuto, ordinato e fermato è che neuno de la detta arte e compagnia ardischa o presumma ne la sua bottega tenere oltra due staia a misurare biado, sotto pena di s. XX di pic. a ciascheuno che contro facesse [tor]re con effetto, e lo staio divengha nel comune di questa arte e [com]pagnia...

[5] Doc. venez., 1314 (2), pag. 119.12: E s'el avinise che sto mio frar o nevo algun d'esi morise sença rede sì mascolo cho' femena, devegna sti inprestidi a quelo ch'avese rede per la forma e condicion dita de su...

[6] Stat. pis., 1321, cap. 115, pag. 291.16: li consuli [[...]] siano tenuti et debiano tucte quantità di denari per la dicta cagione apo li Mercatanti in deposito stanti, divenire fare in mano d' uno buono et leale homo mercatante...

[7] Stat. sang., 1334, 30, pag. 109.3: possa lo detto consolo comandare infino in cinque soldi per ciaschuna volta [[...]], e li detti denari fare divenire a lo camarlingho de la detta arte...

[8] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 51, par. 12, vol. 1, pag. 212.3: Ma i leprose e le leprose êllo suo entramento deggano ei suoie biene mectere êllo dicto spedale e i biene d'esse leprose êllo spedale predicto devengano, se no soprestassero de luie figluogle maschie overo fenmene...

[9] Stat. collig., 1345, cap. 5, pag. 8.18: E se el decto rectore nele predecte cose negligente fusse, sia condempnato per lo sequente rectore in s. x di den., la qual pena all'università dela decta arte divengna.

[10] Doc. pist., 1353 (2), 94, pag. 26.6: Lassò rede Ceccho suo filluolo, ma se muore senza filluoli si diviene al Ceppo.

[11] Doc. ver., 1355, pag. 316.24: passà i diti ultimi cinquo agni, che ogni raxo(n) de exaction de q(ue)lla casa che aveso el dito Francesco p(er) vigoro de q(ue)sta ca(r)ta de restitucion e p(er) ogna altra raxon o caxon liberam(en)tre devegna e devegnir debia al dito Zuano Agresto o a soy herexi.

[12] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 32, pag. 277.7: per certo li fo decto che Dyomedes suo marito l'avia facto occidere, perché l'altro meczo de lo ryamo devenessead Egea soa mollere e che ipso fosse signore in tucto.

2 Arrivare ad essere (in un modo det.) al termine di un processo di trasformazione (che comporta una sensibile modifica dell'aspetto o della sostanza iniziale).

[1] Doc. cors., XII, pag. 122.31: venit Arrigo, virus de d(om)na Amaltruda dele Plaze, ad S(an)c(t)o Gavino, (et) divenneno cu(m)versi de S(an)c(t)o Gavino.

[2] Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.), 87, pag. 21: Anni .xvij. complutu, / ballamente foe crescutu: / multu è ssapiu devenutu.

[3] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 420, pag. 576: Non è hom lievementre, s' en grand riqeçe no regna, / s'el vol far sempre spendio, qe pover no devegna.

[4] Tomaso di Sasso (ed. Contini), XIII pm. (tosc.), canz..15, pag. 91: Amore sento tanto, / donna, ch'i' altro [...] non faccio: / so' divenuto paccio - troppo amando.

[5] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), son. 7.4, vol. 1, pag. 272: [De] dentro da la nieve esce lo foco, / adimorando ne la sua gialura, / e vincela lo sole a poco a poco: / divien cristallo l'aigua, tant'è dura...

[6] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 296.28: Et poi fo bono sagittatore et devenne crudele homo et sagittao sì sottilemente co la mano deritta, ke tanto non forse lo homo da longa, ke nollo occidesse.

[7] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 25.13: Et certo chi avea forza e podere sopra altri molti non averia patito divenire pare di coloro ch' elli potea segnoreggiare, se non l' avesse mosso sennata e soave parladura...

[8] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De Sathana cum Virgine, 116, pag. 32: El t'aveva creao strabel e in grand splendor, / E tu per to soperbia ne deveniss pezor.

[9] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 50: p(er)dona(n)do molte cose lo potente diviene pió potente».

[10] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 15, pag. 178.29: se' garzoni bevono vino nel tempo ch'ellino suggono, essi sono disposti da dovenire malati molto leggiermente.

[11] Stat. sen., 1298, dist. 8, cap. 72 rubr., pag. 300.8: Che qualunque diverrà maestro, non possa usare le gualchiere nè le piscine nè l'altre cose del Comune dell'Arte, se prima non paga X libre.

[12] Caducità , XIII (ver.), 211, pag. 662: No sai [tu] ço, ke l'arco se desera, / al cor te fer e çetate per terra, / negro devei e l'ocli se t'enserra?

[13] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 9.98, pag. 516: siccomo l' acqua ke turbore sente / e nne la rena sclara mantenente, / devèn pulita.

[14] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 12.26, pag. 125: Anti che diga soa istoria / ve vojo dar in memoria / como ela, chi era pagana, / devegne santa crestiana.

[15] Lett. pist., 1320-22, 15, pag. 62.6: Parmi che tuo t'abie a gittare alli piedi de' Rre e pregarllo [[...]] che li piaccia di farti questa graza, a ciò che tuo e li tuoi fratelli per questo veschovado divenitte grandi uomini.

[16] Manfredino, a. 1328 (perug.), 2.6.5, pag. 171: la colorita faccia devien scialba / leggendo il sozzo parlar do' ti colche...

[17] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 8, pag. 36.36: Quî gran richi homi [[...]] mandan tanto al ventre e tanto lo destendan ch'el deven sì duro chomo pelle d'asin tiraa su le nachare o texa sul tanborno...

[18] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De eodem, vol. 1, pag. 172.10: senza drita inte(n)ciom e chiara limoxina devèm peccao e vertue vicio.

[19] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 11.5, pag. 556: voi sollevaste el viso alquanto sù, / mirando me coi vostr' occhie sdegnose; / onde devenner glie mei vergognose, / chinando el guardo loro a terra giù...

[20] Lett. napol., 1356, 6, pag. 130.17: p(er) quillo modu che tte parerà p(ro)cura de a cciò p(ro)vedere, declarandote (et) avvisandote exp(re)ssame(n)te [[...]] che sempre toa p(erson)a p(re)s(er)vi da ognie obligat(i)o(n)e p(er) che de(v)venesse no(n) libera.

[21] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di la guardia..., pag. 572.1: E si esti troppu magru, pir la sua magrizza li soi forci diveninu minu et esti laidu a vidiri.

[22] Poes. an. savon., XIV, 2.31, pag. 17: Çacharia, chi dubitava / de zo che l'angero gle disse, / devegne muto e no parlava...

[23] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 1, cap. 1, pag. 76.23: in quelo logo, chi se iama Fundi, fé un monester in lo qua in breve tempo devene paire e abao de bem .cc. monexi...

- Sost.

[24] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 95.4: Il divenire subitamente pastore ne mostra la eccellenzia del suo ingegno...

- Divenire uno spirito con qno: unirsi a qno fino a confondersi con lui, identificarsi completamente.

[25] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 19, pag. 132.29: chi s' acosta a Dee devenun spirito cum seigo...

- [Con rif. all'incarnazione di Cristo:] Divenire uomo.

[26] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), ... litem vide, vol. 1, pag. 213.15: E um atro s(an)c(t)o si dixe che Deo vosse devegnir homo a zo che caschaum se rendese certo che voyreva devegnir cossì fayto.

[27] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 2, cap. 14, pag. 255.17: E se questa sincera verità non fosse valida a muovere la loro ostinata oppinione, muovere almeno li dovrebbe la vita di colui, il quale, signore del cielo e della terra, poteva a sé tutti i tesori adunare, e ellesse, uomo divenendo, di nascere e di vivere in povertade, e ancora poveramente morire.

2.1 Locuz. verb. Divenire meno: cessare di esistere.

[1] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 37.13, pag. 90: Per costei [[scil. la gola]] il veder ci divienmenno, / E lo 'ntelletto si consuma tutto, / E 'l sangue si corrompe per tal cenno.

[2] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 30, pag. 254.21: E perché i fiori divenghono tosto meno e durano poco, e così la giovanezza vien tosto meno e chascha.

[3] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 203.98, pag. 236: Così vien men<o> ciò ch'è disotto al polo / come divenne men cotal lignaggio, / che tanti re in alto levò a volo...

3 Conseguire (da qsa cui si è legati da una relazione di causa), avere origine.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 39, pag. 132.8: Rispose Melibe' e disse: sempre mi parli tu com parole piane e soave; [e] vogli[e] che io non faccia vendetta, mostrandomi periculi che ne possono divenire.

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 4, cap. 6, pag. 123.9: ei ricchi debbono credere, sì come dett'è, che 'l bene ch'elli ànno dovegna da Dio.

[3] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 219.22: In quel tempo in Bressa de Ytalia, sì chom ven dito, tre dì e tre notte sangue de cielo plové. Karlo [[...]] confessà, questo esser da ello devegnudo, imperzò che lu avea tratado conspiraxon contra so pare Lovixi...

[4] Dante, Rime, a. 1321, D. 55.7, pag. 218: alcun gioioso diven per amare, / e altri amando languisce sovente: / se ciò diven d'Amor nol so pensare, / o d'altra cosa che d'amor non sente.

[5] Doc. udin., 1354, pag. 328.19: Inprimamentre elo [[scil. matrimonio]] sì è divignudo da Dio e dala sancta mare madona sancta Maria [[...]], da li quali sì diven tuti li donoi e tul [sic] beni e tute le gratie chi noi avemo in questo mondo...

[6] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 63, pag. 179.19: questa passione è troppo familiare alli pollit(r)i, i(n) nilli q(u)ali è la m(u)lta humiditate scu(r)revole et devene da calore ligeram(en)te se dissolge...

3.1 Essere (in un modo det.) in conseguenza o per effetto di det. circostanze, risultare.

[1] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 4.27, pag. 107: Non laudo cominzar senza consiglio, / né non m'è a piacimento / dar lodo a chi commette fallisione. / Chi ciò consente cade in gran ripiglio, / e chi tace contento / di no avanzar chi sa mostrar rasone; / ca giusto ae divenir chi 'nd' ha casone: / se bon consiglio crede, va montando, / e chi follia solleva [va] bassando: / lo frutto lauda 'l flor quand'è stasione.

[2] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 257.7: Alle 100 di canovaccio alla misura di Camo fanno in Londra alle 95 1/2 a misura di canovaccio, ch'è 5 quartiere l'alla; come debb' essere a tutt'una misura, ma diviene [meno] perchè a Londra in Inghilterra fanno più larga misura che a Camo.

- Locuz. verb. Divenire alla notizia di qno: essere reso noto a qno.

[3] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. II, cap. 29, pag. 595.11: Le potestate de le comunità [[...]] recevanno reverentemente le lettere del Legato, del Rectore e di suoi judici et officiali [[...]]; e quelle facciano legere in lo loro consiglio generale, sì ch'elle devegnanno alla noticia de ciaschuno...

4 Prodursi (di un evento), accadere (anche impers.).

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 683, pag. 552: tal cre' aver amiga, q' el' à fort enemiga. / Com' a la nave devenili ch' a reu arbor se liga: / quando cre' star segura, et ela se desliga.

[2] Re Giovanni (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), [disc.].64, pag. 87: Tristan se ne godia / de lo bel viso rosato / ch'Isaotta blond' avia: / ancor che fosse pec[c]ato, / altro far non ne potia, / c'a la nave li fui dato / onde ciò li dovenia.

[3] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), son. 5.9, pag. 81: Per me lo dico, a cui è dovenuto / ch'agio perduto, per ma' ritenere, / quel ch'aquistai in picolo termìno.

[4] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 31.14: In questa parte divisa Tulio come divennero quelli due mali, cioè turbare il buono stato delle cittadi e corrompere la buona vita e costumanza delli uomini...

[5] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vita beati Alexii, 274, pag. 301: Un di k'era domenega, messa era za cantadha, / Un tal segn per Alexio devenn in quella fiadha: / Azò ke soa bontá devess ess parezadha, / Una grand vox dal ce illora fo sonadha.

[6] Stat. sen., 1298, dist. 1, cap. 74, pag. 185.19: Et questo facemo per li panni furati e per molte rie cose che possono divenire.

[7] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 17, pag. 56.4: Ma spessa fiata devene ke li segnori ènno ingannati de la voce inganevole del soi devoti.

[8] Gualpertino da Coderta, XIV in. (trevis.), 2.13, pag. 340: Deh or vi repensate ben ancora; / né no devegna, per vostro difetto, / ch'indarno vada l'amor che mi acora!

[9] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 89.13, pag. 423: Che var tanto aver lezuo / e non aver bontae crexuo? / A noi devém como a quelui / chi in jardin è sta' d'atrui, / e d'asai pome à preso odor, / ma no à manjao d'alcum de lor.

[10] Stat. sang., 1334, 30, pag. 111.9: E se divenisse che none si potesseno raunare tutti e soprascritti consiglieri, vaglia se vi sono le due parti di loro...

[11] Doc. orviet., 1334, docum. 28 luglio, pag. 175.1: Ancho che, se devinesse che i detti signori da Morrano fussaro citati a Orvieto per facto di comuno o di spetiali persone, che essi signori possano e a lloro sia licito di comparire secondo che debono per li pacti antichi.

[12] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 33, pag. 161.20: al dì d'ancò nu del povol d'Ysrael semo pù abassai e pù aterrai cha tuti gli altri homi chi sian su la terra, e çò n'è devegnuo per le peccae nostre.

[13] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 5.10, pag. 667: io m'ho posto in cor de ciò far cusa, / se caso deverrà che per te mòra, / come talvolt'a chi offende s'usa.

[14] Doc. udin., 1354, pag. 328.27: ve digo e prego chi se 'l fosi nisuna persona a qua od altro che savese per nisun modo over causone d'enzegno, da rasone over di fato o per parentade o per impromisione che alguni de lor avese impromitudo a nisuna altra persona: per le qual chose lu matrimonio non podese divignir, che lo debia dir a qui et in presente di caschun omo...

[15] Lucidario ver., XIV, I, pag. 93.9: E li ocli de quelo capo sì è li propheti, ché provedéno [per] lo Spirito Sancto quele conse ch'era a devenire...

[16] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 171.21: Allora lo tribuno era resvigliato, favellao e disse: «Mode io me sonnava che uno frate bianco veniva a mine e diceva: 'Tuolli la toa rocca de Respampano. Ecco che te· lla renno'. E dicenno questo in questo suonno me prese per la mano. Allora gridai». Questo suonno né più né meno devenne como fu.

[17] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 2, pag. 53.18: si a li loro Diey ben fo grata tanta perdenza la quale devenne per tanto pizola cosa, perché permesero tucto 'sto male, è da presumere che illi foro principio et accaysune de tucti quisti dommage...

[18] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 214.3: Et in quisto tempo devende in Francia al tempo della state, nansi lo solostitio, una grande tempestate...

[19] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 46, pag. 171.19: Le emfermetati naturali sonno dicte quelle, le q(u)ale se traganu dellu ventre della matre co le vitia, co le q(u)ali lu animale nasce, no(n) avuta de fore cason omne se faça; ma [[...]] voi dello sangue dello quale lu filgio se enforma voi devene p(er) lu vitio dellu patre voi della matre ch(e) sonno enfirmi.

[u.r. 08.03.2023; doc. parzialm. aggiorn.]