DÒCILE agg.

0.1 docile, docili.

0.2 DELI 2 s.v. docile (lat. docilem).

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.).

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.7 1 Ben disposto ad apprendere. 2 Che accetta favorevolmente i consigli di qno altro e si piega alla volontà altrui.

0.8 Rossella Gasparrini 22.06.2006.

1 Ben disposto ad apprendere.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 173.10: nella causa la quale sia oscura all' uditore a intendere noi dovemo usare quella parte de exordio la quale è appellata principio, et in quello dovemo noi sì dire che ll' uditore sia docile, cioè ch' elli intenda e ch' elli senta la natura del fatto...

[2] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), Proemio, pag. 11.31: E questa prima si divide in due parti, perché prima si pone il proemio, ove l'autore propone la materia di che dee trattare, facendo li uditori docili, benivoli et attenti, come comanda l'arte della retorica, e la invocazione delle muse...

2 Che accetta favorevolmente i consigli di qno altro e si piega alla volontà altrui.

[1] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. I, pag. 487.9: O vui, çascaduni omini, mettì le vostre menti docile qua e, o tu, puovolo, si' favorevele ale mie promissioni.

[2] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 5, vol. 2, pag. 162.32: Kista prova fu sufficienti a li homini devoti et disscipuli et docili et benivoli.