DOMARE v.

0.1 doma, domâ, domade, domado, domai, doman, domando, domándo, domandosi, domandote, domano, domar, domare, domarli, domarlo, domaro, domarono, domasse, domassero, domassono, domasti, domata, domatala, domate, domati, domato, domatola, domatolo, domava, dome, domemo, domerà , domeràe, domeray, domerebbe, domeremo, domi, domino, domo, domò, domó, domoe, domòe, domollo, domono, dumandu, dumari, dumatu, dumau.

0.2 Lat. domare (DELI 2 s.v. domare).

0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.); Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.).

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.); Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. domare il corpo 2.2; domare la lingua 2.2.

0.7 1 Rendere (un animale) mansueto o disposto ad obbedire all'uomo. 1.1 Rendere malleabile (un oggetto inanimato). 2 Ridurre sotto il proprio dominio (esseri umani, comunità, popoli, paesi). 2.1 Domare le tempeste: affrontarle con successo. 2.2 Tenere a freno, mantenere sotto il proprio dominio (un sentimento, un impulso, una facoltà, ecc.). 3 Contenere al proprio interno.

0.8 Giulio Vaccaro 27.03.2006.

1 Rendere (un animale) mansueto o disposto ad obbedire all'uomo.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 21, pag. 524: L' encantator è savio qe lo dracone doma, / e qi trovase spino qe d' ambro portase poma, / quest' è vera paravola...

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 15, pag. 57.6: Non solamente i cavalieri, ma i cavalli si convengono spesso domare con cotidiana fatica...

[3] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 42, pag. 42.9: Questa similitudine rende il detto del dicitore più approvato, e al detto del dicitore è data più piena fede: perché né l'uomo può essere di grande bontà se prima non l'usa, né 'l puledro se prima non è domato.

[4] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 1, pag. 89.9: l'omo [[...]] àe in loco de naturale arme, cioè di corna (et) di feroci denti (et) di grandi onghioni, la rat(i)o(n)e (et) lo intellecto, per lo quale doma (et) signoreggia ongne a(n)i(m)ale et da tutte se defende.

[5] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 82, pag. 93.15: Lo boe lo quale è nero et ae piccole corne, è assay meno utele che non è lo rosso, e quando è castrato allora cresce due cose, la força e le corne, avegna che non sia de tanta fereçça né con tanto animo sì chome dinanzi. Ma è domato maturo parente de lavoro, ed è di picciolo andamento e di grave.

[6] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 1, pag. 36.26: Unde in questo è assimigliato ad serpente, ché mai nullo serpente si potette domare, o notricare, che sempre non nocesse.

[7] Manfredino, a. 1328 (perug.), 2.8.11, pag. 173: Però sì t'aparecchia - ed alza il grembo / a sostener la guerra e tinte rogo, / ch'al bove, per domar, si pon lo giogo.

[8] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 3, pag. 59.2: ma kisti cavalli blanki sunu usati tirari lu carru di lu triumphu et sunu usati [purtari] per dumari pachifiki freni...

[9] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 156, pag. 292.21: Spesse fiate allu pollet(r)o, p(er) lu male eçe(n)g(na)tore, lu c. q(u)an se doma se fa vit(i)oso et restivo, la q(u)ale cosa n(on) p(er)de ligie(r)am(en)te et p(er)ciò se dice...

- Fig. [Con oggetto umano].

[10] Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.), 1.8, pag. 422: entro la malta e 'l fango gl' imprigiono, / e sien domati con diversi pesi.

1.1 Rendere malleabile (un oggetto inanimato).

[1] Libro pietre preziose, XIV in. (fior.), pag. 312.3: Et è sì durissimo questo diamante, che non si può rompere nè domare con fuoco, ma rompesi quando è scaldato col sangue del becco...

2 Ridurre sotto il proprio dominio (esseri umani, comunità, popoli, paesi).

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 185.5: Di forte fatto Tulio lodò Cesare dicendo: «Tu ài domate le genti barbare e vinte molte terre e sottoposti ricchi paesi per tua fortezza».

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 20, pag. 417.11: E ancora le parti di Gallecia più dalla lunga, che di monti e di selve ee il sito loro, e sono terminate di mare, Antistio e Firmio legati con grandi e gravi battaglie le domaro.

[3] Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.), pag. 33.12: Ora te conforta filgiolo et sta de bono core, a lo teo riame terray cotale modo: custumy de pace primamente terray, perdonaray ad li homini toy soiecti, li soperby et li aroganti per forza domeray.

[4] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Fedra, pag. 32.15: Aspramente mi doma Amore; e quanto più tardi m' ha assalita, tanto più fortemente mi doma.

[5] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 5, vol. 1, pag. 214.24: Tu domi gl'iddiei di sopra, e Giove medesmo; tu domi le deitadi del mare, e colui che regge i lumi della terra.

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 7, vol. 2, pag. 90.1: Tercia Emilia [[...]] sapendu issa que una schavulina di li soy era multu in amuri di lu so maritu, sfinsisi di non sapirlu et cuverssendillu, per tal que una fimina non acusassi di cosi dishunesti lu grandi homu Africanu qui avia dumatu lu mundu.

[7] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 2, pag. 43.25: Per cotali insidie e per l'arte del pergiuro Sinone, questa cosa è creduta, e semo presi per le malizie e costretti per le lagrime sue; noi, dico, i quali nè Ajace, nè Larisseio Achille, non diece anni domaro, non mille navi.

[8] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 97, pag. 191.4: La prima fatica d'Ercole, seguitando l'ordine di Boezio, fu a domare li centauri.

[9] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. III, pag. 529.20: Denançi fo la nova simplicitade; mo' Roma si è endorada e possiede le gran richeçe delo domado mondo.

[10] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 179.16: Missore Lucchino, lo granne tiranno de Milana, mannao una lettera, nella quale confortao lo tribuno a bene fare e allo buono stato e ammaiestravalo che cautamente sapessi domare li baroni.

2.1 Domare le tempeste: affrontarle con successo.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 35, vol. 1, pag. 254.18: nel tempo che l'armate sogliono abandonare il mare e vernare in terra, si missono da Vinegia e di Catalogna, domando le tempeste del mare, ad andare contra loro nimici i· Romania.

2.2 Tenere a freno, mantenere sotto il proprio dominio (un sentimento, un impulso, una facoltà, ecc.).

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 9, pag. 213.25: Rastringie addunque e doma l'amor tuo, comandando agli occhi e all'orecchie e all' animo in tal modo, che non diventi reo...

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 3: Du(n)qua lo tuo amore, coma(n)dando ali occhi (et) ali orecchi (et) ala lingua (et) al'a[nim]o, sì lo costri(n)ge (et) doma che elli no(n) si faccia rio (et) no(n) si co[n]verta in amistà di macto, né d'avaro, né di cupido, né di p(er)verso, né di sup(er)bio, né di passo, né di linguardo, né di te(n)cionatore, né d'adiroso...

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 88.137, pag. 356: li cinque sensi opo t'è domare, / che la morte al core ò ministrata...

[4] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 58.9: La rimembranza delle vecchie storie, e delle grandi opere, e de' buoni libri forniti di buoni esempri domano la giovanezza, e allievano, e addirizzano il coraggio dell'uomo a vigorosamente valere, e a operare opere di virtudi a ciò che l'anima di ciascuno è buona naturalmente...

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 81.18, pag. 401: far zazuni e penitencia / e viver in astinencia; / dar lemoxene e orar / e corpo e anima domar; / e fuzir vanne parole, / no segando gente fole...

[6] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 4594, pag. 170: Unde nuy te dixemo insoma, / Che 'l to voller refrena e doma, / Ch'ello no 'nde plaxe questo servixio, / Che tu ebis fato tal çudiçio...

[7] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 6, pag. 101.11: Allura la indivina, audendu li prigeri di Eneas, dumandu la rraiusa bucca et li soy feri culuri et fingitivi paroli, et tuccandu li porti grandissimi di lu albergu, li quali eranu firmati, sì si apersiru mantinenti per si midemmi...

[8] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 182.20: tanto più egli fadiga la fumosa lingua di lei, domando il fiero cuore, è atta lei disponendola a parlare.

[9] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 10.7, pag. 29: et se altra possa fu may tanto acerba / a metter sopra altruy gravosa soma, / tute san già quant'ogno orgoglio doma / al fin Cholui che a sé vendeta serba.

- Fras. Domare la lingua.

[10] Andrea da Grosseto (ed. Segre), 1268 (tosc.), L. 1, intr. rubr., pag. 139.5: Come omo debbia domarela lingua sua.

[11] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, inc.: Con ciò sia cosa che in dire et im parlare molti errino et non è alcuno che la lingua sua piename(n)te possa domare - sì come testimonia mess(er) s(an)c(t)o Iacopo lo quale disse: la natura dele bestie (et) deli serpenti et deli ucelli dala natura deli homini si doma et è domata, la sua lingua nimo può domare...

[12] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 88.1, pag. 350: Omo che pò la sua lengua domare, / granne me pare c'aia segnoria...

[13] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 14.153, pag. 158: O quanto dano a so eser fa / la lengua chi frem no à! / Tenera cossa e poco par, / ma tropo è dura da domar.

- Fras. Domare il corpo: porre un freno alle passioni.

[14] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vita beati Alexii, 81, pag. 293: Illó domava'l corpo in grang afflictïon, / Vegiand e zizunando, stagand in oration, / Illó i divin officii haveva attention.

[15] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 34, pag. 255.4: Unde lo malo calore si parte per dolore. Or questo calice dà dolore, questo calice bee colui che fa penitentia et domalo corpo suo colle discipline et coi viaggij et co l'orationi. Et quelli che àe queste cose in sé, questo cotale, non àe più queste seti però che passa via lo malo calore che dava la sete.

[16] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 3, pag. 659.29: Eziandio la vigilia è buona, ché doma il corpo non meno che 'l digiunare, e perché il soperchio dormire è cagione di molti peccati e pulluzioni e sozzure...

3 Contenere al proprio interno. || Accezione occasionalmente indotta dalla rima.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 14.103, pag. 295: Li maggior fiumi, che 'l paese doma, / è Mosa con Mosella e que' passai; / poi fui a Mes, ch'è di là una Roma. / E quivi alquanto con Solin posai.

[u.r. 07.03.2023; doc. parzialm. aggiorn.]