GUELCO s.m.

0.1 guelchi, guelcho, guelco, guellchi, quelco.

0.2 Etimo incerto: da ted. werk 'opera' (Indust. Argentiere, col. ccv e Milanesi, Voci latino-barbare, p. 704) o dal medio alto ted. wërker 'lavoratore' (Casella, Lessico). || Cfr. 0.6 N.

0.3 Stat. pis./sard., a. 1327: 1.

0.4 Att. solo in Stat. pis./sard., a. 1327.

0.6 N Si veda il coevo guercus att. negli Ordinamenta super arte fossarum, capp. LXXI, LXXVII, LXXVIIII, LXXXV.

0.7 1 [Miner.] Operaio addetto alla sorveglianza del forno di fusione.

0.8 Sara Ravani 20.06.2006.

1 [Miner.] Operaio addetto alla sorveglianza del forno di fusione. || Nell'accezione più ampia del termine, il guelco era un subappaltatore che acquistava l'esclusiva dello sfruttamento di una vena argentifera, un imprenditore che provvedeva alla produzione dell'argento, con privilegi particolari come il diritto di portare le armi; cfr. Tangheroni, La città dell'argento, p. 103.

[1] Stat. pis./sard., a. 1327, L. 2, cap. 7, pag. 96.10: Ordiniamo che nessuna p(er)sona possa né debbia portare arme offendivile o deffendivile, salvo li guelchi chi fanno colare; et intendasi che siano due guelchi p(er) forno, li quali guelchi siano exactori (e) op(er)atori del decto forno p(er)soniveleme(n)te; sì verame(n)te che alo capitano o rectori et al iudice paiano p(er)sone ydonee da portare arma, et altramente no(n) la possano portare...

[2] Stat. pis./sard., a. 1327, L. 4, cap. 65, pag. 266.2: Ordiniamo che tucti li guelchi che co(n)p(ar)ano vena o menuto d'alcuna p(er)sona, che s'elli o altra p(er)sona p(er) lui à pagato lo pregio di quella vena o menuto a colui che venduta l'avesse o ad altra p(erson)a p(er) lui, no(n) li possa ess(er)e dimandato a quello guelcho in su quella vena o minuto p(er) alcuno creditore che ragione avesse in quella vena, overo iddosso al venditore di quella vena o minuto, alcuno denaio;

[u.r. 30.07.2024]