0.1 ispietosi, ispietoso, spietosa, spietosi, spietoso, spïetoso, spietoza.
0.2 Da pietoso.
0.3 Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.): 2.
0.4 In testi tosc.: Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.); Lotto di ser Dato (ed. Ageno), XIII sm. (pis.); Lapo Gianni, XIII ex./1328 (fior.).
0.7 1 Privo di considerazione nei confronti delle sofferenze altrui. 1.1 [Nella poesia amorosa, con rif. all'insensibilità della donna amata nei confronti delle sofferenze dell'innamorato]. 1.2 Estens. [Con rif. a entità non animate]. 2 Che non rispetta principi morali e religiosi. 2.1 Contrario principi morali e religiosi.
0.8 Francesco Sestito 05.09.2006.
1 Privo di considerazione nei confronti delle sofferenze altrui.
[1] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 23.1, vol. 1, pag. 172: Ben è crudele e spïetoso / ki non si move a gran dolore / de la pena del Salvatore, / che di noi fo sì amoroso!
1.1 [Nella poesia amorosa, con rif. all'insensibilità della donna amata nei confronti delle sofferenze dell'innamorato].
[1] Lapo Gianni, XIII ex./1328 (fior.), 8.2, pag. 586: Amore, i' prego la tua nobeltate / ch'entri nel cor d'esta donna spietosa, / e lei faccia amorosa...
1.2 Estens. [Rif. a entità non animate].
[1] Lotto di ser Dato (ed. Ageno), XIII sm. (pis.), 53, pag. 87: E siàn sotto signoria sì spietoza, / che già nulla pietà di lor non vène, / fòr con' di gente d'altro intendimento...
2 Che non rispetta principi morali e religiosi.
[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 32.113, pag. 87: Non io, ma voi donqu'ai figliuoi spietosi, / procacciandoi languire infra i languenti, / ed eo li mei gaudere infra i gaudiosi!
[2] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 76, S. Barnaba, vol. 2, pag. 678.23: A la perfine non essendo così sazii ancora li giuderi ispietosi, rinchiusero l'ossa sua in uno vasello di piombo, volendole traboccare nel mare...
2.1 Contrario a principi morali e religiosi.
[1] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 29, S. Paola, vol. 1, pag. 276.18: ma, grande cosa è e strana e che così malagevole è più lasciare, così grande moltitudine di frati e di suore, la quale a potere sostenere è cosa malagevole e abbandonare sarebbe cosa spietosa.
[u.r. 30.05.2007]