CONSUETÙDINE s.f.

0.1 consuetuden, consuetudene, consüetudin, consuetudine, consuetudini, cunsuetudini.

0.2 Lat. consuetudo, consuetudinem (DELI 2 s.v. consueto).

0.3 Dante, Vita nuova, c. 1292-93: 3.

0.4 In testi tosc.: Dante, Vita nuova, c. 1292-93; Stat. sen., 1298; Stat. pis., 1304; Zucchero, Santà , 1310 (fior.); a Stat. lucch., 1376.

In testi sett.: Stat. chier., 1321 (2); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Stat. venez., 1366.

In testi mediani e merid.: Doc. ancon., 1345; Dom. Scolari (ed. Follini), 1355 (perug.); a Stat. viterb., 1384; Stat. cass., XIV; Stat. castell., XIV sm.; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.7 1 Disposizione a vivere e ad operare in modo costante. Buona consuetudine, mala consuetudine. 1.1 Comportamento abituale, istintivo, di un animale. 1.2 Usanza tipica (di un'epoca, gruppo sociale o luogo); tradizione. 1.3 Ciò che appare normale, naturale (alla vista o alla comprensione umana); comune modo di pensare o di parlare. 2 [Dir.] Legge non scritta ma osservata per lunga usanza. 2.1 Serie di norme sociali che si osservano regolarmente in condizioni di obbligatorietà. 3 Rapporto abituale che genera familiarità, intimità; pratica abituale (di qsa), esperienza.

0.8 Rossella Mosti 27.09.2006.

1 Disposizione a vivere e ad operare in modo costante. Buona consuetudine, mala consuetudine.

[1] Stat. pis., 1304, cap. 12, pag. 662.25: Salvo che li consuli, e catuno di loro, possano cognoscere, intra quelli dell'arte tanto, somariamente et extra ordine, e secondo buona consuetudine, a soldi X denari in giò tanto, die feriati e non feriati, et tempore intradicto non obstante.

[2] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 8, pag. 202.4: Veramente questa differenza è intra le passioni connaturali e le consuetudinarie: che le consuetudinarie per buona consuetudine del tutto vanno via, però che lo principio loro, cioè la mala consuetudine, per lo suo contrario si corrompe...

[3] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 2, cap. 265, vol. 1, pag. 502.21: Anco, statuto et ordinato è, che conciò sia cosa che la ragione, la quale si rende per li consoli de la Mercantia si renda et si faccia più per buono uso et buona consuetudine, che per vigore di ragione et di lege, imperciò che l'uso de la Mercantia richiere più fede che grande solennità di ragione...

1.1 Comportamento abituale, istintivo, di un animale.

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), [Pt. 4. Fisonomia], pag. 181.16: e non troverete quasi alquna consuetudine nocievole nè costume, in alquno animale, che tue nol truovi nell'uomo...

[2] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 17, pag. 146.12: XVII. Ca consuetudene è secundo la natura et secundo la custuma(n)ça, la quale da lu nascime(n)to aduce l'animale generarese et vive...

1.2 Usanza tipica (di un'epoca, gruppo sociale o luogo); tradizione.

[1] Stat. sen., 1298, dist. 1, cap. 70, pag. 183.5: e ciascheduno sia tenuto, di servire e mantenere, intra loro e ne la decta Arte, tucte e ciascheune antiche consuetudini et usanze de la decta Arte...

[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 4, 55-63, pag. 96, col. 2.9: Questo principio. Et aduxe cotal prova l'Autore, çoè la consuetudine degli antisi, li quai consideravano la complessione dell'omo...

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 70.17: Ma in chò adimustra que eciandeu in li pizzuli cosi se divinu servari li consuetudini antiqui.

[4] Doc. ancon., 1345, pag. 234.4: ac recercava alcuna fiata per essi officiali d'Ancona da essi conducenti et arivanti sue mercantie discarcare et vendere secundo la loro consuetudene allegate, ai quali i fideli de la Segnoria de Venegia affirmavano sè exenti ac liberi per nigiuno modo a le predicte cose tenuti siano...

[5] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 27, pag. 126.1: Ancora eu, conti Rugeri, conchessi, cum mia mugleri et mei figloli, a lu abati di quistu monasteriu et a li soy subcessuri tutti li iudichii terreni in tutta la terra, li quali solianu apartiniri a li regi et a li principi terreni, et tutti li consuetudini terreni li conchessi a lu abati et a li soy subcessuri in tutta la terra et in li porti di lu mari et in lu litu di lu mari.

[6] Stat. venez., 1366, cap. 80, pag. 36.35: Ancora, si è stado e xé consuetudene de sta camera, quando ven a pagar lo ficto dele staçon e deli loghi, ch'el se de' cridar bandi III, li qual bandi de' esser cridadi in cavo de dì VIII per bando.

[7] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, 3, pag. 43.27: E i giovani, li quali la consuetudine dello anello sapevano, sì come vaghi ciascuno d'essere il più onorato tra' suoi, ciascun per sé, come meglio sapeva, pregava il padre, il quale era già vecchio, che quando a morte venisse a lui quello anello lasciasse.

[8] a Stat. lucch., 1376, L. 1, cap. 40, pag. 68.23: Statuimo et ordiniamo che 'l magior consolo et li altri consoli della corte siano tenuti et debiano con ogni debita sollicitudine adtendere et procurare et fare che in nelle dicte case et ciascuna di quelle la guardia et governo delle quali specta et pertiene al collegio delli mercadanti, segondo la forma del privilegio al dicto collegio conceduto per la buona memoria di frate Guiglelmo, per la Dio gratia vescovo di Lucha, et segondo la antica consuetudine, sia et essere debia perpetualmente rectore.

[9] a Stat. viterb., 1384, cap. 73 ter, pag. 199.26: la dì della festa di Omniasanti; et etiamdio ogne altra festa la quale è stata consuetudine per lo tempo passato per li giurati della decta arte di riguardare.

[10] Stat. cass., XIV, pag. 134.4: Si alcuno monacho peregrino venerà de lontana pagese, et sy volerà habitare i(n)nellu monastero p(ro) hospito, (et) hè contento de la usancza voy de la consuetudine de lu loco la quale troarà [[...]] sia reciputo quanto tempo esso desiderarà.

[11] Stat. castell., XIV sm., pag. 139.8: Questi sono li 'nfrascritti capitoli e li ordenamenti e le costitutioni dela fratenita dela desciplina de (Santa) Katerina dela cità de Castello [[...]] seco(n)do el muodo e lla co(n)suetudine dela citade nostra, amen.

1.3 Ciò che appare normale, naturale (alla vista o alla comprensione umana); comune modo di pensare o di parlare.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 16, pag. 366.9: Dico adunque che, se volemo riguardo avere alla comune consuetudine di parlare, per questo vocabulo 'nobilitade' s'intende 'perfezione di propia natura in ciascuna cosa'.

[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 23, 40-54, pag. 514, col. 1.11: e cussí la 'mente' dell'A. inluminada da quelle anime sante, insí fora del so naturale cognoscemento, e divenne possente a soferire quella vista, che excede l'umana consuetudene.

[3] Dom. Scolari (ed. Follini), 1355 (perug.), par. 110.40, pag. 10: Intro le selve guardano e avisano / Stando ciascuno avisati e atenti: / Trovaron femene in gran moltitudine / Tutte fuor della umana consuetudine. / La barba grande fino a le mamelle / Avea ciascuna che passava el petto, / E una veste de pelosa pelle.

2 [Dir.] Legge non scritta ma osservata per lunga usanza.

[1] Stat. chier., 1321 (2), pag. 347.6: O iureray al seint Dee wangere de reçer e de mantenir a bonna fay e sença engan ny dol le cosse, le persone e le rassoign de la compagnia, de tuta vostra possença e força iuxta capitor e gly statut de la ditta compagnia, e manchant capitor o sea statut second le bonne ussance aprovay, e capitor o sea consuetuden mancant second le lay romanne tant.

[2] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, proemio, pag. 115.5: consuetudine è ragione ordinata di costumi, la quale per legge si prende quando la legge manca.

2.1 Serie di norme sociali che si osservano regolarmente in condizioni di obbligatorietà.

[1] Stat. cass., XIV, pag. 114.34: «Fratres autem» etc. S(et) li fratri seguany la co(n)suetudine de lu ieiuniu.

3 Rapporto abituale che genera familiarità, intimità; pratica abituale (di qsa), esperienza.

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 12 parr. 1-9, pag. 44.6: [par. 7] Onde con ciò sia cosa che veracemente sia conosciuto per lei alquanto lo tuo secreto per lunga consuetudine, voglio che tu dichi certe parole per rima, ne le quali tu comprendi la forza che io tegno sopra te per lei...

[2] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 13, pag. 58.3: Per che, se l'amistà s'acresce per la consuetudine, sì come sensibilemente appare, manifesto è che essa in me massimamente è cresciuta, che sono con esso volgare tutto mio tempo usato.

[3] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 279.19: Infino che l'amore era nuovo, accolse forze per consuetudine; se tue il nutricherai bene, egli sarae fermo nel tempo.

[4] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 39, pag. 260.32: e sì ancora che per la consuetudine di dodici anni l'Alpi aperte divenute, a camminare erano le vie divenute più miti più agevoli...

[u.r. 19.11.2020]