FARNÈTICO agg./s.m.

0.1 farnetica, farnetichi, farnetici, farnetico, fernetico.

0.2 DELI 2 s.v. farnetico (lat. phreneticus).

0.3 a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.): 1.2; Dante, Vita nuova, c. 1292-93: 1.

0.4 In testi tosc.: a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.); Dante, Vita nuova, c. 1292-93; <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>; S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.).

In testi mediani e merid.: Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.).

0.5 Locuz. e fras. avere il farnetico 2.1.

0.7 1 In stato di delirio mentale. 1.1 [Vet.] [Di un animale:] affetto da una malattia neurologica. 1.2 [Med.] Sost. [Anche generic.]. 2 [Med.] Sost. Lo stato ed il risultato del farneticare, generalmente come conseguenza di una malattia o di una condizione di follia; vaneggiamento, delirio. 2.1 [Med.] Locuz. verb. Avere il farnetico: farneticare. 2.2 [Vet.] Malattia neurologica che colpisce gli animali domestici. 2.3 Estens. Discorso inutile e delirante. 2.4 Smania destinata al fallimento (per lo scarto che distanzia la realtà dall'immaginazione).

0.8 Mariafrancesca Giuliani 08.09.2006.

1 In stato di delirio mentale.

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 23 parr. 1-16, pag. 95.6: mi giunse uno sì forte smarrimento, che chiusi li occhi e cominciai a travagliare sì come farnetica persona ed a imaginare...

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 15, pag. 29.31: se tu intendi a filosofia, bene sta, perocch'ella è la santade verace. Sanz'essa l'animo è infermo, e il corpo, benché sia forte, e atante, non sarà altrimenti, che 'l corpo d'un pazzo farnetico.

[3] Jacopo Passavanti, Tratt. scienza, c. 1355 (fior.), pag. 313.18: essere ismemorato e abbarbagliato e sciemonito, e non trovare luogo nè dì nè notte; e' suoi reggimenti e parole saranno come di persona farnetica o ebra.

[4] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 137, S. Giustina, vol. 3, pag. 1200.8: e infiammerò ardentemente in amore l'animo suo, e rispargerò tutto il corpo suo di forte ardore, e farolla diventare farnetica...

1.1 [Vet.] [Di un animale:] affetto da una malattia neurologica.

[1] f Dini, Mascalcia, 1352-59: Quando il velenoso sangue per corruzione avrà cominciato a magagnare in mezzo del cervello, subito l'animale diventa farnetico, e fa questo segnali: salta subito e vuole fuggire con furia... || TB s.v. farnètico.

1.2 [Med.] Sost. [Anche generic.].

[1] a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.), 3, pag. 5.26: Dassi propiamente contra ongne viçio di petto per frigiditade [[...]] o a distemperamento di pleuretici e al male del fianco ed a' farnetichi ed alla stranguria optimamente medica?

[2] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 14, pag. 641.16: La letizia delle cose temporali e corporali e de' diletti è simile a coloro che si vanno ad impiccare o ad ardere o ad attanagliare o a tagliare il capo o altro membro con suono di tromba, ovvero di stormenti; è simile alla letizia de' farnetici che ridendo muoiono.

[3] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 10, pag. 80.9: e massimamente essendo oggi gl'infermi sì ritrosi, che non ricevono i rimedi; ma come farnetici si reputano sani, e mordono il medico, e fuggono le medicine.

[4] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 19.18: Onde dice Aristotile: se 'l vecchio avesse l'occhio del giovane, vedrebbe come giovane; e 'l farnetico darebbe consiglo come sano, se non fosse il cerebro suo apostemato.

[5] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 107, vol. 2, pag. 449.3: Adivenne nel Frioli e in Ungheria che lla moria cominciata inn enfiatura tornò in uscimento di sangue, e poi si convertì in febre, e molti febricosi farnetici, ballando e cantando morivano.

[6] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1363/68?] 23, pag. 345.19: Questi farnetici e savi non savi sono quelli che vi dispregiano, cavalieri di Cristo, e la vostra vita riputano pazia perché vi vegiono avere in odio tutte quelle cose che il mondo ama.

[7] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 148.28: ch'io son mostrato a dito - per fernetico, / per patarino e retico - e zudio...

2 [Med.] Sost. Lo stato ed il risultato del farneticare, generalmente come conseguenza di una malattia o di una condizione di follia; vaneggiamento, delirio.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 56, pag. 287.21: Onde noi troviamo ne l'omo opere che vengono da principio naturale, ma non di volontà, come quando l'uomo sogna o nel farnetico e certi altri, li quali, perché non sono di volontà, non sono imputati a peccato.

[2] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 143.19: ebbe una grandissima febbre continua, che gli durò più d'otto dì, con grandissimo farnetico.

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX, 6, pag. 616.24: Pinuccio, avendo raccolto ciò che detto s'era, cominciò a guisa d'uom che sognasse a entrare in altri farnetichi: di che l'oste faceva le maggiori risa del mondo.

2.1 [Med.] Locuz. verb. Avere il farnetico: farneticare.

[1] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 521, pag. 499.18: Anche è un'erba di due palmi, e à VII rami, e in ciascuno ramo à uno fiore biadetto, seme giallo, e gialle radici un poco forcute. Chi la bollisse con mele, e facesse di quelle inpiastro, e mettesselo sopra il capo raso di colui che à il farnetico, egli guarirebbe.

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 206, pag. 530.7: E quelli dice: - Hai tu il farnetico? - La donna risponde: - Farneticato avrai tu. -

2.2 [Vet.] Malattia neurologica che colpisce gli animali domestici.

[1] f Dini, Mascalcia, 1352-59: Della cura di questa malattia, cioè oppiato, farnetico...|| TB s.v. farnètico.

2.3 Estens. Discorso inutile e delirante.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 89, terz. 68, vol. 4, pag. 162: Ma per lo meglio, usciam di tal farnetico, / che volendo altro dirne, non saprei, / e ritorniam dov' io sento il solletico.

2.4 Smania destinata al fallimento (per lo scarto che distanzia la realtà dall'immaginazione).

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 3, pag. 518.9: Disse Bruno: «Ben che fa poco! a me par egli esser certo che egli è ora a casa a desinare e noi ha lasciati nel farnetico d'andar cercando le pietre nere giù per lo Mugnone.»

[2] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 143, pag. 326.19: non potendo compire le sue disordinate volontá, torna a se medesimo con compunzione di cuore e stimolo di coscienzia, e con esse gitta a terra il farnetico suo. El quale drittamente si può chiamare «farnetico», ché, credendosi ponere l'affetto suo in alcuna cosa, quando viene a vedere, non era cavelle.

[u.r. 10.06.2010]