DOMÀNDITA s.f.

0.1 dimandita, dimàndito.

0.2 Da domandare.

0.3 Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362.

0.5 Anche s.m. (dimandito).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Domanda (volta a sapere qsa). 2 Richiesta (volta ad ottenere qsa).

0.8 Paola Picecchi 18.09.2006.

1 Domanda (volta a sapere qsa).

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 40, pag. 210.6: di': 'Come sostiene Idio il cotale peccatore?', overo: 'Come non vendica imantenente?', questo è folle dimàndito. Déi questo sapere, che tutto 'l sostiene per un grande bene e maggiore...

2 Richiesta (volta ad ottenere qsa).

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 34, pag. 174.10: uno e non l'altro, conviene ch'abbi tutto o non nulla; e peṛ questo dimàndito fu somma stolt́a per molte ragioni.

[2] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 58.4: E miser Salinbene lo' rispose a la dimandita loro de ronpare delle mura da tre luoghi e del darci tenpo tre d́...

[3] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 70.26: l'utilità la quale aveva a seghuire per la benedizione e riconciliazione fatta per la dimandita sua.