SPIACERE (1) v.

0.1 ispiaccendo, ispiaccia, ispiacciono, ispiace, ispiacendo, ispiacere, ispiacessimo, ispiacque, schiacesse, spiaça, spiacci, spiaccia, spiacciano, spiaccio, spiacciono, spiace, spiacea, spiacegli, spiaceglie, spiacendo, spiaceno, spiacente, spiacenti, spiacer, spiacerà , spiacere, spiaceremo, spiacerli, spiacesse, spiaceva, spiacevan, spiaci, spiacia, spiacie, spiaciesse, spiaciuta, spiaciute, spiaciuto, spiacque, spiacquer, spiacquero, spiacqui, splacçi, splaçe, splacere, splaqua, splaser, splasere.

0.2 Da piacere.

0.3 Poes. an. ravenn., 1180/1210: 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Lett. sen., 1260; Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.); Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.); Lett. volt., 1348-53.

In testi sett.: Poes. an. ravenn., 1180/1210; Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Boccaccio, Lett. napol., 1339; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Poes. an. perug., c. 1350.

0.7 1 Provocare una qualsiasi emozione negativa in qno. 1.1 [Usato al cong. pres. in forma neg., come blanda richiesta di scuse o per sollecitare un favore]. 1.2 [In relazioni politiche:] essere disapprovato da una controparte. 1.3 [Detto di un comportamento peccaminoso:] essere disapprovato (da Dio).

0.8 Francesco Sestito 16.10.2006.

1 Provocare una qualsiasi emozione negativa in qno.

[1] Poes. an. ravenn., 1180/1210, 17, pag. 616: Fúçere firir et increvare / quel ki l'è disgrathu, surt'enore: / qui çò fa non pò splaser altrui...

[2] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 46, pag. 525: Quel qe li autri faça, de parlar o de tasere, / eu dirai tutavia, cui qe debia [s]plasere, / qé ben l'ai entenduto en li proverbi dire...

[3] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 10.14, pag. 132: E s'eo lo dico, temo molto piue / non spiaccia a voi, / a cui servir mi sforzo, donna fina...

[4] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), disc. 2.57, pag. 70: S'eo la sguardo, / 'ncendo ed ardo, / tanto temo no le spiaccia...

[5] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 4.59, pag. 909: Rug[g]ieri, ben mi piace / ki a[ve] provedenza; / la guerra molto mi spiace, / ke frutta pistolenza.

[6] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1619, pag. 232: consiglio che si moia / chi spiace per gravezza, / ché mai non si ne svezza...

[7] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 31.5, pag. 390: E l'uno contra l'altro isguarda e spiace / lo suo essere e stato e condizione...

[8] Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.), 3.5, pag. 424: la nieve metta sempre e si disfaccia; / e quel che piace a l'uno, a l'altro spiaccia...

[9] Boccaccio, Lett. napol., 1339, pag. 183.13: non bòlsera inde l'abbenisse arcuna cuosa ca schiacesse ad isso, néd a mene mediemo.

[10] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 32.8, pag. 577: e come è 'l can, che ne la paglia giace, / che per sé non la vol, né vol giamaie / ch' altre ne tocche e, s' alcun ve se faie, / mostrali ei dente con sòn che li spiace...

[11] Poes. an. perug., c. 1350, 431, pag. 27: Colui ch'è lento mai non trova tenpo / e perder tenpo a chi più sa più spiace...

1.1 [Usato al cong. pres. in forma neg., come blanda richiesta di scuse o per sollecitare un favore].

[1] Lett. sen., 1260, pag. 267.18: P(er)ciò no ti spiacia p(er)ché noi vendiano p(ro)ve., che noi amamo meglio di stare in devito in Francia che noi non amamo di starene chagiuso in devito nè di vendare isterlino...

[2] Terino da Castelfior., XIII sm. (tosc.), canz. 2.13, pag. 141: Dunqua, se ne contasse, / madonna, no' vi spiaccia: / megli'è che 'l don si lodi, che si taccia.

[3] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 5, ott. 88.4, pag. 410: Deh, non vi spiaccia, ditemi oramai / come Cupido con lo stral dell'oro / amendun vi ferì di pari guai...

1.2 [In relazioni politiche:] essere disapprovato da una controparte.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 60, vol. 1, pag. 509.18: l'ambasciadore [[...]] dispuose al papa e al re Carlo la risposta del re di Raona, la quale ispiacque assai a papa Martino.

[2] Lett. volt., 1348-53, pag. 182.29: Tengane Francesschino quello modo che crede che meglio li mecta, però che non crediamo di spiacere ala comunità di Pisa pe· riceptarci constoro...

[3] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 787, pag. 315.9: uno Priore, che volesse mettersi a partito, potea sanare Firenze, considerato che più erano quelli che in uficio si poteano trovare, a cui spiacea, che quelli a cui piacea.

1.3 [Detto di un comportamento peccaminoso:] essere disapprovato (da Dio).

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 45: Guerra, qua(n)tu(n)qua tu puoi, dèi schifare [[...]]. La prima ragione si è che bactaglie spiaceno a Dio.

[2] Poes. an. urbin., XIII, 28.5, pag. 602: Per campar de' rëi lacçi, / pensate, nanti ke facçi, / que ffarai k'a Deo no splacçi...

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 15.36, pag. 54: Quisto sì è Iesù Cristo, lo figliolo de Dio: / vedenno el volto tristo, spiaceglie 'l fatto mio.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 11.26, vol. 1, pag. 178: Ma perché frode è de l'uom proprio male, / più spiace a Dio; e però stan di sotto / li frodolenti, e più dolor li assale.

[u.r. 03.06.2022; doc. parzialm. aggiorn.]