INGORDO agg./s.m.

1 Eccessivamente bramoso o avido, soprattutto di cibo (anche fig.).

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 22 (83), pag. 246.6: Tu sai bene che noi conosemo le tue opere e le tue i(n)iquità sono a noi maniffeste, che tu se' fello e latro, ruffiano, putanero, glotto, lopo i(n)gordo, leccatore...

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 3.11, pag. 9: «Sozo, malvascio corpo, lussurioso, engordo, / ad onne mia salute sempre te trovo sordo!

[3] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 11.4581, pag. 393: O buon Apollo, fa' miei sensi ingordi / E toglimi lo ben dell'intelletto / Anzi ch'io parli a questi uomini sordi.

[4] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, 12.58, pag. 131: Vinte son l'ombre di tal suono ingorde; / E Radamanto con la faccia fiera / Dice alla schiera delle facce lorde: / Rendiam la moglie a sì dolce preghiera...

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 13, pag. 59.7: né le lor done né altre femene eran constrechie d'esser tanto sollicite e ingorde de filar caveci, né ordir né texer tele...

[6] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 19, 67-87, pag. 501.35: imperò che come l'orsa è ancora più ingorda per arrecare alli orsatti suoi; così questi per avanzare alli Orsini, della casa de' quali elli era...

1.1 Fig. Smodatamente avido; che eccede la misura.

[1] Poes. an. urbin., XIII, 38.37, pag. 619: Male tanto si' ingordo, / ke tte infingni essar surdo / n'audir ki tt'ammunìo.

[2] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), D. 117.11, pag. 239: Però di tal pensiere non sia lordo / omo che del valore ha 'l cuor diserto, / ché mal suol arrivar voler 'ngordo.

[3] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 2, cap. 254, vol. 1, pag. 498.10: Con ciò sia cosa che per li giudici de' la città di Siena, a' quali le questioni de le distributioni si commettono, si facciano illicite, soperchievoli et ingorde exactioni, et tollansi tali salari che pericolosa cosa è a coloro e' quali esse fanno fare...

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 143.144, pag. 604: E de li ben che De' t'à dao / como tu l'ài regratiao, / seira e matin recognosuo, / chi naxesti e morai nuo, / se tu e' stao peigro a o[i]r / pricazion e mese dir, / ajando poca pietate / en l'atrui necesitae / de le personne famolente, / desconsejae e tremolente, / chi de demandar eran engorde, / e tu gi festi oreje sorde.

[5] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 1005, pag. 65: Tu fusti, chrudel morte, tanto ingorda / de farme del mio fiol chasa e priva, / et a mi trista te mostri sì sorda?

[6] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), 11.4, pag. 704: né mi posso scudar dai mortai colpe, / ch' Amor mi tra', per ch'io di te fui 'ngordo.

- Locuz. avv. D'ingordo: con avidità.

[7] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 3, terz. 32, vol. 1, pag. 31: O quanti, de' qua' non dice la Prosa, / poveri antichi, son poscia d'ingordo / montati per fortuna graziosa!

[8] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 64, terz. 1, vol. 3, pag. 210: Avendo que' di Fermo fatto accordo / colla Chiesa, e faccendo festa bella, / uomini, e donne danzando d'ingordo, / que' d'Osmo, a cui non piacea la novella, / per forza dentro misero l'artiglio...

2 Sost. Chi è eccessivamente goloso (anche fig.).

[1] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De lo pecato, vol. 1, pag. 109.25: e cossì no è peccao de maniar le bone viande, ma de corre abrascame(n)ti, e tute viande som bone a ly bom, e tute som ree a li ingordi.

[2] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 24, pag. 448.6: E così fu, che giunto al fiume, come gholosi e 'nghordi s'attuffarono nell'acqua e furono parecchi migliaia, a segnio che pochi sono coloro che non sieno gholosi.

[3] Esopo tosc., p. 1388, cap. 5, pag. 80.14: Avenne un altro cane intanto per sua buona ventura a passare sopra il detto ponte: truova la carne e via che se ne la porta. E così rimase lo 'ngordo scornato.

[u.r. 08.04.2008]