FAVO (1) s.m.

0.1 favi, favo, favuo, favus.

0.2 DELI 2 s.v. favo (lat. favum).

0.3 F Fiore di virtù (ed. 1740), 1305/1323 (tosc.): 1; Simintendi, a. 1333 (tosc.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Simintendi, a. 1333 (tosc.).

In testi sett.: Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

In testi sic.: Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Agglomerato di cera formato dall'insieme delle cellette costruite dalle api o dalle vespe per deporre uova, miele e polline, utilizzato anche come alimento in virtù del miele in esso contenuto. 1.1 Favo di miele (rif. in partic. al contenuto alimentare dotato anche di proprietà curative). 2 [Med.] Infezione cutanea che si manifesta in forma di tumefazione composta da pustole infiammate; specie di tigna.

0.8 Mariafrancesca Giuliani 11.01.2007.

1 Agglomerato di cera formato dall'insieme delle cellette costruite dalle api o dalle vespe per deporre uova, miele e polline, utilizzato anche come alimento in virtù del miele in esso contenuto.

[1] F Fiore di virtù (ed. 1740), 1305/1323 (tosc.), cap. 17: Certe api sono ordinate ad andare per lo fiore del mele e certe a fare i favi nelli buchi e certe ordinate a purgare... || Fiore di virtù (1740), p. 79.

[2] Rim. Am. Ovid. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), pag. 444.6: Che dirò io che i sami delle ape fuggono i fummi, che sono loro messi sotto, acciò [...] li chinati foricoli del favo?

[3] F Piero de' Crescenzi volg., XIV (fior.), L. 9, cap. 103: imperoché le vote sedie de' favi, sicome concavi edificii, le voci, le quale ricieveranno, in maggiore si levano... || Crescenzi, [p. 339].

[4] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Ct 5, vol. 6, pag. 65.12: Vieni nell'orto mio, sorore mia, sposa mia; io mescolai la mirra mia colli aromati miei; mangiai il favo mio col miele mio...

- [In contesto fig., rif. all'aspetto della Madonna].

[5] Poes. an. tosc. or., XIV, [68].91, pag. 83: O sposa gioiosa, - tu sè già sì bella / favuo et mel stillosa - sè a la favella / di lacte uberosa - dolce amorosella / tucta dolciatella - Dio ti vol pigliare.

1.1 Favo di miele (rif. in partic. al contenuto alimentare dotato anche di proprietà curative).

[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 8, vol. 2, pag. 159.20: le mele che rendieno odore negli aperti pianeri, e l'uve col colore di porpora, colte delle viti: nel mezzo fue lo bianco favodel mele...

[2] Diatessaron veneto, XIV (tosc.-ven.), pag. 165.12: E elli le apresentò una parte d'um pesso arosto e un favo de mele.

[3] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 22, pag. 34.18: prindi la mattina a diunu stomacu et mitti in bucca uno favo di meli: incontinenti li vermi nixirannu di fora.

[4] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Ecli 24, vol. 6, pag. 260.14: Lo spirito mio è più dolce che miele, e la ereditade mia sì come miele e favo di miele.

2 [Med.] Infezione cutanea che si manifesta in forma di tumefazione composta da pustole infiammate; specie di tigna.

[1] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 56, col. 1.21: lo 'nfermo apare come favo, dé' usare flobotonia nella fronte e nel braccio, e purga di ventre a V ispeçie di mirabolani...

[2] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. [35.3], pag. 45.25: çoa a le ulceracion che ven su la testa dei puti, che ven chiamà favus.

[3] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 107, pag. 113.25: meseade cum ulio roxò e sofram, resolve le apostematiom che se chiama favus.

[4] Cura degli occhi di Pietro Ispano volg., XIV (tosc.): Favo è d'umori aguti, o d'alopisia, cioè cadimento de' peli... || Zambrini, Pietro Ispano, p. 6.

[u.r. 30.10.2007]