0.1 fao mele, favi mele, favo mele; f: favomeli.
0.2 DEI s.v. faumele (lat. favus mellis).
0.3 Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.): 1.1.
0.4 In testi tosc.: Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.).
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.8 Mariafrancesca Giuliani 23.01.2007.
1 Lo stesso che favo di miele.
[1] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 22, 142-154, pag. 545.12: imperò che di favi mele e di locuste dice la Santa Scrittura che visse nel diserto s. Gioanni Batista...
[2] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 43.122, pag. 301: Alora prexentato gli fue una / parte de un pesse rosto et favo mele, / perché il magnasse...
[3] F Neminem laedi volg., XIV (tosc.): l'anima posta in sazietà fa beffe de' favomeli; dimostrando ancora esso, che il diletto non consiste nella qualità de' cibi, come abbiamo detto, ma nel vigore del disiderio... || Sorio, S. Giovanni Grisostomo, p. 44.
1.1 Metaf. Motivo di dolcezza.
[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 5: Sono da dire le paraule liete, honeste, (et) lucide, (et) preghevile co(m)poste (et) piane, co(n) volto cheto, faccia co(m)posta, (et) se(n)sa ischierne (et) grido; dele qual Salamòn dice: fao mele le paraule co(m)poste, e dolcessa d'anima, (et) sanità d'ossa.
[u.r. 20.09.2011]