DOMINARE v.

0.1 dimina, diminian, domene, domeniati, domina, dominando, dominanno, dominar, dominare, dominase, dominasse, dominate, dominati, dominato, dominava, dominavano, dominerà , domineranno, dominia, dominiare, dominò, domma.

0.2 Lat. dominare (DELI 2 s.v. dominare).

0.3 Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.): 2.

0.4 In testi tosc.: Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>.

In testi sett.: Preghiera alla Vergine, XIV in. (ver.); Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Dom. Scolari (ed. Grion), 1355 (perug.).

0.7 1 Avere il potere di comandare (su qno o qsa). 1.1 Assol. Essere superiore con potere di comandare. 2 Tenere soggetto alla propria autorità, dominio (un territorio o delle persone). 2.1 Avere sotto il proprio controllo (una certa area), esercitandovi una supremazia. 2.2 Fig. Dominare il mondo, le stelle. 2.3 Sottomettere al proprio volere, soggiogare (detto anche, in senso fig., della morte o della fortuna). 2.4 [Detto di un sentimento o di un vizio:] pervadere soggiogando, sopraffare. 3 [Con rif. all'azione dei corpi celesti:] tenere sotto il proprio influsso (uomini o cose).

0.8 Paola Picecchi 21.10.2006.

1 Avere il potere di comandare (su qno o qsa).

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 35.23, pag. 125: Più vile cosa è quello c' hai fatto: / darte 'n trasatto al monno fallente: / lo corpo per servo te fo dato atto, / ha' 'l fatto matto per te, dolente: / segnor nigliente fa servo rennare / e sé dominare en ria segnoria: / hai presa via, ca questo c' è entrato.

1.1 Assol. Essere superiore con potere di comandare.

[1] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 133.26: Et privato mannao ad Fabritium et feceli promettere infinita peccunia de auro se li tradisse Roma, ad lo quale Fabritius respuse e dixe: «Li Romani non volo auro, ma volo quelli ke dominanno e aco lo auro».

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 84.5, pag. 69: Po' fe' lo mondo dove dominase / l'omo di valore, perseverando, / et ora pare che de so comando / segnoreçe le bestie triste e lase.

[3] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 7, pag. 55.1: È, dico, primieramente il volere dominare di grande disonore a Dio, perciocchè essendo egli solo principale Signore di tutti, il volere signoreggiare nel regno suo, non richiedendolo, e avere signoria sopra i suoi figliuoli, non gli torna ad onore; conciossiacosachè a Dio solo s' appartiene di porre signori, e vicarj in suo luogo nel Mondo.

2 Tenere soggetto alla propria autorità, dominio (un territorio o delle persone).

[1] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 2.201, pag. 899: So chi 'ngannò i Saracini / e là ove falla i patarini, / com' se nudriga li assasini / e com' lo 'mperio Constantini / fu do[mi]nato...

[2] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 3785, pag. 148: «Misier,» disse quelly «bone novelle / Ve aduxemo, çoioxe e belle, / De Plaçidas lo pugnador, / Che per vuy è chavo e fator / De tuto l'inperio de Roma, / Che al so voller lo reçe e domma.

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 198, vol. 2, pag. 761.22: E tutto ciò fu fatto ad arte e simulatamente per fare la detta fortezza per meglio dominare i Bolognesi.

[4] Enrico Dandolo, Cron. Venexia, 1360-62 (venez.), pag. 266.40: In breve tempo se disposeno fra loro de redursi ad certo luogo tuti ad insieme et lì helevar un solo cavo et rector, che tuti dominase et regesse.

2.1 Avere sotto il proprio controllo (una certa area), esercitandovi una supremazia.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 84, vol. 1, pag. 540.12: E con molti cittadini e cavalieri affiati cavalcavano ciascuno per la terra; e per la loro grandezza erano signori di Sardigna, e di Corsica, e d'Elba, onde aveano grandissime rendite in propio e per lo Comune; e quasi dominavano il mare co· lloro legni e mercatantie...

2.2 Fig. Dominare il mondo, le stelle.

[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 22.31, pag. 140: Pense per astuzia lo monno dominare: / ciò ch' ordene l' un anno, l' altro el vidi guastare.

[2] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 297.8, pag. 121: Quanto potrai amar ti fo signore, / e se ben ame potrai 'mperïare, / ch' i' ti farò signor d'ogni riccore, / ché la minor ch'è 'nfra le mie donzelle / e 'l minor servo diminian le stelle, / sì ch' oltr' al cielo splende il mio valore».

[3] Dom. Scolari (ed. Grion), 1355 (perug.), II.54, pag. 342: Diedissi la raina nel suo petto / posia che Venus l'ebbe sì occupata, / e sì parlava con molto sospetto: / Io conceputo ho questa fiata / colui che de' defendere mio oggetto / e dominar lo mondo a sua giornata.

2.3 Sottomettere al proprio volere, soggiogare (detto anche, in senso fig., della morte o della fortuna).

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 18.56, pag. 69: Canzonetta mia fina, / or t'invïa presente / a la sovrana in cui pregio dimora: / quella che mi dimina / e fa·mi gir gaudente / e d'ogni reo sofrir m'ha tratto fora.

[2] Preghiera alla Vergine, XIV in. (ver.), 276, pag. 94: ancor per quel bon Jesù Cristo ensteso / e' sì te prego, Pare beneeto, / ke consa nè fantasma de rea visa / nè morto subitana nè 'nprovisa / ne posa trovar nè via nè porto / per dominar n' aver força êl me corpo...

[3] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 1, 4.6, pag. 23: Qualunque sia con l' animo composto, / Tien sotto i piedi il superbio fato, / E ragguardando con fermo proposto / L' una fortuna e l' altra, non piegato, / Ha potuto tener dritta la faccia, / Non vinto e da nessuna dominato...

- [Detto del diavolo, in senso neg.].

[4] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 7, pag. 217.21: e chiamano più acerbo Iddio lusingando e ammonendo e redimendo, che il Diavolo che perseguita, domina e uccide.

2.4 [Detto di un sentimento o di un vizio:] pervadere, sopraffare.

[1] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 8.4, pag. 222: O dolce terra aretina, / pianto m'aduce e dolore / (e ben chi non piange ha dur core, / over che mattezza el dimina)...

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 234.14: Ecco che lo spirito satisfàe per entro amendue modi, e più che si fa palese per lo vizio, che lei più al mondo [d]ominò.

3 [Con rif. all'azione dei corpi celesti:] tenere sotto il proprio influsso (uomini o cose).

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 3, cap. 3, pag. 155.32: Vediamo la casione che 'l pò fare; e li savi s'acordano tutti che li corpi de qua de sotto so' domeniati e retti da quelli de sopra, come [da] lo corpo del cielo e de la sua virtude e de la sua intelligenzia.

[u.r. 26.01.2021]