DISPREGIO s.m.

0.1 despregio, despreiu, despresio, desprexio, despriexio, desprigio, dispregi, dispregio, dispresgio, disprexio.

0.2 Da dispregiare.

0.3 Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Lett. sen., XIII u.v.

In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.);Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.); Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.).

0.5 Locuz. e fras. a dispregio 2; a dispregio di 2; avere a dispregio 1; avere dispregio 3.1.2; avere in dispregio 1, 1.2, 3, 3.1.1, 3.1.3, 3.2, 5; cadere in dispregio 1; essere in dispregio 1.3; in dispregio di 1, 2, 3.1; mettere in dispregio 3.3; per dispregio 2; porre in dispregio 1; tenere dispregio 1; venire in dispregio 1.

0.7 1 L'attribuire scarso valore a qsa o a qno (per lo più in senso morale). 1.1 Condizione di ciò a cui si attribuisce scarso valore. 1.2 [In contesti religiosi o filosofici:] l'attribuire scarso valore ai beni mondani. 1.3 Tendenza a ritenere (indebitamente, con un atto di superbia) qsa o qno inferiore a sé o indegno di sé. 2 Mancanza di rispetto (nei confronti di qsa o di qno) con atti o parole; offesa, insulto. 2.1 Mancanza di rispetto (nei confronti di entità sacre). 3 Tendenza a non tenere qsa (in partic. che potrebbe rappresentare un pericolo) in alcuna considerazione; indifferenza. 3.1 Locuz. prep. In dispregio di: non tenendo in nessuna considerazione (un punto di vista altrui). 3.2 Locuz. verb. Avere in dispregio (costruito con una subordinata): trascurare, rifiutarsi di. 3.3 Locuz. verb. Mettere in dispregio: smettere di frequentare o di utilizzare (un luogo); abbandonare. 4 Mancanza morale consistente nel non reagire sufficientemente al male. 5 Locuz. verb. Avere in dispregio: considerare con ripugnanza (una realtà fisica).

0.8 Francesco Sestito 16.11.2006.

1 L'attribuire scarso valore a qsa o a qno (per lo più in senso morale).

[1] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 2.16, pag. 182: S'abandonassi ciò c'ai[o] conquiso, / perderia lo gran pregio, / e 'l dispregio - vostro, [donna], è miso / [... -egio] / [... -egio] - sì alt'amor disciso.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 5: lo no(n) savio dima(n)do sequisce lode se optimame(n)te si proferisce, et se no(n) pulita (et) acco(n)cia si fa, (et) isco(n)venevile, dispregio (et) dirisione siquisce.

[3] Lett. sen., XIII u.v., pag. 50.12: le lode humane sì sieno spine [[...]], e 'l dispregio et biasmo de' rî huomini et peccatori riputatevelo ad grande honore.

[4] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 352, pag. 337: Chy adiudare se arres[e]cha ly nostri compangnuni / ke sse mena ad despreiu?

[5] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), Intr. cap. 2, pag. 231.32: Sallamon dixe: «A despresio et a schernie induxe sì medexemo quelo lo quale primo ch'el sapia dixe».

[6] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 140.232, pag. 582: Con persone de crojo afar / guarda ben, no t'acontar; / aver se sor de tar contanza / e desprexio e mermanza.

- Locuz. verb. Avere a, in dispregio, porre in dispregio, tenere dispregio: attribuire scarso valore a.

[7] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 1: dici che siano avu[te] in dispregio l'idole (et) tu robbi le cose sagrate...

[8] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 5.15, pag. 210: Non per ragion, ma per malvagia usanza, / sovra le donne ha preso om signoria, / ponendole 'n dispregio e 'n villania / ciò ch'a sé cortesia pon'e orranza.

[9] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 7 ott. 100.8, pag. 213: degno m'avesse Dio fatto d'averla / per donna, sì come fra voi si suona, / ch'io mi terrei in grandissimo pregio / ciò che donna Cassandra tien dispregio.

[10] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 115, S. Bernardo, vol. 3, pag. 1012.15: Adunque, se il fratello mio hae a dispregio la carne mia, non abbia a schifo il servo di Dio l'anima mia...

- Locuz. verb. Cadere, venire in dispregio (di): passare a uno stato di scarsa considerazione (da parte di qno).

[11] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 11, pag. 96.5: Serses, per la battaglia in Grecia mal fatta, venuto in dispregio de' suoi, fue in Grecia per Artabano suo prefetto ingannato e morto.

[12] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 45, pag. 63.9: Li costumi de li possenti si è questi: ke illi atende a saver et a valer plu ka li richi, perciò ka elli à paura de cazere en despresio, per la qual cosa liçeramente elli poria perder la soa segnoria e la soa possanza.

- Locuz. prep. In dispregio di: manifestando scarsa considerazione nei confronti di.

[13] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 26, pag. 462.1: E gli altri ch'ànno pecchato nel vizio della luxuria dicie l'altore che vanno chantando un'altra chanzone in dispregio di quegli lussuriosi...

1.1 Condizione di ciò a cui si attribuisce scarso valore.

[1] Off. Flagell. S. M. di Pom., a. 1329 (tosc. occ.), pag. 216.33: El venerdì s(an)c(t)o [[...]] penserai che 'l tuo dolce Signore (Iesu) (Christo) (con) tancto vituperio e dispregio per tuo amore fu crocifixo...

[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 11, pag. 49.2: Lo despresio de quel fero deveso, crudel e sença ogne humanitae, e quel giaçço da can su que el giaseva a la porta del richo con gran vregogna se ghe promettevan quî loghi de requie...

1.1.1 Estens. Atto, evento, situazione a cui si attribuisce scarso valore.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 3: colo schiernitore no(n) avere co(m)pagnia, et fugge lo stare molto al suo parlare: la sua co(m)pa(n)gnia è tuo lacciuolo et la sua uza(n)sa è tuo dispregio.

[2] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 1, pag. 3.18: Ma tuctavia despregio ènmi menore ricievere voi ala poveretta mensetta mia, da poi convitato vi siete ad essa, che rifiutarvi non credendovi pascier bene.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 19.114, vol. 3, pag. 322: Che poran dir li Perse a' vostri regi, / come vedranno quel volume aperto / nel qual si scrivon tutti suoi dispregi?

1.2 [In contesti religiosi o filosofici:] l'attribuire scarso valore ai beni mondani.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 38, cap. 2, par. 3, pag. 535.20: Chi è più eccellente che colui, il quale per ora non si muta e ha in sé dispregio di pecunia, e siccome da un'alta rocca mira in giù li disiderj degli altri uomini?

[2] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 10, 2.3, vol. 3, pag. 323: Tre altre cose ti crescon dolceça: / di salvation fermeça, / dispregio d'esta vita / temporal ch'è finita, / finir in tuo paese / tra llor da chui la tua carne discese.

[3] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 3, par. 14, comp. 43.75, pag. 125: Affliciòn de carne in quel colegio / apresso giva, e del mondo Despregio.

- Locuz. verb. Avere in dispregio.

[4] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 9, pag. 22.3: Cui mi saprestù contare con alcuno conoscimento, che [[...]] abbia in dispregio e in disdegno i beni della ventura e la gloria del mondo [[...]]?

[5] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 13, pag. 60.21: Onde egli addomandando e disaminando sè medesimo, dice, che si trovò avere in dispregio tutti li diletti del mondo...

1.2.1 Dispregio di sé.

[1] Fioretti S. Francesco, 1370/90 (tosc.), cap. 30, pag. 156.23: così rivestiti si ritornarono al luogo della Porziuncola, lodando e glorificando Iddio ch'avea dato loro grazia di vincere se medesimi per dispregio di sé...

1.3 Tendenza a ritenere (indebitamente, con un atto di superbia) qsa o qno inferiore a sé o indegno di sé.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 2: quine ù è sup(er)bia quine è co(n)tumelie, cioè schierne co(n) orgollio (et) dispregi...

[2] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 2, cap. 4, pag. 23.5: Ma quando averà assai aspettato, e sostenuto con molta pazienzia e' nostri peccati, egli farà vendetta aspra del nostro dispregio e della nostra tracotanza.

- Locuz. verb. Essere in dispregio a: essere ritenuto (indebitamente, con un atto di superbia) indegno o inferiore.

[3] Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.), cap. 5, pag. 214.28: Come al superbo è in abbominazione l'umilità, così all'uomo ricco è in dispregio il povero.

2 Mancanza di rispetto (nei confronti di qsa o di qno) con atti o parole; offesa, insulto.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 41.70, pag. 148: Non son per dirvi oltrag[g]io, / villania o dispregio, / ma fac[c]ione oratoro e sagrestia...

[2] Jacopo Alighieri, Capitolo, 1322 (fior.), 50, pag. 365: la prima violença in altrui face, / et la seconda offende pur a see, / la terça verso Dio porge dispregio, / et Soddoma et usura con essa ee.

[3] Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.), pag. 107.10: Tideo [[...]] apicà tute le arme deli morti a un gran albero e de tuti li corpi morti fexe un monte per più despriexio...

[4] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 17.21, pag. 234: E po' tuti cridavan per desprexio / «or muora, mora quel re çudeorum [[...]]».

- Locuz. prep. A, in dispregio di: mancando di rispetto a; con l'intento di arrecare un'offesa a.

[5] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 7, 37-48, pag. 211, col. 1.6: ma dixe: abbaia, quaxi a dire in disprexio de lor parlare ch'ènno sí comme cani...

[6] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 156.15: Avéno fatte papa e cardenagle de pagla [[...]] e fecergle ardere in despregio del papa e degl cardenagle.

[7] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 25, 1-15, pag. 641.32: Togli, Idio, che a te le squadro; cioè a te, et a tuo dispregio et obbrobio le fo tutte e quattro...

- Locuz. avv. A, per dispregio: mancando di rispetto; con l'intento di arrecare un'offesa.

[8] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 6, cap. 2, vol. 1, pag. 230.17: e quella città fatta, per onore del detto papa Allessandro, e perché fosse più famosa, la chiamarono Allessandra; e poi fu sopranomata de la Paglia, a dispregio, per quegli di Pavia...

[9] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 6, vol. 1, pag. 415.1: Quegli della terra per lo forte luogo, e perch'era bene fornito di genti e di tutte cose, aveano per niente la gente del re Carlo, ma per dispregio, a lloro ragazzi che menavano i cavagli a l'acqua faceano spregiare, e dire onta e villania...

2.1 Mancanza di rispetto (nei confronti di entità sacre).

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 6, cap. 28, vol. 1, pag. 745.8: Come messer Bernabò [[...]] crudelmente il fece morire a grande vituperio, non tanto per la sua persona ch'era prete sagrato, quanto per lo dispregio e iriverenzia che per lui si mostrò fatto a santa Chiesa che ll'avea mandato.

3 Tendenza a non tenere qsa (in partic. che potrebbe rappresentare un pericolo) in alcuna considerazione; indifferenza.

[1] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 19, pag. 22.7: Non è questa prudenzia ma follia, perché prudenzia è uno dispregio de pericoli e fatiche, acciò che la cosa bene e utilemente si faccia...

- Locuz. verb. Avere in dispregio: non tenere in nessuna considerazione.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 29, vol. 1, pag. 243.20: i franchi masinadieri si difendevano virtudiosamente avendo in dispregio i· riposo...

3.1 Locuz. prep. In dispregio di: non tenendo in nessuna considerazione (un punto di vista altrui).

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 1, cap. 32, pag. 41.8: Cesare teneva co lui grande amistà, et aiutavalo et difendevalo a sua possa; e ciò fece in dispregio del senato.

3.1.1 Locuz. verb. Avere in dispregio: non tenere in nessuna considerazione (un punto di vista altrui); ignorare.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 3: in deli orecchi deli macti no(n) parlare, imp(er)ò che elli arano in dispregio la doctrina del tuo parlare.

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 14, pag. 237.11: Flaminio consolo, avuto in dispregio gli aguri, che contradiciano di combattere, contra i Galli combatteo, e vinse...

3.1.2 Locuz. verb. Avere in dispregio di: ignorare colpevolmente (disposizioni aventi valore giuridico).

[1] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. II, cap. 34, pag. 603.31: E chi fesseno contra le predicte cose o averanno in despregio d'observale o in negligencia [[...]] sianno sottoposti ipso facto a la sentencia d'excomunicatione.

3.1.3 Atto di ignorare colpevolmente (comandamenti o valori religiosi).

[1] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 9, pag. 97.17: In del secondo modo tenta di promectere deitade in delle tentationi sue, tentando del dispregio del comandamento di Dio.

- Meton. [Con rif. a Dio].

[2] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 11, pag. 51.3: Il contrario è degli uomini mal disposti, che [[...]] amano la colpa e sè medesimi con dispregio di Dio.

- Locuz. verb. Avere in dispregio.

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VII (ii), par. 122, pag. 437.15: Ma, quantunque l'uno pecchi meno che l'altro, di queste tre maniere d'iracundi, nondimeno tutte offendono gravemente Idio [[...]] per aver avuto in dispregio il comandamento di Dio...

3.2 Locuz. verb. Avere in dispregio (costruito con una subordinata): trascurare, rifiutarsi di.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 23.93, vol. 1, pag. 391: Poi disser me: «O Tosco, ch'al collegio / de l'ipocriti tristi se' venuto, / dir chi tu se' non avere in dispregio».

3.3 Locuz. verb. Mettere in dispregio: smettere di frequentare o di utilizzare (un luogo); abbandonare.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 1.3, pag. 255: In forma quadra era il loco ch'io dico, / disabitato tutto e senza porte, / messo in dispregio per vecchio e antico.

4 Mancanza morale consistente nel non reagire sufficientemente al male.

[1] Gl Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.), cap. 24, pag. 62.6: Fellonia è uno vizio, che nuoce al diritto, et ajuta lo torto. Dispregio è, quando omo dovrebbe e potrebbe nuocere al torto, et omo non vuole nè non degna.

5 Locuz. verb. Avere in dispregio: considerare con ripugnanza (una realtà fisica).

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VI (ii), par. 9, pag. 367.27: furono cominciate a gustare le cortecce degli alberi indiani, le radici e' sughi di certe piante [[...]]: furono incontanente avute in dispregio le ghiandi.

[u.r. 19.05.2008]