DISPREZZARE v.

0.1 ddespreçaro, ddisprezzare, despreça, despreçando, despreçao, despreçar, despreçare, despreçata, despreçati, despreçato, despreçava, despreçça, desprecçare, despreççare, despreççaro, despreççata, desprecçeronno, despreççò, despreçerà , despreçillo, despreczare, despreczatu, despreczava, despreza, desprezanse, desprezao, desprezare, desprezate, desprezato, desprezava, desprezza, desprezzanno, desprezzano, desprezzare, desprezzaro, desprezzato, displizati, dispreçallo, dispreçavi, dispreçça, dispreççan, dispreççar, dispreççato, dispreççava, dispreçço, dispreciavanu, dispreczatu, dispressa, dispreza, disprezandole, disprezano, disprezare, disprezata, disprezate, disprezati, disprezato, disprezatole, disprezava, disprezi, disprezza, disprezzai, disprezzale, disprezzando, disprezzandogli, disprezzandola, disprezzandovi, disprezzano, disprezzanti, disprezzar, disprezzare, disprezzarle, disprezzarlo, disprezzaro, disprezzarono, disprezzasse, disprezzasti, disprezzata, disprezzate, disprezzati, disprezzato, disprezzava, disprezzavano, disprezzerà , disprezzerai, disprezzeranno, disprezzeremo, disprezzi, disprezzino, disprezzo, disprezzò, disprezzoe, disprezzòe, disprezzollo, disprezzorono, dispriciatu, disprizaru, disprizarumi, disprizata, disprizati, disprizatu.

0.2 DELI 2 s.v. disprezzare (lat. volg. *despritiare).

0.3 Miracole de Roma, XIII m. (rom.): 3.2.

0.4 In testi tosc.: Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Poes. an. pis., XIII ex. (4).

In testi sett.: Poes. an. urbin., XIII.

In testi mediani e merid.: Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. perug., 1342; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Destr. de Troya, XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.7 1 Considerare di scarso valore (per lo più in senso morale). 1.1 [In contesti religiosi o filosofici, con rif. all'attribuzione di scarso valore ai beni mondani]. 1.2 Ritenere (indebitamente, con un atto di superbia) inferiore a sé o indegno di sé. 2 Mancare di rispetto (a qno) con atti o parole; offendere, insultare. 2.1 Non considerare con il debito rispetto (un oggetto a cui si attribuisce valore sacro); profanare. 3 Non tenere in nessuna considerazione; rimanere indifferente a. 3.1 Non considerare (qsa o qno) secondo la sua reale importanza; sottovalutare. 3.2 Non temere (qno o qsa che potrebbe rappresentare un pericolo); non lasciarsi intimorire da. 3.3 Non tenere in considerazione (un punto di vista altrui); ignorare. 3.4 Opporre un rifiuto (a qno o a una proposta di qno); negarsi. 3.5 Non prendere in considerazione (effettuando una scelta). 3.6 Evitare (di fare qsa) come inutile o dannoso. 4 Considerare con ripugnanza (una realtà fisica).

0.8 Francesco Sestito 16.10.2006.

1 Considerare di scarso valore (per lo più in senso morale).

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 294.15: Et ad onne homo avea mercede e dava libertate et onde homo honorava. E despreçao pecunia et era stato pretore vivente lo patre Vespatiano.

[2] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 10, pag. 631.32: amando quello che amò, siamo fatti grati a Dio, inodiando quello che ebbe in odio, siamo liberati dallo inferno, disprezzando quello che disprezzoe, siamo liberati dal mondo...

[3] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 100.14, pag. 645: Sublimate la mente e lo 'ntelletto, / com' se rechère a la gran gentilezza, / la quale tenete e che 'l contrar desprezza.

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 116.8, pag. 152: et ò sì avezza / la mente a contemplar sola costei, / ch'altro non vede, et ciò che non è lei / già per antica usanza odia et disprezza.

- Pron. Riconoscere la propria inferiorità.

[5] Fr. d. Albizzi, Per fuggir, a. 1348 (fior.), 41, pag. 90: Chè, quand'uom si disprezza / Sotto degno signore, / Allor si fa maggiore / Che s'e' si stime in più vil suggezione.

1.1 [In contesti religiosi o filosofici, con rif. all'attribuzione di scarso valore ai beni mondani].

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 2, pag. 74.32: E questo profeta dea èssare vestito quasi d'uno modo co· lloro de colore caprino [[...]] per parere de desprezzare lo mondo...

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 7, pag. 166.30: ché 'l conoscere della verità fa molto disprezzare ei beni temporali, e lo non conósciarla fa amare li beni temporali...

- Sost. Tendenza a non attribuire valore ai beni mondani; frugalità.

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 38.43, pag. 136: Lo desprezare piaceme e de gir mal vestito; / la fama surge e enalzame, de vanità ferito...

1.1.1 Pron. [In contesti religiosi, con rif. all'attribuzione di scarso valore al proprio essere].

[1] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 23, pag. 63.26: li pirsunj nobilj multi fiati si reputanu multu, et pocu si dispreczanu pir humilitati...

1.2 Ritenere (indebitamente, con un atto di superbia) inferiore a sé o indegno di sé.

[1] Poes. an. urbin., XIII, 22.20, pag. 585: co lo Nemico te puni / a li soi commandamenti / delectando, - et à' gita despreçando / la mia signoria.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 58 rubr., pag. 290.12: Come Cesare, salito in superbia, disprezzasse il senato; e come amava molto di essere adimandato re.

[3] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 21, par. 5, vol. 2, pag. 82.1: li iudei guardaru et disprizaru Cristu in cruchi, et dissiru: -Alios salvos fecit, seipsum non potest salvum facere.

2 Mancare di rispetto (a qno) con atti o parole; offendere, insultare.

[1] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 5, pag. 31.15: Ma essendogli pur affermato che era esso, disprezzollo e fessene beffe, e disse: Io mi credea trovare uno grande uomo, e questo non mi pare avere nulla simiglianza di uomo.

2.1 Non considerare con il debito rispetto (un oggetto a cui si attribuisce valore sacro); profanare.

[1] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 498, pag. 517.31: lo dio Appollo è irato co· lloro, per suo tempio che fu sì vilmente inFrattato e inpuzolito e disprezzato quando Accilles vi fu morto...

3 Non tenere in nessuna considerazione; rimanere indifferente a.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 266.29: Cleopatra [[...]] fecese più belledissima ke sse sole fare, sperando ke Octaviano sende debessi pilgiare de soa belleçe [[...]]. Da poi ke Octaviano la vide, non çe puse core né mente, ma despreçao la belleçe soa.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 58 rubr., pag. 290.12: Come Cesare, salito in superbia, disprezzasse il senato; e come amava molto di essere adimandato re.

[3] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 12, pag. 205.24: Saul se n'andòe in Ga[l]gala, ed una parte de l'oste tocca da Dio con lui; ma l'altra parte, figliuoli del diavolo, il disprezzarono.

[4] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 8, pag. 36.1: Puoi comenzao a desprezzare li tiranni de Lommardia. Non curava de ire a parlamento con essi.

3.1 Non considerare (qsa o qno) secondo la sua reale importanza; sottovalutare.

[1] Poes. an. urbin., XIII, 24.112, pag. 594: L'altrui peccati ò iudecati / e li mei sempre despreçati, / et mo no· ll'aio be[n] reçercati / per farne vera confessione.

[2] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 22, cap. 5, par. 2, pag. 357.26: Chi disprezza le peccata minime, a poco a poco cade.

3.2 Non temere (qno o qsa che potrebbe rappresentare un pericolo); non lasciarsi intimorire da.

[1] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 32, pag. 576.24: li conpanioni ke erano co lo rege de quello credeano de li soi, presero ad gridare ke esso se levasse de la via nanti ad lo rege. Et quello [[...]] per la molta soa forteze desprezao tutti quelli, et prese lo rege co la mano et portaolo pesoli fi ad le mura de Roma...

[2] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 187.9: Disprezza la morte e non temerai neuna cosa che induca la morte.

3.3 Non tenere in considerazione (un punto di vista altrui); ignorare.

[1] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 130.15: «Se tu voli venire ad mi, io te duno la midate de lo regno mio». Et Fabricius desprezao le paravole de Pirro.

[2] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 567, pag. 579: Capo de volatilio, capo de quactropedi / no mangiare de madio, se a meu consigllo credi; / saçi cha, se despreçillo, per certo a tene ledi...

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 10.10, pag. 32: Test'è l'anvito ch'eo n'aio, che pro 'l Nimico m'hai lassato, / ed hai creso en tuo coraio a ciò che t'ha consegliato; / 'l mio conseglio hai desprezato per la tua grann'arroganza.

3.3.1 Ignorare colpevolmente (leggi o disposizioni aventi valore giuridico).

[1] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 140, par. 7, vol. 2, pag. 509.29: E se le preditte cose el capetanio overo egl priore far fare desprecçeronno [[...]] cinquecento livere de denare per ciascun de loro per nome de pena pagare siano tenute al comuno de Peroscia.

3.3.2 Ignorare colpevolmente (comandamenti o valori religiosi).

[1] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 23, pag. 185.11: massimamente offende gli angioli quelli, che indugia [[...]], questo tale disprezzando le sante inspirazioni, crede, piuttosto che a quelle, alle male suggestioni del diavolo...

[2] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 19, pag. 187.12: O dolce figlya mia, cride che sia securo a desprezare li commandamienti de li nuostri Diey [[...]]?

- Meton. [Con rif. a Dio o a suoi attributi].

[3] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 23, pag. 182.7: Or non sai tu, peccatore, che la benignità di Dio ha pazienza per ridurti a penitenza? Or dunque disprezzi tu la moltitudine della sua bontà, e longanimità, con la quale ti aspetta?

[4] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. I (ii), par. 74, pag. 69.18: tenacissimi sono i legami del diavolo e massimamente negli ostinati, li quali [[...]] disprezano Idio e turano gli orecchi alli ammonimenti de' giusti uomini e alla evangelica dottrina.

3.4 Opporre un rifiuto (a qno o a una proposta di qno); negarsi.

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 7, cap. 33, vol. 2, pag. 197.28: Quando li giovani uomini si provavano intra loro [[...]], egli si giocava con loro cortesemente [[...]] e non disprezzava alcuno che s'offerisse di fare prova con lui.

[2] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), III, cap. 5, pag. 95.3: Simigliante cosa racconta di Socrate, Valerio, che facendoli una femmina molta noia nel letto, et egli stando fermissimo nel proponimento della castitade; quella vedendosi disprezzata si partìo confusa, perché pure a lei non s'era voluto rivolgere.

3.4.1 [Con rif. a un pretendente; alla proposta stessa di matrimonio].

[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 109.1: nessuni piegaro l'affritta e la dolorosa, i quali già volsero e desideraro d'essere tuo mariti. Non anzi in Tiro, non Jarba di Libia, il quale disprezzasti; non li altri duci...

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 116.5: Femina errante la quale pose la picciola città per prezzo, alla quale demmo la terra ad abitare, e le leggi del luogo, i nostri matrimonii à disprezzati, ed à ricevuto nel regno el signore Enea.

3.5 Non prendere in considerazione (effettuando una scelta).

[1] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 5, pag. 136.14: Ma ne li corseri devimo elegere el cavallo d'un colore chiaro, e lgli altri devimo despreççare, altro che la grandeçça overe le membra acte no(n) excusassero la colpa del colore.

3.6 Evitare (di fare qsa) come inutile o dannoso.

[1] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1207, pag. 280: Como avemo lo bono jorno, così se vole parlare, / Et quando lo captivo, se vole despreczare; / Così con li cosellieri a nnui bisogna fare...

[u.r. 15.12.2017]