FABULARE v.

0.1 fabulando, fabular, fabullar; f: fabulare.

0.2 DEI s.v. fabula (fabulari).

0.3 Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.): 1.

0.4 In testi tosc.: Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.); F Cavalca, Pungilingua, a. 1342 (pis.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Rivolgersi ad un uditore per narrargli qsa o trattare un determinato argomento. 2 Trattare (di qsa) in forma di favola, convertire (un fatto) in una narrazione (specif. arricchendolo di elementi fantastici). 3 Occuparsi di cose vane, prive di importanza (con valore moralmente neg.).

0.8 Elisa Guadagnini 19.03.2007.

1 Rivolgersi ad un uditore per narrargli qsa o trattare un determinato argomento.

[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 15, 112-126, pag. 352, col. 1.17: Qui mostra la sollicitudene ch'aveano verso li figlioi e non erano sí altere che non alatasseno li soi figlioi. Culla, çoè cuna. Idioma, çoè usança de fabular, de parlare e de cantare a trastullo de' fandisini, sí come li padri e le madre a loro feceno. '

- Sost. Discorso.

[2] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 43.16, pag. 298: Poi queste cose che ò cantato et canto, / due de quegli ussiti del suo ostello / in altra effige vide il mastro sancto; / et in quel giorno andando ad un castello, / il quale Emaùs par che avea nome, / che da Ieruxalèm lungi era quello / stadi sexanta, et tra lor parla come / era venuto queste cose grande, / che fatte fue con tamante some. / Mentre che insieme il suo fabullar scande, / aprossimòsse Iexù et gia con loro...

2 Trattare (di qsa) in forma di favola, convertire (un fatto) in una narrazione (specif. arricchendolo di elementi fantastici).

[1] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 519.19: E di loro molto parlò Ovidio, [che] della loro origine fabulando commendò molto dicendo che questi Mirindoni erano formiche, che a' prieghi del re di Tesaglia offerte a ddio erano tramutate di formiche in uomini.

3 Occuparsi di cose vane, prive di importanza (con valore moralmente neg.).

[1] F Cavalca, Pungilingua, a. 1342 (pis.): Come dunque, o cristiano, t'è lecito di fabulare per passare tempo, lo quale la divina misericordia t'ha prestato, e conceduto a fare penitenza [[...]]? || Bottari, Pungilingua, p. 227 stampa «confabulare», ma segnala la forma «fabulare» in apparato lasciando intendere che essa è la lezione originale, da lui emendata.