FOLA (1) s.f.

0.1 fola, fole, fora, fore.

0.2 DELI 2 s.v. fola (lat. fabula).

0.3 Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.): 1.

0.4 In testi tosc.: Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?); Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.).

In testi sett.:Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.); Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

0.5 Locuz. e fras. da fole 1; di fola 1.

0.7 1 Predicato non corrispondente al vero (frutto dell'immaginazione o costruito con intento ingannevole), menzogna. 1.1 Cosa vana, priva di senso (con rif. al mondo e alla vita secolare, con valore moralmente neg.). 2 Narrazione d'invenzione caratterizzata specif. dalla presenza di elementi fantastici (e destinata spec. al canto). 2.1 Storia d'invenzione appartenente alla tradizione letteraria spec. classica (a cui si assegna un implicito valore neg.).

0.8 Elisa Guadagnini 16.03.2007.

1 Predicato non corrispondente al vero (frutto dell'immaginazione o costruito con intento ingannevole), menzogna.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 546, pag. 581: L'omo semplo et antigo sì cred ogna parola; / l'omo veçad se guarda, d'ogno sen dis q'è fola.

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 74.44, pag. 312: «Oimè lascio, che me dice? Par che me tenghi en parole, / ca tutto 'l tuo vedemento sì me pagon che sian fole, / ché consumo le mie mole, che non ho mo macenato, / e tanto aio deiunato e tu me ne stai mo a gabare».

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 12.489, pag. 144: Dixe lo re: «No dir parole / perché e' le tegno fore...

[4] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 7, ott. 31.6, pag. 194: Io ti credetti, e sperava per certo / santa esser la tua fede, e le parole / essere un ver certissimo ed aperto / più ch'a' viventi la luce del sole; / e tu parlavi ambiguo e coperto, / sì com'egli ora appar nelle tue fole, / ché solamente a me non se' tornata, / ma con altro uom ti se' innamorata.

[5] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 13.8, pag. 35: Poy che Fortuna fa 'l corpo lontano, / che spartir da voy l'alma non potea, / quey ochi che sì lieti vi vedea / hora son ciechi, et stan le orechie in vano; / perché non oden quel suave, humano / vostro parlar, come prima solea, / quando con voi ragionando sedea, / non volgar fole, ma consilgio sano.

[6] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 5, 39.6, pag. 68: E quando 'l terzo dì 'n terra riluce, / e Iesù Cristo, senza grieve mola / di mortal carne, vivo si conduce / e suscitò di ver, senza ria fola...

[7] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 13, par. 14, comp. 78.155, pag. 181: e perché ço che parli paion fole, / non son stremito per le tue parole» / «Se tu repùti lo mio parlar stolto, / fors'è che bene non se' proveduto.

- Locuz. agg. Da fole, di fola: falso, menzognero.

[8] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), II, ott. 39.5, pag. 31: certo la suo biltá non è da fole, / e ciò comprende chi nel cuor l' assegna / immaginando quando gli occhi gira, / che par che s' apra il cielo e fugga ogn' ira.

[9] Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.), 741, pag. 148: Ma bisogna de dire questo ancora, / Che non è mingha un dire di fola, / D' ogni arbor dico che insedire voli / Gli siditti voglio che de cima togli / Quando la luna è tonda e piena, / E non poi quasi falire a pena.

1.1 Cosa vana, priva di senso (con rif. al mondo e alla vita secolare, con valore moralmente neg.).

[1] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 12.8, pag. 527: Perdarai la parola, / e ttucto 'l mondo te parrà fola, / sicco' favilla ke 'nn alto vola, / et intrarai 'n escura nocte.

[2] Sennuccio dal Bene, a. 1349 (fior.), 12.177, pag. 60: pogniam che il cieco mondo pien di fole / pur seco mi ritegna? / O tu del cielo, vera nostra insegna, / agli occhi miei ti piega: / odan gli orecchi la scrittura santa, / e 'l gusto mio del tuo cibo assapori, / soavi odor dei frutti tuoi mi vegna!

[3] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Temporis, 70, pag. 268: Veggio or la fuga del mio viver presta, / Ançi di tutti, e nel fuggir del sole / La ruina del mondo manifesta. / Or vi riconfortate in vostre fole, / Gioveni! e misurate il tempo largo! / Ma piaga antiveduta assai men dole.

[4] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 13, 25.6, pag. 169: el vestimento suo, c'aveva intero / quando partissi da le mondan fole, / era lograto, rotto e tutto guasto...

2 Narrazione d'invenzione caratterizzata specif. dalla presenza di elementi fantastici (e destinata spec. al canto).

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 144.79, pag. 613: Romanzi, canzon e fore, / e qualche arte croie parole / de Rolando e de Oriver / tropo ascotan vorunter.

[2] Landulfo di Lamberto, 1389-99 (napol.>sett.), 111, pag. 213: Ove son li sermoni / che di bontà facean li nostri luoghi? / Ove son li giuochi, / tale di scachi, d'azara e qual di tole? / Chi conterà le fole / e le virtù d'antichi cavaleri?

[3] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 148.10: e vo cantando - fole / su per le tole - altrui / con questo e con colui / per un bechier de vino.

[4] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 13.2785, pag. 294: [[Aranea]] Tesse sottile sì, che non conosca / Ciascun animal piccolo che vola, / Ma sua nemica proprïa è la mosca: / Poi che s'imbatte nella cieca rete, / Battendo l'ale, canta nuova fola: / Prima lo capo prende, com' vedete.

2.1 Storia d'invenzione appartenente alla tradizione letteraria spec. classica (a cui si assegna un implicito valore neg.).

[1] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 213.7, pag. 269: Certo non pur le talpe - nascon cieche. / Fole latine e greche / Ho molte udite e lette. / Deh, perchè son sì strette / Le vie di gir al vero?

[u.r. 20.05.2010]