DISPETTO (1) agg.

0.1 despecta, despecti, despecto, despetta, despette, despetti, despetto, despitto, dispecta, dispecti, dispectu, dispetta, dispette, dispetti, dispettissima, dispetto.

0.2 DEI s.v. dispetto 2 (lat. despectus).

0.3 Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.); Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.).

In testi sett.: Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.5 La forma dispitto sarà da considerarsi gallicismo fonetico (cfr. Cella, I gallicismi, pp. 87-88).

0.7 1 Fatto oggetto di trascuranza o disprezzo (a ragione o a torto); degno di disprezzo, abietto, spregevole. 1.1 [Rif. al grado sociale, al portamento e all'abbigliamento:] soggetto a commiserazione in quanto umile, modesto, reietto; poveramente acconciato, dimesso, malmesso. 1.2 [Rif. a morte provocata da un'ingiusta punizione:] che procura infamia e offesa, vergognoso. 2 Che disprezza, sprezzante. 3 Motivo di noia e molestia.

0.8 Marco Berisso; Mariafrancesca Giuliani 01.12.2005.

1 Fatto oggetto di trascuranza o disprezzo (a ragione o a torto); degno di disprezzo, abietto, spregevole.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 11.65, vol. 3, pag. 180: Questa, privata del primo marito, / millecent'anni e più dispetta e scura / fino a costui si stette sanza invito...

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 18, proemio, pag. 327.17: Roffiano in lingua volgare si è una vile cosa, e abietta, e dispetta persona...

[3] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 4, pag. 26.24: e come per contrario sono despetti nel cospetto di Dio quelli, li quali nel cospetto proprio e degli uomini del mondo per appetito di onore si gloriano ed insuperbiscono.

[4] Jacopo Passavanti, Tratt. umiltà , c. 1355 (fior.), cap. 5, pag. 259.23: Chè, come i superbi degli onori si rallegrano, così gli umili si rallegrano degli spregi e de' disonori; e son contenti di vedersi tenere vili e dispetti nel parere altrui...

[5] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 8, cap. 24, vol. 2, pag. 164.23: I grandi astuti e cupidi d'ufici, e d'avere poveri, e dispetti, detratti delli onori del Comune per no· sapere usare la vertù col senno...

[6] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 83, pag. 204.17: molto dobbiamo amare il Salvatore nostro ferventissimamente, e per lui volere essare al mondo dispetti, desiderando le ingiurie e gli obblighi, con ogni persecuzione aspramente volere morire.

[7] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 34, pag. 496.13: E però che lo vispristello, overo spiritello, è animale odiato e nocturno, orribile al viso, esso gli figura le ali a quelo modo, como lo più dispetto e abominato.

[8] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1363/68?] 23, pag. 333.16: piangere i peccati, percuotersi il pecto, orare, digiunare, andare dispregiato e dispetto, perdonare le ingiurie, rendere pace a' nemici...

[9] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 2, par. 102, comp. 40.4, pag. 113: Bon è morir quando viver delletta. / L'ocio sença lettura / èe morte soçça e scura, / e d'omo vivo èe tomba dispetta...

[10] Gl Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Is 53, vol. 6, pag. 583.10: e lo suo volto era quasi nascoso e dispetto, cioè disprezzato, e che non si curava; e però noi non lo riputammo a niente.

1.1 [Rif. al grado sociale, al portamento e all'abbigliamento:] soggetto a commiserazione in quanto umile, modesto, reietto; poveramente acconciato, dimesso, malmesso.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 26, pag. 323.9: Grasia e mersede a voi, Signor dibonaire, che grasia e onore tanto fatto m' avete, l'umel persona despetta mi' accogliendo e degnando in vostra altessa.

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 90.198, pag. 375: de cielo en terra fecete venire; / amore, a tal basseza descendesti, / co om despetto per lo mondo gire; / casa né terra già non ce volesti: / tal povertate per noi arricchire!

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 11.90, vol. 3, pag. 183: Né li gravò viltà di cuor le ciglia / per esser fi' di Pietro Bernardone, / né per parer dispetto a maraviglia; / ma regalmente sua dura intenzione / ad Innocenzio aperse...

[4] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 1, pag. 653.9: E appresso alla povertá, la viltá sua sirocchia, le stia bene da lato; ch'egli si tenga vile, mostrando per atto, costumi d'abbassamento e despetta persona; e la sua conversazione non sia in veruna magnificenzia...

[5] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, cap. 5, pag. 18.15: et zo dichìa lu villano però chi chillu patri sanctu era piczulu de pirsune et dispectu.

[6] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 4, pag. 23.21: Or era egli molto vilmente vestito e despetto, sì che chi non l'avesse conosciuto, da lui salutato si sarebbe sdegnato risalutarlo...

[7] Legg. S. Elisab. d'Ungheria, XIV m. (tosc.), cap. 12, pag. 28.15: Ed acciò ch'ella non perdesse lo fructo centesimo copioso, lo quale è conceduto a coloro che la perfectione evangelica servano diligentemente, sì prese habito religioso di panni bigi e despecti...

[8] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1378/81] 32, pag. 420.29: Solamente avete e portate alcuno segno di santo Francesco, cioè l'abito dispetto, il qual'è così a voi come la frasca che ssi pone alla taverna, la quale non è cagione che 'l vino si venda, ma mostralo.

[9] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 12, pag. 173.9: Guarda, Pero, che in questo modo Dee onipotente mostra li miracoli de la sua potencia per omi despecti, açò che queli li quai superbiamenti se levam contra li comandamenti de la veritae sean calcai e umiliai per le grande vertue che Dee mostra per li umili.

- Fig.

[10] Diatessaron veneto, XIV (tosc.-ven.), cap. 65, pag. 66.21: Dane ad intendere Christo che la parola de Dio piçola par mo e despecta, ma se l'uomo l'ampone e plantala en lo suo core ela cresce et deventa grande...

- Dispetto e umile.

[11] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 4, pag. 616.15: Ora pensate come ella andava despettae umile, volendosi conformare al Vangelio del suo Figliuolo; come andava povera, mendica, mansueta, questa che era figliuola di Dio...

[12] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 12, pag. 89.20: Et in tal maynera Deu omnipotente sì fa contra li pirsuni superbi: pir pirsuni humili e dispecti Deu li fa humiliari.

[13] Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.), cap. 5, pag. 207.26: e ha fatto sedere nel luogo loro coloro che sono umili e dispetti e di bassa condizione.

[14] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1376] lett. 59, pag. 241.19: Pensati che 'l fuoco della divina carità à premuto quello dolce e venerabile corpo, in tanto che da ogni parte versa sangue. Con tanto amore e patientia sta che el grido di questo agnello non è udito per mormoratione, e umile e despetto, satiato d'obrobrii.

- Dispetto e vile.

[15] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 87.24: O se la figura medesima fosse facta a modo d'uomo povero o molto fragile, sì che paresse cosa vile e molto dispetta.

[16] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 4, pag. 25.17: E vedendolo Giuliano così despetto in vista e vile, disprezzollo...

[17] Legg. S. Elisab. d'Ungheria, XIV m. (tosc.), cap. 13, pag. 28.22: Ma udendo lo suo padre, Re d'Ungaria, ch' ella era devenuta a tanta povertade [[...]] E trovandola il detto Conte in cotale habito e sì despecta e vile...

[18] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1363/68?] 23, pag. 346.6: Voi ora adunque sete dispettie vili, ma tempo verrà che voi risplenderete come il sole.

[19] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1378/81] 33, pag. 434.11: «Guardatevi da' falsi profeti che ve[n]gono a voi i[n] vestimento dispettoe vile e puro, imperò che sono dentro lupi rapaci».

[20] Torini, Rime, 1342/98 (fior.), [a. 1398] 1.16, pag. 350: È 'l primo grado, che dispettae vile / convien l'alma mostrarsi / con vilmente trattarsi / e tal d'atrui trattata esser volendo, / de' divin doni indegna reputarsi, / e non pur solo umile, / ma infima e servile / tenersi, a se medesma dispiaccendo...

[21] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 1, cap. 5, pag. 90.7: E como le mate mente de li omi chi mesuram lo merito e la santitae dentro segundo la vista de fora, vegando questo ruço vilam Costancio così despetto e vil e de breve statura, no poea crê' ch' elo fose deso...

- [Rif. alla condizione morale, con sfumatura neg.:] infimo e meschino.

[22] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 8.27, pag. 21: or<a> se' 'ventata sì vile e despecta, / ch'a tucta gente se' quasi in orrore.

[23] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), Proemio, pag. 230.9: in brieve forma redurre certe cose udite e lette da me intorno alla vile e dispetta condizione de' mortali...

- [In ambito religioso:] disposto ad umiliarsi e mortificarsi.

[24] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 8, pag. 62.33: Dico dunque, che l'uomo che ben si vuole confessare, dee sottilmente pensare quanti mali consentimenti, e desiderj ha avuti per questo timore [[...]] E, che più dispetto mi pare, e sono certo che pare a Dio, volendo molti escusare questo peccato, dicono che meglio si possono accordare con Dio, che colle genti.

[25] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 31, pag. 160.24: Ma io di ciò non ho cura, anzi, dolente delle passate vanità volonterosa d'ammendare nel cospetto d'Iddio, mi rendo quanto posso dispetta agli occhi vostri.

1.1.1 D'aspetto deforme, ripugnante o mostruoso.

[1] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 2, pag. 101.1: «Molto se' dispetto e laido, e sì la tua iscurità e laidezza, e sì l'etade inferma, nella quale mi se' apparito, e' sono segno e testimonia della tua impotenza, onde oggimai non ti temo, né di te curo...

[2] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 34.87, pag. 153: poi ch'ebbe Marte e Nettunno avanzato, / vedi Oh quanto pien di furia e di sospetto / Atamante teban, che uccise i figli, / quivi parea, nel sembiante dispetto, / nelle lor carni ancor con tristi artigli!

[3] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 2, ott. 99.6, pag. 429: «'l volto suo nascoso, / nel qual non era decor né aspetto; / guardandol pensammo fusse lebroso, / tanto parie sfigurato e despetto...

1.2 [Rif. a morte provocata da un'ingiusta punizione:] che procura infamia e offesa, vergognoso.

[1] Legg. S. Caterina, XIV in. (tosc.), str. 60.4, pag. 507: E di presente la menar di fuori / per sofferir la morte che fu detta, / la quale fia in fra gl'altri dolori / crudele, repentissima e dispecta; / chiamando lo signore de' signori / Caterina in terra sì ssi assecta, / dicendo:«Sire, per questa morte ov' io vegno / per te tucti m' ànno a disdegno...

[2] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 51, Passione G. Cristo, vol. 2, pag. 439.10: La passione del nostro Segnore sì fu amara per lo dolore, dispetta per lo schernire...

2 Che disprezza, sprezzante.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 7, pag. 129.9: Aroganza è riputarsi più degno e maggiore che uomo non è; d'aroganza nasce ira in due modi: l'uno, ira semplice, o vero dispetta; ch'è quando l'arogante vede uno da cui elli non fu mai offeso, e reputalo nulla, e di neuno valore...

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 7, pag. 236.17: Va ora, e offera te despecto all'ingrati pericoli. Va, abbatte le schiere italiane, copre i Latini con pace. || Cfr. Aen., VII, 425: «i nunc, ingratis offer te, inrise, periclis».

3 Motivo di noia e molestia.

[1] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 2, ott. 23.4, pag. 48: e più d'amore ha le cose dispette; / ma s'altro non ci noia, credo a questa / troverò modo con mie parolette / qual ti bisogna.

[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 2, ott. 40.5, pag. 309: priegoti adunque non ti sia dispetto / se al presente a lor giustizia intendo.

[u.r. 21.06.2011]