FÉGATO s.m.

0.1 fecato, fegati, fegato, feghato, fiago, ficati, fìcato, ficatu, figà , figado, figàdo, figao, figato, figò.

0.2 DELI 2 s.v. fegato (lat. ficatum).

0.3 Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.); Zucchero, Santà , 1310 (fior.); x Doc. pist., 1339 (2); Gloss. lat.-aret., XIV m.

In testi sett.: Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

In testi mediani e merid.: Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 [Anat.] Organo ghiandolare degli animali vertebrati, di colore rosso cupo, situata nell'uomo nella parte destra dell'addome. 1.1 [Inteso come alimento, da usare in preparazioni culinarie]. 1.2 Fig. [Organo nel quale risiede il coraggio].

0.8 Mara Marzullo 15.03.2007.

1 [Anat.] Organo ghiandolare degli animali vertebrati, di colore rosso cupo, situata nell'uomo nella parte destra dell'addome.

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 218.22: «Che è fegato?» «Il fegato è guardia del caldo».

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 4, pag. 166.13: E s'elli sarà fatta questione e adomandato perché lo lato ritto fo lato ritto e lo lato manco fo manco, e perché lo lato manco non fo ritto, erano tali che n'asignavano loro rascioni, e deceano che 'l fegato, che è de li membri principali, fo posto en quella parte, e anco la punta del core guarda e responde en quella parte.

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 3, cap. 3, pag. 191.35: E die l'uomo mirare se i loro corpi o quel dentro al corpo, siccome il fegato e la milza e somiglianti cose, o le loro veni o i lor anchi, ànno alcuno male o alcuna infiatura, ché tutti questi mali, od alcuno d'essi, vengono molto spesso dalla malvagità dell'acque.

[4] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 418, pag. 575: Vino blanco poco aspero eo pono lo prim[a]ro, / si ene odorifero, suctile e bene claro; / ad homo ch'è colerico no se le trova paro, / amico è de lo stomaco e de lo fecato caro...

[5] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 21.15, pag. 135: Aia 'l fecato rescaldato, / la milza grossa, el ventre enfiato, / lo polmone sia piagato / con gran tossa e parlasia.

[6] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 82, pag. 94.4: Questo picciolo animale inganna lo bue, cioè ch'elli s'appiatta in quella erba che lo bue piò ama; prendendo quella erba, prende e devora quello verme lo quale molto l'infiamma lo fegato...

[7] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Tavola generale, pag. 32.25: Capitol del figà .

[8] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 17.11, pag. 376: destrier veder andar a voite selle, / tirando per lo campo lor segnori, / e strascinando fegati e budelle; / e sonar a raccolta trombatori / e sufoli, flaùti e ciramelle / e tornar a le schiere i feritori.

[9] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 6, 19-21, pag. 180, col. 2.7: E sozunze che spesso se voltano mo su l'uno fianco, mo suxo l'altro: e questo per allegoría sí hae a significare ch'è per opposito la delettacione de' cibi mo caldi, e mo freddi zoè mo conformivuli al figado ch'è dal lado dextro, e talor ... a la milza, ch'è dal lado sinistro.

[10] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 97.18: Se vu vollé varir del figado che fosse rescalldado, toi lo suogo del plantaçene e tuol l'aseto e tuo' aqua roxada e farina de orço e tuol peçe de lin e bagnalle e metille sovra lo figado e seras varido.

[11] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 6, pag. 115.18: et ora li serpenti li devoranu et agluctinu lu ficatu et li autri interiuri, et poy ki sunu maniati, incontinenti tornanu a li primi peni.

[12] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 286.6: hoc epar, tis, el fegato. hoc yecur, ris, idem. hoc figatum, ti, idem.

[13] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 1, pag. 3.20: La vertù de la carne sì è calda e humida in lo primo gra', secondo Avicena, benché 'l dixe che alguni la mete freda e humida. La decocion de questa carne çoa al dolore de la bocha del magon. E sì remete e mitiga el fluxo del ventre e 'l vomito e la caldeça del figà , e asmorça la se'. E sì infia. Ma la foia remove la inflacion.

[14] Mascalcia L. Rusiovolg., XIV ex. (sab.), cap. 138, pag. 270.5: Et advene p(er) lontana macreçça allu c., et advelli p(er) poco mançare, et advene p(er) scallasione d(e) fecato et d(e) tucto corpo, p(er) la qual cosa lu c. admacrisse et adsecca q(uas)i consumata...

- L'organo usato per riti sacrificali e per trarre auspici.

[15] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 4, vol. 1, pag. 27.26: Issu, essendu consulu et standu in Lucania facendu sou sacrificiu, duy serpenti amuchiati parssiru subitamenti et, maniatu lu ficatu di la hostia, la quali avia issu sacrificata, turnaru da capu et amucharusi.

[16] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 16, pag. 80.8: Ancor ghe mostrava De' maior careçe, ch'el voleva in quelle gran feste hi mangiassan consego a la casa soa, e de quî presenti che li gh'offrivan po' che li eran stachij offerti su lo so' santo altar a la sagraa mensa alcuna grassa che sta incerco al cor e al figao de la bestiola faseva mete' De' sul so' santo fogo chi era in l'altar chi fo mandó da cel miraculosamente...

[17] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 5, cap. 16, pag. 39.26: Prima che Gracco di Lucania si partisse, a lui sagrificante fu tristo augurio dimostrato: perciò che alle interiora degli animali, già fatto il sagrificio, due serpenti d'occulta parte vennero, e il fegato di quelle si mangiarono, e veduti di subito se n'andarono.

[18] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Lv 1, vol. 1, pag. 460.15: Li membri tagliati e accozzi insieme, il capo e il polmone, e tutte le cose che si accostan al cuore e al fegato, [9] e le budella e i piedi lavati coll'acqua, lo sacerdote arderà sopra questo luogo dell'altare in sacrificio; e sarà grande odore a Dio.

1.1 [Inteso come alimento, da usare in preparazioni culinarie].

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 3, pag. 150.27: Feghato sì è chaldo e umido di sua natura, e sopra tutti gli altri me[n]bri dimora e si quocie malagievole mente alo stomaco; ma quand'elli si quocie bene alo stomaco, sì dona assai buono nodrimento. E il feghato che meglio vale sì è quello dele bestie di latte; e di quelle che no lattano sì è quello dela ghallina il migliore, e spezialemente quando la ghallina sarà nodrita di sagina o di grano.

[2] x Doc. pist., 1339 (2), pag. 172: un feghato e una rete di porcho che s'ebe giuovedì che passò s. 3 d. 6.

[3] Ricette di cucina, XIV m. (fior.), 14, pag. 11.69: Togli il fegato del porco, lesso e bene battuto, e mettilo al mortaio a pestare; e metti con esso una cipolla grossa a pestare, e quantità di comino altressì, e uno cascio con esso, o due.

1.2 Fig. [Organo nel quale risiede il coraggio].

[1] Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.), III, st. 41.4, pag. 172: Li altre demonie inverso ènno niente, / inperçò sono sp[a]uroxi e [s]figurati, / ch'el no è omo che sia sì posente / ch'el non ge tremase el coro e lo figàdo...