EFFIGIARE v.

0.1 effigiare, effigiata, effigïata, effigiati, effigiato.

0.2 Da effigie.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Ritrarre (un volto, una persona ecc.) nella pittura o nella scultura, o con altri mezzi figurativi. 1.1 Adornare o impreziosire (un volto o una persona) come un'opera d'arte. 1.2 Fig. Rappresentare (un volto, una persona, ecc.) nella mente, o nel cuore.

0.8 Fabio Romanini 27.11.2006.

1 Ritrarre (un volto, una persona ecc.) nella pittura o nella scultura, o con altri mezzi figurativi.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 10.67, vol. 2, pag. 163: Di contra, effigïata ad una vista / d'un gran palazzo, Micòl ammirava / sì come donna dispettosa e trista.

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 3, pag. 90.6: Essa allora, levatasi a sedere in su il letto, davanti a una tavoletta dove Nostro Signore era effigiato postogli in mano uno anello, gli si fece sposare...

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. V (i), par. 105, pag. 305.37: ma come possiam noi credere che il pennello e lo scarpello possano effigiare la letizia degli occhi, la piacevoleza di tutto il viso e l' affabilità e il celeste riso e i movimenti vari della faccia e la decenzia delle parole e la qualità degli atti?

[4] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 10, 46-69, pag. 234.8: D'un gran palazzo; cioè del palasso regale, effigiata in quel marmo...

1.1 Adornare o impreziosire (un volto o una persona) come un'opera d'arte.

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 12, ott. 51.5, pag. 651: Ipolita da molte accompagnata / quella mattina con solenne cura / aveano Emilia nobilmente ornata, / avvegnadio che sì di sua natura / d' ogni bellezza fosse effigiata, / che poco agiugner vi potea cultura...

1.2 Fig. Rappresentare (un volto, una persona, ecc.) nella mente, o nel cuore.

[1] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 1, ott. 5.1, pag. 26: Tu se' nel tristo petto effigiata / con forza tal, che tu vi puoi più ch'io; / pingine fuor la voce sconsolata / in guisa tal che mostri il dolor mio / nell'altrui doglie, e rendila sì grata, / che chi l'ascolta ne divenga pio.