EFFIGIE s.f.

0.1 effige, effigie, efigie.

0.2 DELI 2 s.v. effigie (lat. effigiem).

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.).

0.7 1 Raffigurazione, attraverso pittura, scultura, ecc., o soltanto mentale, di un volto o di una persona. 1.1 Aspetto esteriore, apparenza o immagine.

0.8 Fabio Romanini 27.11.2006.

1 Raffigurazione, attraverso pittura, scultura, ecc., o soltanto mentale, di un volto o di una persona.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 31.77, vol. 3, pag. 517: Da quella regïon che più sù tona / occhio mortale alcun tanto non dista, / qualunque in mare più giù s'abbandona, / quanto lì da Beatrice la mia vista; / ma nulla mi facea, ché süa effige / non discendëa a me per mezzo mista.

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 25, 16-30, pag. 518, col. 1.15: 'Se tu pensassi come nostra ymagene s'aspechia in lo spechio, no te parà duro a pensare come l'ombra si spechia ne l'aere che l'àe presa, dove vede omne soa efigie e figura'.

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 52, pag. 616.11: O giovane, con molta ammirazione l' effige del creatore di tutte le cose riguardi, come se mai da te non fosse stato veduto -.

[4] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 5, ott. 35.6, pag. 394: ma poi ch' alquanto mirato l' avea, / in sé la sua effigie risentia, / per che disse fra sé: « Desso è per certo, / né 'l può celar la barba ond' è coverto».

[5] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 3, cap. 104, vol. 1, pag. 458.13: se non fosse la manifesta grazia che Madonna fece alla procissione dell' antica tavola della sua effigie di Santa Maria in Pineta, [[...]], erano i popoli di Toscana fuori della speranza di ricogliere grano...

1.1 Aspetto esteriore, apparenza o immagine.

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 36, pag. 311.24: - Certo la tua effigie e le tue voci mostrano bene che così ti dolga, come tu parli...

[2] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 12, pag. 231.27: l'omo il quale è bestiale, idest ha costumi bestiali, se pò bene dire parte omo e parte bestia, però che ha effigie umana e acti bestiali.

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. V (i), par. 56, pag. 293.33: e, per poter meglio celare l'effige giovenile, si coperse la testa con una mitra...

[4] Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 6, 61.2, pag. 439.16: non avendo egli mai né in ispecchio né in altro veduto se medesimo, facendosi col viso sopra la fonte forse per bere, vide nell' acqua la sua effigie stessa...

[5] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 25, 94-102, pag. 653.29: per la quale puntura finge Lucano che Sabellio distillasse tutto in umore, e convertissesi in quello umore non pure la carne; ma ancora l'ossa sì, che tutto si trasmutò in quello umore, niente rimanendo della umana effigie.

[6] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 43.9, pag. 298: Poi queste cose che ò cantato et canto, / due de quegli ussiti del suo ostello / in altra effige vide il mastro sancto...

[7] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 129.4: Deo adunca desparteo la lengua de quilli che hedificavano la torre de Babel in LXXII lenguagi e la effigie de li loro volti variatamente mutao...