FALLAGGIO s.m.

0.1 fallaggio.

0.2 Prov. falhatge (cfr. DEI s.v. fallaggio).

0.3 Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Pensiero o discorso contrario al vero, atto a sorprendere la buona fede altrui; inganno, tradimento. 2 Modo d'essere e di agire contrario alla norma o al bene, colpa.

0.8 Zeno Verlato 21.11.2006.

1 Pensiero o discorso contrario al vero, atto a sorprendere la buona fede altrui; inganno, tradimento.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 16.34, pag. 207: Presente mi contava, / e non mi si celava, / tut[t]o suo convenente; / e disse: «I' t'ameraggio / e non ti falleraggio / a tut[t]o 'l mio vivente. / Al mio vivente, amore, / io non ti falliraggio / per lo lusingatore / che parla tal fallaggio.

2 Modo d'essere e di agire contrario alla norma o al bene, colpa.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 130.2, pag. 204: Qual omo si diletta in troppo dire / tenuto è dalla gente in fallaggio: / spesse fiate giova lo tacere...