QUIETARE v.

0.1 queta, quetailo, queta'mi, quetamo, quetando, quetano, quetar, quetare, quetaro, quetarono, quetarsi, quetassollo, quetassonla, quetata, quetate, quetati, quetato, quetatosi, quetava, quetavansi, quete, queti, quetin, queto, quetò, quetoti, queytirrimo, quieta, quïeta, quietando, quietano, quietanu, quietar, quïetar, quietare, quïetarmi, quietaro, quietarono, quietarsi, quietassono, quietata, quïetata, quietate, quietati, quietato, quietava, quietavano, quieti, quietò, quïetò, quietollo, quietorno.

0.2 Lat. tardo quietare (DELI 2 s.v. quiete).

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 2.

0.4 In testi tosc.: Doc. sen., 1281-82; Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.); Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.); Doc. aret., 1349-60.

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.5 Nota il part. forte quieta.

0.7 1 [Con rif. a un movimento:] diventare o rendere (progressivamente) più lento o meno intenso, interrompere o far cessare (anche pron.). 2 Diminuire o far cessare (l'agitazione e il turbamento o la loro manifestazione), portare progressivamente a uno stato di calma e di pace. 2.1 Ricondurre o ritornare a uno stato di pace (reprimendo atti o atteggiamenti ostili o violenti). 2.2 Fare o far fare silenzio (anche pron.). 3 [Econ./comm.] Attestare ufficialmente la liberazione di qno da un debito (per il versamento di una determinata somma di denaro o per la rinuncia alla riscossione da parte del creditore). 3.1 Risparmiare (a qno) qsa che si sarebbe in diritto di imporre o di pretendere (e che risulterebbe gravoso). 3.2 Assegnare (privandosene) qsa al legittimo possesso o alla possibile fruizione di qno. 4 Soddisfare pienamente, appagare (anche pron.).

0.8 Elisa Guadagnini 22.06.2006.

1 [Con rif. a un movimento:] diventare o rendere (progressivamente) più lento o meno intenso, interrompere o far cessare (anche pron.).

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 5, cap. 9 rubr., pag. 163.4: poco dopo partiti, l'onde si quetarono sì che le navi non si movevano...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 5.48, vol. 2, pag. 76: «O anima che vai per esser lieta / con quelle membra con le quai nascesti», / venian gridando, «un poco il passo queta. / Guarda s'alcun di noi unqua vedesti, / sì che di lui di là novella porti...

[3] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 7, 52-66, pag. 213, col. 2.11: tute le richeze mondane non poraven quietar tale corso com'hanno quelle annime...

[4] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 8, pag. 200.2: E dice che sono sì caritativi, che dolce fia loro per amore di carità quetarsi dal danzare, e satisfare allo Autore.

[5] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 9, pag. 286.12: Turno capitano in mezzo la schiera si volge tenendo l'armi, e soprasta tutto il capo. Sì come l'alto Gange che tacitamente surge poi che so quietati i suoi sette corsi... || Cfr. Aen., IX, 30: «ceu septem surgens sedatis amnibus altus / per tacitum Ganges...».

[6] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 5, 46-57, pag. 108.16: un poco il passo queta; cioè riposa il passo un poco, non andare sì ratto.

2 Diminuire o far cessare (l'agitazione e il turbamento o la loro manifestazione), portare progressivamente a uno stato di calma e di pace.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 667, pag. 25: «E' preg ke vu intendí zo ke voi dir quietando, / E ò mitigar l'ira del rex ke 'n ven smaniando.

[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 94.6, pag. 315: se l'amor mi prese riguardando, / io non posso quetar lo suo folag[g]io / che mise il core e me in vostro comando...

[3] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 13b.13, pag. 89: oltr[a] è grave [più] via / poter sanare u' tutta è vïolensa / e non queta l'om mai süa essensa. || Cfr. Brambilla Ageno, p. 89, n. ad loc.: «è molto più difficile il tornar savi dove il male è scatenato e non si acquieta mai il nostro essere [...]».

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 39.61, pag. 140: O glorioso stare, en nichil quietato, / lo 'ntelletto posato, e l'affetto dormire! || Cfr. Ageno, Jacopone, p. 140, n. ai vv. 61-62: «O stato beato, (l'essere) tranquillo nell'annullamento di sé, (con) l'intelletto appagato e il sentimento addormentato».

[5] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 24, pag. 230.7: Quando Catone e li cittadini di Roma ebbero così fatti li fuochi, [[...]] lo pianto fu quetato.

[6] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 68, pag. 161.14: Tu dei sapere, che non è alcuna età più convenevole a buona mente, che quella, che per molte pruove è prolungata, e per ispessa sofferenza delle cose domata, ed è venuta a salutevoli desiderii, i suoi affetti già raffreddati, e quetati...

[7] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 584, pag. 382, col. 1: Sciò che dico [è] questo: / qualunque à tanto lesto / che contrariare poza / ad questa question mosta, / che questa persona ammacte, / che tanto me combacte, / se tanto è che lla quete, / io li do ciò que pete.'

[8] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 2, pag. 41.7: Li fideli, adunca, pugnamo che siano electi, fine in tanto che so iuveni, so in temptacioni, et è bisogno che illi se faticheno per servicij e travalli spirituali; ma poy che illi so quetati in la mente de chesta temptacionj per fridecze de calore naturale, tando so acti, in chella etate de cinquanta anni, che illi siano insignaturi et guardiani delle anime delli fideli, tantu per doctrina, quantu pir bonj exemplj».

[9] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 6, pag. 110.24: Allura la Sibilla dissi: « Hagi spiranza, ka li fati di li dei si quietanu prigandu; nentimancu li toy ti darranu splendida sepultura et eternu nomu havirà killu locu in lu quali tu sirrai».

- [Con rif. ad un fenomeno atmosferico o meteorologico:] diminuire d'intensità (fino a far scomparire), placare.

[10] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 1, pag. 3.23: O Eolo, el nostro padre delli Dei e re delli uomini diede a te di quetare le tempeste e di levarle in alto con vento...

2.1 Ricondurre o ritornare a uno stato di pace (reprimendo atti o atteggiamenti ostili o violenti).

[1] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3, cap. 40, pag. 216.25: Quietato il popolo, i Pazzi accusorono i Cavalcanti, de' quali ne furono condannati XLVIIJ nell' avere e nella persona.

[2] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 106, pag. 210.15: Ed in questo modo, come dice Boezio, fu pacificata l'ira d'Evandro e quetata la contrada.

[3] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 8, vol. 2, pag. 292.8: Veggendo i signori di Milano li scorrimenti delle compagne, e che il paese d'Italia spesso affannato di guerre era, e non era per quetare, per più sicurtà e fortezza de' paesi che tenieno sotto loro signoria, con istudio e diligenzia faceno fare fossi ampi e profondi...

2.1.1 Estens. Mettere in pace, risolvere (una questione).

[1] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 987, pag. 437.28: Commissesi la quistione nel Comune di Bologna, che di ragione e di fatto avesse a giudicare, se lo dovieno rendere, o no; e se lo dovessero rendere, quello che ne dovessero riavere per le spese. E così fu quieta la quistione che ne dovea uscire.

2.2 Fare o far fare silenzio (anche pron.).

[1] Conv. papa Clemente, 1308 (?) (fior.), pag. 15.18: I Cardinali, chi qui ne le case medesime, dove furono parate molte camere; chi al Ponte di Sorga, chi a le bastite d'intorno; s'andarono a posare. E così quietata ogni cosa, vi fu silenzio infino a rilevea di Nostro Segnore.

[2] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 510.5: Questo è el castello de la grande forteçça murato intorno de mura de ferro per tucto intorno cerchiato de cocente fuocho; una tale tromba esscie de quel fuocho, che tucti l'altre voci fa quetare.

[3] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 457.26: Mentre che queste parole e altre più dure con continue lamentanze la predetta Cassandra sì dicea e a' monimenti de re Priamo per neuno modo si ristava, nè si quetava, lo re Priamo comandò che fusse presa e fosse rinchiusa in uno chiostro...

3 [Econ./comm.] Attestare ufficialmente la liberazione di qno da un debito (per il versamento di una determinata somma di denaro o per la rinuncia alla riscossione da parte del creditore).

[1] Doc. sen., 1281-82, pag. 100.22: Di questi denari avemo CXXIJ lib. V sol. V den. i quali paghò Buoromeio per la sua parte et quetamo lui del tuto.

[2] Doc. sen., 1332/33, pag. 203.19: maiestro Agustino fece procuratore el maestro Giovanni a recevere el detto prezo, et a liberare et quietare.

[3] Doc. aret., 1349-60, pag. 185.16: Rendetteme Pietro a dì XV d' agosto la detta somiera e arecome p(er) collaia staia doe e meço de grano fornito; quetailo el detto dì.

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 65, vol. 1, pag. 307.4: li ambasciadori de· rre d'Ungheria [[...]] finirono e quetarono a· rre, e alla reina, e a' reali di Puglia, e a Regno, e alla Chiesa di Roma, di cui è il detto reame, le dette CCC.m di fiorini d'oro...

[5] Giov. Pinciardi, Ricord., 1362-69 (ssep./fior.), 1 [1362], pag. 361.4: rifiutò la Nofria detta ongni ragione e ongni azione che ll'avesse o avere potesse sopra di quello che rimase di Ghucciarello, e ispizialemente d'una lascita che 'l Ciescho sopradetto fecie alla Nofria sopradetta di lire mille di cortonesi, sicché liberamente noi Lodovicho e Giovacchino liberò e fenì e quietò con volontà e in presenzia di Giovanni suo legittimo marito.

- Estens. [In contesti fig.].

[6] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 48, vol. 3, pag. 406.12: Ma sopra tutto guarda che ricevi benignamente; poichè in ciò che tu hai ricevuto di buono aere, tu hai renduto grazia. Ma non credere tu però essere quietato, anzi sei più sicuramente tenuto a rendere, chè noi doviamo rendere volontà contra volontà, e cosa contra cosa, e parole contra parole.

3.1 Risparmiare (a qno) qsa che si sarebbe in diritto di imporre o di pretendere (e che risulterebbe gravoso).

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 7, cap. 90, vol. 1, pag. 401.17: «Conte, io t'ho servito gran tempo, e messo di picciolo stato in grande, e di ciò per lo falso consiglio di tue genti se' poco grato; io venni in tua corte povero romeo, e onestamente del tuo sono vivuto: fammi dare il mio muletto, e 'l mio bordone, e scarsella, com' io ci venni, e quetoti ogni servigio».

3.1.1 Perdonare e rimettere un'offesa.

[1] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 5, pag. 82.24: fazamolle requedere cortesemente che, se me volerranno rendere la mia soro Exiona, nuy le queytirrimo de omne altra iniuria, e non ne blasemerrimo de lloro de li altri dommagi che nne aveno facti, e no averrimmo materia de dare a lloro briga né a nnuy».

3.2 Assegnare (privandosene) qsa al legittimo possesso o alla possibile fruizione di qno.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 44, pag. 78.9: E fuoro certi demonî che diedero per consiglio che con Dio onnipotente cominciassero la guerra e dessesi sì grande impedimento alle sue operazioni, che li venisse voglia di conciarsi co·lloro, e delle genti del mondo quetare una parte...

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 5, cap. 1, pag. 153.9: A Tolomeo quetaro lo reame d'Egitto, e tolserlo a Cleopatra sua sorrocchia...

[3] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 20, pag. 41.39: E però voglio, che dirizzi i pensieri a questo, e a questo intendi, e questo desidera, che tu ti tenghi contento di te, e de' beni, che di te nascono, e queta a Dio tutt'altri voleri, boti, e desiderj.

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 7, cap. 55, vol. 1, pag. 349.5: Ma i Sanesi per non perdere Montereggioni feciono le comandamenta de' Fiorentini, e fue fatta pace tra lloro e' Sanesi, e al tutto quetaro a' Fiorentini il castello di Monte Alcino.

4 Soddisfare pienamente, appagare (anche pron.).

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), Proemio, pag. 5.5: pregasteme [[...]] k'io alcuna informatione in vulgare dectato a voi ne devesse dare. Io volendo de ciò el vostro a(n)i(m)o quetare, [[...]] uno breve tractato e utile innel nome de Dio i(n)com(en)çarò...

[2] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 6, pag. 185.8: ciascuna cosa massimamente desidera la sua perfezione, e in quella si queta ogni suo desiderio...

[3] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 1, 109-123, pag. 26, col. 2.16: 'l desiderio umano in altra cosa se quieta se no in la preditta beatitudene, imperçò [che], sí come Aristotel dixe nel primo de l'Etica, se alcuna cosa restasse a desiderar, l'omo no sería in l'ultima beatitudene.

[u.r. 10.10.2013]