QUIETE s.f.

0.1 quiete, quïete; a: quite.

0.2 Lat. quies (DELI 2 s.v. quiete).

0.3 St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.): 2.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Dante, Commedia, a. 1321; Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.); Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362.

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Lett. napol., 1356; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.5 La forma quite è solo di a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), che riduce il dittongo anche in quitissimo e inquitudine (Dalla Riva, p. 42 n. 9).

Locuz. e fras. con quiete 1.1; in quiete 1; pace e quiete 2; porre in quiete 2.1; porto di quiete 2; senza quiete 1.

0.7 1 Assenza di movimento, il mantenere immutati nel tempo il proprio stato o la propria posizione. 1.1 Movimento lento e regolare. Locuz. avv. Con quiete: lentamente, senza prodursi in movimenti impetuosi, scomposti o improvvisi. 2 Assenza di turbamento, preoccupazione, fastidio; stato di serenità. 2.1 Assenza di conflitti, stato di pace e concordia.

0.8 Elisa Guadagnini 05.06.2006.

1 Assenza di movimento, il mantenere immutati nel tempo il proprio stato o la propria posizione.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 1, pag. 193.8: E vediamo se 'l corpo del mondo se dea tutto vòlgiare, o dea stare fermo alcuna de le sue parti, cum ciò sia cosa che 'l muoto sia contrario de la quiete.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 1.141, vol. 3, pag. 19: Maraviglia sarebbe in te se, privo / d'impedimento, giù ti fossi assiso, / com' a terra quïete in foco vivo».

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 5, pag. 175.9: e li nocchieri lassi sotto i remi, per li duri sedili delle navi posavano le membra con tacita quiete.

[4] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 14, 1-18, pag. 414.8: l'acqua è corpo continuo liquido, sicchè quando alcuna parte di quella è mossa conviene che rimuova l'altra, e l'altra l'altra infine a tanto che, indebilendo sempre quella che muove l'una più che l'altra, si viene a parte che co la resistenzia de la sua quiete agguallia lo moto di quella che è mossa, che è sì picculo che quella li può resistere, e così mancando lo moto si viene a quiete...

- Locuz. agg. In quiete: immobile.

[5] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. II, pt. 3, cap. 3b, pag. 74.5: qualunque cosa è tutta in quiete pare inpossibile che possa muovere altra...

- Locuz. avv. Senza quiete: senza pause, senza mai fermarsi.

[6] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 7, 1-6, pag. 200, col. 2.10: lo prodigo, che despensa e dae la sua substancia ... sta sempre in movimento e senza quiete...

1.1 Movimento lento e regolare. Locuz. avv. Con quiete: lentamente, senza prodursi in movimenti impetuosi, scomposti o improvvisi.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 10.4522, pag. 389: Il sangue pian si muove con quïete: / Questi canali natura non cela, / Che l'un dell'altro il corso non diviete.

- [Con rif. al mare:] debole moto ondoso.

[2] Esp. Pseudo-Egidio, XIV pi.di. (tosc.), pag. 208.8: nel mare sono tre stati principali. Il primo è riposo e quiete e pace...

2 Assenza di turbamento, preoccupazione, fastidio; stato di serenità.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 268.22: E poi Octaviano in onne quiete e in onne reposo fo siniore de tucto lo mundo.

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 38.51, pag. 136: Piaceme lo silenzio, bàilo de la quiete; / lo bene de Deo arlegame e tolleme silete...

[3] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 13, pag. 637.18: La quiete della anima si è, quando ella adora ed ora sanza varietà di varii pensieri e immaginazioni e assalimenti e distrazioni, che soleva avere in quel tempo.

[4] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, prol., pag. 5.6:reconta sancto Gregorio che uno jurno [[...]] volcese dare alcuno reposo in uno loco solitario, in lo quale loco potesse [[...]] pensare bene quanto li desplachìa la sollicitudine de lo mundo, per la quale illo era destracto de la quiete [de] contemplacione.

[5] Lett. napol., 1356, 6, pag. 130.10: Noy liberam(en)te co(n) quillo a(n)i(m)o acceptamo la ampla toa oblatione, co(n) quale a(n)i(m)o conoscemo te farela, p(re)gandote affectuosam(en)te che, p(er) (con)sideratione n(ost)ra (et) p(er) dare quiete allu n(ost)ro a(n)i(m)o, poni chella industria la quale Dyo te ave (con)cessa sapere usare nelle cose ardue (et) dubie.

[6] Annales XIV 52-56 volg., XIV ex. (fior.), pag. 145.14: Lo tuo bisavolo Ottaviano Agusto concedette a Marco Agrippa la quiete di Mitilene e a Gaio Mecenate in questa cittade medesima uno ozio quasi come di luogo pellegrino...

[7] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 2, cap. 26, pag. 161.2: I' nel terso lato per l'amor di Dio ne rissa dodici altre, cioè: l'alegressa in de la aversità, la rettitudine in della vita, l'odore di buona fama, la repressione di tentassione, la espettassione della felicità, l'odio delle inniquità, la quite del cuore, l'accesa devossione, la continua orassione, la perfessione della mente, l'assidua meditassione.

- Porto di quiete.

[8] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), Prologo 2, pag. 6.26: navigando molto lungi non possiamo vedere il porto della quiete, che lasciammo.

- Pace e quiete.

[9] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 39, pag. 203.29: Le quali ragioni, chi bene le tenesse a mente, hanno virtù somma di cacciare ogne odio del cuore tuo e ogne rancore e mala volontà, e di recarti pace e quiete ne l'anima tua.

[10] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 16, pag. 5: «Unde tucti pregamovi che vui vi operete / Collo papa et collo re, che gratia ne impetrete / De fare una citade, così per nui se pete, / Che a lloro ne sia gloria, ad nui pace et quiete».

2.1 Assenza di conflitti, stato di pace e concordia.

[1] Doc. fior., 1311-50, 108 [1350], pag. 692.9: Prima, premesse convenienti salute, dicano i decti Ambasciadori quanto il Comune di Firenze e' suoi Reggimenti furono crucciosi della novità, la qual si dice fu actentata contra il Comune di Volterra e suoi Reggimenti et Stato, mostrando loro che 'l non procedere più sopra questa materia, et l'averla simulata, è solamente per stato et quiete del Comune di Firenze, dal quale si conosce dipendere lo stato e 'l riposo della Città di Volterra, et suoi Governatori...

- Locuz. verb. Porre in quiete: ristabilire la pace (facendo cessare atti o atteggiamenti ostili o violenti).

[2] Doc. fior., 1367 (4), 22, pag. 423.7: Ricevemmo la vostra lectera et per essa intendemmo quanto ci scriveste sopra fatti de' Viterbesi la colpa de' quali diciamo de' colpevoli fu sì enorme che come che abbiamo a lloro compassione pur non vedremo che potesse essere utile il mandare nostro ambasciatore al papa sì sentendo che la novità si pacificava et sì che il Sancto padre ci scrisse ch'era posta in quiete et però tanto gli piaceva che nostra gente che gli mandavamo tornasse in drietro.

[u.r. 11.12.2017]