FATTURO agg.

0.1 fattura, fatturo.

0.2 Lat. facturum.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

N L'es. in Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.) è cit. dantesca.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Destinato a fare. 2 Destinato a farsi, ad avvenire.

0.8 Fabio Romanini 25.04.2007.

1 Destinato a fare. || Part. fut. di fare.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 6.83, vol. 3, pag. 94: Ma ciò che 'l segno che parlar mi face / fatto avea prima e poi era fatturo / per lo regno mortal ch'a lui soggiace, / diventa in apparenza poco e scuro, / se in mano al terzo Cesare si mira / con occhio chiaro e con affetto puro...

[2] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 6, 82-96, pag. 203.27: e poi era fatturo; cioè lo detto segno dell'aquila era che dovea fare per gli altri principi che 'l doveano portare...

2 Destinato a farsi, ad avvenire.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 33, pag. 564.7: 22. Brieve pertugio ec. Mostra per queste parole l'Autore, che quello carcere avea prima nome la muda, poi ebbe nome e ha la Torre della fame; nella quale torre dice ch'avea un picciolo pertugio, per lo quale elli avea più volte veduto lume anzi ch'elli sognasse quelle cose, che furono indizio e testimonio della sua fattura miseria; il quale sogno si scoperse e aprì quelle cose, le quali poi li dovevano avenire, e ch'elli non vedea anzi il sogno.

[u.r. 10.12.2010]