FIGLIARE v.

0.1 figlarà , figlare, figlari, figlia, figliam, figliando, figliano, figliante, figliao, figliar, figliare, figliasse, figliassero, figliato, figliavano, figlinti, figlirà , figlyato, filgla, filglia, filgliam, filglò, filiare, fillia, filliar, filliare, fillino, filliò, fillyau, fillyava, filyasti, filyastivu, filyau.

0.2 Da figlio.

0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 1.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Rustico Filippi, XIII sm. (fior.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Doc. fior., 1274-1310; Doc. aret., 1349-60.

In testi mediani e merid.: Boccaccio, Lett. napol., 1339; Doc. castell., 1361-87; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Mettere al mondo dei figli (detto prevalentemente di animali). 1.1 Fig. 1.2 Generare per facoltà divina (detto di Dio Padre nei confronti del Figlio). 1.3 Fig. Avere come conseguenza. 1.4 Fig. Accrescersi continuamente. 1.5 [Prov.] L'albero dà di quei frutti che figlia.

0.8 Francesco Sestito 19.06.2007.

1 Mettere al mondo dei figli (detto prevalentemente di animali).

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 1, pag. 129.13: E 'l cane somigliante mente sa bene come elli si die portare a figliare, e ciò non sa la femmina, anzi conviene che le sia insegnato.

[2] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 14, pag. 35.29: La bellula si è una piccula bestiola e ane in sé una forte natura, ch'ella ingenera per li orecchi e figlia per la bocca e fa li soi filioli morti.

[3] Doc. fior., 1274-1310, pag. 339.6: MCCLXXXXJ Martino f. Bonaventure [[...]] deci rendere per chatuna pechora che filgla d. XIIIJ per chascio.

[4] Boccaccio, Lett. napol., 1339, pag. 181.7: Faccìmote addunua, caro fratiello, assaperi ca lo primo juorno de sto mese de decembro Machinti figliao e appe uno biello figlio masculo...

[5] Doc. aret., 1349-60, pag. 171.25: Abbo avuto de la troia che filliò, fece doi porcelli; colli (detti) porcelli [[...]] XXXVJ s. VJ d..

[6] Doc. castell., 1361-87, pag. 194.34: Gio(n)ta, Mccclxxvij dì xxij de dece(n)br(e), una troya p(re)ngna ex(timata) undici lbr. (e) meçço co(m)m'esso la (con)parò; la d(i)c(t)a troya filglò, Mccclxxvij dì ultimo de dece(n)br(e), à v cio(n)coli, iiij f. (e) j m.

[7] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 28, pag. 234.8: E poy che aveano figlyato, quella che facea femena la tenea con sico, e quella che facea masculo da chì a li III anni sì l'allactava e poy nde lo mandava a quella isola ove erano li masculi ad habitare co lloro.

- [In contesto metaf.].

[8] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 21.13, pag. 63: Però che tutto 'l mondo ti paventa: / in corpo credo figlinti le volpe, / ta· lezzo n'esce fuor, sozza giomenta.

1.1 Fig.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 14.117, vol. 2, pag. 240: Ben fa Bagnacaval, che non rifiglia; / e mal fa Castrocaro, e peggio Conio, / che di figliar tai conti più s'impiglia.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 28.113, vol. 2, pag. 489: e l'altra terra, secondo ch'è degna / per sé e per suo ciel, concepe e figlia / di diverse virtù diverse legna.

1.2 Generare per facoltà divina (detto di Dio Padre nei confronti del Figlio).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 10.51, vol. 3, pag. 161: Tal era quivi la quarta famiglia / de l'alto Padre, che sempre la sazia, / mostrando come spira e come figlia.

1.3 Fig. Avere come conseguenza.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 2, vol. 1, pag. 75.19: E que li valsi donca la urdenata contenencia et la refirmata industria? Filyau multi vittorij et multi triumphi di quillu inimicu...

1.4 Fig. Accrescersi continuamente.

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XIII (ii), par. 14, pag. 633.6: vuole mostrar così il lor dolore doversi continuamente aumentare, come la quantità de' tormentatori s'acresce nidificando e figliando.

1.5 [Prov.] L'albero dà di quei frutti che figlia.

[1] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 264.12, pag. 318: Però vi mando mie cose volgari, / non già per voi quanto per la famiglia, / che son conforme a li lor calzari. / L'albero dà di que' frutti che figlia; / se son sanza sapore o poco cari, / priego non vi facciate maraviglia...