0.1 fumigio, fumigiu.
0.2 Lat. tardo fumigium (DEI s.v. fumigio).
0.4 In testi tosc.: F Libro della cura delle malattie, XIV pi.di. (fior.); Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.).
In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 Azione di bruciare una determinata sostanza al fine di ottenerne un fumo (da diffondere in un ambiente o di cui impregnare un oggetto) dotato di particolari proprietà. 2 [Med.] Cura consistente nell'assorbimento o nell'inalazione di fumi dotati di virtù medicamentose (prodotti dalla combustione o dalla bollitura di una sostanza).
0.8 Elisa Guadagnini 23.04.2007.
1 Azione di bruciare una determinata sostanza al fine di ottenerne un fumo (da diffondere in un ambiente o di cui impregnare un oggetto) dotato di particolari proprietà.
[1] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 8, pag. 148.1: et lu poviru sinatu spandia lu inchensu et fachia fumigiu et di lu tepidu sangui fumicava li autari. || Cfr. Aen., VIII, 106: «tura dabant, tepidusque cruor fumabat ad aras».
2 [Med.] Cura consistente nell'assorbimento o nell'inalazione di fumi dotati di virtù medicamentose (prodotti dalla combustione o dalla bollitura di una sostanza).
[1] F Libro della cura delle malattie, XIV pi.di. (fior.): E se corizza procede per freddo, riceva questo fumigio, dove sieno cotte queste erbe... || Manuzzi, Cura malattie, p. 12.
[2] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 80, pag. 339.15: Se farai fumigio di cuoio d'alifante, sì isvegla li litargici per troppo dormire.
[u.r. 08.03.2022; doc. parzialm. aggiorn.]