FUMO s.m.

0.1 fomo, fum, fume, fumi, fumm', fummi, fummo, fumo, fumu, fumus, funmo, fuomo; x: fumy.

0.2 Lat. fumus (DELI 2 s.v. fumo).

0.3 Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Lett. sen., XIII u.v.; Simintendi, a. 1333 (prat.); Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.); Lett. volt., 1348-53; x Lett. lucch., 1376 (3).

In testi sett.: Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); x Gramm. lat.-it., XIII ex. (ver.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Poes. an. padov., p. 1369; Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Lucidario ver., XIV.

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.); Destr. de Troya, XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. agro fumo 5; andarsene in fumo 1; convertire in fumo 1.7; di gran fumo 1; fare fumi 1.3; fare fumo 1, 1.4, 1.5, 1.6.1; fumo agro 5.1; gire come fumo al vento 1.7; ire in fumo 1.7; mettere fumo negli occhi di 1.8; ritornare in fumo 1, 1.7; tornare in fumo 1.7; vada dove gire ne vuole il fumo 1.7; ventare a fumo 1.

0.6 N Per le due occ. di fumu ('letame') att. nel Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.) v. fimo s.m.

0.7 1 Miscuglio di gas e particelle solide emanato da un corpo in combustione, che si diffonde nell'aria con densità e colore variabile (ed è generalmente acre e fastidioso per la respirazione e la vista). 1.1 [Come arredo dei luoghi infernali (o del purgatorio dantesco)]. 1.2 [Adoperato come segnale visibile a distanza]. 1.3 [Con rif. a sostanze odorifere bruciate perché esalino il loro profumo]. 1.4 [Usato per scacciare animali nocivi o molesti (specif. serpenti)]. Locuz. verb. Fare fumo. 1.5 [Usato per scacciare le api]. Locuz. verb. Fare fumo. 1.6 [Med.] [Adoperato come cura per le sue particolari proprietà medicamentose]. Ricevere il fumo, ricevere fumi. 1.7 [Per indicare qsa di effimero o inconsistente]. 1.8 [Con valore fig. neg.]. 1.9 Meton. Colonna di fumo. 2 Emanazione gassosa di sostanze o miscele a base acquosa (visibile in forma di nube). 2.1 [Med.] Vapore di origine fisiologica (prodotto spec. dall'alcol, da determinati cibi o dalla loro abbondanza) che dagli organi interni (spec. lo stomaco), tende a salire al cervello alterando lo stato fisico della persona (spec. plur.). Fumo malinconico, focoso, collerico, salso; fumo di collera rossa. 3 Estens. Massa di polveri che fluttuano nell'aria (sollevate dal suolo da un calpestio intenso o prolungato), ostacolando la vista. 3.1 Nube (di polvere finissima) che fluttua e tende a disperdersi nell'aria. 4 Fig. Causa o principio di confusione o offuscamento delle facoltà intellettive, del comportamento, della capacità di giudizio (con valore moralmente neg.). 5 [Vet.] Locuz. nom. Agro fumo: malattia (cutanea?) dei falconi. 5.1 [Vet.] Locuz. nom. Fumo agro: malattia dei falconi.

0.8 Elisa Guadagnini 17.04.2007.

1 Miscuglio di gas e particelle solide emanato da un corpo in combustione, che si diffonde nell'aria con densità e colore variabile (ed è generalmente acre e fastidioso per la respirazione e la vista).

[1] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 2.19, pag. 589: Ben me noia [[...]] lume morto finqé 'l fumo dura...

[2] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 260.15: puoi pusero lo cuorpo suo [[scil. Cesare]] in aera et fecero grande fuoco de olivano con grande fume et dixero a lo popolo de Roma ka li dii se nne l'aveano portato ad celo.

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra.346, pag. 112: S'eo foss in una casa ke foss de fum compia / E eo ge stess ben poco, oi De, com mal staria, / Ke li og me planzeraveno e 'l flao me mancaria.

[4] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 42, pag. 76.20: perdonò a coloro che di buon core voller tornare, e li altri fece ardere incontanente in un fuoco il qual facea sì fiatoso fummo, che tutte le contrade appuzzò.

[5] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Tavola generale, pag. 40.22: Capitol de la flama. Capitol del fum. Capitol del carbon.

[6] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 70.26: Et l'autro dì apparve loro indel mare uno monte altissimo contra septentrione non dala lunga, avendovi in mezo soctilissime nebbiarelle; indela cui sommità avea fummo grandissimo.

[7] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 26, 1-12, pag. 540, col. 1.29: Ell'è da saver che la fiamma del fogo no è altro che fummo ingesto, sí che quando lo fummo è de vapuri suttili, la fiamma si è tutta chiara; e quand'è de vapuri grossi, la fiamma è ... scura...

[8] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 64.3: Ma Feton allora vide lo mondo acceso da ogni parte, [[...]] e da ogni parte si volge nel caldo fummo...

[9] Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.), 2.2, pag. 423: Io vi doto, del mese di gennaio, / corti con fumo al modo montanese...

[10] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 64.7: non avendu focu a lu lontri, cannussiu per lu patrunu di la barca que non troppu arassu da locu paria fumu...

[11] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 296.1: E quello [[scil. vapore]] ch'è secco è di tre modi, imperciò che alcuna volta è fummo, alcuna volta estus, alcuna volta vapore. [[...]] E il vapore secco terreo per certe diversità hae tre nomi, imperciò che sse noi il pilliamo che sopra lui è l'operatione de la sua cagione efficiente, la qual è il caldo ardente, alotta si chiama fummo, impercioe che il fummo è del terreste arso evaporante; e imperciò il fummo è nero, e anerisce i corpi per le particelle terreste piccole e arse che ssi lievano co· llui.

[12] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 248, pag. 261.11: Segondo Diascorides la sustancia del fumo sì è terrea sotille. La quale ha pure algune parte ignee. Ogni fumo sì è dessiccativo. Ma el se diversifica segondo la diversitè dey corpi, da li q(ua)le el se liva.

- Locuz. agg. Di gran fumo: annerito dalla fuliggine.

[13] San Brendano ven., XIV, pag. 156.15: vene uno omo de l'isola corando inver de nu', e iera vechio e aveva la barba molto longa e iera tuto negro e nudo e peloso como uno rizo e de gran fumo e puzava da solfere e da oio petroleo, e sì tosto che costu' à vezudi questi servi de Dio, elo tornà tosto indriedo e andà a la so fosina.

- Locuz. verb. Fare fumo: fumare, emanare un miscuglio di gas e particelle solide (a seguito di un processo in atto di combustione o dell'alta temperatura).

[14] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 14, pag. 102.18: Mongiubello medesimo, che a quella stagione spesse fiamme cacciava fuori con disolamento di cittadi e di campi, ora sanza danno fa fummo in memoria delle cose passate.

[15] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 5, 31-45, pag. 80, col. 1.20: e quelle sono appellade 'comete', perché 'l vapore acceso fa fummo, e par quase come una treça.

[16] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 29, pag. 139.25: in un fogo meesmo l'oro fin resplende e la paglia fa fumo...

[17] Gesta Florentin. (ed. Santini), XIV pm. (fior.), pag. 108.10: MCCLXIIII apparì la stella: facea fummo chome fuocho.

[18] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 8, 58-75, pag. 264.4: Non per Tifeo; questo si dè dare al verbo caliga: imperò che vuol dire che non fa fummo Etna per lo gigante Tifeo...

- Fras. Andarsene in fumo: consumarsi per combustione, bruciare completamente.

[19] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 334.29: quando l'ariento vivo sentirà il caldo del fuoco se n'andrà in fummo e l'oro rimarrà nel detto coreggiuolo amassato e sodo...

- [Con rif. ad un fuoco:] fras. Ritornare in fumo: non riuscire a prendere vigore di fiamma ma convertirsi in solo fumo.

[20] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 30, pag. 252.35: E quando meglyo parea a lloro che llo fuoco fosse allumato sobetamente se astutava e retornava in fummo, sì che iammay per nulla maynera lo sacrificio se potte fare.

- Fras. Ventare a fumo qsa: impregnare di fumo qsa (tanto che essa ne assuma l'odore caratteristico).

[21] Tomaso da Faenza, Amoroso, XIII sm. (tosc./faent.), 56, pag. 455: come sorvince ambra, mirra e spico / di fino odor cosa ventata a fumo.

- Fiamma e fumo.

[22] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 7, pag. 172.6: E trovamo fuoco ardere sotto terra e uscire fiamba e fumo fore de la terra...

[23] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 307a, pag. 329.25: Elli avea dentro allo 'ncensiero una pietra accesa che non rendea ponto di fiama né di fummo.

[24] Boccaccio, Caccia di Diana, c. 1334, c. 12.23, pag. 33: Questo è 'l mio volere: / mettiamo in questa buca acceso foco; / la fiamma e 'l fumo lui uccideranno / o 'l cacceranno fuor di questo loco.

[25] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 150.15: Nello cantone della parte manca stava uno fuoco moito ardente, lo fume e lla fiamma dello quale se stennevano fi' allo cielo.

- Fuoco e fumo.

[26] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 15, vol. 3, pag. 269.8: Seneca dice: Là ov' il fuoco è dimorato lungamente, tutto dì v'ha fuoco e fumo.

[27] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 8, 58-75, pag. 189, col. 1.17: el monte che è dalla parte del golfo de Venesia si è Vulcano, sovra lo qual monte si è continuo fogo e fumo...

- [Con rif. agli strumenti della religione:] fumo di candele.

[28] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 3, cap. 98, vol. 1, pag. 447.4: altra medicina bisognava a reducere costui alla via diritta, che suono di campane o fummodi candele...

- [In diverse formulazioni che esprimono la necessità che ci sia fuoco dove c'è fumo o viceversa].

[29] Andrea da Grosseto (ed. Segre), 1268 (tosc.), L. 1, cap. 3, pag. 153.26: Onde dice Seneca: «colà dove sta longamente il fuoco non può essere mai sanza fumo».

[30] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 48, pag. 253.1: il fummo è segno del fuoco e la paraula segno del pensiero.

[31] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 33.97, vol. 2, pag. 579: «E se tu ricordar non te ne puoi», / sorridendo rispuose, «or ti rammenta / come bevesti di Letè ancoi; / e se dal fummo foco s'argomenta, / cotesta oblivïon chiaro conchiude / colpa ne la tua voglia altrove attenta.

[32] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De la ruxbacione, vol. 1, pag. 115.32: E como l'omo income(n)ça a striarsse, e lantor lo diavo incomença lo fogo de l'yra, de lo strio e de lo contrasto, vem lo rimor, cossì como fa lo fogo chi e' apresso lo fumo vem la fiama...

[33] Poes. an. padov., p. 1369, 31, pag. 54: s'el te schota, cercha s'el è fumo.

- [Prov.]

[34] Andrea da Grosseto (ed. Segre-Marti), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 5, pag. 214.21: tre cose son quelle che cacciano l'uomo fuor di casa, cioè il fummo e stellicidio, cioè che [vi] piuova dentro, e la mala moglie.

[35] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 153, pag. 33: Lacèru et fume et ploia de la casa te cacça.

1.1 [Come arredo dei luoghi infernali (o del purgatorio dantesco)].

[1] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1813, pag. 84: Vui brusaré en fogo ardente / Cruël e pessimo e buiente, / En grieve puça et en calor / Et en trement et en dolor, / En fumo grand e tenebros / Molto fort et angostïos...

[2] Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.), 339, pag. 114: Domino Deu [[...]] [lo] fello caçerà en le pene de inferno inferïore, / là u'èn lo çelo e nimio grande callore, / una gran tempestà e fumu con pudore, / [con] tuti li soperbi e li soi conpagnone.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 15.142, vol. 2, pag. 260: Ed ecco a poco a poco un fummo farsi / verso di noi come la notte oscuro; / né da quello era loco da cansarsi. / Questo ne tolse li occhi e l'aere puro.

[4] Contemptu mundi (III), XIV sm. (tosc.), cap. 12, pag. 207.28: Chi adorerà la Bestia e la sua imagine, costui berà del vino dell' ira di Dio e sarà tormentato col fuoco e col zolfo; e 'l fumo de' tormenti salirà ne' secoli de' secoli, né arà riposo dì e notte chi adorerà la Bestia e la imagine sua».

1.2 [Adoperato come segnale visibile a distanza].

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 5, pag. 88.11: Ed ancora sono segni muti fuoco di notte, e fumo di die, per li quali a' compagni si significa certe cose, le quali per messo non puoi loro fare assapere.

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 22, 1-12, pag. 530, col. 2.41:Cenni, cioè: singni de castella, come de die bandere bianche, negre, rosse etc. e cum fumi; e se ll'è de notte con foghi.

[3] <Doc. ven., 1359>, pag. 276.39: Et sapi che nui avemo chomesso al dicto Zugno che, ogni fiada che tu farasi li servigi ordenadi, zuè fumo de dì et fogo de nocte, che de presente el debia mandar de Zupana homini LX, et de Chalafota XX, et de Calamota XX...

1.3 [Con rif. a sostanze odorifere bruciate perché esalino il loro profumo].

[1] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 68.8, pag. 30: L'ottavo loco è termàs chiamato [[...]] havi alabasti ed acque lavorate, / fummi di gomme odifere trïate, / con nuov' odori divisati e strani.

[2] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 3, cap. 12, pag. 405.4: Dall'altra parte s'ornano tutti i loro Calloggieri; cioè i loro sacerdoti, e con fuoco e con odoriferi fumi sagrificano i loro iddei...

[3] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 7, ott. 75.6, pag. 479: e poi lo 'ncenso preso e seminato / sopra di quello, riempié il loco / di fummo assai soave in ogni lato...

[4] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 173, pag. 177.17: la scorça de l'incenso fa fumo de bon odore.

- [Con finalità gastronomiche].

[5] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 43, pag. 301.13: Nota che Dante [[...]] Nicolò dice così perch'elli fu il primo che fe' fare i capponi arrostiti al fummo de' garofani...

- Locuz. verb. Fare fumi: bruciare sostanze odorifere (per fini magici).

[6] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 153.2, pag. 64: E cinsesi uno scoglio di serpente, / e fece fummi e sue congiurazioni, / e l'anima rivenne immantenente / nel corpo per la tema de' domoni.

1.4 [Usato per scacciare animali nocivi o molesti (specif. serpenti)]. Locuz. verb. Fare fumo.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 29, pag. 237.26: e quando essi ponevano lo campo per lo dubio de la notte, sì ardevano erbe intorno al campo, per le quali li serpenti fugivano, non potendo sofferire lo fumo.

[2] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 27, pag. 186.17: si legge del serpente corporale che fugge dal fummo perché lo fummo l'uccide...

[3] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 90.16: tol le pene de l'avolltor e brusalle e fa' fumo d'esse et ello deschaça li serpenti adesso e non può durar a questo fuomo.

[4] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 73, pag. 330.21: Se farai fummo delo corno del cerbio, fuggeranno tutti li serpenti dela casa, imperciò che quello fummo ène contrario deli serpenti.

[5] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 264, pag. 276.34: E quando el [[scil. diascorides]] fi bruxò, el so fumo para via li serpenti venenoxi.

1.5 [Usato per scacciare le api]. Locuz. verb. Fare fumo.

[1] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 364.8: Che diremo altresie quando le api fugono a grandi sciami, qua[n]do è fatto fumo sotto le arnie e compigli, acciò che, toltone via i fiali del mele e della cera, rilievinse le piegate vimine de le arnie?

[2] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 12, pag. 215.9: in tal modu comu soli fari lu pasturi ki cum lu fumu cacha l' api et congregali in lu obscuru vaxellu...

[3] Comm. Rim. Am. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), ch. 145, pag. 976.15: Va' pensando perché si fa fummo sotto alle lape per potere trarre il mele e ' fiari e pensa pur in cotali fatti.

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 19, pag. 88.27: el fuçe gli correi e gli bon mangiar, gli bon vin e le feste, le noce hi balli hi solaçi hi çohi hi stramaççi, piaççar e porteghi e lo star su le porte, como fuçan le avie dal fumo de le strace...

[5] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 4, cap. 28, pag. 172.23: Allora si tolla incenso, e sterco secco di bue, e facciasene fumo all'arnie...

1.6 [Med.] [Adoperato come cura per le sue particolari proprietà medicamentose]. Ricevere il fumo, ricevere fumi.

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 1, cap. 12, pag. 102.6: Se opressione aviene [[...]] sì ssi conviene [[...]] ricievere fumi di pecie greca ai charboni.

[2] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 95.25: Item tuo' la radixe de lo rosmarin e metilla su li charboni e reçevi lo fumo per lo naxo e farà andar tuta la rema via.

[3] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 34, pag. 158.2: Gagates [[...]] Se lla femena viene fumata di sota d'ella, el ge viene la sua rasone. El suo fumo è buono a quigli che cazeno del male della luna.

[4] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 15, pag. 586.25: Vali a kista infirmitati lu fumu di la peza arsa oi cutuni arsu vecchu, e fali intrari kistu fumu in li naski di lu nasu: pir kistu fumu si dissolvinu li humuri friddi e fali viniri fora pir li naski di lu nasu.

[5] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 21, pag. 26.37: La vertù del lino, dixe uno autore, è questa che quando el se bruxa e stasse sovra el fumo, quelo fumo è sotile. E çoa a la coriça...

[6] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 4, pag. 6.5: Item lu fumu di lu vinu duvi sia cocta l'arga marina, richeputo, amorta lu dolori di la reuma.

1.6.1 [Med.] Locuz. verb. Fare fumo: bruciare determinate sostanze affinché esalino fumi dotati di virtù medicamentose (che possano essere assorbiti o inalati da chi si sottopone alla cura).

[1] Virtù del ramerino (ed. Bénéteau), 1310 (fior.), pag. 249.3: 2. S'alquno sentisse di rema e di catarro, tolli dele cortecie de· ramerino e fanne fumo e que[ll]o fumo ricievi nele nari del naso, e ristrignie la rema e 'l catarro.

[2] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 71, pag. 188.14: Ite(m) ad idem: ungerai de morca d'olio unu cenço et apprendulo et ramode(n)nulo fa(r)raine fume allu naso spesse volte.

1.7 [Per indicare qsa di effimero o inconsistente].

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. III, inc.: Et certo la ricchessa deli mali ho(min)i dileguerà come fu(n)mo, che chi male raiuna uvaccio distrugge...

[2] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 69.9, pag. 210: E ben conosco che m'aprendo al fomo, / poi che nel mondo è lo dilletto mio...

[3] Poes. an. sett., XIII (2), 163, pag. 50: Pauco dura - la sua segnoria, / No sta d'un colore, anch' e vara, / Falsa e rea en sua vitoria, / Memoria - de fumo, quando ascura / L'aire pura - che 'l vento chaça via.

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 5, pag. 170.29: Ed io già ti lasso; sta in pace, chè l'umida notte già volle il suo amezzato corso, e il crudele oriente già m'à percosso co suoi stanchi cavalli. Aveva detto, e fuggie nell'aire sì come fummo. Allora dice Enea: O Padre, dove t'affretti tu?

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 25, pag. 122.30: Onde son gli gran re? Que è fachio d'i so' nomi? Que è d'i so' palaxii? Tuto è vegnuo in niente chomo fumo de polte e schima de laveço.

[6] Lett. bologn., XIV pm., pag. 55.9: Or perché rauni tu le cose temporali? Non sono elle fumo e vento, non trapasano elle e coreno via?

[7] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, cap. 8, vol. 1, pag. 27.36: et imperzò ki li bruti avinu virtuti finita a durari la vita loru, la quali esti vapuri et fumu, et non avinu fini di beatitudini nè meritu di iusticia, ipsi per natura sunu mortali...

[8] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 156.4, pag. 212: I' vidi in terra angelici costumi / et celesti bellezze al mondo sole, / tal' che di rimembrar mi giova et dole, / ché quant'io miro par sogni, ombre et fumi...

- Fras. Ire in fumo, gire come fumo al vento: sparire (velocemente e senza lasciare traccia).

[9] x Lett. lucch., 1376 (3): Facciamo meglio che si può, e pogniamo pic. tele; e ciò è stato perchè per tutto era voito, e ungniuno ha dato a ffar seta. Noi n'avemo riscosso circa libbre 400, che a pesso a pesso a minuto n'è ito in fumo, e di questa soma n'hae a filare da libre c.

[10] A. Pucci, Reina, a. 1388 (fior.), II, ott. 13.7, pag. 248: To' questa bacchetta; / fra tuoi nemici sí la va a gittare, / dicendo: - Gite come fumo al vento; - / e lo tuo cor di lor sará contento.

- Fras. Convertire, (ri)tornare in fumo: vanificare.

[11] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 27, vol. 2, pag. 320.19: Il conte di Lando stando alla bada più dì di prendere questa gente, vedendo tornare in fummo il suo proponimento, per non perdere più tempo si ritornò alla sua compagna...

[12] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 30, vol. 2, pag. 328.22: la scusa fu benignamente ricevuta, e accettata la promessa, la quale feciono, si convertì in fummo, perché no· ssi facea né procedea di diritto e buon cuore.

[13] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Temporis.126, pag. 270: Ma cheunque [quantunque] si pensi il vulgo o parle, / Se 'l viver vostro non fusse sì breve, / Tosto vedresti in fumo ritornarle

1.7.1 [Con rif. alla natura ingovernabile e imprevedibile del fluttuare o del muoversi nell'aria del fumo:] fras. Vada dove gire ne vuole il fumo: sia quel che sia.

[1] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 6, ott. 7.5, pag. 178: Ma mio poter farò quinci fuggirmi, / se conceduto non mi fia 'l venire / in altra guisa, e con teco reddirmi / com'io promisi; e vada dove gire / ne vuole il fumo, e ciò che può seguirmi / di ciò ne siegua, ch'anzi che morire / di dolor voglia, voglio che parlare / possa chi vuole e di me abbaiare».

1.8 [Con valore fig. neg.].

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 11, vol. 4, pag. 45.5: Ma per meglio schiarare ciò ch'egli ha detto, dirà delle regole che appartengono all'ordine di questa arte. Ch'egli non volsi fare come fece Ciclico, di cui parla Orazio; egli non vole tornare la lumiera in fumo, anzi del fumo farà lumiera.

[2] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, quaestio 52, pag. 163.21: s'illi no viveno bene ni amagistrano altrù, illi in sì com fumo, lo qual obscura lo fogo e noxe a li ogi de la zente.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 18.120, vol. 3, pag. 306: Per ch'io prego la mente in che s'inizia / tuo moto e tua virtute, che rimiri / ond' esce il fummo che 'l tuo [[scil. di Giove]] raggio vizia...

[4] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 18, pag. 424.1: Questa orazione che fa l'Autore a Dio, [[...]] nella quale priega colui, ch'è principio e fine, che riguardi ond'esce il fummo, cioè il peccato e difetto che vizia e corrompe la influenza di Giove...

[5] ? Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 7.4, pag. 23: O puzza abominabel de' costumi, / o maleditti dì de nostra etade, / o gente human[a] senza humanitade, / più che senza splendor li obscuri fumi!

- Fras. Mettere fumo negli occhi di qno: confondere o ingannare qno.

[6] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 40, pag. 451.25: Dilitie e divitie tenporale este, sì come è di sovra decto, mecteno funmo inn occhi di sapienti, malo ellegendo a bono e bono a malo.

1.9 Meton. Colonna di fumo.

[1] Gl x Gramm. lat.-it., XIII ex. (ver.): dui fumy insiuam de caxa toa debemus dicere: duplex fumus exibat domum tuam, vel dicere: maneries funi exibat domum tuam....

2 Emanazione gassosa di sostanze o miscele a base acquosa (visibile in forma di nube).

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 20, pag. 33.27: E vedemo lo calore del sole levare sù fumi e vapori da l'acqua e da la terra [[...]] e sapemo bene e è manifesto che en su l'aere non ha petre né acqua né neve né ferro, s'elle non li so' portate per fumi e per vapori dal calore del sole, e forse da l'aiuto de l'altre stelle, secondo lo calore del foco che porta per fumi la fuligine, e la fuligine raunata poi cade giù.

[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 17c, pag. 107.5: (Et) l'odore, lo quale receve lo spirto odorabile, innella cosa nella quale ène se chiama odore, innel meçço, quando vene a l'odorato, ène fumo overo vapore resoluto (et) tracto de la cosa odorifera dal caldo...

[3] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 1, cap. 14, pag. 105.3: E questo chanbiamento avviene ancora per [[...]] fumi puzolenti e velenosi che surgono dela terra ove avrà charongne d'uomini overo di bestie, sì com'elli aviene in bataglie o i· marosi od altri malvagi luoghi che coronpono la natura e la sustanzia del'aire...

[4] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 96, pag. 376.19: ed era tanto il fummo del sudore degli cavagli e degli cavalieri, e ancor la polvere, ch'egli faceano nella aria quasi come una nebbia, che a pena l'uno coll'altro si vedeva.

[5] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 34, pag. 238.19: «Perché è l'orina salsa?». Ed e' risponde: «L'orina è salsa per tre cose: perch'ella discende dalla vivanda e nasce dal fummo della colatura della vivanda e il fummo è di natura d'acqua...

- [Con rif. al colore]. Fumo di pantano.

[6] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 391-400, pag. 111.11: Era costei [[...]] quando la mattina usciva del letto col viso verde, giallo, mal tinto, d'un color di fumo di pantano, [[...]] in tanto contraria a quel che parea poi che avuto avea spazio di lecchisarsi, che appena che niuno il potesse credere che veduta non l' avesse, come vid' io già mille volte.

- [Specif. di natura tossica].

[7] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 3, cap. 2, pag. 190.23: La seconda cosa, che l'uomo die guardare nell'edificare si è, che là dove esso edifica, e' non vi sia l'aire oscura, né non vi sia fango né fiumi d'intorno che gettino fumo, perciò che in cotale luogo l'aire non è sano.

[8] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 146.44, pag. 642: Frai, ch[e] t'è intrevegnuo, / che tu e' sì incativio, / ruzenento e barbazuo? / E' tu staito inprexonao / o in alcun destrenzemento? / Dime, chi t'à consomao: / faiga, fame o fumo o vento?

2.1 [Med.] Vapore di origine fisiologica (prodotto spec. dall'alcol, da determinati cibi o dalla loro abbondanza) che dagli organi interni (spec. lo stomaco), tende a salire al cervello alterando lo stato fisico della persona (spec. plur.). Fumo malinconico, focoso, collerico, salso; fumo di collera rossa.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 12, pag. 174.34: 'l troppo vino impedisce molto la ragione e lo 'ntendimento, per li fumi che montano nel capo, ei quali turbano la testa e 'l cervello...

[2] f Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.), 5, pag. 6.27: Contra le caligini degl'occhi che fosse fatta per fummo di collera rossa o per febre acute o per fegato oppilato... || Corpus OVI.

[3] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 166.30: No è meraveia se quelù chi ha la colara negra, ha tristeça o suspicion de mort, comzosia che de fora il corp no sia plu timida colsa de la scureça; onda se alcuna colsa scura, sì com'è lo fummelanconich, covre lo cerebr, per necessità l'hom conven temer...

[4] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 2, pag. 141.13: Ciervogia [[...]] fa mala alena, e mai denti, e rienpie di grossi fumi le ciervella; e chi lla bee col vino si inebria tostamente.

[5] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 74, pag. 105.18: Ancora de' ordenar ke lli consejeri deba deliberar da dizun, sì co dise Socrates, ka dredo disnar ello no à lo cellebro così sottil, per li fumi ke monta su.

[6] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 11, 22-36, pag. 196, col. 1.7: qui vole exemplificare che qui' pesi erano in apparenzia simelli de qui' che molte fiate apparno a le persone in sonio e spezialmente ai melinconici, perché qui' fumi ch'asendono al celebro fano parere al soniadore sotto sassi e sustignire gravi pesi.

[7] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 26, pag. 123.18: ll' uomo in sul dì sì à ismaltito el cibo e 'l vino che 'l dì dinançi aveva preso, e non à niuno fummo che gli vada a la testa, che 'l faccia agogniare o isvariare...

[8] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 12, vol. 1, pag. 88.8: per troppo mangiare o bere [[...]] sagliono i fumi al capo, e generano fantasie e sogni...

[9] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 8, pag. 37.11: E anchor po' che hi son ben marci e invriai [[...]] tute le menbre volan giaxer çù e stan pù grevemente constrechie da hi fumi d'i vin e da hi so' ligami cha s'ele fossan ligae de cainne de ferro.

[10] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 37, col. 1.14: Trefana mirabile a vigorare el vedere che perviene per impedimento di fummi focosi e cholerici overo salsi, e è di impressione forte e rende allo occhio e riducelo alla forma e vigore della doglia...

[11] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 7, vol. 2, pag. 172.14: Ancora in lu beatu la digestiva mi pari ki opera li sei operacioni predicti, et per rusata subtilissima et per subtilissimu vapuri et fumu insensibili la virtuti diiestiva di lu beatu tramanda fora tuctu cibu grossu et subtili...

[12] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 34, pag. 40.37: Dixe uno auctore che el curiandro è fredo e rep(er)cussivo. E induxe stupore, e sì è tossego. E devea che li fumi no vaga a la testa. E perçò çoa al dolor del cavo e a la inivriança.

3 Estens. Massa di polveri che fluttuano nell'aria (sollevate dal suolo da un calpestio intenso o prolungato), ostacolando la vista.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 15.117, vol. 1, pag. 256: ma 'l venire e 'l sermone / più lungo esser non può, però ch'i' veggio / là surger nuovo fummo del sabbione.

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 4, cap. 33, vol. 1, pag. 409.4: Li cavalli senza freno portarono li cavalieri a' nemici di pieno corso come arrabbiati. Il polverio e il fumo era sì grande, che uomo nè cavallo non vedea fiore.

3.1 Nube (di polvere finissima) che fluttua e tende a disperdersi nell'aria.

[1] f Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.), [Introduzione], pag. 3.26: [IV.] Ora avemo a dire dele polveri e del modo di stacciare, il quale conviene essere fatto molto dilicatamente in tal modo che non ne vada per fummo ma tutto il dispensamento del quale si vuole fare polvere iqualemente per stacci passi. || Corpus OVI.

4 Fig. Causa o principio di confusione o offuscamento delle facoltà intellettive, del comportamento, della capacità di giudizio (con valore moralmente neg.).

[1] Lett. sen., XIII u.v., pag. 50.24: Non si cessi da la vostra memoria che ogne fameglarità di femmina è pericolosa, la sua faccia gitta fiamma, [[...]] nel vestimento porta fummo el quale accieca la mente et l' animo, et beato sarà chi de le suo mani canprà.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 7.123, vol. 1, pag. 124: Tristi fummo / ne l'aere dolce che dal sol s'allegra, / portando dentro accidïoso fummo...

[3] Lett. volt., 1348-53, pag. 209.1: E chosì per la presente ve diciamo che la nostra intentione fue sempre e è volere con effecto el deto nostro podere, e non con fumo de paraule e de viste.

[4] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. III, cap. 24, pag. 620.6: Anchora, [non] volendo che 'l splendore del facto de la fè [[...]] per acti de qualunque inquisitori dell' eretica pravità indiscreti e malvasi fire obscurati per caligine de tenebroso fumo e per avaricia d'essi jnquisitori [[...]], per l'auctorità predicta statuemmo et ordenemmo che lli inquisitori dell' eretica pravità [[...]] sì diligentemente e fedelmente in la jnquisitione della heretica pravità e quello officio faciano...

[5] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 116, pag. 234.22: Sí che questo peccato è fatto propriamente a me, ed è fatto senza colore di propria utilitá o diletto alcuno, se non con malizia e fummo di superbia...

[6] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81 (fior.), Sp. 14, pag. 158.15: E veramente che segono sopra la catedra e non ne la catedra, però che 'l fummo de la vanagloria asalisce più loro che altra gente, e quel fumo gli leva sopra la catedra.

[7] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 35.10: O teste scioche, o viste rude e losche, [[...]] quanto più vostra lingua milanta, / tanto me' sento 'lor quanto per fumo / mondan voltar si può anima santa.

5 [Vet.] Locuz. nom. Agro fumo: malattia (cutanea?) dei falconi.

[1] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 29, pag. 39.18: Quando tu vedrai che 'l falcone ecc. se becca lo piede, e sì se tira la penna de la coda, déi sapere che àe quello male de cur fumo ovvero d'agro fumo; falli questa medicina... || Cfr. Dancus rex, p. 94: «20. [De agro fumo.] Quando vides falchonem cum rostro tangere pedes suos et extrait sibi pennas de cauda, tunc patitur agrum fumum. Sic medicari opportet...».

5.1 [Vet.] Locuz. nom. Fumo agro: malattia dei falconi. || Non det. (per guasto testuale?).

[1] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 28, pag. 39.10: Al fumo agro falli questa medicina: prende trifollio e saxafriga e berbena e plantaçene, e fanne polvere de tute queste cose, e questa polvere meschia con carne calda e mele e con seme d'appii altresì, ed abii grassa di balena. || Fonte non accertata; un medicamento di preparazione simile è consigliato da Daude de Pradas per una diversa patologia («Cant az ausel sobrecreis carns»): cfr. Dels auzels cassadors, vv. 3153-3158: «Enquera dic e prec e vueill / que trusetz verben' e milfueill / e plantage e salsifranha. / Faitz ne polvera si estranha, / e per tal que dels pes guerisca, / el reclam soven e·n sentisca».

[u.r. 08.03.2022; doc. parzialm. aggiorn.]