BELLO (1) agg./avv./s.m.

0.1 bbegli, bbella, bbelle, be', beg, begi, begl', begli, beglj, bei, beil, bel, bel', bela, bel-diporto, bele, belentissima, beletisime, beletisimi, beletissime, beletissimi, beletissimo, belgi, belgle, belgli, belglie, beli, belisima, belisime, belisimi, belisimo, belissema, belissima, belissime, belissimi, belissimo, belissimu, bell', bella, bellä, belle, belledissima, belledissimo, bellentissimo, bellessema, bellesseme, belletisime, belletissima, belletissimi, belletissimo, belli, bellidissima, bellima, bellio, bellisima, bellisimi, bellisma, bellisme, bellissema, bellisseme, bellissemo, bellissim', bellissima, bellissime, bellissimi, bellissimo, bellissimu, bellitissima, bellitissimi, bellitissimo, bellixima, bellixime, belliximi, belliximo, bellj, bello, bellu, belly, belo, bels, bey, biè, biel, bielle, bielli, biello, bielo, bilissima, billissima, billissimi, billissimu, byel, byelis, byelo, non-bello, più-bella.

0.2 Lat. bellus (LEI s.v. bellus).

0.3 Raimb. de Vaqueiras, Contrasto, c. 1190 (gen.): 2.3.3.

0.4 In testi tosc.: Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Lett. sen., 1260; Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Lett. lucch., 1295; Doc. pist., 1294-1308; Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Stat. collig., 1345.

In testi sett.: Raimb. de Vaqueiras, Contrasto, c. 1190 (gen.); Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); a Omelia padov., XIII s.q.; Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.); Doc. ver., 1265-1267; Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Lett. mant., 1282-83 (?); Doc. venez., 1307 (5); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Auliver, XIV c. s.d. (trevis.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.); Doc. padov., 1379 (2); Esercizi cividal., XIV sm.; Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.); S. Francesco, Laudes, c. 1224 (assis.); Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Poes. an. urbin., XIII; Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Bosone da Gubbio, Duo lumi, p. 1321 (eugub.); Manfredino, a. 1328 (perug.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.); Ugolino da Fano, XIV pm. (fan.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Pancrazio di Domenico, XIV m. (viterb.); Doc. orviet., 1339-68; Doc. castell., 1361-87; a Apologhi reat., XIV; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. palerm., 1343; Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Sintagmi ricorrenti come bel sire ebell'amico, riportati con altre combinazioni simili in 2.3.3, risentono probabilmente di un influsso galloromanzo, cfr. anche LEI 51,1007.

Nota il superl. beletissimo.

Anche s.f. (bella).

Per far bella mostra > mostra.

Locuz. e fras. a bell'agio 3.4; a bella posta di 3.4; a bell'otta 3.4;a bello studio 3.4; avere il più bello 2.2.4.1; averne il più bello 2.2.4.1; bel-diporto 1.10; bella carta 2.5; buono e bello 3.4.3; costare bello 3.4.4; di bella brigata 3.4; di bel nuovo 3.4; esser bello 1.9.2; far bello 1.1.1, 2.2.2; far più bello 1.1.1; farsi bello 1.1.1.1, 1.1.1.2; in bella posta 3.4; mostrar bello 1.1.2; non essere punto di bello 1.9.3; per bella carta 2.5; per bell'agio 3.4; per belle carte 2.5; saper bello 1.1.5, 1.9.2; star bello 1.1.3; vita bella 2.1.1.

0.6 A Doc. sen., 1235: Pensato del Bello.

N La semantica della voce appare fortemente condizionata dagli usi sintagmatici. Si segnalano in partic. numerose dittologie sinonimiche al cui interno bello agg. e avv. compare come elemento semanticamente poco saliente, utilizzato per rafforzare o modificare i valori concettuali propri delle voci coordinate in sequenza.

0.7 1 [In una prospettiva sensoriale prevalentemente dominata dalla vista:] che mostra nella struttura fisica proporzioni armoniche e qualità gradevoli. 1.1 Bello a vedere, riguardare, rimirare. 1.2 Bello e chiaro, chiaro e bello: di splendente, luminosa bellezza e manifesta. Estens. [Rif. a condizione dell'animo umano:] calmo e sereno; privo di segreti e genuino. 1.3 [Rif. spec. a materie prime e manufatti:] di buona qualità o di buona fattura. 1.4 Gradevole all'olfatto. 1.5 Piacevole al tatto. 1.6 Che soddisfa piacevolmente e abbondantemente il gusto e l'appetito (anche fig.). 1.7 [Rif. a versi, suoni o sequenze di suoni:] armonico e gradevole all'udito. 1.8 [Di frasi e testi più complessi, in una visuale focalizzata sulla percezione intellettiva:] strutturato ad arte, efficace e gradevole nello stile comunicativo, capace di interessare persuadere e commuovere l'ascoltatore o il lettore. 1.9 Che procura complessivo benessere e piacere ai sensi o all'intelletto, spesso con riscontri condivisi in un contesto sociale. 1.10 [Come senhal riferito all'amata:] Bel-Diporto: colei che dà piacere e gioia. 2 [In una prospettiva focalizzata sull'armonia interiore che trascende la semplice apparenza, risultato della tensione e dell'esercizio dell'intelletto e dello spirito:] che rispecchia e ispira principi di giustizia, onestà, decoro e purezza. 2.1 [Di attitudini spirituali:] pregevole in senso etico-morale o religioso. 2.2 Bello e convenevole, proprio e bello: che si adatta in maniera decorosa, corretta e opportuna ad uno specifico contesto. 2.3 Ispirato a principi di correttezza, eleganza, decoro, misura, cortesia e magnanimità. 2.4 [Rif. ad un individuo o ad un'intera classe sociale:] di alto titolo e grado o di sangue nobile. 3 [Quantifica la consistenza del concetto rappresentato dal sostantivo accordato:] che manifesta il grado più pieno, compiuto e rappresentativo. [Di astratti:] notevole in positivo o in negativo. 3.1 [Rif. ad animali:] di particolare evidenza, enorme, robusto, possente e corpulento. Bello e grasso, grosso. 3.2 Che si distingue da ciò che è consueto; peculiare e ben distinto, eccezionale. 3.3 [Indica l'apice e il pieno compimento di una fase temporale]. 3.4 [Rafforza la semantica degli aggettivi e dei sostantivi con cui si combina, anche all'interno di locuzioni avverbiali:] preciso; intero, totale, estremo; sicuro. 3.5 Che mostra abilità ed esperienza. 3.6 [Con valore iron. e antifrastico, spec. in proposizioni esclamative:] del tutto negativo e degno di disapprovazione; spiacevole.

0.8 Mariafrancesca Giuliani 27.04.2007.

1 [In una prospettiva sensoriale prevalentemente dominata dalla vista:] che mostra nella struttura fisica proporzioni armoniche e qualità gradevoli.

[1] Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.), 210, pag. 26: geune em Siria em derectura, / là ove nn'era bella figura, / de Cristu Deu statura, / in una ecclesia per ventura / de Regina mundi cura...

[2] Elegia giudeo-it., XIII in. (it. mediano), 64, pag. 40: «Una donna aiu, bella quanto rosa, / bene crido k'è ienti cosa, / de la ienti trista e dolorosa».

[3] S. Francesco, Laudes, c. 1224 (assis.), 11, pag. 33: de te, Altissimo, porta significatione. / Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle: / in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

[4] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 291, pag. 571: Muier bela e cortese de 'legreça l'om passe, / se l'om è conosente et altro mal no i nasse...

[5] a Omelia padov., XIII s.q., pag. 3.15: Mo lo monte de Oliueto sì è presso de Ierusalem molto bello et pleno de arbore de uliu[e] [de le qual] [6] illo receué nome... || Trad. il binomio lat. pulcher et decorus.

[6] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 33, pag. 577.17: Octabiano vide in celo una virgine coronata molto belledissima sopre una altare molto bella...

[7] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De Sathana cum Virgine, 117, pag. 32: Lo Crëator te fé plu bel segond natura / E plu lucent ka 'l sol ni altra crëatura. / De sí grand benefitio tu no voliss met cura, / Tu no 'l recognoscisti per toa malaventura.

[8] Doc. fior., 1281-97, pag. 540.14: diede per me loro in Orbivieto Materozolo da Bolsena, che li ne mandai uno choltello da lato molto bello, costoe s. dicotto di pi..

[9] Palamedés pis., c. 1300, pt. 1, cap. 7, pag. 11.29: menava con seco in sua compagnia una donzella molto bella in su 'n uno palafreno molto conto e bello; e l'adornamento de la donzella e del palafreno era molto bello e ricco a meraviglia.

[10] Poes. an. ven., XIII, 313, pag. 145: Mo la toa radixe, alboro bello, / Me à fatto un onguento sì novello, / Sì precioso e dolçe como mana, / Che tuti li peccadi me resana.

[11] Poes. an. urbin., XIII, 23.56, pag. 589: tu ài la gran degnetate / e le membra belle e ssane; / scusite coi predicati...

[12] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 5, pag. 23.4: Quella cosa dice l'uomo essere bella, cui le parti debitamente si rispondono, per che della loro armonia resulta piacimento.

[13] Doc. pist., 1294-1308, pag. 135.6: Sappie ched òe p(er) male no(n) mi scrivesti del filioccio mio ched èe lo più bello fanciullo che tuo abbie.

[14] Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.), 5.2, pag. 409: D' april vi dono la gentil campagna / tutta fiorita di bell'erba fresca; / fontane d' acqua, che non vi rincresca; / donne e donzelle per vostra compagna...

[15] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 8.193, pag. 735: E quante bele contrae, / ysore e porti de marina, / li nostri àn miso in rüyna, / chi mai no eran travajae!

[16] Detto dei tre morti, XIV pm. (camp.), 24, pag. 409: [li] iochi, li cavalle currente, / auru, argentu, corone cole altre adornamenti, / lu voltu bellu, che tucto torna a niente».

[17] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 1799, pag. 85: dolcemente lo repose / en uno monumento bello / ke per Lui facto era novello...

[18] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 21, pag. 192.9: e iaceva a lliecto 'ntando in quella soa bella e gentelesca camera de quillo magnifico palazo che se clamava Ylion.

1.1 Bello a vedere, riguardare, rimirare.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 19.38, pag. 72: sì come lo foco è colorato, / belloa vedere: usato, / chi lo toc[c]a, è cocente, / e divora presente / ciò che gli è dimostrato...

[2] Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.), 2.2, pag. 493: Avete 'n vo' li fior' e la verdura / e ciò che luce ed è bello a vedere...

[3] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 3.21, pag. 493: mort' è lo rege celestïale, / e nno de morte sua naturale. [[...]] Mort' è lo belloa rremirare, / mort' è ll'ogl[i]oso ad odorare...

[4] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 535, pag. 551.20: ch'egli ebbero fatta una tal città, che molto era grande e bella a riguardare e a vedere...

[5] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 360.19: et quando si dispoglia della scorza non è così belloa vedere nè cosie vendereccio...

[6] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 24, pag. 300.1: A simiglianza che avendo uno pome, bellissimo a vedere e dilettevole al gusto, del quale insieme il piacere dell' occhio e 'l contentamento del gusto avere non si può...

- [In altre collocazioni, rif. esclusivamente o comunque esplicitamente all'aspetto esteriore].

[7] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 635, pag. 550: Non à sì bel semblante qe dentro no sea felle, / plene d'ençegno e d'arte, de trufe e de novele.

[8] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 4.14, pag. 188: Vista né riso d'altra non m'agenza, / anzi mi tegno in forte penitenza / i be' sembianti c'altra mi facìa.

[9] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 14, pag. 179.8: specchio de morte e forma de fellonìa, la cui fortessa grande è denodata e rotta, la cui bella fassione è coverta di laidessa e d'onta...

[10] Fisiognomia, c. 1320 (tosc.), cap.08, pag. 33.16: e chi ha lo visagio che non è ben fatto nè di bella fogia, a gran pena può essere bene acostumato...

[11] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 66, pag. 147.20: La terza maniera de' beni si è, andare misurato, portamento convenevole a buon uomo, bello aspetto, e piacevole.

[12] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Filis, pag. 12.4: Ma, ohimè lassa! nè bene mi sono consigliata, nè la tua bella presenza non mi vede...

[13] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 1, pag. 78.9: Sguardandu killu genneru de lu re a sanctu Paulinu, e videndulu de bellu aspectu, adimandauli ki arti sapia fare.

[14] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 379.14, pag. 233: ancor mi encontra peço chi non venne / di Mercurio, ch'entròe ne la voraçine, / ch'eo vo a la morte per la bella ymaçine.

- [Rif. a elementi del vestiario, paramenti e ornamenti].

[15] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 244, pag. 608: la gracïa de Deu, nul om la pò trovar / per çaser en bon leto e dormir e paussar, / per bever forte vino né per tropo mançar, / per bele vestimente né anc per ben calçar...

[16] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 174, pag. 9: Za pò andar descolzi li poveri fantin. / Le vie za meten fora, ke voren frug portar: / De bei drap se renova quellor ki lo pon far.

[17] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 548, pag. 579: vestete belli panni; / de diversi cibarii guardate no te affanni, / cha se multo lo carreche, lo stomaco condanni...

[18] Conv. papa Clemente, 1308 (?) (fior.), pag. 16.21: coperta di drappo d'oro e di seta, con cuscini richisimi, con tapeti a' piedi co molto belisimi ornamenti.

[19] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 187.17: Tutt' i palagi, pieni d'oro, si manifestano con le aperte porti; e' baroni de' Cefeni vanno a' conviti del re, ordinati con bello apparecchiamento.

[20] Stat. fior., 1334, L. III, cap. 3, pag. 327.27: E che procurino i Consoli che l'altare di San Giovanni si fornisca di sciamiti e d' altri bellissimi paramenti.

[21] Ugolino da Fano, XIV pm. (fan.), 23n.2, pag. 687: Nella festività di nostra Donna / sotto un bel manto vide saggia e vaga / tal, ch'a mirar par che gli occhie si traga / per simiglianza di lontana monna, / di cui la vita mia fu serva e alonna...

[22] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 4, pag. 12.14: Eu mi livirò li robbi mey et vistirommi li belli mey vestimenti et mostrirò chi non sia stata nulla turbacioni...

- [Rif. a gesto, andatura e portamento].

[23] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 27.11, pag. 316: Ma no lo dico a tale intendimento, / perch'io pecato ci volesse fare; / se non veder lo suo bel portamento / e lo bel viso e 'l morbido sguardare...

[24] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 166.4: Neuna cosa è più amabole che la virtude e' belli regimenti, per le quali l'uomo è amato, tra qualunque gente elli dimora.

[25] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 23, pag. 248.10: Dissimile sarà che uno bello omo, cum belli atti e cum belli regimenti, amarà una sozza femena, cum laidi atti e co· llaidi regimenti...

[26] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 49.13, pag. 267: se 'n andando fa bella andatura, / ed avenantemente salutare.

[27] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 4.42, pag. 496: E vòllovo cuntare, / si me sse lassa fare, / le sovrane belleçe / e le molte adorneçe, / lo dolçe parlamento / e lo bel portamento / composto et ordenato...

[28] Girardo da Castelfior., XIV in. (tosc.>ven.), 1.9, pag. 203: Donna, questa mia dolce remembranza / prende possanza - de la mia salute / dal bell'immaginar ch'ognor ve vede, / nel qual i' miro la gentil sembianza / e' bei vostr'atti signo de vertute, / de la qual sol me dede Amor soa fede.

[29] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 16, cap. 5. par. 36.3, pag. 358: Bella e conta è l' andatura / Che fa i passi con misura; / Ma non può bei passi fare / Chi vuole a vanità guardare.

- [Attributo convenzionale di città e circoscrizioni territoriali].

[30] Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.), 150, pag. 853: Alora se començò una tal guerra / dentro Faença e Bologna la bella / che molti cavalieri n'andò per terra / consumati...

[31] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 103, pag. 22: Ponete mento a Thoscana bella, / a la fertilità de la Romagna: / dampno, ruvine, ve 'n dirà novella.

[32] Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.), 16.1, pag. 436: S'eo veggio en Lucca bella mio ritorno, / che fi' quando la pera fie ben mézza, / en nullo còre uman tant'allegrezza / già mai non fu, quant'eo avrò quel giorno.

[33] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 5, terz. 93, vol. 1, pag. 61: I Fiorentin la fecer; ma ne' patti / fu, che 'l Sanese facesse rifare / alle sue spese i dificj disfatti, / le mura, ch'egli avea fatto tagliare / al bel Muntepulciano...

[34] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 33.9, pag. 79: Prima Cesan, Sutri, Viterbo bello, / Monteflascon, terra asay lieta et chiara, / Aquapendente, ma prima Bolsena.

[35] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 12.1, pag. 10: Firenze bella, confortar ti déi, / po' che tu vedi li tuo' cittadini, / vecchi, mezzani, giovani e fantini, / turchi parere in veste, e tal ebrei, / e tal greci, franceschi, e tal giudei...

- Bella cosa.

[36] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 4, pag. 18.6: vidde che uno gillio uscìa fuore de la terra. E questi, vedendo sì bella cosa, si [g]ì longo la sepoltura, e per paura che 'l gillio non fusse guasto, sì vi pose intorno ispine...

[37] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 53, pag. 109.20: dico tutto certamente ch'io veggio sensa falla la più bella cosa del mondo, quand'io veggio voi...

[38] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 17, pag. 82.13: fo despogliao de tuti hi paramenti, de tute le çoie, d'ogne vaselame d'oro e d'ariento e d'ogne altra bellacosa e de tuto 'l texoro ...

[39] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 11, pag. 82.22: Mai non vedesti più mirabile né più bellacosa.

- Bella donna, belle donne.

[40] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 4.29, pag. 105: c'a bella donna orgoglio ben convene, / che si mantene - in pregio ed in grandezza.

[41] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 1, red. C.37, pag. 97: sì bella donna né tanta valenza; / perché m'agenza / se tuttor l'amo così finamente...

[42] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 23, pag. 248.26: come una belladonna d'uno sozzo servo, e uno bello signore d'una rustica ancella; e volse demostrare la virtude e la potenzia de la sua nobilità, e la sutilità e 'l senno.

[43] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 6 parr. 1-2, pag. 22.3: E presi li nomi di sessanta le più belledonne de la cittade...

[44] Jacopone (ed. Bettarini), XIII ui.di. (tod.), Oimè lascio dolente.38, pag. 51: Quanno 'n assemblamento / bella donna vedea, / facìali sguardamento / e cinni per mastria...

[45] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 306, vol. 2, pag. 474.12: venne in Lucca per sollecitare Azzo che cavalcasse con sua gente, e a tutte le belledonne di Lucca co la moglie insieme il fece pregare...

[46] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 38, pag. 133.25: se no avete donna, io te donerò belladonna per tua esposa e averà cità e castella.

[47] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 8, pag. 37.17: Questo missore Ubertiello avea una soa belladonna.

[48] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 11, pag. 39.6: et en meço, de questa cavalaria era una belladonna su una gran cadrega...

- Begli occhi.

[49] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 28.9, pag. 321: Chi vide mai così begli ochi in viso, / né sì amorosi fare li sembianti, / né boca con cotanto dolce riso?

[50] Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.), pag. 197.20: e queste sofrascrite cose, çoè la blanca carne e li beli ogli e la 'legra faça e li dolçe basari e lo avinente parlare, engualmentre e lo amore, sì confortà mi a far qu[e]sta caosa.

[51] Poes. an. mant., XIII/XIV, Damisella.17, pag. 232: La beltat e la semblança, / li vostre oy bell'avinent, / al cor m'ày mes una lança / che m'acì sì brevement, / se de mi non à' pietança, / çentil domna gay e pros.

[52] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 1, pag. 64.25: intentivamente cominciai a rimirare ne' begliocchi dell'adorna giovane...

- Bel viso, visaggio, volto.

[53] Pier della Vigna (ed. Contini), a. 1249 (tosc.), 2.18, pag. 123: La boc[c]a e li denti / e li gesti piacenti m'han conquiso / e tutte l'altre gioi de lo belviso.

[54] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 11.70, pag. 150: de lo dolce pianto / lo belvisaggio bagni tutto quanto.

[55] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 1, pag. 41.18: e avea troppo bel vizagio e belle mani, segondo che homo morto de' avere.

[56] Bosone da Gubbio, Duo lumi, p. 1321 (eugub.), 5, pag. 321: piange la mente mia, che già ridea, / di quel che di saper toccava il fondo. / Pianga la tua del belviso giocondo, / in cui tua lingua tanto ben dicea...

- Bel paese.

[57] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1061, pag. 213: sì che son abitati / di là, in belpaese / e ricco per le spese.

[58] Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.), pag. 19.25: Ora cavalca Ena co li soy trogiany senza reguardo intorno a la citate et mirando in iuso et in suso per questo bellopagese, Lavina stava sola a la fonesta per lui vedere, lo quale essa molto amava.

[59] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 16.1735, pag. 233: O belpaese con i dolci colli...

[60] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 51.1, pag. 80: S'io torno al bel paese di Franchía, / a quella terra che de Altin si fé ...

[61] Poes. an. tosc., 1345, 20, pag. 88: poi il singniore altero / morendo gli lasciò il paese bello.

[62] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 26, pag. 98.18: per amore del bel paese, egli si voleva posare da cinque...

[63] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 14.15, pag. 223: Ma vienne omai, ch'altro disio mi tira / e fa che spesso muovi la pupilla / al dolce e belpaese che qui gira.

- [Rif. specif. al territorio italiano].

[64] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 33.80, vol. 1, pag. 571: Ahi Pisa, vituperio de le genti / del bel paese là dove 'l sì suona...

[65] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 146.13, pag. 202: Poi che portar nol posso in tutte et quattro / parti del mondo, udrallo il bel paese / ch'Appennin parte, e 'l mar circonda et l' Alpe.

[66] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 149.18, pag. 140: Tu hai svegliato chi dormia fiso / nel belpaese italico, e non pensi / chi già disfece il gran Mastin Lombardo.

- Bello e adorno.

[67] Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.), 44.14, pag. 553: mand'io a la Pinella un grande fiume / pieno di lammie, servito da schiave / bell'e adorn'e di gentil costume.

[68] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 15, pag. 83.25: sforzavami di venire a quella cavalleria il più tosto che potea. [[...]] guardando com'era bellaed adorna, sì vidi un uomo dinanzi a tutti, che cavalcava sovra un cavallo di molto grande affare e molto ben fatto...

[69] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 16.81, pag. 754: Murao à bello e adorno / chi la circonda tuto intorno...

[70] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 1184, pag. 389, col. 1: como regina / te tenerò, Catarina, / bella, adorna, parata, / multu glorificata; / et tu triumpharai, / omne alegreze averai.'

[71] Doc. pist., 1352-71, Ricordo orafo Pero, vol. 1, pag. 118.2: per fare le soprascritte taulle e dèle fare adorne e belle chome istà quella dinanzi...

- Bello e avvenente.

[72] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 753, pag. 555: Lo simele fai la femena q'è avinent e bela, / ke molti nobeli omeni de druëria l' apela...

[73] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1955, pag. 65: Du angeli veneno adesso a lor / Sí cum plaque al creator, / Molto belli et avinenti, / Vestidi de blanco e belli e çenti.

[74] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 1.20, pag. 451: ella non mette cura di neente, / ma vassen disdegnosa, / ché si vede alta, bellae avenente.

[75] Poes. an. ven.or., XIII sm., 46, pag. 305: tanto me n' par bela et avinent / Malgareta...

[76] Dante, Rime, a. 1321, D. 58.6, pag. 227: l'un vol ch'io ami donna di paraggio, / cortese, saggia, bella e avvenente...

- Bello e dilettevole.

[77] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 5, vol. 3, pag. 24.7: Ed ogni operazione la quale si fa per virtude, si è bella e dilettevole in sè medesima.

[78] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 3, cap. 169, vol. 2, pag. 79.9: et far fare una fonte bella et dilettevole in quello luogo et parte, ne la quale mellio et con magiore agevoleza fare si potrà...

[79] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IV, 6, pag. 301.6: Il qual fu che a me pareva essere in una bellae dilettevole selva e in quella andar cacciando e aver presa una cavriuola ...

- Bello e ricco.

[80] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 44, pag. 264.17: Elli stabilì comuni mangiari belli e ricchi; e stavano in due maniere a tavola.

[81] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 1729, pag. 94: Li leti ò fati apariar / Per vostro amor richi e belly

[82] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 214, pag. 31: E la bella e la richa cità d'Asti / ch'apresta ad usura fin in Flandria / è deformata et ha molti guasti.

[83] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 710, pag. 162: Per uno florino lo bove et l'aseno vi' dare, / Mantello bello et ricco per mesa oncia pagare.

- [In relazione con o in contrapposizione a brutto o laido].

[84] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 634, pag. 550: Sì cognosco le femene, mai no m'enfido en ele: / de tute ai provato, e de laide e de bele.

[85] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1026, pag. 212: io non credo, san' faglia, / ch' alcuno omo vivente / potesse veramente / per lingua o per scritture / recittar le figure / de le bestie ed uccelli, / tanto son, laidi e belli.

[86] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 5, cap. 24, par. 2, pag. 171.25: Passava pella città di Uringa una donna giovane, bella né laida.

[87] Pieraccio Tedaldi, XIV pm. (fior.), 29.3, pag. 745: Corretto son del tutto e gastigato / di non giacer con femmina nissuna, / o bella o brutta o bianca o rossa o bruna, / infino che io avrò punto del fiato.

[88] Tristano Veneto, XIV, cap. 365, pag. 328.23: nigun cavalier che tanto sia prodomo non vien in questa foresta qu'ello non trova aventure belle et brute.

[89] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 82, pag. 182.6: A cui vien fatta una cosa o bella o laida, dinanzi a un signore, quando è ben disposto, li vien ben fatto, come venne a questo Genovese: ma a molti è incontrato già il contrario...

1.1.1 Locuz. verb. Far bello: rendere pregevole o più pregevole nell'aspetto, abbellire. Locuz. verb. Far più bello: migliorare.

[1] Poes. an. march., XIII m., 5, pag. 8: Ser Petru da Medicina / ç'à fatu una fucina, / undequé 'll'è multu afatigatu, / per colar Siginçello, / qe lo volse far plu bello.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De quinquaginta curialitatibus ad mensam, 126, pag. 319: zascun cortes donzello / Ke 's vol mocar al desco, coi drap se faza bello.

[3] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 62, pag. 77.14: Della volpe. La volpe quando vide bere lo cervio disseli per beffe: O cervio, quanto le tuoi corna ti fanno bello! ma la tua coda ti fae soçço...

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 12.31, vol. 3, pag. 193: «L'amor che mi fa bella / mi tragge a ragionar de l'altro duca / per cui del mio sì ben ci si favella.

[5] x Ceffi, St. guerra di Troia, 1324 (fior.), 1.II, pag. 19: ch'ella vegna allegra à stare, et à fare bello il convito con li nuovi osti...

[6] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 76, col. 2.21: vaiuolo e istruggie e iscaccia ongni macula e conserva in gioventudine e fa bello l'occhio, chiaro sopra ongni altra cosa...

[7] Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.), I, st. 28.3, pag. 152: l'anima che va a salvaciom, / e per le pene grande se fa bela, / piùe bianca e più chiara che stela...

[9] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 2, pag. 56.37: Sì che Medea per comandamento de lo patre, avengadio ch'ella fosse bellessema da se stessa, volcesse plu perzò fare bella et ornaresse de oglyente e nobilissimi vestimienti...

1.1.1.1 Fras. Farsi bello: esibire una gradevole apparenza con vanità e autocompiacimento.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 19.36, vol. 3, pag. 313: Quasi falcone ch'esce del cappello, / move la testa e con l'ali si plaude, / voglia mostrando e faccendosi bello, / vid' io farsi quel segno, che di laude / de la divina grazia era contesto, / con canti quai si sa chi là sù gaude.

1.1.1.2 Fras. Farsi bello di qsa: mostrare una gradevole apparenza costruita su beni pregevoli e di valore (anche fig.).

[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 338.14, pag. 421: Non la conobbe il mondo mentre l'ebbe: / conobbil'io, ch'a pianger qui rimasi, / e 'l ciel, che del mio pianto or si fa bello.

[2] A. Pucci, Rime (ed. Corsi), a. 1388 (fior.), 46.170, pag. 877: Quand'è fatto il signor, ciascun si preme / per farsi bel di roba e di cavagli, / né allor paion con le borse sceme.

1.1.2 Fras. Mostrar bello: esibire una gradevole apparenza o un comportamento positivo (negli ess. contrastante con un'essenza negativa celata). || Att. solo gen.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 53.29, pag. 306: e quelli chi lor paxe prenden / mar guierdon alor ne rendem; / ché tropo son desordenai; / 'li mostran bello e poi dan guai.

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 126.39, pag. 496: ma tar mostra de for bello, / chi à dentro cor rebello.

[3] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De la boxia, vol. 1, pag. 113.26: E si diram qualche peccao azò che elli lo tegnam marvaxe e poa dixam certo: el me ne pexa; questo si è lo scorpiom chi mostra bello davanti e si è invenenao in la coa.

1.1.2.1 Fare / mostrare bella cera / faccia.

[9] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 2, cap. 11, pag. 251.26: Donde e' si legge d'un tiranno, il quale era molto biasimato da un suo fratello di ciò ch'elli istava tutto tempo tristo e dolente e mai non faceva bella ciera.

[11] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, quaestio 16, pag. 144.17: La fortuna del mondo, quando ela mostra de bela faza a li malvaxii uno tempo e ge dà a loro...

1.1.3 Fras. Star bello: risaltare per gradevole apparenza.

[1] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 1059, pag. 387, col. 2: tucti se ingenocchiaro / e lla sancta fede piglaro / davanti alla polzella, / che stava così bella.

[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 294.1, pag. 368: Soleasi nel mio cor star bella et viva, / com'alta donna in loco humile et basso...

1.1.4 Avv. In maniera armonica e gradevole.

[1] Dante, Rime, a. 1321, 44.16, pag. 158: perché si mischia il crespo giallo e 'l verde / sí bel, ch'Amor lí viene a stare a l'ombra...

[2] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 1, 21.46, vol. 1, pag. 250: D'una cosa t'accorgi, / che non pur forte, ma bello in battaglia / armarsi par che vaglia, / ché belli armati son creduti accorti...

1.1.5 Sost. Aspetto che desta sensazioni di armonia e piacevolezza. Estens. Il piacere stesso che deriva dalla percezione della bellezza.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 25, pag. 310.10: e guardate da laido, ché picciulissimo laido tolle gran bello, e picciula onta gran massa d'onor consunma.

[2] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 1, pag. 36.9: Or così addiviene del dimonio, ché mostra pur lo bello di sopra delle cose del mondo, unde l'omo misero ne prende vanagloria et càdene in peccato mortale.

[3] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 5, cap. 6, pag. 152.16: Alquanti ne sono, e in ogni stato, col bello di fuori, e quello dentro imbrattato e sozzo.

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 268.22, pag. 337: Ahi orbo mondo ingrato, / gran cagion ài di dever piangere meco, / ché quel bel ch'era in te, perduto ài seco.

[5] Storie Pistolesi, XIV: Di questo la città ricevèo grande danno, perocchè si può dire che ardesse lo più bello di Lucca. || TB s.v. bello.

- Locuz. verb. Saper bello: piacere.

[6] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 34.91, pag. 95: Agrada e piace e sa bel forte e bono / pensar la benivel gran bonitate / e l'entera e vera pietate / di quel giudice eterno, en cui potenza / resta la mia sentenza...

[7] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 12, pag. 18: Io olso dire securo, in comspecto / de quella zente chi ama liança, / a cu' sa bel lo ben in manifesto.

1.1.6 S.f. [Rif. alla donna amata, spec. in poesia].

[1] Ruggieri d'Amici (ed. Vitale), XIII pm. (tosc.), 17, pag. 185: mi date gioia com baldanza / quando sono, bella, con voi.

[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 1.4, pag. 11: Madonna, dir vo voglio / como l'amor m'à priso, / inver' lo grande orgoglio / che voi bella mostrate, e no m'aita.

[3] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), ball. 2.17, pag. 74: Dura 'l meo core ardore / d'uno foco amoroso, / che per voi, bella, sento.

[4] Jacopo da Leona, a. 1277 (tosc.), 2.2, pag. 209: - Amor m'auzide. - Perché? - Per ch'io amo. / - Cui? - La bella.

[5] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 36.45, pag. 130: «Vien con nui, bellissema, al nostro gloriato, / che è sì esmesurato, nol te porram contare».

[6] Contrasti Laur. XLII.38, XIV (tosc./merid.), 2.1, pag. 12: Bella, ch'ài lo viso chiaro, / tal marito t'ha Dio dato, / l'alto Idio lo ti levasse!

1.2 Bello e chiaro, chiaro e bello; bello e lucente, bello, chiaro e lucente. Estens. [Rif. a condizione dell'animo umano:] calmo e sereno; privo di segreti e genuino.

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), son. 5.3, vol. 1, pag. 270: A me adovene com'a lo zitello / quando lo foco davanti li pare, / che tanto li risembla chiaro e bello, / che stendive la mano per pigliare...

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De Sathana cum Virgine, 125, pag. 33: Incontra De monstrassi stragrand crudelitá. / In log ke 'l Crëator to fé bele lucente, / Tu fuss a lu contrario e dexobedïente.

[3] Quindici segni, 1270-90 (pis.), 140, pag. 256, col. 1: Lo segondo giorno scureran le stelle, / che tanto sono lucente e belle, / et tucte nere diventrano / sì che neiente lucerano.

[4] Fiore, XIII u.q. (fior.), 43.3, pag. 88: «Amico, guarda s' tu fai cortesia / Di scondir del tu' amor tal damigella / Chente son io, che son sì chiara e bella / Che nulla falta i· me si troveria.

[5] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 12, vol. 4, pag. 51.10: così il figliuolo di Abraam non perdè sua vita per lo sacrificio del suo padre; anzi tornò bello e chiaro, sì come il sole si leva.

[6] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 9, pag. 98.6: Lo grande astore è maggiore che gli altri, e più grosso e più maniero, e migliore, e gli occhi ha beglie chiari e lucenti, e grossi piedi e grandi le unghie, e lieto viso...

[7] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 55.3, pag. 24: Melochites v'è, gemma molto cara / e contrasta li spiriti maligni; / come smiraldo è verde, bellae chiara...

[8] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Ero, pag. 186.1: Certo tu no 'l dei avere in odio; perch' egli è giovane chiaro e bello per gentilezza, e non è disceso dal tuo nimico Ulisse.

[9] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 90, pag. 665.30: fresco come se quel giorno di questa vita misera passato fosse: il cui viso Biancifiore, ancora che morto fosse, al belloe lucente, che veduto avea, raffigurò.

[10] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 317.34: e però chi vuole gli suoi isciloppi mostrino beglie chiari tolga vetri dal maestro se puote inanzi a conto che a peso.

[11] Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), pt. 4, 36, pag. 63.27: e là el vete una mason lucente e belissima, d'arbori e de flori adornada, de la qual ensia tanto odor como se tute le specie e le suavitade del mondo fosse stade insembre.

[12] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 1887, pag. 88: Poi fo lo terço die venuto / k'era già el sole aparuto, / bello e chiaro e lucente.

[13] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 34, pag. 236.4: La fante per guadagnare gliele disse, ed ella, ch'era una bella donna, udendo come il pelegrino era chiaro e bello giovane, fu contenta.

[14] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1388-89] 1.269: en su l'entrar de le prime castella / chiara lucente e bella / trovasti de la fede una pastura...

- Bello e radiante, bello e splendente.

[15] S. Francesco, Laudes, c. 1224 (assis.), 8, pag. 33: Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature, / spetialmente messor lo frate sole, / lo qual'è iorno, et allumini noi per lui. / Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: / de te, Altissimo, porta significatione.

[16] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 5, pag. 87.20: questa regina noi la chiamamo Venere, la quale è capetana de le donne; e questa regina, la quale è capetana de le donne, per rascione dea parere grande e grossa, splendiente e bellissima entra tutte l'altre.

[17] Legg. S. Caterina ver., XIV in., 1081, pag. 292: stete dodexe die deçuna en la prexone, / et è cotanto bella, splendente et adorna, / ognomo se meraveja de la soa persona...

[18] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 8, pag. 33.10: apparze nelle parte de Lommardia una cometa moito splennente e bella e durao dìe tre. In airo puoi desparze.

[19] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 119, S. Agostino, vol. 3, pag. 1067.20: Ed eccoti entrare in quello monasterio molti belli e splendienti uomini, vestiti a bianco, e seguitavali uno venerabile vescovo, adornato vescovilmente.

1.2.1 [Rif. ai liquidi, spec. all'acqua del mare e di bacini naturali e artificiali:] limpido, brillante e terso; non agitato, sereno. Bell'acqua.

[1] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1521, pag. 58: Ma questa grande iniquitáe / Li recresceva pur assáe. / Venir el fé de bela aqua / In un vaxelo k'á nome la caça...

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 14, pag. 30.18: cavalcammo tanto che fummo a un prato là dove avea una bellissima fonte ad una ombra d'un pino.

[3] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 16.107, pag. 755: Lì è corone ordenae / unde le nave stan ligae, / e la fontanna bella e monda / chi a le nave aygu' abonda.

[4] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 100, pag. 161.4: egli è meglio da bere che nullo altro vino. Egli è chiaro e bello, e inebria più tosto ch'altro vino, perciò ch'è molto caldo.

[5] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 518.15: Rivi d'acqua tante chiare e belgli che infine al fondo se vede la chiareçça la quale sença luna biancheçça demostra.

[6] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 43, pag. 422.15: allora che il chiaro raggio giunse nella bellaacqua, riflettendo nel vostro viso...

[7] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 23, pag. 115.21: apresso 'l sangue vegne fora un'altra grande onda d'aqua bella e chiera per lavar-ne tuti chi eromo bruti e soci.

[8] Esopo tosc., p. 1388, cap. 48, pag. 207.4: Andando il ciervio a diletto per la selva fu assalito da grande sete e si trovò una fonte con bella acqua chiara come ariento, o vogliamo dire come cristallo.

1.2.2 [Rif. alle condizioni atmosferiche in un periodo di tempo determinato, considerato anche nei suoi riflessi positivi sull'azione e sulla sensibilità umana:] terso, sereno, caldo (anche fig.). Bel giorno, bel tempo.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 25 (86), pag. 248.2: Quando eo vego la vostra p(erson)a, la n(ost)ra amistà se renovella, la n(ost)ra amistà floresse scì como fae l'arbore i(n) lo mese d'ap(r)ile, che mo(n)stra lo bello maio e la fresca v(er)dura.

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 6.32, pag. 58: ché di belgiorno vist'ho notte scura, / contra natura, fare / e traportare lo bene in malenanza.

[3] Sommetta (ed. Hijmans-Tromp), 1284-87 (fior.>tosc. occ.), pag. 207.25: l'altre pene ch'eo sento è peggio la paura che la vostra aere bella e serena contra me non trovi nuvilato di pioggia...

[4] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 14, pag. 148.19: E perciò che 'l vento, il quale noi chiamiamo rovaio, vuoli vento a maestro, ispazza le nuvole e fa l'arie chiara e pura, e quando l'aire è chiara e bella, tanto è l'uomo di megliore complessione...

[5] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 18, pag. 248.4: E ancora ritornato il sereno con molto bello tempo, e rischiarata l'aria...

[6] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 39.3, pag. 550: Quando fiore e foglia la rama / e la primavera s'adorna / de lo bello tempo che torna.

[7] Portolano Marc., XIII (ven.), pag. 236.19: S'elo est un bel tempo pasando Strual strençi dentro ponente et maistro et pliu per maistro.

[8] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 184.31: Poi che lo dì fu chiaro e bello, ed e' fecero i loro morti raunare e ardere, e i fediti curare.

[9] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 50, vol. 3, pag. 415.3: Lo secondo officio di religione si è, di poco pregiare la mutabilità delle cose temporali, chè dopo bello giorno viene la nera notte.

[10] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 213.59, pag. 271: Credimi, sciocco, credi, - non star duro. / Rade volte è sicuro - l'uom ch'è saggio. / Bella stagione è 'l maggio: / E giovenette donne / Sotto leggiadre gonne - andar cantando.

[11] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 135, pag. 175.14: Che innanzi al diluvio a cento anni, a belli tenpi e a bello cilestro, disciendeano di molte grandi e pericolose folgore sopra terra...

1.3 [Rif. spec. a materie prime e manufatti:] di buona qualità o di buona fattura.

[1] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 179, pag. 281.10: Qui si à pepe e gengiove e canella e turbitti e noci d'Ind[ia] e molte ispezie, e bucherame del più bello del mondo.

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 43.142, pag. 259: la citae pina e fornia / d'ogni bella mercantia, / rica de joie e d'ogni ben / per overar quando convén...

[3] Stat. pis., a. 1340, pag. 707.39: sì che lo pane sia facto così bello et così buono chome fi stato quello della fraternita.

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 14, pag. 71.3: hi cristian devoti in le gran feste o in le domenneghe faran benexir un pan bel e biancho a la giesia sul santo altar...

[5] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 46, par. 1, vol. 1, pag. 163.1: Facciase una enmagene del glorioso martere santo Hercolano de la citade de Peroscia e vescovo da onorare, relevata biene, onorevele e bella ...

[6] Stat. palerm., 1343, cap. 12, pag. 22.1: Duodecimo capitulo. Ancora urdinamu e firmamu ki kista cumpangna diia aviri unu altaru furnutu di lu nostru, et una insingna di Christu bella e devota, per purtari a processioni quandu per la terra si va disciplinandu...

[7] Doc. prat., 1337/44, pag. 71.4: in borsa portò soldi 20; uno paio di forzieri piccholi L. 8; una tovallia bella L. 4; quactro tovagliuoli da mano L. 4...

[8] Stat. collig., 1345, cap. 15, pag. 16.29: debbiano al modo sopra decto fare raunare gl'artefici dela decta arte e portarlo ala chiesa e fare avere belli et orrevoli doppieri di comune.

[9] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 160.18: Grano calvello bello e buono s. XIIJ ciciliano bello e buono s. XIJ comunale bello e buono s. XJ grosso bello e buono s. X.

[10] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 53, vol. 3, pag. 422.17: trassesi di zecca di prima a dì XII d'ottobre del detto anno, e fu molto bella moneta colla 'mpronta del giglio e di santo Giovanni, e chiamavansi i nuovi guelfi; ed ebbe grande corso in Firenze e per tutta Toscana...

[11] Doc. orviet., 1339-68, [1368], pag. 152.12: I paio di chofani gra(n)di e belli, I gua(r)naccia di meschula, fodarata di pa(n)nolino di do(n)na...

[12] a Stat. ver., 1381, pag. 407.20: l'enti(n)dimento e el volero dei draperi de Verona sia che en la decta cità se faça boni e begi, ben ordenè e ben co(n)duti çoè ben fenì pagni de ogni raxon e magiste(r)io e etia(n)dio ben acolorì e de boni colori tinti...

[13] Doc. castell., 1361-87, pag. 183.13: àvve e(n) presto, dì x de maggio, tre giomelle de cecie de q(ue)llo seme più bello.

[14] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 98, pag. 217.6: Dice l' uno: - O questa è bella carne. - Ben di' vero. - Quanto la libbra? - E comperaronne una pezza.

- [Rif. a metallo o pietra preziosa con allusione alla purezza e lucentezza degli stessi].

[15] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1311, pag. 55: In lor conselio án ordenao / Ke Juda fiça ben pagao; / Trenta dinar de bel ariento / Questo será lo pagamento.

[16] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 3, cap. 8, pag. 199.21: ordinaro gli uomini anticamente, conosciendo ei metalli belli e nobili, siccome è l'oro e l'ariento...

[17] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 46, pag. 46.11: E quando rizza il capo in parte ritta, crede sempre da tutta gente esser guardato, come se fosse una gemma preziosa, o bellissimo oro rilucente.

[18] Memoriali bologn., 1279-1300, (1293) [Nicolò Salimbeni detto il Muscia] 42.2, pag. 80: Dosento scudeline de diamante / di bella guadra Lano voria ch'avese...

[19] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 69, pag. 306.17: e reconne oro e argento oltre a misura, e tutte belle gioie...

[20] Legg. S. Torpè, XIII/XIV (pis.), cap. 1, pag. 56.6: Poi comandò che fussi fatto uno specchio per la sera, il quale era circondato da molte bellissime gemme, rilucente in similitudine della luna...

[21] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 16.167, pag. 757: Ché se lombardo o atra gente / ge vennem per qualche accidente, / la vista de le belle joie / gi fa tornà le borse croye...

[22] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 10, pag. 172.7: Intru li quali Ascaniu era in mezu comu una gemma priciusa et bella, et multu magnanimu sguardava comu la genti ordinavanu lor lanzi firrati et invininati.

[23] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 26, pag. 127.2: ha dogexe porte tute de belle perle e su çaschaunna si è scrito un nome d'i doghexe apostoli...

- Denari, fiorini belli.

[24] Doc. fior., 1277-96, pag. 437.16: de dare per sua tratta, chominciata di ssotto dietro, lb. XJ e s. XIJ dies tre intrante aprile, che nn' èi otto fiorini d'oro bel[li].

[25] Forese Donati, Rime, a. 1296 (fior.), 1.7, pag. 85: ch'i' credetti trovar perle in un bosso / e be' fiorin' coniati d'oro rosso...

[26] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 11.12: et i Fiorentini comperaro Monte Grossoli ad be' danari secchi da coloro, che vi era, che in prima sì 'l teneano a forza.

[27] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 10, pag. 578.32: le portò cinquecento be' fiorin d'oro, li quali ella ridendo col cuore e piagnendo con gli occhi prese...

- [Anche estens., rif. all'aspetto gradevole e armonioso di una persona:] bello e ben fatto.

[28] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 171.14: Texeus fue bello e ben fatto di 'nbusto e di menbra...

[29] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. II, cap. 32, pag. 279.30: Ma nell'entrata del palagio si era la stanga dell'oro molto bellae ben fatta, e ivi suso lo sparviere che volea...

[30] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 339, pag. 358.24: Le corde de· letto di sotto furo tutte di fina seta, belle e ben fatte.

[31] Doc. sen., 1332/33, pag. 201.12: da l'altro lato la nostra Donna, semelliantemente de marmo enctaliato et relevato, e sia bella e ben fatta.

[32] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 6, pag. 370.15: così le donne, che a riguardare il giovane tutte correvano, lui d'altra parte esser bello e ben fatto sommamente commendavano.

- [Rif. a granaglie e legumi e minerali che si smerciano in granelli:] bello e netto.

[33] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 284.5: vendessi lo staio del miglio finissimo s. XVJ panicho buono s. XIIIJ segale bella e netta s. XVIIIJ...

[34] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 271.6: fave belle e nette s. VIIIJ d. VJ vecce buone s. XJ cicerchie fini s. XJ...

[35] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 305.7: Zaffini begli e netti di peso da carati 6 l'uno...

[36] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 41, terz. 41, vol. 2, pag. 192: lo sta' del grano / si vendè quasi un mezzo fiorin d'oro; / e della povera gente Cristiano / non ci campava [[...]] ventisei miglia' di moggia / ne fe venir di Puglia bello, e netto, / sicchè goder potè la gente a loggia.

1.4 Gradevole all'olfatto.

[1] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 6.27, vol. 1, pag. 112: Ave, flore cum bello odore, / fructo cum dolçe savore...

1.5 Piacevole al tatto.

[1] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 345, pag. 383.33: Ella [ha] vertù abstersiva e de fare stranuare. Dixe Dyascorides: Li lavaóre de lana uxa questa pianta a fare la lana leçiera e bella, quando i la rumpe cum ella.

1.6 Che soddisfa piacevolmente e abbondantemente il gusto e l'appetito (anche fig.). Bel mangiare.

[1] Patecchio, Frotula, XIII pi.di. (crem.), 47, pag. 587: contra dona parlar villania; / belmançar quand eu non ai talent...

[2] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 3.58, pag. 594: Plui me noia ancor, se Deu me vaia, / a belmançar soça aver tovaia...

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 23.5: assegnando utilitade e metendo del suo in dare mangiare e belle cene e belli desinari et altri piaceri...

[4] Contempl. morte, 1265 (crem.>sen.), 493, pag. 88: Ov'ài <tu> cotanti buon<i> ma[n]giari / Che ttu solevi isspesso fare? / Li belli boccon<i> ce quella gola / Gollava hanti che fusse l'ora?

[5] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 79.4, pag. 197: I' ho un padre sì compressionato, / che se gollasse pur pezze bagnate, / sì l'avrebb'anz' ismaltit'e gittate, / ch'un altro bella carne di castrato.

[6] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 12, pag. 101.10: E pertanto se fa aparecchiare el bellomangiare de sì grande vivande che dire non se poria.

1.7 [Rif. a versi, suoni o sequenze di suoni] armonico e gradevole all'udito.

[1] Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.), 5, pag. 105: Lo canto è bello, mai no lo so complito; / te laudo, Deu, de ço che nu audimo.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 167, pag. 60: Perzò m'è dao i orege k'eo olza 'd bel canzon, / K'eo olza zo k'eo voia a mia refectïon.

[3] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 24.5, pag. 788: Àne una boce bella e consonata, / nella quale, ki l'ode, se delecta...

[4] Mare amoroso, XIII ui.di. (fior.), 111, pag. 491: Il vostro riso mi fa più di bene / che s' io passasse oltre la Cors di riso; / e 'l bel cantare m' ha conquiso e morto / a simiglianza de la serenella / che uccide 'l marinar col suo bel canto.

[5] Manfredino, a. 1328 (perug.), 2.2.1, pag. 168: Di nova e de lig[g]iadra bella rima / vostra matèra mirar non m'incresce / per la otulitade ch'inde n'esce...

1.8 [Di frasi e testi più complessi, in una visuale focalizzata sulla percezione intellettiva:] strutturato ad arte, efficace e gradevole nello stile comunicativo, capace di interessare persuadere e commuovere l'ascoltatore o il lettore. Bel detto / sermone, bella diceria / storia.

[1] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 9.16, pag. 116: e li versi novelli, / ché fan sì dolci e belli - e divisati / lor trovati - a provasione; / a gran tenzone - stan per li arbuscelli.

[2] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 851, pag. 48: Or aví intesso un bel sermon / E molto ben trato per raxon.

[3] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 864, pag. 48: Ora homiomo intença e stia pur in paxe, / Se d'un bellodito audire ancor ve plaxe.

[4] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 137.5: Allora il garzone, vegendo che dicere li convenia, pensò una molto bella buscia e disse che nel consiglio era ragionato qual iera meglio tra che un omo avesse due mogli o una femina avesse due mariti...

[5] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 427, pag. 165: Tant en stradelectivri, de tanta conforteza, / Ke i plu bei vers del mondo, zo dig a grand boldeza, / Apress de quii parraveno de stragrand spagureza.

[6] Lett. lucch., 1295 (2), 7, pag. 24.4: Ancho iscriviamo let. molte belle (e) buone di grande p(re)ghiere (e) rachoma(n)dame(n)ti al cho(n)te di Nichola ...

[7] Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.), 3, pag. 846: Altissimo Dio padre, [re] de gloria, / priegote che me di' senno e memoria / che possa contare una bellaistoria / de recordança.

[8] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 18, vol. 3, pag. 65.7: però che vedere l'uomo di belle cose, ed udire di belle novelle, ed odorare di belli fiori, come, quanto e quando si conviene, non vi bisogna quivi castitade.

[9] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 1, pag. 65.4: [L'altro si chiama allegorico, e questo è quello che] si nasconde sotto 'l manto di queste favole, ed è una veritade ascosa sotto bella menzogna...

[10] Fatti dei Romani, 1313 (fior.), pag. 209.32: Chome Ciesare fecie a Rimine, dina[n]zi a' suoi chavalieri, una bella dicieria, a somuoverli d'andare contra Roma.

[11] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 266, pag. 378, col. 1: fece sou sermone, / lu quale mai no fone / nè più bello nè più adurno / como fece in quillo giurno.

[12] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 4, pag. 18.8: ancho parlò Ovidio d' amore, e fecie molto belle pistole e buone, e tocchò de la Reina Dido e d' Enea, e di molte cose troiane o romane.

[13] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 7, vol. 1, pag. 131.14: non fari menciuni di Scipio Nasica, lu quali fu di confidatu animu et autturi di bellusermuni?

[14] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 1, pag. 5.32: né se movan mia a proferir la sentencia per gli bei dichij de quel chi allega in prima...

[15] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 63, vol. 3, pag. 443.18: e a lloro fatta una bella diceria, com'elli con giusta causa andava sopra il re di Francia che lli ocupava la Guascogna a torto...

[16] Pancrazio di Domenico, XIV m. (viterb.), [ball.].35, pag. 150: ché io sì ll'agia a tucto 'l voler mïo / quell'amorosa spene. / Ché la mia alma ten[e] / nel so corpo serrata, / questa bella vallata / [dict'aio] per suo honore.

[17] Lett. palerm. (?), 1370, pag. 127.17: issu ni fichi una multu bella ammonicioni e cumandàuni et adotrinàuni de omni causi et di tutti li modi ki nuy divimu tiniri cum killi di Munti Cassinu...

[18] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 148.18: Fatto silenzio, fece sio bello sermone, belladiceria, e disse ca Roma iaceva abattuta in terra e non poteva vedere dove iacessi, ca li erano cavati li uocchi fòra dello capo.

[19] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 3, 2.7, pag. 33: Or ritorniamo a dir la bellastoria, / che forse udendo acquistarete gloria.

- Belle parole.

[20] Andrea da Grosseto (ed. Segre), 1268 (tosc.), L. 1, cap. 2, pag. 147.18: le belle e le buone parole son da dire, lasciando al pustutto le sozze e le rie cose.

[21] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 67, pag. 106.14: perché tant'è la buona fede ch'aviamo ne le belle parole che ne dite e ne' be' reggimenti che mostrate, che vi riceviamo per fedeli e facciànvi venire in grazia de le genti...

[22] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 43, pag. 122.6: e cusì per belle parole et inganivole inganaro Josué, e feceroli fare quello ke non avrebe fato.

[23] Doc. venez., 1307 (5), pag. 52.24: proferando a mi ser Michel de poder metre una monega allo mio ben plaser sença dar niente alo logo et altre bele parole asay...

[24] Stat. fior., 1334, L. III, cap. 37, pag. 367.4: capitoli dividere, come meglio parrà loro che vadano insieme e si convegna, con belle e sustanziali parole mercatantili, detraendone il multiplicare delle parole...

- [Rif. all'abilità e alla tecnica stilistica ed oratoria]. Bella favella, bel latino, bel parlamento / parlare.

[25] Giac. Pugliese, Morte, XIII pm. (tosc.), 33, pag. 147: Ov'è madonna e lo suo insegnamento, / la sua bellezza e la gran canoscianza, / lo dolze riso e lo belparlamento...

[26] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 278.28: Et abbe granne scientia de lectera et belloparlamento ma fo de pessimo animo et infengease de sapere quello ke non volea.

[27] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 11.8: Questo è bello colore rettorico, difendere quando mostra di biasmare, et accusare quando pare che dica lode.

[28] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1119, pag. 215: Non dico ch'io m' afidi / di contarlo pe· rima / dal piè fin a la cima, / ma 'n bel volgare e puro, / tal che non sia oscuro...

[29] Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.), pag. 187.20: e queste doi cause, çoè la toa beleça e lo to bel parlare, ensenbrementre con lo amore sì l'à enplagad cruelmentre.

[30] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 165.4: Savere sanza bel parlare poco vale e bel parlare sanza savere neun'otta fa prode e sovente fa danno.

[31] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 45, pag. 80.18: e sentendosi scalterito de le malizie del mondo e con una bella favella e bene aconcio a queste cose, pigliò questa legge e cominciolla oltremare a predicare...

[32] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 1, pag. 3.20: Non perché fosse mia credenzia che sola la bella favella per sé avesse alcuna bontà, se colui che sa ben favellare in sé non avesse senno e iustizia...

[33] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 7, pag. 100.16: Ed è bel modo rettorico, quando di fuori pare la cosa disabellirsi, e dentro veramente s'abellisce.

[34] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 88, pag. 22: Chi ciò non crede, lega quella scripta / De Civitate Dei d'Augustino / e vederà come 'l va per la drita / ornatamente e per bel latino...

[35] A. Pucci, Arte del dire, a. 1388 (fior.), 4.12, pag. 296: Ancor se vôi tener diritto stile, / del femminile non far mascolino, / né del mascolin verbo femminile. / Se fai risposta [a] alcun, con bel latino...

- Bello stile: stile ornato ed elevato adatto ad argomenti solenni.

[36] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 1.87, vol. 1, pag. 15: Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore, / tu se' solo colui da cu' io tolsi / lo bellostilo che m'ha fatto onore.

1.8.1 Belle ragioni: esplicitate con chiarezza ed evidenza.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 23.4: Che 'l savio uomo fece tanto per senno e per eloquenzia, mostrando belle ragioni...

[2] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 64, pag. 69.19: colui che favella mostra e pruova il detto e la 'ntenzion sua per belle ragioni e forti argomenti...

[3] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 11, pag. 25.5: è la maggiore e la miglior cosa che l'uomo e la femina possa avere; e hailmi mostrato e provato per molte belle e aperte ragioni...

[4] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 7, pag. 29.10: E a mostrare come Cristo solamente è in pace e in riposo e in tranquillitade, e non tutto 'l mondo, sì 'l ti mostro per quattro belle ragioni...

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 128, vol. 2, pag. 682.29: mostrando con belleragioni e colorate la confidanza di messer Marco e de' Tedeschi istati nostri contrarii e nimici...

1.8.2 Bell'esempio: efficace e significativo.

[1] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 59, pag. 421: com fi una int ol Vegio Testamento; / un bel asempi ve dirò de presente.

[2] Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.), cap. 6, pag. 128.3: Be ll'ho veduto apertamente, ed ha'lmi mostrato per bello essempro.

[3] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 52, pag. 58.16: fa lo 'ncominciamento suo da alcuna ferma allegagione, o da alcuno detto di savio, o da alcuna similitudine, o da alcun bello essemplo, laonde possa il detto suo ornare overo atar per innanzi.

[4] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 25.12, pag. 790: Coll'uno corno, homo spiritale, / sì te amonessce, Se d'esti belli exenpli non migliori, / poco te porraï tenere caro...

[5] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), Prologo, pag. 17.11: Qui se cominça lu libro de l'animali et de uccielli e de lloro nature per belli exempli.

[6] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 55, pag. 79.2: Ovidio metthe un bello exemplo ke lo grande arbore, sotto lo qual l'omo alguna fiada repolsa a l'ombria, alguna fiada siando vergoletta se podeva pligar in ogna parte ke l'omo voleva.

[7] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), Dedica, vol. 1, pag. 9.29: lu libru lu quali se chama Valeriu Maximu intra tucti l'altri libri di li Gentili conteni et adimustra multi bellissimiessempli di virtuti...

[8] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 6, pag. 28.1: Queste nostre raxon con gli so' belliexempij, a gli homi chi se studiam de saver la virtae e chi han cura de venir a porto de salvation, son manifeste e chiere...

[9] Lett. bologn., XIV pm., pag. 55.29: Retornamo al principio e dicamo uno belloexempio de le tribulatione...

1.8.3 Avv. [Rif. al parlare:] in maniera saggia e persuasiva.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 34, vol. 4, pag. 118.15: Cesare parlò bello, ed assettatamente, udenti noi, della vita e della morte...

[2] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 146, pag. 203.36: Agamenon, ch'era imperadore de l'oste de' Greci, non soggiorna niente, anzi apparecchia e ordina sua gente bene e bello e saviamente, come dovessero andare a la battaglia e come dovessero assembrare a llor nemici.

[3] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), Lib. 1, cap. 3, pag. 38.2: SIM. Ben disse il fraticello. CAT. E disse bello. E prego, fraticello, che spiani lo sermone tuo breve, leggiadro, coperto e sentensioso.

1.8.4 Sost Il più bello: la parte più significativa di una storia (che è oggetto di racconto).

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 6, cap. 10.12, pag. 454: Lungo sarebbe a dir di punto in punto / ciò che si scrive e legge di lui, / per che passo oltre e nel più bel fo punto.

1.9 Che procura complessivo benessere e piacere ai sensi o all'intelletto, spesso con riscontri condivisi in un contesto sociale.

[1] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 54, pag. 421: ma tirarse la vanitad dal cor e de la testa; / alora guadaniaramo la bella festa.

[2] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 87.17: Et Romolo fece ordinare uno generale ioco e molto bello...

[3] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1516, pag. 229: Ancora abbi paura / d' improntare a usura; / ma se ti pur convene / aver per spender bene, / prego che rende ivaccio, / ché non è bel procaccio / né piacevol convento / di diece render cento...

[4] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 35, pag. 152: Cosí bella compágnia com eo la covedhezo: / Se debio andar con quisti, quest no será redezo.»

[5] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 5.16, vol. 1, pag. 106: Dio te mandòe san Gabrïello, / ke t'aportòe 'l saluto bello, / e anuntiòe ke de novello / era da Dio madre ordenata.

[6] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 50, pag. 277.21: Cesare non lodava già e' cavalieri per bella ventura che la gli adivenisse; ma quando aveva provata sua forza, allora lodava elli di cavallaría.

[7] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 57, pag. 82.26: Ancor de' aver bel modo en leçer, en dir et en scriver et en altre cotal cose...

[8] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 3.2, vol. 3, pag. 37: Quel sol che pria d'amor mi scaldò 'l petto, / di bella verità m'avea scoverto, / provando e riprovando, il dolce aspetto...

[9] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 98.3, pag. 180: Io chiudo gli ochi quando a me si voglie / la gioven dona, perché sofferire / non posson del suo ragio il bel fedire.

[10] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), Lib. 1, cap. 14, pag. 95.20: Datti bel tempo nel mondo, piglia consolassione e diletti, che, perdendo l'uno, non perdi anco l'altro».

- Bella cosa: cosa positiva e piacevole.

[11] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 8, pag. 36.17: Pare loro stare oziosi, e dicono: 'Quale è più bella cosa che andare a cavallo, contastare al nemico, rubare colui, scannare quell'altro, uccider quell'altro?'

[12] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 38.66, pag. 237: Dê, como el'è bella cossa / a cascaun chi andar ge pò e osa / en cossì bello armamento / de tal e tanto fornimento, / sì ben desposo e traitao...

[13] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 163.3: Non è bella cosa che per tale chagione sia discordia tra nnoi...

[14] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 74.20: «Come è bella cosa ed allegra habitare li frati insieme et inn unità».

[15] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 27, pag. 34.11: metè quasio tutto so delecto en çogo de scachi, e sì dise che questa si è bella cosa, chè là se sotija lo intellecto, là se trova co l'omo en un facto po veder setilmente.

[16] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 106.10, pag. 651: O ìntemo e deletto amico caro, / quant' è la bona fama cosa bella, / e quanto val via più ch' altro tesaro!

[17] Esopo ven., XIV, cap. 62, pag. 63.3: la rason vince e soperchia le forze: e molto bellacosa è acognoscere chi è so amigo.

- Bella novella, buona e bella novella: notizia buona, confortante.

[18] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1758, pag. 237: Però non dir novella / se non par buona e bella / a ciascun che la 'ntende...

[19] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 62.57, pag. 255: «E eo te voglio dir novelle, le qual non te parò belle...

[20] Poes. an. bergam., XIII ex., 19, pag. 66: inter la vosta camarela / da Dé portà dolze novella / sover li altri bona e bella / in veritad...

[21] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 3199, pag. 133: Oldando lo baron questa novella, / Al cor non li fo miga bella...

[22] Tristano Veneto, XIV, cap. 308, pag. 279.15: Et perché molte fiade ella era andada da lui qu'ella non li portava niguna bela novella de conforto, elo mai non se podeva conssolar.

[23] a Apologhi reat., XIV, 15.4, pag. 676: Lu cane et lu lopo sì se trovaro, / dierose fidança et sì se favellaro. / Lu lupo l'adimanda di nuvelle, / lu cane li respuse bone et belle, / della loro vita sì se demandaro / et piena mente sì se desputaro.

- [Rif. alla giovinezza come periodo della vita umana non segnato dal dolore, gradevole nella lontananza del ricordo]. Bella età , gioventù, gioventudine, giovinezza.

[24] Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.), pag. 173.2: «El perman en questa vila una tropo bela çoventude, la qual çoventude sì crese en tuti boni costumi...

[25] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 58, pag. 292.6: Che anco, el nome corriva che elli doveva andare a Troia la vecchia et in Alessandria, con tutta la bellagiovinezza di Roma e del paese, e con tutta la ricchezza dell'imperio, e lassare Roma in mano de' suoi amici...

[26] Barlaam e Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.), cap. 28, pag. 313.5: la sua bellagioventudine e la sua faccia avea lo sole inbrunita...

[27] Matteo Frescobaldi, Rime, a. 1348 (fior.), D. 25.37, pag. 110: Poco pietosa di tua giovanezza, / fuggendo tal dolcezza, / l'enganno cresce e l'età bella vola.

[28] Ceffi, Dicerie, XIV pm. (fior.), cap. 6, pag. 32.21: Con ciò sia cosa che Iddio ci hae mandato il presente messer Gilberto, nostro segnore, uomo eletto da Dio, assai di bellaetade e adorno di sapienza, di prodezza, di cortesia e di lucente e chiara giustizia.

[29] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 278.1, pag. 352: Ne l'età sua più bella et più fiorita, / quando aver suol Amor in noi più forza, / lasciando in terra la terrena scorza, / è l'aura mia vital da me partita...

[30] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 25, S. Vincenzo, vol. 1, pag. 233.8:«Abbi misericordia di te, Vincenzio, acciò che tu possa ricoverare così bellagioventudine e schifare li tormenti che ancora ti fiano apparecchiati».

[31] Esercizi cividal., XIV sm., 81, pag. 117.18: La çuvintut, molt pluy bielo de lo vegleço, dà vigor e forteço al quarp, nusut di supergo fadio.

- La vita bella: la vita terrena.

[32] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 15.57, vol. 1, pag. 248: «Se tu segui tua stella, / non puoi fallire a glorïoso porto, / se ben m'accorsi ne la vita bella...

1.9.1 Sost. Ciò che raccoglie consenso e attrae.

[1] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 133, pag. 382: In sommità di questo monte pone / quel luogo dove si crede ch' Adamo / vivesse et fesse poi l' offensione, / et per lo bel che vien di ramo in ramo / laudando il luogo di fuor da la riva / [e] ad Eva lamentando alcun richiamo.

1.9.2 Locuz. verb. Esser bello, saper bello (a qno): essere piacevole o gradito; ottenere il gradimento o il consenso (spesso completata da un'infinitiva soggettiva).

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), ball. 3.13, pag. 75: che serviragio voi el cor ve pegno: / partir non pò da voi, tanto gli è bello. / E tanto li agradisce il vostro regno / che mai da voi partire non dé' ello, / non fosse da la morte a voi furato.

[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 34.3, pag. 93: Tanto sovente dett'aggio altra fiada / de dispiacenza e de falso piacere, / che belm'è forte ed agradivo or dire / ciò che de vero grado in cor m'agrada.

[3] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 34.23, pag. 93: e bel m'è manto alt'omo umil savere; / e bel m'è forte segnore / che rende salute e amore / a soi debel vicini; e bel me sae / omo ricco, che strae / la mano sua d'onne larghezza vana, / e la stende e la piana / a lemosina far d'allegro core.

[4] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 43.1, pag. 173: Molto m'agrada, certo, e sa-mi bello, / ciò che per te, amico, è me porto.

[5] Schiatta Pallavillani, XIII sm. (fior.), 49a.4, pag. 179: e dicer male altrui, sanza casgione, / al postutto, vi dico, non m'è bello.

[6] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 56, pag. 289.18: fece di questi dieci pretori che stati erano cittadini, alcuno francioso, e misse Cesare nel numero de' cittadini senatori: unde non fu niente bello a li Romani.

[7] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 38.116, pag. 238: Monto è bel ese in tar logo, / donde omo vé far tar feste e zogo, / vegando gram deversitae / de terre, vile e citae.

[8] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 19.37, vol. 1, pag. 317: E io: «Tanto m'è bel, quanto a te piace: / tu se' segnore, e sai ch'i' non mi parto / dal tuo volere, e sai quel che si tace».

[9] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 494, pag. 513.3: Poi ànno tutto loro affare ordenato e divisato, come lo' piacque e bello lo' fu; poi, senza più dimorare, presero comiato e si misero a la via...

1.9.3 Fras. Non essere punto di bello a qno: non essere affatto gradito, non piacere affatto.

[1] Tristano Veneto, XIV, cap. 163, pag. 153.2: Et Estor, alo qual non era ponto de bello, se adreçà inversso Tristan tanto quanto ello pote trar del cavalo, et a lui fiere sì duramentre qu'ello li partì lo scudo...

[2] Tristano Veneto, XIV, cap. 271, pag. 244.13: E benqu'elli fosse çogiosi dele soe prodeçe, niente de men alo re Marcho non era ponto de bello, perché per le bontade qu'ello vedeva in lui e per le bone gracie che Dio li avea dado, lo redotava ello molto, et have gran paura qu'ello non li tolesse Cornovagia a l'ultimo.

1.9.4 [Con funzione predicativa:] al riparo da turbamenti fisici e morali. Star bello: star bene.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 73.21, pag. 306: Nullo membro ce par bellostare so 'l capo spinato, / che non senta lo flagello de lo capo tormentato...

[2] Boccaccio, Lett. napol., 1339, pag. 182.16: Ca nde sia laudato chillo Dio ca lle creao, accò stavano bielle! Uno paraviso pruoprio parse chillo juorno la chiazza nuostra.

1.10 [Come senhal riferito all'amata:] Bel-Diporto: colei che dà piacere e gioia.

[1] Onesto da Bologna, XIII sm. (tosc.), 4.3, pag. 34: La partenza che fo dolorosa / e gravosa - più d'altra m'ancide / per mia fede, - da voi, Bel-Diporto. / Sì m'ancide il partir doloroso / che gioioso - avenir mai non penso...

2 [In una prospettiva focalizzata sull'armonia interiore che trascende la semplice apparenza, risultato della tensione e dell'esercizio dell'intelletto e dello spirito:] che rispecchia e ispira principi di giustizia, onestà, decoro e purezza.

[1] Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.), 256, pag. 28: se giva orando / et ad Deu se pigitanno, / et senpre gia communicanno, / sì cket certo servìo tantu / puro et munnu et bellu sanza vitio, / ket multu pl[aque] ad Deu lu so servitio.

[2] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 2, pag. 292.22: Anche de' essere 'l comodo, o vero l'agio, bello; et però disse Seneca: fuggite 'l sozzo guadagno sì come le spese.

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 11, pag. 101: La segonda è rossa, la terza è bella e pura, / Pur lavoradha a oro, ke dis de grand dolzura.

[4] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 4: Et alora, q(uan)do dici paraule p(er) la umana utulità, richiere quale sia l'utulità, uvero lo guadagno, diricto et bello (et) no(n) sosso...

[5] Poes. an. ven., XIII, 283, pag. 144: E per far l' anema santa e bella, / La qual de ben è stada fella.

[6] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 64.36, pag. 263: onne esce speranza, che dà baldanza / al cor con Deo se conforma e prende la norma / del bel disiare; / co serafino deventa divino, / d'amor enfiammato.

[7] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, 5, reg. 139.7, vol. 2, pag. 245: ponian pur che Dio te 'l perdonasse / et hom no lo spregiasse, / dovresti sol per bella e netta vita / tener la mente sincera e pulita.

[8] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 10, pag. 630.35: Ché pogniamo che alcuna cosa, per suo peccato, sia disordinata e sozza; posta e considerata nell'ordine dello universo, fia bella e dilicata, ma meglio è che 'l fine delle cose sia manifestato al solo Dio.

[9] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 20, pag. 90.30: Beao quel cristian chi fosse chusì bel e neto e puro quando el va a recever lo nostro Segnor...

2.1 [Di attitudini spirituali:] pregevole in senso etico-morale o religioso.

[1] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 20.2, pag. 780: Linceo è una fera molto fina, / e de belle virtudi e gratïosa...

[2] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 3, cap. 7, par. 2, pag. 89.7: Ambruogio, primo de officiis. Bella virtù è vergogna e soave grazia, la quale ha luogo non solamente ne' fatti, ma eziandio nelle parole...

[3] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 291.7, pag. 119: la terza d'umiltà scorge la via, / la quart'ha pregio di gran larghitate, / la quint' adorna di bell'astinenza, / la sesta bella castità l'aggenza, / la settima d'umìl dolze piatate.

[4] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 92.25: onde santo Gerolimo disse, che molto è bella e chiara dinanzi a tutte altre virtudi verginitate, quando ella è sanza ordura di peccato...

[5] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 27.14, pag. 663: Oimè, caro diporto e bel contegno, / oimè, dolce accoglienza / ed accorto intelletto e cor pensato; / oïmè, bell'umìle e bel disdegno, / che mi crescea la intenza / d'odiar lo vile ed amar l'alto stato...

[6] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 7, pag. 239.10: Per la qual fama, piena di consiglio di buona fidanza, conseguie sì ascioglimento veloce, sì viaggio più onesto. Sono altresì esempli publichi di bellissima fidanza quelli.

[7] Bambaglioli, Tratt., a. 1343 (tosc.), 434, pag. 36: Come del bel sofrir s'aquista honore, / Così è saggio et è sommo valore / Diffender ben suo stato e sua salute / Oprando tal difesa con vertute.

[8] Esopo ven., XIV, Prologo, pag. 5.7: E entro li auctori li quali amaistrano bele moralitade e exempii perfectamente [è] Esepo...

- Bella cosa.

[9] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 1, cap. 5, pag. 27.23: E perciò guarda se 'l tuo è giusto consiglio, e se 'l tuo consiglio, del quale tu dei avere utilità, è di cosa giusta e bella, o ver di cosa sozza.

[10] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 47: et la morte è da antepon(er)e ala servitudine et ala sossesa; qui(n)de dice Senacha: bellacosa è a essere uciso se tu sossame(n)te s(er)vi.

[11] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 2: Sexsto, dèi richiere se dici cosa sossa u bella, u buona u mala, imp(er)ò che le belle (et) le buone paraule sono da dire, lassa(n)do le sosse (et) le rieie...

[12] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 8, pag. 36.16: Or mi di', or non vedi di questi mondani, che reputano la guerra la più bella cosa del mondo, e tengonsi cattivi a stare sanza guerra?

[13] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 11.1369, pag. 210: O quant'è bellacosa la fermezza / D'amore, qualità di dolce fede!

[14] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 16, vol. 2, pag. 186.13: tu non truviray nulla cosa plù bella ca principatu di virtuti.

[15] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 140, pag. 311.10: Fratelli, la lealtà è bellacosa. - E così si rimase; e ciascuno ragunava...

- [Rif. a persona].

[16] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 204.27: E Micissa vedendo ke Gigurta suo nepote crescea in onne bontade e de bella persona et homo prodente de arme...

[17] Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.), 9, pag. 248.39: E nos devem eser beil e clar davant Deu.

[18] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Elena, pag. 162.17: Più acconcia si dimostra la tua bella persona all' amorosa Venere, che al battaglioso Marte.

[19] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 11.7, pag. 137: O figliuol mio, persona bella, / manda conseglio a la povarella!

[20] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 66, vol. 2, pag. 268.26: e sì erano ciascuno di loro de' più begli Cristiani del mondo.

[21] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 16.28, pag. 233: Ave, verçene puella, / sopra le altre siti bella; / oliva frescha et novella, / che stadi frescha tucta via.

- [Attributo della divinità o dei santi, rif. anche alla rappresentazione corporea degli stessi].

[22] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 188, pag. 424: Per invidia li Zudè alzì Cristo belo, / per invidia se desfà zitad e castey...

[23] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura rubra, 105, pag. 136: Crist era tant bellissimo e de sí grand dolceza / Ke mai no naqu' de dona ki foss de tal belleza, / Sí dolz e sí benegno...

[24] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 40 parr. 1-8, pag. 155.17: molta gente va per vedere quella imagine benedetta la quale Iesu Cristo lasciò a noi per essemplo de la sua bellissima figura, la quale vede la mia donna gloriosamente...

[25] Poes. an. ven., XIII, 205, pag. 142: Miserere mei, croxe bella! / Mostra amor a la sposa novella, / Clamandola avanti lo to conspeto / Sì che se parta da ogni defecto.

[26] Poes. an. urbin., XIII, 19.29, pag. 581: Poi ke tTu ç'èi, ècce allegreça, / amorosança cun dulceça, / o Iesù bello, plen d'onesteça, / li Toi serventi fai reçoire.

[27] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 9.19, vol. 1, pag. 123: Vergine bella, fior sovr'ogni rosa, / sença carnal amore se' dilectosa...

[28] Passione lombarda, XIII sm., 176, pag. 117: Su illa crux morì Cristo / e Nicodemo l'à deciso; / al monumento porta Cristo / de Iosep ab Irimatia. / Al monumento l'aveno meso / lo sancto corpo precioso e belo...

[29] Poes. an. abruzz.>march., XIII sm., 209, pag. 125: Mé salutando me 'ngravidone; / Oi bellu Filiu, como farone?

[30] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 4.2, pag. 73: Senno me par e cortesia / empazzir per lo bel Messia.

[31] Legg. S. Caterina ver., XIV in., 1262, pag. 297: [L]aude n' abia l' altissimo Deo patre omnipotente, / et al Fiolo bellissimo inclinemo humelmente...

[32] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 42.67, pag. 94: Lo sexto è a vedere quello Deo çoioso, / la magestà de Christo pietoso, / la faça bella e lo viso glorioso / in trinitae.

- Anima bella.

[33] Orazione ven., XIII, pag. 128.33: el' àve cognosimento de Dio pare onipotente, ke l' àve lo so corpo de terra e Deo à mesa inn eso un'anemabella.

[34] Poes. an. urbin., XIII, 37.10, pag. 618: Questa carne impia e ffella / delai[di]t'à l'alma bella, / la quale venne polçella / dall'altissimo Signore.

[35] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 63, pag. 342.17: O bellissima Biancifiore, ove se' tu? Quali parti cerca ora la tua bella anima?

- Buono e bello, bello e buono.

[36] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 203, pag. 531: a cui qe fose laido, a liei fo bon e belo, / q'ela plantà le corne al re soto 'l capelo.

[37] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 131, pag. 565: e blasma tal servisio qe serà bon e belo, / per soperbia qe i nose, qe 'l tien adesso fello.

[38] Poes. an. ven. (eug.>umbr.-march.), XIII t.q. (3), 128, pag. 19: Ki fece 'sta novella / far la vol bon' e bella; / Cristo lo defenda / e llo so sancto amor li dia.

[39] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 43, pag. 102: Ben pò aver de fora parudha bella e bona, / Bel è nixun de dentro, ni cavalé ni dona.

[40] Lett. mant., 1282-83 (?), 3, pag. 17.2: manda' per lu e fego paura ferxo ve la velo dar o dir là o' el è, che l'è molto bono e multo bel.

[41] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 25, pag. 310.4: Onni omo vol bellae bona onni sua cosa; voglia bello e bono sé sovra de tutte; ché tutte belle cose sono laide ad omo non-bello, e tutte orrate a ontoso omo ontose.

[41] Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.), 258, pag. 648: Mo lì se volço e gira lo miser cativello, / no trovando requia né logo bon né bello...

- Bello e saggio, savio; savio e bello.

[42] Jacopo da Leona, a. 1277 (tosc.), 3.1, pag. 210: Contessa è tanto bella e saggia e cónta, / ch'io non lo saveria contare in conto...

[43] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 6, pag. 84.13: E sì bello e savio portamento e largo fece ver' li suoi cavaliere, e ver' de ciascuno cavaliere e genti, che ciascuno più teneramente amava Cesar.

[44] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 12.33, pag. 126: Diròve brevementi in summa / che un grande inperaor de Roma / un so car fijor avea / da chi dar mojer vorea / pu bella e savia e mejor / chi se po[e]sse trovar lantor.

[45] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 54, pag. 50: Per muier prexe una donçella, / Che molto fo savya e bella...

[46] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 12, pag. 102.14: e Vivante dicie che lo conte è bello e nobele uomo e cortese, e como esso avea per sua dama bella e savia donna, e de mode de sua corte o de sua gente e de paiese bello.

[47] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 165.4: Et questa Iudith fo una savia et bellissima dompna del populo de Israel, la quale con grande sagacitate tagliao lo capo de Oloferno...

- Bella morte, bel morire.

[48] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 6.42, pag. 215: ché più onta che mort'è da dottare, / e portar - disragion più che dannaggio; / ché bellamorte om saggio / dea di coraggio - più che vita amare...

[49] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 4, vol. 2, pag. 36.13: dunandu la vita per l'alimenti di vostru patri e di vostra mamma, vi facistivu nobili per vostra bellissimamorti.

[50] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 207.65, pag. 267: Amor, et vo' ben dirti, / disconvensi a signor l'esser sì parco. / Tu ài li strali et l'arco: / fa' di tua man, non pur bramand'io mora, / ch'un bel morir tutta la vita honora.

2.1.1 Fras. La vita bella: la vita ultraterrena delle anime accolte in paradiso. Montare in cielo a vita bella.

[1] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 34.159, pag. 70: lì gi laxò como in soa çella / de fina a tanto che da terra / montò in cello a vita bella...

2.2 Bello e convenevole, proprio e bello: che si adatta in maniera decorosa, corretta e opportuna ad uno specifico contesto.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 21, pag. 62.29: elli dovrebbe più intèndare en ciò, che la chiesa fusse bella e convenevole, e che 'l dono fusse grande e convenevole...

[2] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), 34.5, pag. 102: el vostro nome dir non oso, / perché de tanto parevele è ch'ello / me poterebbe, a dir, tornar noioso / (che meve non par propïo ni bello, / segondo el fare de voi amoroso; / però soffrite ch'eo dicave quello / che v'è diritto nome, ed è nascoso)...

[3] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 16, vol. 3, pag. 275.3: ma guarda che tuo guadagno sia bello e convenevole, chè la legge vieta il laido guadagno.

[4] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 41, vol. 4, pag. 139.10: E sopra tutto ciò dee il parlatore usare motti proprii, e belli, e costumati...

[5] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 64, pag. 320.26: Questa materia era bellae convenevole molto al santo d'oggi, che vide tutto 'l mondo in uno razzo di Dio.

[6] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 19, pag. 383.2: Veramente dunque bella e convenevole comparazione fu del cielo all'umana nobilitade.

[7] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 188, pag. 247.3: «Signori - dic'elli -, io non credo che sia convenevole né bello che più basso uomo e meno possente e men savio di molti che qui so deggha sopra noi avere la signoria e la maestria...

[8] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 213, vol. 2, pag. 778.27: allegando molte autorità e ragioni, che la nostra città co lloro non era né convenevole né bella compagnia, e ch'egli erano stati co' nostri nimici a sconfiggerne.

[9] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 3.59, pag. 262: Qui son le forme d'uomini secondo, / e quelle di animali, com le vide / costui, che miri qui, che vinse il mondo. / Poi, come l'occhio tuo cerne e divide, / di far la storia tanto bella e propia / da diversi maestri si provide.

2.2.1 Essere, parere bello: essere opportuno e giusto (completata da infinitiva soggettiva).

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 19: giungere termine dipo ctermine a colui che ti prega est ingegnosame(n)te negare; [21] et in altra parte dice: pió bello è negare lo s(er)vigio che lunghi termini dare.

[2] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 20 parr. 1-2, pag. 83.5: Onde io, pensando che appresso di cotale trattato bello era trattare alquanto d'Amore, e pensando che l' amico era da servire, propuosi di dire parole ne le quali io trattassi d' Amore...

[3] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 16, par. 24, vol. 1, pag. 79.19: anpiare e diriçare e matonare tucte le vie de la citade e dei borghe de Peroscia e entra la citade e i borghe sì piubeche co' vicinagle, co' utele e mestiere serà e a esso più belloparrà , al suo arbitrio e volontade.

[4] Comm. Arte Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 171, pag. 577.12: Puòsi intendere 'marito', ma perché l'autor disse di sopra di non trattare se non di licito amore, acciò che non paia che faccia lo contraro, è pió bello ad intendere non 'marito', ma 'amadore', se n'avesse altro.

[5] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 65, pag. 14: «Monsignore, pregamote, la cità non refare; / Vuy sete gentile homo et bellio vi non pare / Per la rea villanìa li gentili desfare...

2.2.2 Locuz. verb. Far bello: essere opportuno, convenire.

[1] Gatto lupesco, XIII sm. (fior.), 144, pag. 293: cercai tutti li paesi / ke voi da me avete intesi, / e tornai a lo mi' ostello. / Però finisco ke·ffabello.

2.2.3 Avv. [Rif. al comportamento:] in maniera accorta e opportuna.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 222.8, pag. 258: como nemistà, è quasi ria / onni amistà ch'a om non bono vegna; / e, fatta, tegno el mantener follia; / e bel partir saver, saver desegna. / Non donque vergogn'om bel desusarla, / ché non vergogna già, ma pregio apporta...

2.2.4 Sost. Occasione opportuna e favorevole; vantaggio.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 14.60, pag. 30: Ahi, bella gioia, noia e dolor meo, / che punto fortunal, lasso, fue quello / de vostro dipartir, crudel mia morte, / che doblo mal tornò tutto meo bello!

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 11, vol. 1, pag. 139.31: acciò che la sua gente potesse passare il Tevere, e correre il paese quando si vedesse il bello.

[3] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 73.14: i chapitani de' Fiorentini di subito veduto e' Sanesi, che si partivano si misero in aghuato, e quando lo' venne el bello di subito asaltando e' Sanesi, e none esendo proveduti di doversi ghuardare, né l'era noto.

[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 40, terz. 60, vol. 2, pag. 183: E 'l Papa, e 'l Re l' un dell'altro rubello / per modo fu, che l'un l'altro guardava / di spodestar, se si vedesse il bello.

[5] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 187, pag. 463.4: Ell'è stata molto buona; - per non gli fare lieti, e per render loro, come vedesse il bello, pan per focaccia.

2.2.4.1 Fras. Aver(ne) il più bello: ottenere un vantaggio sul nemico schierato in campo; risultare superiore, vincere.

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 54, vol. 1, pag. 94.15: Allora cominciò a guerreggiare aspramente, e a combattere coi Romani per piccole battaglie, nelle quali i Gabini spesse volte n'ebbero il più bello...

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 9, cap. 27, vol. 2, pag. 331.19: Quivi in prima s'attendaro alla frontiera de' nemici: poi si assaggiaro tra loro per badalucchi, più a cavallo, che a piè; e continuamente li Romani n'avevano il più bello.

[3] Tristano Veneto, XIV, cap. 153, pag. 146.21: Ma tuta fiada s'elo avignisse che io lo plui bello de questa bataya podessi aver, vorave io saver lo vostro nome, inperçiò che io me savessi de qui vantar...

[4] Tristano Veneto, XIV, cap. 486, pag. 450.8: Et perciò elo sì andeva sparagnando et diseva che miser Lanciloto haveva lo pecior et che lo cavalier che defendeva haveva lo megior infin al presente et ancora haveva abudo lo plui belo dela batagia, have tanto despiaser che in vita soa non have tanto.

2.3 Ispirato a principi di correttezza, eleganza, decoro, misura, cortesia e magnanimità.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 22.10: a ttenere pace et amare Idio e 'l proximo, a ffare cittadi, castella e magioni e bel costume, et a ttenere iustitia et a vivere ordinatamente...

[2] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1857, pag. 240: Per così bel commiato / n' andò da l' altro lato / lo cavalier gioioso, / e molto confortoso...

[3] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 6.1, pag. 468: Lo vostro bel saluto e 'l gentil sguardo / che fate quando v'encontro, m'ancide...

[4] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 420, pag. 165: Dapress li Principati Virtú e Seraphin / Con tut le Poëstá fazand li bei ingin.

[5] Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.), 6.34, pag. 381: E a su' poder mantenga ricca corte, / D'arme, cavalli, in robe, e 'n arder cera, / E gente acolga di bella maniera, / E faccia cortesie non vi sian corte.

[6] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 159.30: e ffue biancha, bionda, vermigla, simplice, graziosa, avenente, di bello modo...

[7] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 6.12, pag. 476: Apresso stare adorno, conto e gaio, / cortese e di bello acoglimento ...

[8] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 50.62, pag. 574: Per lealtà conven che si mantegna / e per bel servimento / fora di fallimento - fin amore...

[9] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 11, vol. 3, pag. 22.13: o reina, lascia la piatosa e la bella paura; la grazia della vostra promessione è piena.

[10] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 40, pag. 168.25: era unu monacu ki paria de multu grande penitencia et homu de belli e gravusi custumj...

[11] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 1, pag. 335.20: E poi che li ebbe comandate alquante cose, lo restituì nel primo abito della fortuna; giudicando, igualmente essere bello vincere re, e fare re.

[12] Bambaglioli, Tratt., a. 1343 (tosc.), 218, pag. 23: Però non si convien seguir volere, / Ma pensar le persone e 'l tempo e loco, / È 'l mezzo bel tener tra 'l troppo e 'l poco.

[13] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 4, pag. 12.10: Ma Arduynu per bellu modu li consiglau chi non si muvissiru a ffari nulla novitati...

2.3.1 [Di azione e pratica che richiama i canoni dell'educazione cortese].

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 133.11: nè abondanza di pesci e altre cose che splendono ai conviti fanno così soave la vita dell'uomo come il savio e 'l bello ragionare.

[2] Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.), 6.46, pag. 382: Tegna bella masnada usa ed acorta, / Con ricchi arnesi e da bel cavalcare, / Pascendo augelli e nodriti a cacciare...

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 22.41, pag. 77: «Compar, pòi recordare, sì como a me pare: / donzello en bel servire e ornato cavalire, / bello e costumato...

[4] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 175.9, pag. 73: l'assalto fu crudele ed aspro e forte: / Anton fedio Garin quasi ch'a morte; / quiv' era 'l bel riscuotere e schermire.

[5] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 5, pag. 26.1: e per la grande signoria e per lo bello ragionare niuno era ardito di riprenderla nè di biasmarla di questo suo viçio pessimo.

[6] Tristano Veneto, XIV, cap. 47, pag. 79.20: fo sì bon maistro in pocho de tempo qu'el non se podeva trovar simel de luy de bel cavalchar e de bel fante, e questo qu'el faxeva non se podeva algun semiar a lui.

[7] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 8, pag. 35.11: Vedese tributi venire, muli com some scaricare, iostre e tornii e bello armiare, cantare, danzare, saitare, onne bello e doice deletto fare.

- Bella cosa.

[8] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 158.11: Conviensi a l'uomo cortese in donare essere allegro e in ricevere non acerbo. Nobile e bella cosa è le magioni delli alti baroni istare aperte per accogliere i gentili viandanti.

[9] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 8, vol. 3, pag. 237.10: chè non è niuno uomo che non desideri d'essere savio. Avviso che bellacosa si è soprastare gli altri di senno: e parmi mala cosa e laida di garrire e di folleggiare...

[10] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), II, cap. 4, pag. 44.9: Onde volle anzi morire perché vivessono i suoi, che vivere egli, vint'i suoi. Dolce cosa e bella si è morire per lo suo paese...

[11] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 21, pag. 156.4: rinchinando lui benignamente gli perdonò, giudicando bella cosa vincere re e perdonare a re.

[12] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VI, 7, pag. 421.6: egli a dir cominciò: - Valorose donne, bellacosa è in ogni parte saper ben parlare, ma io la reputo bellissima quivi saperlo fare dove la necessità il richiede...

- Bel tacere.

[13] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 18.1854, pag. 240: L'altrui parlare la tua lode spanna, / E la tua bocca serbi il bel tacere: / Poi di vergogna l'alma non s'affanna.

[14] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), [1326/27] 108.17, pag. 208: Trascorso i· libro piú e piusor volte, / quel vi rimando, e dico, al mio parere, / ch'envidia tolse a Ciecco bel tacer[e].

[15] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 52.9, pag. 151: Chè gli è provata cosa, e non è nova / El bel tacere.

[16] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 5.7, pag. 638: sanza esser da me chiamato o punto, / e bel tacer perdesti entro quel punto...

[17] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 261.10, pag. 325: Ivi 'l parlar che nullo stile aguaglia, / e 'l beltacere, et quei cari costumi, / che 'ngegno human non pò spiegar in carte...

2.3.1.1 Avv. In maniera cortese e generosa.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 29, pag. 347.7: alo vizo del'alma allegiendo e facendo in te amico, chedendo bello e presto lei respondendo in tutti li soi piaceri, orrata ài amistate, mersè de tee.

[2] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 58, pag. 220.1: imperò che egli ci àe bene e bello sciolti, e data ce n'àe la penitenzia che noi avavamo meritata.

[3] Tristano Veneto, XIV, cap. 577, pag. 536.10: io romagnirò volontiera, inperçiò che cusì bello me priegé, e maormentre perché vui me par cavalier tropo cortese».

2.3.1.2 Avv. Bene e bello: con abilità ed eleganza.

[1] Rainaldo e Lesengr. (Oxford), XIII ex. (ven.), 358, pag. 827: Non ò gridà, çentil signor, / che volese scoltar so ore, / ché i no è de nostra riligion / [...]: nu semo bestie et el è osello; / el sa volar e ben e bello.

2.3.2 Che mostra valore e fierezza.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 2, vol. 1, pag. 114.10: La terra di li Tireatri pari pluy larga di laudi ca di tenimentu per la bella batalya qui fici Otriades et per la sua bella morti...

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 8, pag. 248.27: Molte cose e terribili dispregiò Piso, non volendo piegare la bella fermezza della sua mente. || Cfr. Val. Max., III, 8, 3: «dum speciosum mentis suae flecti non volt rigorem».

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 63, terz. 80, vol. 3, pag. 207: poi si partì, temendo de' soldati, / ch' a' Fiorentin giugnean chiari, e belli.

2.3.2.1 Avv. Bene e bello: Con abilità, destrezza e coraggio.

[1] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 216, pag. 367.6: Ma ttutta fiata voglio che voi sappiate, che monsingnor T. non feria lo cavaliere se nnoe molto rade fiate; ma quegli colpi ch'egli feria sì feria tanto bene e bello, che neuno uomo no lo potea biasimare.

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 80, terz. 53, vol. 4, pag. 61: que' dentro difeser bene, e bello, / sicchè camparon tutti ne' travagli, / e fuvvi morto il traditor palese, / che non valse per altro un mazzo d'agli.

2.3.3 [Nelle allocuzioni, rif. all'individuo cui si rivolge la parola:] caro e stimato. || Cfr. 0.5.

[1] Raimb. de Vaqueiras, Contrasto, c. 1190 (gen.), 80, pag. 166: Si ·l saverà me' marì, / mal plait averai consego. / Bel messer, ver e' ve dì: / no vollo questo latì; / fraello, zo ve afì...

[2] Andrea da Grosseto (ed. Segre-Marti), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 3, pag. 211.7: E imperciò, be' segnori, non è da procedere né da far questa cosa con fretta, anzi è da fare con diligente provisione...

[3] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1599, pag. 231: Ma a te, bell'amico, / primeramente dico / che nel tuo parlamento / abbi provedimento...

[4] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1296, pag. 55: «Or m'ascoltai, belli segnor! / Un grande tempo aví querudo / E domandao et an voliudo / Quel ke se dixe re deli çudé / E dixe ke l'è filiol de De.

[5] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 32.145, pag. 87: O che mert'ho, bel sire, / che, pria che 'l mondo formassi, m'amasti?

[6] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 22, pag. 281.14: E voi, bel caro mio, non ingiusto, per Dio, ma tutto giusto, scola di giustitia, vi trovi l'omo.

[7] Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.), 7, pag. 238.16: E quel li respondè: Bel amì, e' no soi aizià de doner te nient aora a questa fiaa.

[8] Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.), 143, pag. 161, col. 1: «E que voi-tu far, bel co[n]pagnon?» / «Eo te voi' parlar e dir».

[9] Poes. an. urbin., XIII, 29.5, pag. 603: Guarda, ben guarda, / ke nno tarda / ki tte vole ingannare: / guarda! / O bell'amico, / guarda non si' ingannato ...

[10] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 9, pag. 60.5: Bel filliuolo, ora vi prende guardia, et io prego Dio, che ti guardi che di male fare ti possi tenere, sì che tu possi avere lo suo amore.

[11] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), App., pag. 389.6: «Bello zio» disse T. «non piangete, che 'l piangere non vale niente.

[12] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 42, pag. 50.11: e Giosepo rispuose: - Bel sire Idio, chi è colui che mi chiama?

[13] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 10, vol. 1, pag. 139.13: Allora si rivolse Orazio verso il fiume, e dissegli: «Bel padre Tevere, io ti priego che tu riceva queste armi e questo cavaliere misericordiosamente».

[14] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 58, pag. 219.36: E allora disse Gariette: - Deh, bell'oste, se noi villaneggiavamo lo cavaliere di Cornovaglia, di ciò non semo noi tenuti a nulla villania ...

[15] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 19, pag. 117.5: con vocie grande de pianto chiamavano Vivante, bello donçello, dicendo: - O bello donçello Vivante, non ve sete?

[16] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 39.77, pag. 87: Chiamò Çoane, dise: «O bello fradelo, / a vue lasso eo questa mia madre....

[17] Framm. Queste Saint Graal, XIV (ven.), pag. 478.18: «Bel nievo, dise la do[na...] ve è io dito per che rax[on la Ta]bla Redonda fo fata.

- Bel dolce, bel dolce amico.

[18] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 1, pag. 3.14: Ma cierto, beldolcie amico, adessaché pensaste volere essere amaiestrato, dovereste pensare hom sufficiente...

[19] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 70.5: Allora gli disse l'uomo che l'avea albergato: andiamo bel dolce frate, là di fuori sotto quello albero...

[20] Giudizio universale, XIV in. (ver.), 28, pag. 57: «Or m' entendi per Deo, beldolç'amigo, / quando me penso e vólçome d' atorno / quanto serà fer e forto lo çorno...

[21] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De qui es in celis, vol. 1, pag. 139.18: che ello te basta che tu li digui: bello doze Payr chi e' in cel, chj e' in ogni cossa presente e i(n) t(er)ra e i(n) mar e i(n) inferno e i(n) tuti li autri logi.

[22] Diretano bando, XIV (tosc.), cap. 8, pag. 8.1: Lasso a me, quante volte sono pentuto per voi, belladolce amica, io lasso.

2.4 [Rif. a persone:] di alto titolo e grado o di sangue nobile.

[1] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 161.36: nel consilglio si diliberò che in Grecia si mandasse nobile, bella e ssavia anbascieria, per li quali fosse cortesemente domandata la filgliuola der re Laomedon...

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 7, vol. 1, pag. 186.26: Issu Petronu, natu di multu bassu locu, era pervinutu per publicu beneficiu di Celiu ad urdini di homu a cavallu, avendu però li soldi di bella cavallaria.

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 205.27: Qui era l'antica generazione, la bellissima schiatta di Teucro, magnanimi signori...

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 11, pag. 375.17: Anco è a noi Camilla della nobile gente de' Vulsci, la quale mena seco molti cavalieri bene armati, e di bella gente.

[5] Doc. pist., 1337-42, pag. 136.25: e a Siena si de lavorare, per la sepoltura di messer Cino, bello e magnificho, secondo uno disengnamento ch'elli medesmo ci à dato, e aviallo apo noi.

[6] x Butto da Firenze, XIV pm. (fior.), pag. 202: e Karlomayn lassò la zentileza, / el re Artù la bella baronia.

[6] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 443, pag. 157.19: mandovvi uno nobile e franco cavaliere; ciò fu messer Beltramone del Balzo con 520 cavalieri di bella brigata.

[7] Tristano Veneto, XIV, cap. 10, pag. 62.36: have bello lignacio et grande, et have do fiolli belli et grandi et prodomini.

- [Rif. anche ad oggetti e simboli caratteristici di un alto rango sociale:] bello e gente, gentile.

[8] Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.), 359, pag. 169, col. 1: No voi'-l, mesier; / trop son vetran, no 'l pos durer». / Or à fato comandament / lo Lion incontinent, / a Rainald bel e çent, / sota peina de sagrament...

[9] Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.), 471, pag. 172, col. 1: Or è semenà lo furme[n]t / in la braida bel e çent; / tant ch'el furment è cresù / e grant bein li è devegnù.

[10] Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.), 29.2, pag. 531: Una giovane donna di Tolosa, / bell' e gentil, d'onesta leggiadria ...

[11] Fiore, XIII u.q. (fior.), 127.3, pag. 256: E òtti fatto don sì bel[l]'e gente / Che ttu se' re della baratteria...

[12] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 315, pag. 336.17: ella avea di lui due picciuoli fanciulli, che molto erano belli e genti a vedere.

[13] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 68, pag. 247.26: e in su sua testa portava una gentile e bella corona d'oro e di pietre preziose...

[14] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 6, 43.8, pag. 82: Una volta un villan si fu, figliuolo, / che prese un bello e gentile usignuolo.

- Bello e nobile.

[15] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 4, cap. 3, pag. 125.18: In Ferrara era un nobile cavallieri ke avia una sua molto bella (et) nobile donna, la quale era amata da uno nobele donçello d'essa terra.

[16] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 159.6: Ir re Priamo avea sposata moglie bellae nobile, la quale avea nome Ecuba...

[17] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 65, pag. 123.19: era molto ricca cità e molto bella e molto nobile; e in quella cità dovea tenere lo re sua corte...

[18] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 1, pag. 22.24: intandu la regina Dido si meraviglau multu di killi duni tantu rikki, nobili et belli ...

[19] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 36, pag. 127.22: fae addobbare la bella Isotta piacente, di begli e nobili drappi di seta...

[20] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 28, pag. 46.10: era tutta intorno intorno piena di molte belle e nobili armi.

[21] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 5, pag. 23.4: Ora fu puosto lo assedio allo bello e nobile castiello dello legato...

2.4.1 Cose chiare e belle: insegne e manifestazioni dell'alto rango sociale e del potere.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 4, cap. 1, pag. 260.6: cacciati li re di Roma vedesse trasportata in sè tutta la forza della signoria del re, e tutte le cose chiare e belle sotto il titolo di consolato ... || Cfr. Val. Max. IV, 1, 1: «vim universam omniaque insignia sub titulo consultatus in se traslata cerneret».

2.5 [Dir.] Locuz. nom. Bella carta: documento giuridico con forza probante (anche fig.). Locuz. avv. Per bella carta, per belle carte.

[1] Lett. lucch., 1295, 2, pag. 8.25: certi de siate noi no· lli potre(m)mo paghare, che chome ditto e(ste) p(er) belle carte ci devemo in Luc(cha) grossame(n)te (e) cho(n)vene pur paghiamo (e) pessa fae sarebe cho(n)venuto l'avessemo fatto...

[2] Lett. lucch., 1297 (2), 5, pag. 50.16: elli lassoe a ttei Fed(e)rigo che la n(ost)ra co(m)pamgnia d(e)vesse essere pagata di tutto ciò che ricieve(re) d(e)vavamo (e) costae (e) i(m) Framcia i(n)amsi a ttutte p(er)sone, (e) cosie ordinoe teco (e) p(er) bella ca(r)ta che cosie si devesse fare, la qual(e) ca(r)ta fecie s(er) Betto Cremo(m)delli...

[3] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 13, pag. 58.16: sovre tuti gli altri homi lo nostro Segnor gh'à portó amor e voluo esser lor statutario e ghe mandò da cel lo moho e la mainera chomo hi dén far e que vita hi dén menar per esser in soa gratia, e de çò gh'à dachio bonna leçe e santa e statuti nobeli e magnifichi e ordin tropo bel et tuto ha voluo scriver con lo santo dio, çoè per Spirito Santo in lo cor e in la mente chomo in belle carte de quel prumar legista profeta e patriarcha Moyses santissimo, e çò apar de chiar in la sagra scritura.

[4] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 269.11: Ultimamente, bontà del detto Cardinale, e de' detti ambasciadori del Papa, e del marchese di Monferrato che vi si ritrovò, l' accordo ragionato si fermò per belle carte il sezzaio dì di febbraio 1368.

[5] A. Pucci, Apollonio, a. 1388 (fior.>tosc. or.-merid.), 2, ott. 49.7, pag. 27: La donna sua tremando come foglia / diceva: «Ove rimarrà la trista? / Ché lungo tempo con bramosa voglia / ho disiato d'avere la tua vista: / po' che tua sposa so' per bella carta, / non piaccia a Dïo ch'io da te mi parta!»

3 [Quantifica la consistenza del concetto rappresentato dal sostantivo accordato:] che manifesta il grado più pieno, compiuto e rappresentativo. [Di astratti:] notevole in positivo o in negativo.

[1] Lett. sen., 1260, pag. 270.31: elino l'avevano fatto per cha[n]pare el guasto ch' el[i] aveva[no], el più bello ch' elino avesero poscia che Monte Pulciano fu chastello.

[2] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 27, pag. 284.17: Et se tu al pustutto troverai reo amico, el quale, per suo bel piacere che ti mostrano, credevi che fosse buono, e errando lo prendesti ad amare, non tenere l'amistà sua...

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de passione sancti Iob, 310, pag. 289: Tant è 'l plu stavre il muro e fa plu bel lavor, / E sí l'om patïente plu plax al Crëator / Quant plu el porta iniurie e povertá e dolor.

[4] Amico di Dante, XIII ex. (fior.), Son. 12.7, pag. 729: né di bieltà più bella non richero, / ché es[s]er non poria, a lo mio grato.

[5] Amico di Dante, XIII ex. (fior.), Son. 54.3, pag. 772: Quando l'Amore il su' servo partito / trova nullora del su' pensamento, / volete udire un bel vendicamento / ched e' ne fa, sì è pro ed ardito?

[6] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 38.9, pag. 156: Ecco 'l bell'erro c'ha da me a lei: / ch'i' non cherre' a Di' altro paradiso, / che di basciar la terr', u' pon li piei...

[7] Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.), 3.1, pag. 407: E di feb[b]raio vi dono bella caccia / di cerbi, cavrïuoli e di cinghiari ...

[8] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), IV, ott. 11.1, pag. 57: Or quivi cominciò la bella zuffa / tra quelle quatro schiere principali...

[9] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 8, cap. 74, vol. 2, pag. 226.6: Il conte colla spada fé bella difesa: alla fine no·potendo alle forze risistere, s'arendé prigione...

[10] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 2, pag. 513.28: Poscia, avendola minacciata il prete di farnela andare in bocca del lucifero maggiore, per bella paura entro, col mosto e con le castagne calde si rappatumò con lui...

[11] x Lett. lucch., 1376 (3), pag. 168: Si che a ser Donato faremo assai bel pagamento di tutta la somma.

[12] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 82, terz. 71, vol. 4, pag. 85: e correndo a tuttore / con larghe, e belle spese convitando, / uomini, e donne, con pregio, ed onore...

[13] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 64.201, pag. 59: Deh, che bel salto / diè messer Galasso!

- Bella statura.

[14] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 15, pag. 56.9: il centurione è da eleggere con grande forza, e bella statura, il quale l'asta, e lancioni scaltritamente, e di forza sappia gittare...

[15] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 44 rubr., pag. 262.19: Come Cesare fu di bellastatura, ed esquisito e fastidioso negli ornamenti del corpo...

[16] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 9, vol. 2, pag. 184.6: Set, di li nani, mi pari ki Deu li renovirà comu a bella iuventuti, cussì a bellastatura.

- Bel tratto.

[17] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 27, 31-54, pag. 644, col. 1.12: maormente se trova tal vizio in li soi grandi, li quai quando gl'occorre uno beltratto a sua voglia sano pigliare le segnoríe in tal mo', ch'i ne doventano tyranni...

[18] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 8, pag. 70.27: il capitano del Gran Cane si ritrinse co' suoi e pensò di fare un bel tratto e misesi in fuga per l'isola...

[19] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 90, pag. 723.13: che lla cavalcata era stata di coscienza de' Pisani, perché pace si potesse cercare, e sse vero fu, alla pisanesca beltratto facieno...

[20] Doc. padov., 1379 (2), pag. 59.17: Abià ch'io aveva fato chosì bello trato cu(m)' fose fato forsy XX ani i(n) Omgaria...

[21] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 71, terz. 20, vol. 3, pag. 289: entraro in Tevero, e fero un bel tratto; / che preser la Città d' Ostia per certo...

- Bel fuoco: che sviluppa fiamme alte e luminose e intenso calore (anche fig.).

[22] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 254.8: disiderando di vedere un grande e bellofuoco, fece ardere una sua villa.

[23] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 182.12, pag. 238: et quanto è 'l dolce male / né 'n penser cape, nonché 'n versi o 'n rima; / l'altra non già: ché 'l mio belfoco è tale, / ch'ogni uom pareggia...

[24] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 34, pag. 76.10: altressì come uno piccolo lucignolo sostiene uno molto bello fuoco ...

[25] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [AndFir] ball. 1.1, pag. 289: Amor, già lungo tempo el tuo bel foco / si fa di me signore...

3.1 [Rif. ad animali:] di particolare evidenza, enorme, robusto, possente e corpulento. Bello e grasso, grosso.

[1] Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.), 119, pag. 642: Staganto en quel tormento, sovra ge ven un cogo, / çoè Balçabù, de li peçor del logo, / ke lo meto a rostir, com' un bel porco, al fogo, / en un gran spe' de fer per farlo tosto cosro.

[2] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 69, pag. 98.12: Loro bestiame è molto bello e grosso.

[3] Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.), pag. 533.1: Poi oltre a questo fece un bello montone el quale avea el suo vello d'oro; maraviglia era grande a vedere.

[4] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 7, vol. 1, pag. 16.22: Qui primieramente fu fatto sacrifizio ad Ercole d'uno bello bue ...

[5] Esopo tosc., p. 1388, cap. 4, pag. 77.4: era una pecora molto bella e grassa...

[6] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 185, pag. 458.39: facendo venire la detta oca, come la vide così rilevata nel corpo, disse: - Per certo bene è riuscita quest' oca bellae grassa, com' io credea; guarda, quant' ella è piena...

[7] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 209, pag. 540.7: io v'ho creduto recare una bella anguilla, che è nella fonte, che è grossa come quell' asta di lancia...

[8] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 2 rubr., pag. 135.6: Como p(er) avere bellu c. devimo avere bellu stallone et bella cavalla.

3.2 Che si distingue da ciò che è consueto; peculiare e ben distinto, eccezionale.

[1] Bambaglioli, Tratt., a. 1343 (tosc.), 355, pag. 31: Tanto è ciaschun gentil quanto à vertude / E tanto è vertuoso quanto è l'opra / Per bel valor di fuor; sì che si scopra / La nobiltà che in l'animo si chiude.

[2] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 174, vol. 2, pag. 59.6: Or vedete che bella moneta in questa città si spende, chè non ci è moneta coniata, ma ogni cosa che sia di rame o di piombo o di ferro, e ogni pezzo di rame e capi d'aguti, e di cotali cattività corre moneta...

[3] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 10.35, pag. 282: Più secoli regnaro in questa gloria; / l'ordine loro assai fu bella e strania...

[4] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 459, pag. 464.15: Diaspro è verde e di bello verdore.

3.3 [Indica l'apice e il pieno compimento di una fase temporale].

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 6, cap. 4, pag. 173.24: Pompeo si pensò di non partirsi per mare furtivamente; anzi di bello mezzo giorno ordinò di rompare lo muro e di farsi fare via a le spade... || Cfr. Fet des Romains, p. 480: «A plein midi et a force s'en vodroit eissir...».

3.3.1 [Rif. ad un evento che segna un improvviso cambiamento all'interno di una fase cronologica e narrativa caratterizzata da ripetitività:] che conclude una fase e ne introduce una nuova.

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 3, ott. 10.1, pag. 331: Un bel mattin ch'ella si fu levata / e' biondi crin ravolti alla sua testa, / discese nel giardin, com' era usata...

3.3.2 [Indicando la fase iniziale del giorno:] bella levata: risveglio anticipato nella primissima parte della mattinata.

[1] Gesta Florentin. (ed. Santini), XIV pm. (fior.), pag. 144.18: La notte Guido dalla Petrella si levò da chanpo, e fece bellalevata sanza perdere niente...

[2] A. Pucci, Guerra, a. 1388 (fior.), IV, ott. 17.4, pag. 226: veggendosi mancare / la vittuaglia, ch'egli avea portata / tutta la salmeria fe caricare, / e fe di campo una bella levata...

3.4 [Rafforza la semantica degli aggettivi e dei sostantivi con cui si combina, anche all'interno di locuzioni avverbiali:] preciso; intero, totale, estremo; sicuro. Locuz. avv. A, per bell'agio: v. agio s.m. Locuz. avv. A bell'otta: v. otta s.f. Locuz. avv. In bella posta: v. posta s.f. Locuz. prep. A bella posta di: v. posta s.f. Locuz. avv. A bello studio: v. studio s.m. Locuz. avv. Di bella brigata: v. brigata s.f. Locuz. avv. Di bel nuovo: v. nuovo agg./s.m./ avv.

[1] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 26.8, pag. 73: E se per moglie v'avesse sposata, / non dubbiate ch'egli era uno bel farneccio.

[2] Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.), 6.51, pag. 382: Pro' in torneare, / Largo 'n donare, / Sia bel cortese e di bell'acoglienza ...

[3] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 11.12: i Fiorentini comperaro Monte Grossoli ad be' danari secchi da coloro, che vi era, che in prima sì 'l teneano a forza.

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 17, pag. 81.28: e mae no cessava de mandar-ghe messi ancor de bel novo e far-gli pregar ch'i volessan tornar al so' dolce pare e segnor.

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 21, pag. 101.33: «E' ho bailia de desmeter 'sta vita corporal e mandar for l'annima mea quando e' voglio a mea bella posta...

[6] Framm. Milione, XIV pm. (emil.), 20, pag. 516.29: sta tanto la mensa inanci la cassa como uno homo porave dexenare per bello axio...

[7] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Famae I.111, pag. 248: Mario poi, che Jugurta e' Cimbri atterra / E 'l tedesco furore; e Fulvio Flacco, / Ch' a li 'ngrati troncar a bel studio erra...

[8] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 119.4: rende' la dote a una sua figliuola, ch' avea nome Niccolosa, che fu figliuola dell' altro marito, che n' avea assai bisogno. La quale poi si maritò a bell'agio...

[9] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1374] lett. 20, pag. 86.1: tutti di bella brigata diamo la vita per lui.

[10] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 22, terz. 54, vol. 1, pag. 253: Voglio vincer per assedio; / ma non pensava, quanti son perduti / di be' partiti per lo lungo tedio.

[11] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 159, pag. 386.17: Quelli che vedeano costui, diceano: - Buono, buono! a bell'otta! costui dee essere pazzo

[12] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 68.13: e tal vi stette inanzi en bella posta / che non fu sordo allora e non fu muto.

3.4.1 [Rafforza la semantica dell'agg. con cui risulta coordinato:] del tutto, pienamente. Bello e + agg.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 48, pag. 254.11: Suolsi dire una favola d'uno a cui fu dato una verga, ch'era di tanta virtù, che battea, venìa ciò che volea; se volea pane, battea e venìa bello e cotto...

[2] f Giordano da Pisa, Prediche, a. 1311: Noi avemo l'uovo bello e mondo, e la gallina bella e cotta, e non avemo se non a mangiare. || Crusca (5) s.v. bello.

[3] Gesta Florentin. (ed. Santini), XIV pm. (fior.), pag. 129.4: Lo primo dì di giugno si gittò la canpana grossa del comune, conpiuta e bella...

[4] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 26.3: e mescholalo insieme, e mettilo nella chopella; e verà la pruova chiara e bella.

[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 3, pag. 516.4: e sappi che chi facesse le macine belle e fatte legare in anella prima che elle si forassero e portassele al soldano, n'avrebbe ciò che volesse.

[6] x Lett. lucch., 1376 (3), pag. 164: Or se egli me ll'avesse pur ditto che fusse bell'e legata, l'arei fatta racconciare.

[7] Doc. padov., 1379 (2), pag. 60.21: se 'l pare no me lly dese e luy se partyse, yo lly averave bellye p(er)dù.

[8] x Arte del vetro, XIV ex. (fior.), cap. LI, pag. 39: e mescola insieme e bagna il capello colla detta acqua e saranno belli e biondi...

3.4.2 Avv. Bene e bello: In maniera abbondante e soddisfacente; in misura notevole.

[1] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 142, pag. 53: O·lli tollea in so ostel, / Si lly noriva ben e bel; / E alle povere vedove dava / Pan e vin, denery et blava.

[2] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 96, pag. 161.18: Emelius vi venne de la contrada di Tygris, che menò .x. navi bene e bello guarnite.

[3] A. Pucci, Guerra, a. 1388 (fior.), V, ott. 41.6, pag. 241: appresso poi di Febbraio vegnente / Pecciole riforniron bene, e bello...

3.4.3 [Qualifica e delimita la validità di un elemento nell'ambito di un confronto:] fras. Buono e bello: di valore equivalente se non maggiore. Estens. [Con valore avv.:] parimenti, altrettanto.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2098, pag. 248: se tu hai coltello, / altri l'ha buono e bello: / ma maestria conchiude / la forza e la vertude...

3.4.4 Fras. Costare bello a qno: costare caro.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 16.31, pag. 57: Oimè, onor, co mal te vide, ca 'l tuo ioco me fo occide: / bello me costa el tuo ride, de tal prezo m'hai pagata!

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 22.86, pag. 79: o mondo barattiere, bel glie costa el taoliere: / lo tempo m'hai sottratto, nullo servasti patto...

3.5 Che mostra abilità ed esperienza.

[1] Pier della Vigna (ed. Contini), a. 1249 (tosc.), 1.13, pag. 121: Sì bel parlante, donna, con voi fora, / e direi como v'amai lungiamente...

[2] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 2.51, pag. 892: Di storlomia so e di pianete, / indovinar cose segrete; / fodri meno di grande abete; / ancora so', se voi volete, / bel barattiere.

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 19.8: fue alcuno savio e molto bello dicitore il quale, vedendo che gli uomini erano acconci a ragionare, usò di parlare a lloro per recarli a divina connoscenza...

[4] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 171.21: maravilgliosamente fue buono chavalcatore; e ffue quello che ffue più bello inn armi.

[5] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, 9.28, pag. 109: Tu gli elementi leghi con bell'arte, / A proporzione di noveri estensi, / Ch' a certa concordanza gli comparte...

[6] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 10, cap. 38, vol. 2, pag. 426.24: Lo rimanente dell'oste fu poco più di venti milia uomini, tutti belli baccellieri e pregiati in fatti d'armi...

[7] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 39, pag. 69.27: questi era uno bellissimo uomo e uno bellissimo cavalcatore...

[8] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 4, pag. 146.27: E fa-lo devenire grande e losienghero e biello parliere.

[9] Legg. sacre Mgl.II.IV.56, 1373 (fior.), Legg. di S. Ilario, pag. 56.2: ordinò XII dimoni in forma di XII massai sacerdoti, bianchi tutti quanti; e' pareano più begli massai che mai fossero veduti...

[10] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 12, pag. 90.14: Era grannissimo teologo e fu bellissimo sermocinatore.

- [Rif. ad un corpo armato allestito con funzioni difensive o offensive].

[11] Lett. lucch., 1297 (2), 8, pag. 57.26: (e) llo Comu(ne) vi ma(m)doe iij.C pedoni tra balestrieri (e) pavesari, (e) fue la più bella gie(m)te (e) la milliore che di Toscana v'amdasse ta(m)ta p(er) ta(m)ta...

[12] Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.), pag. 57.15: come hae fatta la più bella armata che giamai fosse fatta in mare, e di migliore gente...

[13] Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.), 6.45, pag. 382: Tegna bella masnada usa ed acorta, / Con ricchi arnesi e da bel cavalcare ...

[14] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 53.40, pag. 306: mojer, fijor, bela masnaa / per ti serví aparejaa...

[15] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 70, vol. 1, pag. 312.19: il primo dì di maggio del detto anno n'uscirono quelli da Ricasoli con CLVIII masinadieri, molta bella gente d'arme...

[16] Doc. padov., 1379 (2), pag. 61.4: ch'el no se vête may più bella zurma de gallye né ze(n)te più obidyente a lloro Segnory chomo som loro.

[17] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 54, terz. 2, vol. 3, pag. 100: Messer Ramondo, che la bella schiera / a Genova guidò, siccome sperto.

[18] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 8, pag. 42.14: Allora missore Pietro Roscio con soie belle masnate se tenne secreto e queto de fòra ad una porta la quale se dice porta de ponte Cuorvo.

3.5.1 Efficace, valido (ad uno scopo, al compimento di un'operazione); ben riuscito.

[1] Forese Donati, Rime, a. 1296 (fior.), 3.3, pag. 93: Ben so che fosti figliuol d'Alaghieri, / ed accorgomen pur a la vendetta / che facesti di lui sí bella e netta / de l'aguglin ched e' cambiò l'altr'ieri.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 37, vol. 3, pag. 86.5: Avemo detto sì distesa questa presa di Castello perché fue d'aventuroso avenimento, e con bello accorgimento e prodezza di guerra.

[3] Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.), 729, pag. 146: Lo settimo si è a lieva schieça, / Bel modo pare, et è che creça / Per tanto ch'io trovi e veça.

[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 79, terz. 11, vol. 4, pag. 46: il terzo fu da più con bell'ordigno: / una lancia, con una melagrana, / con cinquanta fiorini sanza fallo / iv'entro fitti alla lancia sovrana.

[5] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 57.7, pag. 48: Fece già Roma triuonfando festa [[...]] quando la bella mossa / Furio Camillo fece contro a Brenno, / vendicator di quel che ' Galli fenno / e le' mettendo nel primiero stato...

[6] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 98, pag. 221.20: furono troppo contenti di sì bella beffa; e poi, trovandosi l' uno con l' altro, tutti rideano a un modo, per tale che tutta Vinegia otto dì n' ebbe piacere.

3.5.2 Avv. Con completo adempimento dei propri doveri.

[1] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 50.1, pag. 148: Çascun attenda bel al suo signore, / Chè 'l suo signore possa attende a lui; / Ma non è ben quel' util servitore, / Che vol servire per un tempo a dui.

[2] Framm. Vang. Infanzia, XIV m. (ven.), 51, pag. 148: e Iosep, lo vetranello, lavorava ben e bello, / ch'el savea ben favregare e sì se mise a guadagnare.

3.6 [Con valore iron. e antifrastico, spec. in proposizioni esclamative:] del tutto negativo e degno di disapprovazione; spiacevole.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 19, pag. 244.10: non sol di parlar me, ma di vedere non poteste sostenere; e forse, non fusse stato acompangniato bene, l'unghie vostre averìano graffiato mene. Ecco accollimento bello d'amico, che non veduto avea forse cinque anni!

[2] Auliver, XIV c. s.d. (trevis.), 49, pag. 511: Al bel guadangn, ch'eu n'ai, me'n pos percorger, / che cent se'n part da lui çença 'l son scorger.

[3] Ingiurie lucch., 1330-84, 116 [1349], pag. 41.10: Ecco, bello notaio rofiano!

[4] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 293, pag. 63: Quando abero de gratia che allora scripto non fone, / Dio abero regratiato, ca bene lli custone. / Revinnero scornati; che bella cosa fone!

[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 10, pag. 395.25: cominciò a dire: «Ecco belle cose! ecco buona e santa donna che costei dee essere!

[6] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 214.128, pag. 278: Forse che si convene / D'accostarse a fortezza / Dell'animo e l'asprezza - comportare? / Or ecco bel passare - del viver nostro!

[7] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1378/81] 34, pag. 448.5: Or ecco belle quistioni e fantasie che voi ci fate iscrivere per volgare perché il popolo l'oda e riempiasi di frasche!

[8] A. Pucci, Rime (ed. Corsi), a. 1388 (fior.), 28.15, pag. 831: Deh, ecco bel sollazzo, / andar le buone donne lusingando!

[9] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 54, pag. 129.3: se tu fussi quello che tu dovessi, non avrebbe avuto ardire di dire male d'una tua donna, ove tu fussi. Belli ragionamenti che sono i vostri! lasciate stare li fatti miei e dell'altre donne, e ragionate de' vostri, che tristi siate voi dell' ossa e delle carni!

[u.r. 24.04.2023; doc. parzialm. aggiorn.]