DOGANA s.f.

0.1 doana, doane, dogana, dogane, doganna, doghana, dohana, dohane, dovana, dovane, duana, duhana.

0.2 Ar. diwan, diwana di origine persiana (DELI 2 s.v. dogana).

0.3 Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.): 1.

0.4 In testi tosc.: Doc. pis., 1264 (3); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Doc. sen., 1277-82; Stat. fior., 1310/13.

In testi sett.: Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.); Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.).

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342; Doc. ancon., 1345; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Lett. palerm., 1371.

0.5 Locuz. e fras. avere sale in dogana 1.1.

0.6 N Nell'accez. 2, il termine è att. già in due doc. lat. di Pisa (a. 1158: duana salis) e Pistoia (a. 1179: aliquam doanam): v. GDT, p. 248.

0.7 1 [Econ./comm.] Ufficio fiscale per i tributi di entrata e uscita sulle merci; l'edificio che ospita tale ufficio. 2 [Econ./comm.] Dazio imposto alle merci che entrano o escono dal territorio di uno stato o città. 2.1 Estens. [Econ./comm.] Ogni tipo di imposta. 3 [Econ./comm.] Accordo di monopolio. 4 Fras. Avere sale in dogana: avere buon senso.

0.8 Paola Picecchi 24.11.2006.

1 [Econ./comm.] Ufficio fiscale per i tributi di entrata e uscita sulle merci; l'edificio che ospita tale ufficio.

[1] Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.), pag. 22.28: Et sapialo la doana nostra la grande, l'ordename(n)to e lo comandame(n)to de lo grande signor lo soldan, lo re paresente et lo verer, e ma(n)dalo don en lo levante et en lo pone(n)te...

[2] Doc. pis., 1264 (3), pag. 388.4: De la dovana. Quelli li quali sono sopra la dovana (et) li turcimanni (et) li garabarii (et) li bastasci ut vero li portatori no(n) debbiano a loro tollere né exigere alchuna cosa set no(n) seco(n)do che usati sono di tollere (et) di piliare.

[3] Doc. sen., 1277-82, pag. 173.16: Ancho CLXXXXII lib. et X sol. mezedima a' dicenove dì di gugnio i quali avemo da Cene Palmieri che ne li mandò da Pisa per Lonardo i' quale suole istare ne la dogana in cetto diecie fiorini d' oro chotamoli treta et cinque sol. l' uno.

[4] Gl Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 230.18: e però quando la mettessi nel reame per lo porto d'Aguamorta od altra parte sì si vogliono fare scrivere agli uficiali dello re alla chiaveria, cioè alla dogana (ma la dogana per tutta Provenza, e nella Provenza del re Ruberto e nella Provenza del re di Francia, si chiama chiaveria)...

[5] Gl Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 10, pag. 573.17: Soleva essere, e forse che ancora oggi è, una usanza in tutte le terre marine che hanno porto così fatta, che tutti i mercatanti che in quelle con mercatantie capitano, faccendole scaricare, tutte in un fondaco, il quale in molti luoghi è chiamato dogana, tenuta per lo comune o per lo signor della terra...

[6] Lett. palerm., 1371, pag. 142.2: Item di lu passu di la duhana li fichi dari pir manu di siri Nardu Grurolla unc. XX, li quali dinari eranu pirduti...

1.1 Fras. Avere sale in dogana: avere buon senso.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2190, pag. 251: e ben si dee pensare / chi ha la mente sana / od ha sale 'n dogana / che 'l fatto è smisurato, / e troppo gran trattato / sarebbe a ricontare.

2 [Econ./comm.] Dazio imposto alle merci che entrano o escono dal territorio di uno stato o città.

[1] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 43.22: mo' debié saver qu' ello paga doana tuti sallvo quelli che se lo sa metere schosso e paga quelli che non sa metere schoso V per C e a far batere le doplle se paga IJ e q(uart)a, ma tuti sa sì ben fare qu' elli non paga se no bexanti IJ e q(uart)a per fatura...

[2] Stat. perug., 1342, L. 3 rubr., vol. 2, pag. 18.17: Del fecente la doana de le victuaglie.

[3] Doc. ancon., 1345, pag. 234.2: ch'alcuna parte de li quali subditi al comune de Venegia per li officiali de quella medesema ciptà circhava datio overo duana...

[4] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 8, pag. 39.3: Nello luoco usato volete fare lo sale in vostro terreno per avere la dovana e lla granne pecunia per le spese le quale occurreno per li sollati e aitre grannezze fare».

2.1 Estens. [Econ./comm.] Ogni tipo di imposta.

[1] Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.), pag. 61.30: Io non ne farrei neente; ma da che al Legato piace io perdonerò loro la morte, salvo ch' io ne voglio di loro per stadichi VIII cento a potere fare di loro al mio comandamento, e tenendo da me signoria quella che a me piace siccome a libero signore, pagando colte e dogane com' è uçato.

[2] Stat. fior., 1310/13, cap. 17, pag. 27.22: Con ciò sia cosa che cotali spese fatte per li rettori overo camarlingo prima siano aprovate per lo consiglio di questa arte, e non sieno tali per le quali sia fatta alcuna dogana non licita.

[3] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1264, pag. 298: Ciò che in Consillio fecese non posso recontare, / Ca io no vi so stato, odìvilo contare: / Ca tucte offenze facte volea perdonare, / Et meza de duana et residii lassare.

3 [Econ./comm.] Accordo di monopolio.

[1] Stat. fior., c. 1324, cap. 2 rubr., pag. 15.1: Che promesse, convegne, posture, e dogane, obligagioni, e juramenti non sieno fatti nè sieno osservati per l'Arti.

[2] Stat. fior., 1334, L. II, cap. 6, pag. 293.13: Del mese di gennaio si comandi per parte de' Consoli a' tintori, affetatori, e tiratori di questa Arte, che non facciano nè abbiano alcuna postura o dogana, e se l'avessono fatta, incontanente la cassino...

[u.r. 18.05.2023]