DOMANDO s.m.

0.1 demando, dimand', dimandi, dimando, domandi, domando.

0.2 Da domandare.

0.3 Brunetto Latini, Favolello, 1260/66 (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Favolello, 1260/66 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Siribuono giudice (ed. Contini), XIII sm. (pist.); Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Doc. moden., 1347; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.).

In testi mediani e merid.: Doc. orviet., 1334; Gillio Lelli, Rime (ed. Mancini), XIV pm. (perug.).

0.5 Locuz. e fras. fare domando 1.

0.7 1 Lo stesso che domanda, rivolta a sapere qsa. 2 Richiesta volta ad ottenere qsa. 2.1 [Ret.] La parte della lettera in cui si rivolge al destinatario la propria richiesta (secondo le convenzioni retoriche specifiche dello stile epistolare). 2.2 [Dir.] Atto del reclamare in giudizio (allo scopo di far valere i propri diritti); petizione. 2.3 [In partic. rivolta a Dio:] preghiera, supplica. 2.4 Lo stesso che desiderio. 3 L'oggetto della domanda, della richiesta; ciò che si chiede.

0.8 Paola Picecchi 23.11.2006.

1 Lo stesso che domanda, rivolta a sapere qsa.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De falsis excusationibus, 217, pag. 184: «Eo faz un tal demando: / Se quii ke t'án offeso te fossen promettando / Un grand aver mirabile e star al to comando / E tug li dagn apress indré restitüando...

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 5: s(e)c(on)do la sente(n)tia di Martiale, lo no(n) savio dima(n)do sequisce lode se optimame(n)te si proferisce, et se no(n) pulita (et) acco(n)cia si fa, (et) isco(n)venevile, dispregio (et) dirisione siquisce.

[3] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 24, 70-78, pag. 582, col. 2.2: Qui ... insegna una moralità bella, che a zusto domando no se de' sequere pur zusta resposta, ma zusto fatto...

[4] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 903, pag. 58: Lui te darà chonseio al to domando, / lui serà to fiolo in luogo mio, / lui serà sempre a ogno to chomando.

[5] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 3, 19.3, pag. 37: El cavalier rispose al suo dimando: / - Sotto la terra si mette poi quelli, / e ine poco tempo così stando / infracida e sì 'l mangian vermicelli, / e finalmente tutto in terra torna.

- Locuz. verb. Fare domando: domandare.

[6] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 49.9, pag. 119: Ciascun mi guarda in viso e fa dimando, / veggendomi cangiato lo visaggio; / ed io celo la doglia mia in parlando, / e non ardisco dir lo meo coraggio, / perch'io l'ho da la mia donna in comando.

2 Richiesta volta ad ottenere qsa.

[1] Brunetto Latini, Favolello, 1260/66 (fior.), 150, pag. 283: E ciò che scritto mando / è cagione e dimando / che ti piaccia dittare / e me scritto mandare / del tuo trovato adesso...

[2] Doc. orviet., 1334, docum. 24 agosto, pag. 175.11: Imprima al domando che si fa a lloro per parte del comuno d' Orvieto, cioè che essi da mò facciano guerra e briga de le loro persone, fideli, sequaci e terre contra i figliuoli del conte romano e loro sequaci...

[3] Gillio Lelli, Rime (ed. Mancini), XIV pm. (perug.), 38b.11, vol. 1, pag. 204: Ma pur di toi domande ciascheduna / a mio poder farò, ciò ti prometto, / sí ch'al dimand'avrai gioia comuna...

2.1 [Ret.] La parte della lettera in cui si rivolge al destinatario la propria richiesta (secondo le convenzioni retoriche specifiche dello stile epistolare). || Corrisponde al lat. petitio.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 6: Se verame(n)te di pistule tracterai, primame(n)te pone la salute, in del s(e)c(on)do luogo l'exordio, cioè lo inconi(n)ciame(n)to dipo la salute, terso lo dicto, quarto lo dima(n)do, qui(n)to la co(n)clusione.

2.2 [Dir.] Atto del reclamare in giudizio (allo scopo di far valere i propri diritti); petizione.

[1] Stat. pis., a. 1327, L. 3, cap. 36, pag. 145.11: Et in ciascuna questione catuno possa dare titolo et contratictolo sensa fare alcuno altro dimando, overo facendo lo dimando overo dimandi.

[2] Doc. moden., 1347, par. 3, pag. 155.26: e qusto domando così como cosse de coçaindrè de dito mes. Bertholameo so padre e fradello del dito mes. Alberto e cossì como era e' beni e chi eno de la dicta hereditate e che a lui spetano et perteneno sì cosse quanto è per la soa parte.

2.3 [In partic. rivolta a Dio:] preghiera, supplica.

[1] Siribuono giudice (ed. Contini), XIII sm. (pist.), 8, pag. 333: Dëo, come 'l tu' don a me piac'egli, / che for dimando me 'l desti 'n insegna / piena d'amor e sens'alcuna giostra!

- [Relig.] Ciascuna delle sette richieste contenute nel Pater noster.

[2] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 11, 1-21, pag. 251.13: cioè sanctificetur nomen tuum; e questo è lo primo dimando che Cristo insegnò a fare i suoi Apostuli e discepoli...

2.4 Lo stesso che desiderio.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 15.79, vol. 1, pag. 251: «Se fosse tutto pieno il mio dimando», / rispuos' io lui, «voi non sareste ancora / de l'umana natura posto in bando...

3 L'oggetto della domanda, della richiesta; ciò che si chiede.

[1] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), Prologo, pag. 17.28: Salamone, che fue quasi lo più savio homo del mondo, sì demandoe in sua gioventudine al nostro segnore che li desse senno; e lo nostro segnore che sa tutto, sì vide che lo suo dimando fu lo più gentile dono che li podessi avere dimandato...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 4.18, vol. 2, pag. 55: ché ben cinquanta gradi salito era / lo sole, e io non m'era accorto, quando / venimmo ove quell' anime ad una / gridaro a noi: «Qui è vostro dimando».

[u.r. 04.02.2022]