FANTASMA s.f./s.m.

0.1 fantasma, fantasmate, fantasme, fantasmo, phantasma.

0.2 DELI 2 s.v. fantasma (lat. phantasma).

0.3 Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.): 1.1.1.

0.4 In testi tosc.: Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Palamedés pis., c. 1300; Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.).

In testi sett.: Preghiera alla Vergine, XIV in. (ver.); Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.).

In testi mediani e merid.: Manfredino, a. 1328 (perug.).

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.5 Alterna femm. e masch. Si separano sotto S.m. le occ. esplicitamente masch.

0.7 1 Essere incorporeo, apparizione. 1.1 Immagine vana e irreale, creata dalla mente (anche in sogno). 1.2 Estens. Apparizione di una figura deforme e con sembianze disumane. 1.3 Fig. Signif. Incerto: ambiguo nell'esprimersi; reticente? 2 Presenza maligna; apparizione di persona morta che tormenta i vivi.

0.8 Fabio Romanini 27.11.2006.

1 Essere incorporeo, apparizione.

[1] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 49, vol. 2, pag. 110.21: poniamo, che egli andasse sopra l'acqua del mare, e li discepoli lo riputassero una fantasma, e che egli entrasse dopo la resurrezione con le porte chiuse, e li discepoli lo riputassero spirito, non è però da credere, che egli non avesse vero corpo...

- S.m.

[2] Diatessaron veneto, XIV (tosc.-ven.), cap. 72, pag. 70.22: (26) e veg(n)andolo andare sovra lo mare, temè e conturbosse, e diseano: «Ell'è uno fantasma».

1.1 Immagine vana e irreale, creata dalla mente (anche in sogno).

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 19, pag. 244.15: ché non singnor, ma quazi pintura d'esso; e non padre, ma quazi fantasma sua; e nnon amico, ma vana d'ess[o] fighura.

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 8, proemio, pag. 106.18: di lungi da noi si portano li sogni, e le fantasme della notte...

[3] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 2, par. 5, pag. 133.28: gli idoli o ssomilglanza di cose o lle fantasmate e ispezie, [[...]], son dette d'alquni azzione delle cose sensiboli...

[4] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 3, vol. 2, pag. 156.23: lu intellectu meu cuniunctu cum la fantasia mia si reflecti a la fantasia mia et intellegit versionem ad fantasma...

[5] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 26, 1-12, pag. 669.33: fantasma, o vero viso, è quando l'uomo né bene dorme, né bene vegghia, e parli veder figure contra natura...

- Incubo.

[6] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 13, cap. 1.223, pag. 313: Ché se tt' attieni ad un sol modo usare, / Se giacierà nell' altro / Parralgli avere un peso addosso grave / Su nel dormire, e faragli paura: / C' aviene a' grandi che dormon rivescio, / Se son usati di dormir per lato, / E chiaman ciò fantasma, / E pare a llor che non dormano allora.

[7] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 90.26, pag. 633: ma allor la donna mia / per mia salute ricorro a vedere, / la cui ombra giuliva fa sparere / ogni fantasma che addosso mi greva...

- S.m.

[8] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 360.131, pag. 449: Mai nocturno fantasma / d'error non fu sì pien com'ei ver' noi...

[9] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 5.6: Tu che le rime specci in tante parte, / ben credo che tu sia falso fantasma, / secondo ch'è ziascun ver o fantasma...

1.1.1 Chi ha perso gli attributi corporei e resta soltanto nella memoria dei vivi.

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 216.9: «Che è l'uomo?» «È mente incarnata, fantasma del tempo, aguardatore de la vita...

1.2 Estens. Apparizione di una figura deforme e con sembianze disumane.

[1] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 39, pag. 65.3: E lo nano si partio da[r] ree e andoe nela sala delo palagio, e quando le dame e le damigielle lo viderono venire, tutte quante incominciarono a rridere e diciano infra lloro: «Onde escie questa fantasma, ch'ee venuta a corte?»

1.3 S.m. Fig. Signif. incerto: ambiguo nell'esprimersi; reticente?

[1] Manfredino, a. 1328 (perug.), 2.8.6, pag. 173: S[ci]occo intelletto hai nella tua orecchia, / tu che tua laude sotterr' ha' per biasmo, / di fracide parole tu se' chiasmo / con brutte rime ch'escon di tua secchia; / mal hai cercato del tesor sua specchia, / ché nel tuo dire ti mostre fantasmo, / ed ogne tuo parlar si rende pasmo / d'enfermità, a treccia con' funecchia.

2 Presenza maligna; apparizione di persona morta che tormenta i vivi.

[1] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 40.192, vol. 1, pag. 287: «Sconiuro te per Dio, et sì te dico, / si tu se' phantasma o nimico, / ke tu te parti et non stea più con meco...

[2] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 16, pag. 61.14: e di pogo si falla che elli non cade de la paura ch'elli ebbe, ch'elli ebbe primamente dottansa che quelli che parlava in cutale maniera non fusse fantasma u lo Nimico...

[3] Libro pietre preziose, XIV in. (fior.), pag. 313.28: e [['l diaspro]] se fosse consecrato, sì fae l' uomo che 'l porta piacente e potente, e scaccia le fantasme...

[4] Preghiera alla Vergine, XIV in. (ver.), 273, pag. 94: ancor per quel bon Jesù Cristo ensteso / e' sì te prego, Pare beneeto, / ke consa nè fantasma de rea visa / nè morto subitana nè 'nprovisa / ne posa trovar nè via nè porto / per dominar n' aver força êl me corpo...

[5] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 91.8: lo corallo roso è bon contra lo fullso del sangue e contra empellençia e contra li demoni e (con)tra le fantasme...

[6] Tristano Veneto, XIV, cap. 531, pag. 494.23: «Es-tu fantasma over incantador lo qual es vignudho per meter lo mio hostello a onta et a vergonçia?».

[7] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 2, ott. 113.8, pag. 433: credien c' ombra ria fusse o ver fantasma.