FORBITO agg.

0.1 forbida, forbita, forbite, forbiti, forbito, frovite, furbita.

0.2 Da forbire.

0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 1.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.); Microzibaldone pis., XIII/XIV; Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.); Metaura volg., XIV m. (fior.).

In testi sett.: Esopo ven., XIV.

In testi mediani e merid.: Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.).

0.7 1 Che si presenta liscio al tatto e perfettamente pulito alla vista. 1.1 [Detto di cavalli:] strigliato. 1.2 [Rif. specif. ad armi o armature]. 2 Fig. Che testimonia una particolare cura o un particolare impegno o ne è il risultato; raffinato, ricercato.

0.8 Elisa Guadagnini 27.10.2007.

1 Che si presenta liscio al tatto e perfettamente pulito alla vista.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 8, pag. 98.13: Adonqua fo mestieri che tale parte del mondo fosse dura e tale fosse molle [[...]] E tale fo mestieri che fosse chiara e forbita e polita come lo specchio, per recévare bene la luce e per gettare ragi ad altrui, come la stella; e per questo oposito fo mestieri che fosse tale che non fosse chiara né forbita né polita per recévare la luce, né per potere gettare ragi ad altrui, come la terra.

[2] Microzibaldone pis., XIII/XIV, 7, pag. 204.4: Trovò Allexandro arte di .M. spechi di ferro forbiti, li quali ponea contra lo sole di contra ali suoi nimici...

[3] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 1, cap. 13, ch., pag. 181.12: lo specchio è un corpo forbito e pulito, e perciò hae a rendere la faccia che riceve.

[4] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 3, 1-18, pag. 79.2: e tersi; cioè e forbiti sì che non siano macchiati, nè appannati...

[5] Esopo ven., XIV, cap. 2, pag. 6.33: uno gallo un dì cavando e ruspando in un fango [[...]] trovà una piera preciosa [[...]] e disse. «O preciossa cossa de natural belleza, stagando in questo ville luogo e in questa sozura, tu non hai niente de medeson de utilitade a mi. Ma se tu fosti ben forbida e ben afaitata acciò che tu luxesti segondo che tu doveristi, colui che dovesse esser atrovadore de ti elo viverave per arte.

- Fig.

[6] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 9, 94-105, pag. 210.15: Dè esser forbita, manifestando la volontà d'entro dell'animo, sicchè la lingua si vegga quale sia l'animo d'entro; e così appare che la confessione de la bocca dè avere integrità, solidità, chiaressa, politessa e lucidità.

1.1 [Detto di cavalli:] strigliato.

[1] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di la guardia..., pag. 571.29: Et a la sua turnata nun si meta in la stalla fini ki li soi gambi nun sianu forbiti et axuti d'in tutu di l'aqua.

1.2 [Rif. specif. ad armi o armature].

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 13, pag. 54.18: e la sollecitudine del tribuno per questo scaltrimento era lodata, che i cavalieri a lui dati a governare andassero netti, e ben vestiti, ed armati con arme ben forbite, e lucenti, e paressero d' arme bene ammaestrati.

[2] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 371, pag. 392.14: Eglino vestiro loro asberghi, ch'erano chiari e forbiti; poi lacciaro in loro teste loro elmi bruniti e censiero loro spade taglienti.

[3] Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.), pag. 30.22: Intorno a lloro erano de multi cavalli senza alcuna sella et pascendo andavano; lanze, penduny, banne et scudy con frovite spade per quello locho da omne parte pare.

[4] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 7, cap. 33, vol. 2, pag. 198.25: Quelle lance forbite, che voi là vedete in alto dirizzate, incontanente le vedrete in terra gittate».

[5] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, cap. 8, vol. 1, pag. 26.19: dimandu eu si Deu poti fari una spada sì temperata et sì furbita, ki mai non perda taglu nè sblanduri.

[6] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 9, pag. 57.22: L'elmo era moito forbito e relucente.

2 Fig. Che testimonia una particolare cura o un particolare impegno o ne è il risultato; raffinato, ricercato.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 14, cap. 3, par. 5, pag. 265.23: Di santo Agustino medesimo si legge, che sue vestimenta e calzamenta né troppo erano forbite né molto dispregiate, ma erano a maniera ammodata e convenevole.

- [Detto di una persona:] di estrazione o condizione elevata (resa manifesta dai modi distinti).

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 10, pag. 393.26: E acciò che io non ti tenga più in parole, ti dico infino a ora che tu non potevi a persona del mondo scoprire l'animo tuo che più utile ti fosse di me, per ciò che egli non è alcun sì forbito, al quale io non ardisca di dire ciò che bisogna, né sì duro o zotico, che io non ammorbidisca bene e rechilo a ciò che io vorrò.

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 88, terz. 49, vol. 4, pag. 149: E' condannò, per tenere sbanditi / molti Comuni, e popoli d' intorno, / e molti Cittadin de' più forbiti, / e finalmente a Gobbio fe ritorno.

[u.r. 25.01.2008]